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Autore: ciuiciui    03/07/2008    7 recensioni
Seconda classficata al concorso sull'umorismo indetto da Nagaina
E' l'ultimo giorno di Accademia Ninja e ogni piccolo aspirante shinobi deve presentare il tornaconto dell'anno scolastico ai propri genitori con la pagella. Per alcuni sono gioie, per altri dolori.
“Eh senti … “ “Le hai recuperate tutte le materie che ti mancavano?” “Tutti quei brutti sei che fanno stare tanto male la tua mamma?”“Insomma Shikamaru, io mi fido! Portami subito la pagella così io e papà la vediamo!” “Al mio ometto un bel regalo dalla sua mamma!”[...]"Mia madre è un mostro"
Genere: Commedia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Shikamaru Nara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Del mestiere della “madre padrona”
di ciuiciui


L’ultimo giorno di scuola, d’estate è sempre motivo immenso di gioia e di tripudio.
Konoha ombreggiata dai raggi opalescenti rifratti dai petali candidi dei fiori saluta questo giorno con i suoi alberi, carichi di amarene e ciliegie.
Ma la gioia è a stretto appannaggio di pochi eletti.
Coloro che, dalla fine dell’anno, e dai rispettivi bilanci di profitto, non hanno da temere alcunché.
Cioè, giusto due o tre studenti.
Per gli altri, l’ultimo giorno, è puro inferno.
Inferno di sapere se i loro voti son quelli sperati.
Inferno nell'apprenderli.
E infine inferno nell’andare a casa e prendersi anche la dovuta strigliata.

Choji.
Kiba.
Hinata.
Neji.
Tenten.
Naruto.
Shikamaru.

Nessuno si salvava da feroci reprimende.

Ma in particolare uno, più di altri.
Un bambino che aveva la somma sfortuna di avere una madre come Yoshino Nara.
Una furia.

Tutti oramai lo sapevano.

E quel giorno fatidico, per sfortuna del povero e pigro Shikamaru, era arrivato.
 
***


Yoshino Nara tutte le mattine si recava al mercato centrale a fare la spesa.
Afferrava un cestino per i suoi acquisti, li passava in rassegna, pagava e si dedicava poi al suo hobby preferito. Chiacchierare con le altri comar … hn no, dedicarsi alla sua famiglia.

Suo marito era un adorabile uomo di mezza età, conosciuto a Konoha sotto il nome di Shika, che in realtà altro non faceva di nome che Shikaku Nara.
Proprietario e capofamiglia del prestigioso clan Nara.
Farmacista di professione, e shinobi.
Sposato con la suddetta kunoichi, supponente e arrogante.

Yoshino quel giorno era indispettita.
Mise piede nel mercato e afferrò di malavoglia il cesto amaranto, avendo bene in mente la discussione della mattina appena precedente.
Shikaku come al solito, le aveva intimato di non essere troppo oppressiva con Shikamaru, che era un ragazzo pigrone, ma buono e che con il passare degli anni, sarebbe cambiato.
Il solito discorso che Shikaku si permetteva di farle per ammansirla in vista della fine dell’anno e i bilanci di profitto.

“Oh cara Yoshino, buon giorno!”
“Salve Inoichi! Salve!” Salutò garbatamente la mora rispettivamente il padre di Ino e la madre di Sakura.
“Come va?”
“Eh eh si tira avanti, con questo caldo umido le mie ossa …” prese a ridere Inoichi assieme alla madre di Sakura.
“Ah non me lo dire!” echeggiò la Nara.
“…” . Silenzio.
“Oggi all’Accademia consegnano le pagelle”.
“Eh sì …”sbuffò la madre di Sakura.
“Non che mi possa lamentare di mia figlia … vi dirò è persino esagerata! Alle volte le devo dire di staccarsi dai libri!”
“Anche mia figlia!” spuntò Inoichi afferrando un cesto per accingersi a fare la spesa mattutina.
Yoshino sospirò a malicuore. Fingere sarebbe stato ancora più penoso ed imbarazzante.
“Shikamaru è un vero pigrone. Lo devo sgridare se sta troppo poco sui libri!!” ribatté seccata la moglie di Shikaku mentre afferrava una bottiglia di latte.

Povera Yoshino.
Persino i genitori di due studentesse modello.

"Nella mia precedente vita devo aver ucciso qualcuno, a quanto pare ..."pensò la Nara mentre Inoichi la guardava con un sorriso velato, che fu prontamente interpretato dalla donna come un "Ah ah, Ino è brava e tuo figlio una schiappa svogliata."

Paranoie assurde.


“Proprio come suo padre … bei tempi” esclamò sognante Inoichi.
“Un corno come suo padre. Che razza di fannulloni.” esclamò arrabbiata tutto d'un botto la madre di Shikamaru.

In quel momento desiderava ardentemente che il parquet del mercato si tramutasse in una sabbia mobile.
Almeno,sarebbe profondata.
Sì, nella vergogna.

“Ad ogni modo, Ino mi ha già chiesto il regalo della promozione.”si incupì l’uomo.
“Ah ah, di certo non ce ne sarà bisogno con quell’ screanzato di Shikamaru.”
“Anche Sakura. Son così contenta che abbia legato ad Ino così” si arruffianò la kunoichi a Inoichi.

“Io devo andare” sillabò Yoshino disgustata e gelosa marcia di quel duetto.

Raccolse la cesta da terra e con falcate larghe e inferocite si apprestò a pagare la spesa.

“Forza, io non ho tutta la mattina a disposizione, cosa crede?” ribatteva la mora indicando l’orologio da polso legato alla sua sinistra.
"S-sì signora sto lavorando..."

"Non abbastanza velocemente, devo fare rapporto al suo superiore? Si sbrighi, insomma!"

Eh sì, povera Yoshino.
Quel giorno era davvero nervosa.
Persino con la commessa al banco!

Ma chi non lo sarebbe stata, quando suo figlio, dalle grandi capacità, si sprecava a scuola e pensava a rincorrere le farfalle e a rimirare il cielo?

Yoshino era una donna pragmatica, pratica e materialista.
E come andasse d'accordo con Shikaku era un mistero per tutta la vecchia ronda di Konoha.
Anzi, Shikaku si era trovato addosso quella specie di calamita ambulante, che lo aveva asservito e ridotto ad uno zerbino.
Eppure senza Yoshino, Shikaku e Shikamaru erano due inetti spiantati, incapaci di cucinarsi un uovo fritto senza combinare troppi guai.


***
"Shika, oggi andiamo al negozio di caramelle?"
"No, Cho ... lo sai bene che non posso".
Il tono annoiato del Nara era pieno di dispiacere, mentre il suo amico si afflosciava sul banco e tuffava il muso in un sacchetto di patatine.
"Tua madre ..."
"Sì mio madre. Che seccatura non dirmelo."
"Ma non sei mica piccolo, non ti lascia mai in pace!"
"Non dirlo a me!"

Il vociare generale nei corridoi dell'accademia indicava che era momento della ricreazione.
Nella classe erano rimasti in pochi, erano tutti fuori o in giardino o nei corridoi.

"Dai Cho, andiamo fuori."

Shikamaru Nara.
Età otto anni.
Ottime potenzialità, ma è svogliato e non si impegna.
Arti marziali: 6
Matematica: 7
Tecniche ninja: 8
Storia: 6

La sua pagella era gettata con noncuranza avvolta in una fascetta di plastica sotto il suo banco.
Non era troppo da elogiare, anche perché non c'era niente da dire. Mediocre, semplicemente.
Era una pagella decente, ma questo a sua madre non sarebbe bastato.
E lui lo sapeva.

Choji Akimichi:
Età otto anni.
Molto volenteroso e studioso.
Arti Marziali:7
Matematica: 6 da recuperare
Tecniche ninja: 6
Storia: 7

Non sapeva esattamente cosa avesse consentito a Choji di prendere delle sufficienze anche quando non se le meritava. Studiava un sacco, e questo Shikamaru non lo avrebbe mai fatto.
Troppa fatica.
Lo studio non era la strada che faceva per lui.
Non per uno che desiderava dalla vita solamente stare cinque minuti di più nel letto alla mattina.

Shikamaru alzandosi dalla sedia afferrò lo zaino appeso alla sedia e tirò fuori una merendina.
"Shika fuori me ne dai un pezzettino eh!"

Shikamaru sbuffò.
Troppi pensieri sul da farsi.
Rabbrividì al solo pensiero di sua madre che avrebbe visto dopo poche ore.

"Shika ti vedo stralunato ..."
"Mia madre mi ucciderà  ne sei conscio?"

Choji scoppiò a ridere tirandogli qualche pacchetta sulle spalle.
"Non c'è niente da ridere"

"Mi spiace amico!" smise di ridere l'Akimichi facendosi serio.
"Lo sai potresti falsificarla..."
"Seh! Così poi quando lo scopre mi uccide sul serio e mi disereda."

"Perché cosa erediti?"
"Ma niente! Era per dire!"

Con gesto sospinto Shikamaru si gettò a terra, appoggiandosi al grande albero di ciliegio che ombreggiava il giardino dell'Accademia.

"... Ino tu quanto hai di Matematica?"
"... Io 8, tu Sakura?"
"... Oh, io 7 ..."

Shikamaru sentì la rabbia montare a quelle due galline e si tappò le orecchie.
"Ti capisco, stanno antipatiche anche a me" sospirò Choji.
"Non è per quello... è solo che ... io al pomeriggio non ho voglia di studiare. Non ci riesco proprio!"
"Eh sì... chi è che ne ha voglia? Solo un pazzo"

La campanella trillò leggermente, ad indicare che la mezz'ora di ricreazione era terminata.
E fortunatamente dopo avevano Storia del villaggio.
Ore di sonno gratis assicurate.

"...Ehi l'Uchiha quanto ha preso?"
"... pss, tutti dieci..."
"... che secchione!"

Shikamaru passò oltre i borbottii sommessi di Kiba e rientrò in classe, prendendo posizione e afflosciandosi sul banco, usando l'astuccio come cuscino improvvisato.

"Riprendiamo il discorso della lezione di Lunedì ..."
"Il fratello del Primo Hokage, fu appunto il secondo Hokage ..."
Shikamaru e gli altri furono in grado di cogliere queste poche parole prima di cadere in un sonno comatoso.

"Ehi Naruto, adesso mi dici cosa ho detto sino a qua." redarguì Iruka sensei mentre il biondo in primo banco era stravaccato sulla superficie di legno che dormiva e russava della grossa.

"Ahem ... aham ... hm..."
"Ok vai subito fuori dall'aula."
"Ma Maestro Iruka..."
"FUORI!"
"Ok..."

"Sempre il solito... Persino l’ultimo giorno di scuola!" spifferò Sakura ad Ino guardandolo con fare accusatorio.
Il volto triste di Naruto si sporse fuori dall'aula mentre si richiudeva la porta dietro di sé, facendo riprendere la lezione soporifera del maestro.
“Certo che è proprio scemo si fa sempre beccare”
Choji rise sommessamente.
“Sakura, smettila di guardare fuori dalla finestra, e tu Shikamaru stai composto sulla sedia”

Niente da fare.
Shikamaru era preoccupato.
Sarebbe stata la sua fine, da lì a mezz’ora.
Sua madre l’avrebbe ucciso.

M ADRE IMPAZZITA UCCIDE IL FIGLIO CHE AND AVA MALE A SCUOL A
Se la immaginava così la testata sulle prime pagine di tutti i quotidiani di Konoha.
Deglutì amaramente nascondendo quella fitta di malumore.

“Piantala Shikamaru … ogni anno è la stessa cosa, si sarà rassegnata” pensò per farsi coraggio.

Come se Yoshino Nara fosse una che preferiva languire e lasciar perdere. Una speranza vana.

***


“Sai Choji che ti voglio taaaaanto bene?” strabuzzò gli occhi quando la campanella sanciva la fine della scuola.

L’urlo liberatorio si propagò all’istante e tutti si precipitarono verso l’uscita facendo calca e lasciando impietrito il povero Iruka che si stava allontanando dalla porta.

“Mi raccomando non scordatevi i compit …”

“Posso venire a casa da te, Choji?”
“Tua madre verrà comunque a prenderti per l’ora di cena, non credi?”

Nel mentre, Naruto da dietro le spalle aveva versato su Choji e su Shikamaru una secchiata d’acqua, raggelando la schiena ai due piccoli aspiranti ninja.

“Sei diventato scemo? Adesso mi tocca andare a casa!!”pianse di sgomento il Nara affranto al fianco di Choji.

Naruto rise senza proferire parola, scegliendo di interloquire solamente strofinandosi indice destro sotto il naso, come segno di disinteresse e di scherno.

“Quanto sei scemo da uno a dieci, Naruto?”
“Zero, ovviamente” rise di nuovo.

“Io dico diecimila testa bacata che non sei altro!”

“Mamma mia per un po’ d’acqua quante storie!” si lamentò voltando le spalle ai suoi due interlocutori.

“Benissimo Choji, io ti saluto”

“V-vai a casa?”
“Sì”

“E’ giunta ora che io affronti il mio triste destino,tanto sono tutto bagnato”

“Addio amico, sei stato un compagno fedele di banco … ti ricorderò sempre, come un caduto di battaglia”

“Teste quadre, che combinate?” Ino caricò un pugno sul collo di Shikamaru sentendo quei discorsi assurdi.

“Ino …” sospirò Shikamaru con un’aria di mestizia che si confà ad un attore.
“… non capiresti” sospirò con fare ancor più melodrammatico.

“Addio”


“Addio? E’ diventato tonno tutto d’un botto?” chiese Ino a Choji.

“Ehi, smettila con queste patatine e rispondimi, testone che non sei altro!!” Ino usò violenza scagliando un preciso pugno le patatine di Choji.
“Ehi, trattale con rispetto!Sono le mie migliori amiche!” .


***

“Ciao … sono a casa”

“Ciao Shika … la mamma vuol vedere una cosa, ti aspetta in cucina”

Glom.
Una bocconata di paura che scivolava lungo il labirinto esofageo costringeva e attanagliava lo stomaco del bambino.
Era fin troppo intelligente; sapeva quale sarebbe stata la sua cruenta e ingiusta punizione.


“Ciao Shikamaru” rispose tranquillamente Yoshino partendo prevenuta come non lo era mai stata in vita sua.
“Ciao Mamma!”

Shikamaru sfoderò un brillante sorriso a tutto denti, mostrando una dentatura ancora incompleta. Gli mancava un dente che doveva ancora crescere.
L’incisivo superiore destro.

“Com’è andata la scuola? Sei contento di avere finito?”
“Sì sì, era noiosa”

“Eh senti … “
“Le hai recuperate tutte le materie che ti mancavano?”

“Tutti quei brutti sei che fanno stare tanto male la tua mamma?”
“…”

“…”

“Insomma Shikamaru, io mi fido! Portami subito la pagella così io e papà la vediamo!”
“Al mio ometto un bel regalo dalla sua mamma!”

Yoshino sbollita l’isteria che l’aveva vista protagonista al mercato con il padre di Ino e la madre di Sakura aveva attuato una sottile strategia psicologica.

“Mia madre è un mostro” pensò Shikamaru mentre sentiva le braccia forzute di Yoshino avvolgerlo energicamente, rendendolo inerme e lasciandolo in una situazione di paralisi.

“Io odio mia madre. Rende tutto più difficile.”

“Su forza! Cosa stai aspettando?”

“…”
“…”

Gli occhi di Shikamaru presero a brillare con fare sommesso e sognante; il sorriso sdentato si aprì come non aveva mai fatto e in un colpo quella faccia annoiata e apatica fu cancellata, restituendo un Shikamaru splendente di un sorriso ipocrita.

Shikaku Nara che agiva nell’ombra assistendo alla scena, reggeva un panno di cotone adibito ad uso cucina, esattamente per asciugare i piatti, torturandolo e patteggiando per il suo pupillo.
“Che razza di donna ho sposato?”

Shikamaru si staccò, mentre in lontananza vide suo padre ammiccare pericolosamente, con una smorfia delle labbra non meno dissimile ad una lunga linea sinusoidale.

“Grazie papà per il sostegno morale” prese nota mentale il ragazzino mentre si scollava da quell’abbraccio vagamente ipocrita.

“Ok, tanto prima o poi lo avresti scoperto”

Shikamaru afferrò la sua sacca canuta e verde, prese il foglio bianco di cartoncino ripiegato all’interno della bustina di plastico e con mano tremolante lo diede in consegna a sua madre.

“…”
“Ottime potenzialità, ma è svogliato e non si impegna. Durante l’anno scolastico è stato ripreso in azioni poco lecite, a prendere parte a scherzi, assieme ad altri allievi. La sua cooperazione con gli altri compagni è a livelli del tutto superficiali, stenta a rendere quando collabora o è inserito in un lavoro di gruppo. Per lo studio non è decisamente portato anche se ha enormi potenzialità, sotto il profilo di tecniche. Con un’educazione ferrea potrà rendere al meglio”

Iruka Umino

Yoshino guardò orripilata per una micro frazione di secondo con la coda dell’occhio prima quel cartoncino, girandolo e rigirandolo, e poi Shikamaru.
Si voltò e invocò il nome di Shikaku.


“Shikakuuuu”

“Aiuto! Non voglio essere coinvolto!” piagnucolò mentalmente mentre si trascinava in una marcia funebre verso sua moglie e suo figlio.

“Shikaku … Shikamaru …” sospirò profondamente ed enfaticamente,mentre una lacrima birichina di orgoglio e di dispiacere le venava il viso, già di suo segnato da rughe e cicatrici che si era procurata in missione.

I due maschi di casata Nara si guardarono equivoci, con sguardi pieni di tristezza di chi accetta stoicamente il suo destino.

“Shikaku, ho intenzione di cambiare le regole di casa.”
“Basta uscite con gli amici alla sera, con Inoichi …”

“Ehi ma io cosa ho fatto?” piagnucolò mettendosi alle labbra una sigaretta morsicandola dal nervosismo.
“E basta fumare, dai un pessimo esempio a tuo figlio, screanzato di un padre”

“E’ anche colpa tua se tuo figlio ha questi voti e non sfrutta le sue potenzialità per fare il riposino pomeridiano.”
“E’ un’abitudine che non ho, veramente …”

“Ah cosa?”
“…”

“Mamma io non dormo al pomeriggio … veramente”

“Ah certo … dire pisolino pomeridiano è un eufemismo! Voi … cosa fate? Ci sono, certo! RIMIRATE LE NUVOLE!”
“Ma che attività produttiva!”

“Peccato Shikamaru, ti è andata male. Nuvologia non è una materia contemplata per diventare un buon shinobi.”

“Sono sinceramente delusa dal tuo comportamento.”
“Perciò questa estate, tutti i giorni, ti dedicherai ad un recupero approfondito e un ripasso attento … andrò a parlare con Iruka sensei e vedrai che genietto che ti farò venire…”

“Shikamaru, scappa”
“Yoshino non ti sembra di essere un tantino irragionevole? Alla fine non sono voti eccelsi, ma non voglio che mio figlio sia come quel Sasuke Uchiha! Voglio che si svaghi e si diverta!”
“Cosa stai dicendo, osi contraddirmi?”
“C-certo che no però vedi …”

“Ciao mamma, io vado da Choji a giocare!” salutò beffardo Shikamaru mentre oscillava la manina da bambino di otto anni e mentre un assennato Shikaku teneva a mo’ di paciere Yoshino che a tutti i costi sembrava voler fermare Shikamaru.
“Shikamaru non la passerai liscia!!”

“Chi comanda qui sono io, nessuno l’ha capito!” gridò la padrona di casa Nara sfondando quasi un timpano al povero Shikaku.

***

“C-ciao Shikamaru … che ci fai qui?” chiese Choji con un barattolo di ramen nelle mani.
“Ciao Choji” sorrise trafelato il Nara nemmeno pulendosi le scarpe ed entrando nel mondo caotico della stanza di Choji.

“Come mai questa visita … inaspettata?”
“Sono braccato da mia madre, mi serve un posto per passare almeno due notti. Posso stare qui almeno per questa?”

“Certo … ma non penserà subito a me e non verrà lo stesso a prenderti?”
“Mio padre la fermerà. Almeno per un po’”
“Credo.”
“Spero”

“Certo che tua madre l’ha proprio presa male, eh!”
“Oh sì … prima ha fatto la scenata “non dare dispiacere alla tua mammina” ricalcò il Nara con voce stridula.



***

“Alla fine della fiera l’unico che ci ha rimesso sono solamente io” protestò Shikaku.
Prese quella misera coperta leggera azzurra e se la avvolse attorno alle spalle, per tenersi coperto in quel freddo divano di pelle del salotto.
“Mia moglie è proprio un madre padrona. Mio padre aveva ragione a dire di non sposarla.”

A quel pensiero si addormentò.
Non c’era nulla da fare.
Yoshino Nara era pur sempre Yoshino Nara.
Una donna fredda, calcolatrice, menefreghista, acida, nervosa quando aveva il ciclo.
Insomma … semplicemente una kunoichi, come il villaggio della foglia non avrebbe visto per tanto tempo.
E soprattutto una che sapeva come far rigare diritto in casa sua.
Una donna, una leggenda.
Una madre severa, una moglie tiranna.

Yoshino Nara


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FINE

Note: non si sa niente di Yoshino. Potrebbe essere OOC o meno, perché Kishimoto non ha detto nulla. Solamente ho desunto tutto a partire per una vaga ansia che Shikaku ( in una puntata) e Shikamaru manifestano quando si parla delle “donne”. Perciò mi sono immaginata Yoshino come una seccatura, una insopportabile signorina Rottermayer, che rompe a destra e a manca, femminista nell’essenza, e che non manca di mettere sotto torchio i suoi uomini. Da qui una madre oppressiva e gelosa, in uno spaccato di vita quotidiano leggermente caricaturale, (soprattutto la scenata tutta “amore amore” verso Shikamaru all’inizio.) Spero che almeno  abbia fatto un po’ ridere.

Nota di ciuiciui: sono tornata a pubblicare in questa sezione. Non posso partecipare ai concorsi e non pubblicare mai anche se non vorrei xD.
Questa è la penultima fic di Naruto, c'è ancora una ShikaTema sempre per un concorso.
Non è un addio, cacchio no, morirei senza scrivere, però Naruto per quelle vicende Itachiose mi ha deluso davvero tanto, non riesco più a scrivere.
Per cortesia non lasciatemi recensioni della serie che non devo fare così, blablabla perché tanto Miss Isp non vi ascolta. Se mi verrà in mente qualcosa di narutoso lo butterò giù e lo pubblicherò. ^^
Spero di non aver rovinato i Nara,

Chiara
  
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