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Autore: Neens O Brien    21/03/2014    2 recensioni
Ian aveva sempre sognato di innamorarsi di un ragazzo dolce, gentile, disponibile, ma a chi voleva darla a bere? Lui era un Gallagher, non sarebbe mai stato così facile.
Mickey disse quel "vaffanculo" come per cancellare tutte quelle strane cose che aveva provato, quelle cose che sentiva quando guardava Ian, quelle cose che sarebbero rimaste dentro di lui per sempre.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ian Gallagher, Mickey Milkovich
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-IAN-
Forse non era stata una buona idea accettare di andare a casa di quel ragazzo, un po’ di sere prima, ma quando il giorno dopo aveva detto a Mickey che stavano più o meno insieme, si era sentito come se avesse smosso almeno minimamente la sua corazza imperturbabile. Era una bugia, ovviamente, Ian lo aveva conosciuto in un locale gay e dalla mattina dopo il ragazzo gli si era appiccicato addosso, ma parlando con Mickey era più conveniente dire che stessero insieme.
Il bello era che per le prime ore non si era nemmeno ricordato il suo nome, ma poi lo aveva ammesso e Brian –si, era così che si chiamava- glielo aveva ripetuto ridendo. Era simpatico, Ian si trovava bene in sua compagnia e un paio di giorni dopo si erano messi insieme. Ma il ragazzo non si sentiva felice come avrebbe dovuto, come sarebbe stato se solamente al suo fianco ci fosse stata un’altra persona. Una persona che però doveva assolutamente dimenticare, e non tanto perché fosse impegnato con Brian, ma perché, detto in parole povere, a Mickey non fregava un cazzo di lui. Non aveva accennato minimamente al bacio che Ian gli aveva dato, ma forse era meglio così perché l’unica cosa che Ian voleva era che Mickey glielo restituisse, ma sapeva bene che non sarebbe successo.
Così ora era lì, a quattro giorni di distanza da quando Mickey gli aveva parlato con il suo solito tono irriverente per l’ultima volta, quando lo aveva visto con Brian, e stava ascoltando Lip parlare per l’ennesima volta di Karen.
-…e alla fine le ho detto basta, non ne potevo più. Quella ragazza mi trattava davvero di merda, ma evidentemente mi piacevano troppo le sue tette e non avevo ancora avuto il coraggio di allontanarla. Ian rise, ma sapeva che Lip non si sentiva bene come sembrava dal suo tono di voce, perché doveva provare le stesse cose che aveva provato lui quando si era allontanato da Mickey.
-Ho baciato Mickey, sai? Poco meno di una settimana fa.
Buttò lì il fatto come se avesse appena detto che quella mattina aveva fatto un test di matematica. Non c’era bisogno che alzasse lo sguardo per conoscere l’espressione di Lip, piena di incredulità e anche di rabbia perché Ian non gliene aveva parlato prima. Ma rispose quasi subito al fratello, evidentemente era troppo curioso di conoscere lo svolgimento dei fatti.
-Cosa stavate facendo prima? E dopo lui che ha fatto? Ha ricambiato? Ti ha tirato un pugno?
-Stavamo litigando. Cioè, io stavo litigando, lui mi prendeva per il culo, perché per litigare deve importartene qualcosa. Comunque, l’ho baciato, è durato pochi secondi e poi me ne sono andato.
La risata di Lip era contagiosa e indusse anche Ian a sorridere, per quanto il modo in cui erano andate le cose da quel momento in poi non fosse poi tanto piacevole.
-Strano che non ti abbia spaccato la faccia, ma questo vuol dire che gli importa, no?
Ian scosse leggermente la testa, certo, ci aveva pensato anche lui, ma dopo alcune riflessioni gli era parso evidente che non era così.
-No, l’ho solo sorpreso. Sicuramente se non me ne fossi andato subito ora sarei all’ospedale con dieci punti di sutura in faccia.
Lip non ebbe il tempo di rispondere perché la porta della stanza si aprì e Mandy entrò, capendo quasi subito di essere capitata nel mezzo di una conversazione privata.
-Scusate, vi disturbo? Carl mi ha detto che potevo salire..
Lo sguardo della ragazza indugiò su Lip per alcuni secondi, e poi lei si avvicinò a Ian e si sedette accanto a lui sul letto.
-Chiacchiere tra ragazzi?
Ian decisamente non aveva voglia di affrontare con Mandy l’argomento ho-appena-baciato-tuo-fratello-con-cui-scopo-da-un-bel-po’, quindi si alzò dal letto e afferrò la giacca.
-Io..devo andare a lavoro, va bene se vi lascio soli?
-Nessun problema, ci divertiremo anche senza di te.
L’idea di divertimento di Lip fece sorridere Ian, ma in fondo Mandy era sicuramente meglio di Karen, e per quanto la conosceva si era rivelata una ragazza dolce e affidabile. Mentre usciva di casa pensò che non gli sarebbe dispiaciuto se avessero iniziato ad uscire insieme, un po’ per la felicità di entrambi perché se lo meritavano, e un po’, doveva ammetterlo, perché questo avrebbe potuto avvicinarlo a Mickey.
Perché diavolo tutti i discorsi che si faceva alla fine lo riconducevano sempre a lui? Doveva smetterla di pensare a cose anche solo lontanamente collegate a Mickey, ma almeno ora aveva Brian che, con il suo aspetto decisamente sexy e la sua dolcezza, lo avrebbe sicuramente distratto. Magari con il tempo avrebbe anche potuto provare davvero qualcosa per lui, ma anche solo il fatto che in pochi giorni si fosse interessato a Ian più di quanto Mickey avesse fatto in più di un anno la diceva lunga su quanto fosse migliore.
Ennesimo giorno a lavoro, ennesimo giorno in cui lui e Mickey non avevano contatti. La cosa lo infastidiva, perché se Ian aveva diritto di essere arrabbiato, l’altro ragazzo non lo aveva assolutamente. L’unica cosa che aveva fatto Ian era stata rifiutare di scopare con lui, e quindi? C’erano altre persone con cui scopare , non poteva tenergli il muso per quello, eppure lo stava facendo.
Dopo poco più un paio d’ore, mentre Ian era dietro la cassa a leggere una rivista e Mickey si stava bevendo una birra seduto su delle casse d’acqua dall’altra parte del negozio, la porta si aprì e Brian entrò sorridendo.
-Hey, ero da queste parti e ho deciso di venire a salutarti prima di tornare a casa.
Il suo tono emanava dolcezza, ma non era per niente nauseante, e Ian adorava quel suo timbro di voce che ti faceva sentire al sicuro. Ancora non aveva capito che lavoro faceva, sapeva solamente che aveva vent’anni e che adorava i gruppi rock, ma per il momento a Ian bastava. Brian si sporse sul bancone e poggiò dolcemente le labbra su quelle di Ian, che dentro di se riportava anche quel gesto a Mickey, che molto probabilmente li stava guardando. Era come se gli stesse dicendo “Guarda che cosa ti sei perso”, anche se in effetti a Mickey non sarebbe importato un granchè.
Brian si staccò con un sorriso, che Ian quasi non notò perché Mickey si era alzato e stava venendo verso di loro.
-Il mio turno è finito, me ne vado.
Se ne stava appunto andando, quando Brian parlò rivolgendosi a Ian, ma chiaramente con un tono abbastanza alto da farsi sentire anche da Mickey che era andato a prendere la giacca.
-Questo tipo è quello che ti facevi prima? Hai fatto proprio un salto di qualità Ian.
Ian avrebbe voluto tornare indietro e dirgli di tacere, perché se c’era una cosa che poteva procurarti facilmente un naso rotto era provocare Mickey. Infatti il ragazzo si avvicinò a Brian quasi incredulo per quello che aveva appena sentito.
-Scusami? Come potrebbe essere una checca come te essere meglio di me?
-Beh innanzitutto sono esteticamente migliore. E poi ho capito che hai un carattere di merda dopo averti sentito dire poche parole, non mi riesce difficile immaginare che Ian si sia stancato di…fare qualsiasi cosa con una persona così.
Da dietro il bancone, Ian si era alzato in piedi e osservava la scena teso. Non avrebbe dovuto raccontare a Brian di Mickey, ma era successo la sera in cui si erano conosciuti e lui era piuttosto ubriaco. In ogni caso il cervello gli diceva di prendere il ragazzo e di portarlo via, ma un’altra parte di se voleva vedere come avrebbe reagito Mickey, perché per il momento aveva gonfiato il petto e il suo viso si trovava a meno di una decina di centimetri da quello di Brian.
-Non parlare di cose di cui non sai un cazzo.
-Ne so abbastanza per poter dire che non meriti un ragazzo come Ian. E ti sarei grato se gli stessi alla larga, lui è mio ora.
Quest’ultima frase provocò una strana reazione in Mickey, che…sorrise.
Pochi secondi prima che il suo pugno si abbattesse sulla faccia di Brian facendolo cadere a terra, con le mani che cercavano di fermare l’emorragia del naso. Mickey afferrò Brian per il colletto, sollevandolo leggermente da terra.
-Ian è mio, hai capito testa di cazzo?
Dopo di che Mickey lasciò Brian a terra e se ne andò sbattendo la porta.
Ian rimase impietrito, non pensava nemmeno di andare ad aiutare Brian per quanto era sconvolto. Forse dopotutto a Mickey Milkovich importava di qualcosa.
   
 
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