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Autore: SidV    20/03/2014    1 recensioni
Non sono capace di innamorarmi. Lo so bene.
Anche se, all'epoca, non riuscii a farne a meno.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Kaede Rukawa, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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CAPITOLO 3

La nonna, da piccolo, mi definiva sempre come un bambino speciale, energetico e spumeggiante. Ecco, mi vuole davvero un gran bene ed è da sempre che mi domando come una donna gentile e pacata come lei c’entri con il resto della nostra famiglia.
Io sono una testa calda, questa è la verità. Lo so bene anche da solo, sono uno che si infiamma subito e mi capita di perdere la testa per delle enormi cazzate, alle volte. Non sono affatto un tipo facile, per capirlo basta far caso al fatto che, più che Mito e il mio trio di amici, gli altri mi hanno sempre tenuto alla lontana, quasi intimoriti. Ok, il fatto di avere un passato da attaccabrighe non aiuta di certo, come il fatto che sono alto quasi due metri... ma, messo a confronto con mia sorella, perfino io potrei passare per un agnellino.
Izumi è una macchina da guerra. Davvero, a volte fa paura perfino a me.
è stata lei a cominciare la mia “carriera” da teppista, perchè da bambini lei litigava con più o meno chiunque per motivi spesso completamente deficienti e io finivo sempre con il trovarmi a fare a botte per difenderla, mentre lei se ne stava dietro di me, gomiti sui fianchi, continuando a inveire contro tutti. La realtà è che quella criminale si saprebbe difendere benissimo anche da sola, è decisamente brava a calciare nelle parti basse dei ragazzi, ma più che altro Izumi può far sentire una persona una vera nullità anche solo con le parole. Oh, in questo è una maestra.
Sa sempre dove colpire, intendo centrare il punto debole del suo avversario e infierirci a più non posso quasi sempre fin dal primo colpo quindi, se qualcuno me lo dovesse mai chiedere, la persona che meno al mondo vorrei far davvero incazzare è la mia apparentemente delicata come un fiore gemellina. è successo un paio di volte, anni fa, e di certo non è una esperienza che desidero riprovare.
Si, ho perso miseramente ogni singola volta, ovviamente.
Sto dicendo queste cose perchè, nonostante io stesso sia completamente stupito da quel che sto per dire... beh...
- Rukawa mi fa quasi pena.
Guardo immediatamente Ryota, in piedi accanto a me mentre palleggia e mi chiedo se stare toppo spesso a contatto con una persona porti alla lungimiranza.
- diavolo amico, stavo pensando esattamente la stessa cosa!
Quasi spalanca la bocca dallo stupore - cosa?!
Annuisco con fermezza - ne sono perplesso pure io ma, dico... l’hai vista?
- certo. Comincio a pensare che se non gli ha ancora messo del mercurio nella borraccia lo farà in giornata.
- non me ne stupirei.
Fissiamo ancora un paio di minuti mia sorella in silenzio, mentre lei punta Rukawa come se lui fosse una gazzella e lei la leonessa che ne vuole fare la sua cena, mentre praticamente le esce il fuoco dagli occhi e ha un aurea così minacciosa che qualche matricola poco fa è dovuta correre al primo tempio nelle vicinanze a pregare Budda di non fargli mai commettere la stronzata di farle torto nella vita.
- ma tu hai capito che è successo tra quei due?
Scuoto il capo - non ne sono del tutto certo ma credo che il primo giorno di scuola, il mese scorso, lui gli abbia detto una parola sbagliata.
- una?!
- basta molto poco a farle perdere il lume della ragione.
Mitsui, che ha appena finito i suoi soliti dieci giri del campo, ci affianca con il fiato corto.
- Ehi Sakuragi, ma chiamare un esorcista ti pare una brutta idea?
- ci ha già provato mia madre anni fa, non ha funzionato.
Sbatte gli occhi un paio di volte, perplesso, e pure lui osserva con noi quella che ormai è diventata una scena quotidiana. Izumi che fuma e Rukawa che continua a provare i tiri liberi, ignorandola bellamente.
- io non capisco come faccia lui a non notare nulla.  
- quello è fatto di titanio, te lo dico io - dice Ryota, dandoci le spalle e cercando probabilmente di ottenere un appuntamento da Ayako. Non andrà bene per il mio amico, lo so, ma io continuo a fare il tifo per lui.
- o forse è solamente troppo concentrato sul basket per rendersi conto che qualcuno sta decisamente attendando alla sua vita - continua Mistui - prima ho chiesto a tua sorella se poteva passarmi un asciugamano ma lei mi ha letteralmente mandato al diavolo, dicendo che era troppo occupata. Non capisco a fare cosa...
Alzo un sopracciglio - immagino a fare makumbe contro la volpe.
- hanno mai funzionato?
- non che io sappia, ma lei è decisamente testarda.
Izumi, contro di lui, al momento ha sfoderato più o meno tutte le sue carte. Ha iniziato con l’attacco diretto: dalle frecciatine agli insulti più che espliciti. Niente da fare, veniva comunque ignorata. La cosa non ha fatto altro che alimentate il suo odio, infatti poi è partita con i fatti. Sto parlando di cose quasi infantili come gli spilli nelle scarpe da basket, lo sgambetto nei corridoi o disegni appiccicati nel suo armadietto di lui con la gola sgozzata, per poi arrivare a cose decisamente più inquietanti, come quella volta che si è ritrovato con i suoi asciugamani imbrattati di sangue (non voglio assolutamente sapere di chi, già il fatto che non era il mio mi rende molto felice). è riuscita addirittura a lanciargli contro delle specie di bombe di carta esplosive che non ho idea da dove se le sia procurate. Reazioni? Nulla. Ha liquidato spilli e bombe come se fossero solo una mosca fastidiosa e con un alzata di spalle tutto il resto.  
- c’è da dire che non l’hai vista applicarsi a qualcosa con tutta questa costanza. Izumi è una che si stufa molto presto di tutto...
- c’è poco da rallegrasi qui. L’allenatore Anzai non le ha detto ancora nulla?
- no, sostiene che la cosa possa risultare formativa - ci dice Ryota, tornando da noi con le orecchie basse. Non è andata bene, ovviamente, così gli dò una pacca sulla spalla di incoraggiamento.
- ancora nulla?
- no...
- ci vuole pazienza. Fidati, io lo so! Infatti con Harukina...
Si mette le mani sulle orecchie, facendo cenno di no con la testa - per carità Hanamichi, non di nuovo! Non ce la faccio più a sentire la storia di come l’hai conquistata!
Sbuffo, spingendolo di lato. Ingrato, e io che cercavo anche di essergli aiuto. Dovrebbe prendermi come esempio, invece di fare così. Anzi, tutti dovrebbero prendermi d’esempio!
- non l’avrei mai detto, all’inizio - Ayako passa mi una palla al volo, mentre ci raggiunge, il solito cipiglio caparbio in faccia - che avesse questo caratteraccio, intendo. Voglio dire, a vederla è così bella e solare che all’inizio pensavo fosse posseduta.
- no, è che il diavolo probabilmente ha la sua faccia. Te lo dico io, che ci sono nato insieme. Quella lì è da internare.
- credi ne avrà ancora per molto?
Fisso la manager confuso - si vede che non la conosci ancora bene! Certo, finchè almeno lui non si sarà prostrato ai suoi piedi chiedendo umilmente perdono. O sarà morto. Una delle due.
- ottimo. Ora comunque mi farebbe davvero piacere se tu riuscissi a distrarla un attimo dai suoi impegni omicidi perchè voi dovreste fare una partita d’allenamento e vi serve anche lui. Intero.
Alzo le mani, lasciando che la palla cada a terra - manco morto! Parlaci tu, io l’ultima volta che ci ho provato ho rischiato l’amputazione di un arto come minimo.
Guarda Mitsui, che fa un passo indietro - stavo giusto dicendo che sono stato mandato all’inferno per molto meno.
Prova a fare anche gli occhi dolci a Ryota, il quale però di esibisce in una strana risatina isterica - non posso aiutarti, tesoro. Ho intenzione di dichiararti il mio amore anche per i prossimi anni e pare io debba essere vivo per farlo.
So che Ayako ha sempre pensato di essere quel tipo di ragazza che incute timore e rispetto, ma credo abbia abdicato lei stessa in favore di mia sorella, perchè non ci rinfaccia neppure di essere tutti dei vigliacchi, prima di prendere coraggio e provare lei stessa a mettere in pausa il demonio almeno per oggi. Sta per avvicinarsi quando, improvvisamente, Izumi muove dei veloci passi in direzione di Rukawa.
- lo vuole strozzare?
- qualcuno ha controllato che non abbia nulla di infiammabile addosso?
- moriremmo tutti!
Quando però lei semplicemente gli picchietta l’indice sulla spalla, facendolo girare nella sua direzione e gli sorride in un modo che praticamente chiunque al mondo definirebbe “adorabile”, io sento un brivido di terrore scendermi lungo la spina dorsale. Com’è che si sul dire? Abbi paura belle bestie quando ti sembrano mansuete, perchè è lì che stanno per attaccare.
- Rukawa, io ti sfido a basket!
Certo, a meno che non siano completamente rimbecillite.

A me non piacciono le persone.
Non importa particolarmente chi esse siano, ne che cosa facciano nella vita. Non mi interessano e mi dà pure fastidio incrociare la strada di praticamente chiunque. Inutile dire che frequentare il liceo sia una cosa che proprio non riesco a farmi andare giù, ma perlomeno qui posso riuscire a trovare sempre angoli dove riposare in santa pace e, soprattuto, giocare a basket.
Qualcuno, non ricordo chi, anni fa mi disse che non si capacitava per nulla del perchè io avessi scelto il basket, che è uno sport di squadra, invece che uno dove avrei potuto spiccare come singolo, senza dovermi per forza rapportare con altre persone. Si, io riesco bene in tutti gli sport, praticamente. Ma il basket... non lo so neppure bene io perchè questa disciplina. La pratico fin da piccolo e non esiste davvero altra cosa al mondo che riesca a rendermi così... felice? Orgoglioso? Non credo che siano le parole giuste per me... forse è solo che il basket mi piace. Basta. è davvero tutto qui.
C’è solo un altra cosa che mi piace fare quasi alla pari, e intendo dormire. Ecco perchè ho scelto di frequentare lo Shohoku anzichè altre scuole con squadre magari migliori, nonostante mi siano arrivate decine di proposte da quasi tutto il Giappone. Molto semplicemente è più vicino a casa e posso starmene a letto almeno mezz’ora in più rispetto a qualsiasi altra sarebbe stata la mia scelta. Non posso dire, a conti fatti, di essermi mai pentito veramente della mia scelta. Ho avuto qualche ripensamento all’inizio, ma posso affermare ormai con certezza di essere soddisfatto di come sia finita la stagione. Non abbiamo vinto, lo so. Ma a dire il vero ci avevo creduto solo per poco tempo io stesso. Anzi, siamo arrivati molto più lontano di quello che credevo possibile con questa squadra. Qualcuno si è rivelato alla fine molto più efficace in capo di quello che potevo immaginare e, comunque sia andata, io sono finito nei migliore cinque della prefettura di Kanagawa e chiamato nella nazionale juniores. Che sia chiara solo un altra cosa. A me piace vincere, ma sopratutto mi piace giocare a basket quindi essere convocato per me significava principalmente avere anche tutta l’estate per dedicarmi al mio sport.
Ho fatto un sacco di one-on-one contro Sendoh in questo periodo, contro di lui e altri ragazzi fortissimi. Sono anche arrivato a una conclusione: che, cazzo, quest’anno che la possiamo fare a vincere. Io sono più bravo di lui. Di lui e di quell’altro coglione di Sawakita.
Ma ci manca Akagi, siamo scoperti in difesa. Per quanto quell’idiota di Sakuragi sia bravo in quel ruolo, alla squadra serve in avanti. Posso fare da solo fino ad un certo punto, quest’anno sicuramente anche oltre alla scorsa stagione, ma arrivo ad un punto in cui sono costretto a passare la palla. L’ho imparato a mie spese, lo so e per quanto io sia un individualista, quest’anno voglio prendere quella dannata coppa tra le mani. E magari poi sbatterla un paio di volte su quell’enorme testa di cazzo che è Sendoh.
Questi erano i miei propostiti per l’anno nuovo.
Questi e trovare un qualcuno in grado di coprire il ruolo del gorilla in modo almeno decente. Come sta messo a questo punto?
Che se tiro centro volte a canestro ho una riuscita sicura del cento per cento. Ma nessun nuovo scimmione, Miyagi come capitavo è una schiappa, Mistui è un ripetente del cazzo, Sakuragi un rimbecillito cronico e, la nuova manager, ha il suo stesso cognome e sta attendando ripetutamente alla mia vita.
Fanculo, che palle.
Che poi, a dirla tutta, non ho neppure la vaga idea di cosa possa averle fatto. è da un bel po’ ormai che ignoro tutti i suoi tentativi di attaccare briga perchè ho altro per la testa (il basket) e non ho molto tempo da perdere con le sue diavolerie ma adesso credo di aver toccato il mio limite. Poco mi importa se è una ragazza, io la appendo al soffitto. Che poi questa qui, a parte le tette, della donna ha ben altro poco. Mi pare più che altro l’ennesima pazza psicopatica che solo a questo dannatissimo liceo poteva iscriversi.
A questo sto pensando quando mi arriva alle spalle per l’ennesima volta e, per colpa sua, sbaglio anche il tiro a canestro. Mi giro lentamente, del tutto intenzionato questa volta a farle entrare bene in quella testolina rossa del cazzo che ha rotto i coglioni, quando la vedo sorridere tutta felice e dire la cazzata che meno mi aspettavo potesse uscire dalla sua bocca.
- Rukawa, io ti sfido a basket!
Evidentemente la demenza è un fatto che accompagna l’intera famiglia Sakuragi. Che poi, e che diavolo, doveva per forza avere una sorella? Non bastava lui? E, sopratutto, dovevano capitare entrambi a me?!
Inarco un sopracciglio, fissandola in viso per cercare di capire se ho solo sentito male o è del tutto impazzita.
- che hai detto?
Allarga il suo sorrisetto che si fa più acido ogni secondo che passa prima di parlare ancora - che ti sfido.
- tu sei scema.
Si butta una ciocca di capelli dietro le spalle, quasi sbattendola in faccia, e uno strano profumo di bosco mi entra nelle narici.
- affatto, bello mio! Siccome ho capito che non riesco a sottometterti nè con le parole nè con le minacce mi rimangono solo due cose da fare - mi punta un dito dritto in mezzo al petto e mi graffia con le sue unghiaccie lunghe - avvelenarti o strapparti il cuore.
- la differenza?
Smette di sorridere e la sua espressione diventa improvvisamente seria. Sto seriamente pensando che questa cosa sia bipolare.
- intendo farti innamorare di me.
No, mi correggo. Non è bipolare. è completamente pazza.

Ho odiato Kaede Rukawa fin dal primo momento che l’ho visto per due motivi principali:
Uno: mi ha ignorata
Due: è davvero troppo bello.
Il problema? Incanala troppo l’attenzione su se stesso pur senza volerlo, e questo davvero non posso tollerarlo. Non sono abituata ad avere intorno gente che possa anche solo vagamente risultare più interessante della sottoscritta. Discorsi egocentrici da bambina viziata? Certo. Ma non ho mai detto di avere un buon carattere ne sono qui per fingere di possederlo. Non ne sono neanche interessata.
Quello che voglio e abbatterlo.
Nei mesi il mio disprezzo nei suoi confronti non ha fatto che alimentarsi perchè questo qui è anche fottutamente bravo in tutto quello che fa. Nel basket, ovviamente, ma anche a livello scolastico. Certo, dorme la maggior parte del tempo a lezione, ma ho notato che appena si applica un minimo porta sempre a casa dei gran risultati. No, arrivare seconda non fa affatto per me.
Inoltre questa specie di volpe ha persistito nell’ignorare ogni mio tipo di attacco e so che non lo fa per non mettersi contro una femmina, non è di così bassi principi morali (so che detto da una donna porrebbe essere strano, ma quando mi metto contro qualcuno non deve assolutamente avere importanza di che sesso io sia), semplicemente non gli importa di tutto quello che gli succede intorno. L’altra notte ho perfino sognato come riuscire veramente a distruggerlo, ma nel sogno io ero una palla da basket e gli sfuggivo via. Poco realizzabile direi, ma poi mi è venuta un idea.
Rukawa non è uno che osserva le persone, al contrario le ignora bellamente. Quindi so per certo che non ha mai notato niente riguardo le mie capacità sportive. Certo, non potrei mai batterlo in uno scontro vero a basket, ma mi basterebbe riuscire a spiazzarlo completamente. Così ho finalmente notato il suo punto debole. Lui è troppo concentrato sullo sport per guardasi attorno e crede fermamente che nessuno lo possa stupire, o perlomeno spiazzare dal punto di vista tecnico nel suo punto di forza.
Ecco il perchè della mia sfida.
- intendo farti innamorare di me.
Mi trattengo a stento dallo scoppiargli a ridere in faccia, ma ha assunto una espressione (già di per se un fatto eclatante) che non avrei mai immaginato potesse comparire sul suo viso. Ha gli occhi completamente sgranati e le labbra socchiuse e se possibile è diventato ancora più pallido.
- beh? - dico - hai perso la lingua?
Sembra improvvisamente scuotersi e riassume la sua solita espressione distaccata.
- che dovrei dire?
- tu accetta la sfida. Se vinci tu io smetterò di infastidirti per sempre.
Credo di aver finalmente attirato la sua attenzione, perchè continua a guardarmi. Buffo, non avrei mai detto che, quando parla con una persona, lui fosse tipo da fissarla dritto negli occhi.
- e in caso contrario?
Faccio un passo in avanti, avvicinandomi ancora di più al suo viso e alzandomi un pò sulle punte dei piedi, per arrivare il più possibile alla sua altezza.
- se vinco io tu diventi mio.
Sento alzarsi un brusio alle mie spalle sempre più alto e so bene che mio fratello è probabilmente svenuto in un angolo cercando di capire se sono completamente ammattita del tutto e qualcuno, credo Ayako, stia per andare a chiamare gli insegnanti pregandoli di dividerci. Ignoro comunque quello che sta capitando nella palestra, troppo impegnata nel mio confronto con lui.
Rukawa è immobile e rigido come una statua, la sua pelle è perfino più fredda di quello che immaginassi, eppure mi rendo perfettamente conto che sta ancora elaborando i fatti e pensando sul serio se accettare o no.
- i termini della sfida? - dice, ad un certo punto.
Faccio l’ennesimo sforzo per non mettermi ad esultare e mantengo pure io una espressione il più possibile neutra.
- possiamo deciderli insieme. Una cosa a testa.
Sbatte gli occhi un paio di volte. Sta ancora pensando.
- basket.
Scontato, spilungone. Troppo scontato. Hai già perso e neppure lo sai.
- molto bene. Ora tocca a me - gli rispondo, allontanandomi di qualche centimetro da lui - tu ti senti imbattibile?
La sua faccia rimane di pietra, ma noto una vena del collo ingrossarsi e mi rendo conto che sta perdendo la pazienza. Meglio fare presto.
- Mezzo campo, dieci canestri al massimo. Se riesco a farne uno vinco io.
- uno?
Questa volta un sorriso mi scappa veramente e non faccio neanche niente per nasconderlo. Lo irriterà ancora di più ed è esattamente quello che voglio.
- non eri la matricola più forte del Giappone? - chiedo.
Sta zitto per un paio di secondi e, prima che cambi idea, riprendo in mano la situazione.
- palla tua.
Lo sguardo gli cade per un attimo sul pallone che ha in mano e poi torna a guardare me, capendo che ha un ottima opportunità per liberarsi una volta per tutte della sottoscritta.
Rukawa non sopporta le persone, ancora peggio se sono ragazze. Se poi queste vanno a interferire tra lui il basket, è davvero la fine.
La trattativa è finita nella mia testa ancora prima che lui mi dia le spalle e cominci a palleggiare.
- iniziamo.
Se voglio davvero che lui si innamori di me? No, assolutamente no. Se credo sia oltretutto possibile? La risposta è ancora una volta negativa.
Quello che desidero è solo fargli sentire cosa si prova ad essere umiliati da qualcuno che neppure si considerava. Costringerlo a dire in pubblico che è il mio ragazzo. Vederlo ammettere che ha perso.
Cominciamo la partita immediatamente e mi libero della presa Ayako con uno strattone ancora prima che lei possa dirmi qualsiasi cosa, compreso “molla tutto finchè sei in tempo”. Noto appena con la coda dell’occhio Hana a bordo campo che osserva la scena per una volta in silenzio. Lui forse qui dentro è l’unico che può immaginare come andrà a finire.
Quasi non mi rendo conto che è veramente iniziata finchè non sento il rumore delle corde del canestro smuoversi e mi accorgo che Rukawa ha già messo a segno il primo punto. Era ovvio gli riuscisse.
Per un po’ provo anche seriamente a levargli la palla dalle mani ma lui è troppo veloce nei movimenti perchè io possa stargli dietro. Ad un certo punto me la passa pure di sua iniziativa.
- tutto qua?
Dice, la voce che ha assunto un appena udibile accenno di beffeggio. Mi mordo la lingua per non rispondergli a tono e provo il canestro, ma lui intercetta facilmente la palla e va a segno ancora una volta.
9-0
Lui palleggia sicuro dritto davanti a me, perfettamente composto, mentre io mi ritrovo già con il fiato corto e la schiena curva. Sapevo che fosse un fenomeno, ma è solo giocandoci contro che, anche una incompetente come me si rende conto di quanto la sua tecnica sia inattaccabile. C’è solo una cosa che in questo momento potrebbe puntare a mio favore, che lui non sa. E sarà anche quella che lo porterà a perdere. Io l’avversario, prima di mettermici contro, lo studio molto bene.
Ci sfidiamo per pochi secondi con lo sguardo, quando parte ancora una volta all’attacco, superandomi in velocità. Appena arriva sotto canestro salta e so che è certo di aver vinto.
Quello che invece lui non sa è che io sono davvero una stronza e che amo protrarre le cose fino all’ultimo, quando il mio avversario è convinto di avermi fatto a pezzi. Solo allora tiro fuori la mia carta vincente.
Così, semplicemente, salto, stoppo la palla, atterro e, mentre lui rimane quel decimo di secondo spiazzato per la mia mossa, infilo la palla nel canestro.
nove a uno, Rukawa. Ho vinto io.
Mi asciugo un rivolo di sudore che mi scorre sulla fronte prima di passagli affianco e e dargli una pacca consolatoria sulla spalla, ignorando per una volta io la sua espressione decisamente confusa.
- ci vediamo in cortile dopo le doccia, dobbiamo definire un paio di termini della sfida.
Solo ora mi concedo di sorridere come volevo fare da un po’, alzando il pollice vero l’alto guardando mia fratello, che scuote il capo e ride a sua volta.


sera! ecco il terzo, spero sia piaciuto e che qualcuno abbia apprezzato la completa follia di Izumi! io la amo!!!!!
nel prossimo capitolo la siutazione andrà ad evolversi ulteriormente... o a degenerare, come la si voglia mettere...
a domani!
  
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