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Autore: NightWatcher96    21/03/2014    2 recensioni
Mikey è troppo cagionevole di salute. Quando lo portano a fare un viaggio, cosa mai potrà mai accadere?
Genere: Fluff, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Raphael Hamato/ Raffaello, Un po' tutti
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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E' buio. Fuori il temporale ulula con il vento e romba con i tuoni. Lo scroscio della pioggia è l'unico suono che si ode mentre batte contro i vetri delle finestre. I lampi catturano velocemente immagini buie, rischiarate da viola e bianco.
Leonardo sa che che sono le 01:30 ma non vuole dormire. Lui deve vegliare su Michelangelo; afferra il panno e lo immerge nell'acqua della ciotola, riponendolo sulla fronte del minore. Sentendo un gemito e il respiro affannato, l'azzurro stringe la mano del fratellino.
"Sono qui, Mikey. Non ho intenzione di lasciarti".
L'arancione volta il capo dall'altra parte, iniziando a tossire con profondi sibili mucosi, provenienti dai polmoni. Gemendo in lacrime, il suo respiro si fa appena percettibile. Spaventato a morte, Leo corre a chiamare la sua famiglia.
"NO! NO! NO!" urla un Leo dagli occhi riempiti di lacrime, raggiungendo la camera di un un Don appisolato sulla sedia e lo scuote.
"Mmh... Dai, ho sonno...".
Leo intensifica la presa, allora: "Don, svegliati! Mikey sta peggiorando!".
Inutile dire che il viola scatta letteralmente sulla sedia: "Lo sapevo, dannazione! Leo, chiama gli altri! Dobbiamo intervenire subito!".
Separati per portare a termine i compiti, il viola raggiunge la camera del fratellino, accendendo la luce, solo per trovare Mikey stringere le coperte e piangere sotto il peso della febbre.
"Mikey, sono qui!" esclama il viola, scoprendogli il corpo avvolto dal sudore: "Non va bene! La febbre è troppo alta! E in poco tempo!".
"Figliolo!" chiama Splinter, seguito da Raphie e Leo: "Com'è la situazione?".
Don mette un termometro sotto l'ascella destra di Mikey, asciugandogli il sudore con il panno.
"Sta peggiorando, sensei. Il suo sistema immunitario è praticamente nullo. La passeggiata è stata un errore!" ringhia, riprendendo il termometro: "Oltre 40!".
"COSA?!" urla Raphael: "E' troppo alta! Che cosa facciamo?".
"Un bagno di acqua fredda per abbassare la temperatura... e chiamare April e Casey per delle medicine più potenti" spiega Don.
"Questa non è semplice febbre, vero?" chiede Leo, con un tuffo al cuore.
"No, infatti" mormora Don, sospirando: "Questa è polmonite virale!"...

Alternando cinque minuti in un'ora, Mikey è costretto ad avvertire il freddo dell'acqua contro il suo povero corpo, piagnucolando nel sonno. Ogni colpo di tosse si trasforma in una sorte di incendio nei suoi polmoni e la gola arde dolorosamente.
"Michelangelo, figlio mio... devi svegliarti..." chiama un triste Splinter, seduto sul bordo della candida vasca, in tono ai sanitari e mattonelle.
L'arancione continua a respirare raucamente, soggiogato da un dolore al petto e ai polmoni.
Leo ritorna in possesso di alcuni grossi asciugamani bianchi per avvolgerci il corpo del fratellino.
"Don ha già chiamato April. Dice che può recarsi in ospedale" spiega l'azzurro.
"Era sveglia?".
"Sì. Stava mettendo a posto le numerose cose nel suo negozio" conclude Leo.
"Molto bene" sospira Splinter: "Togliamo Michelangelo dall'acqua".
Leon annuisce e prende in braccio il minore, asciugandolo; ignorando i violenti colpi di tosse e i singhiozzi, lo porta nuovamente in camera, dove Donnie si è appoggiato alla finestra e Raph al muro, a braccia conserte.
"Quanto pensi che arriverà April?" chiede Raph, osservando il fratellino dalle guance rigate: "Sta soffrendo come quando aveva quattro anni...!".
"Direi che dovrebbe essere qui alle 06:30..." sospira Don: "Mikey avrà bisogno anche di un inalatore".
"Problemi respiratori, forse?" chiede Leo, spalancando gli occhi.
Don rimette il termometro sotto l'ascella di Mikey: "Non proprio. Ma con questi colpi di tosse non riuscirebbe a respirare regolarmente".
"E' messo peggio del previsto..." ringhia sottovoce Raphael.
"L... Leo..." chiama dolorosamente Mikey, schiudendo appena gli occhi vitrei.
"Sono qui, fratellino".
"F... fa male..." mormora: "N... non voglio morire...".
Don si mordicchia il labbro inferiore e cercando di soffocare un singhiozzo, una lacrima solitaria sfugge, cadendo sul naso dell'arancione.
"N... non morirai! Ce l'hai fatta dieci anni fa e ce la farai ancora!" quasi urla.
Mikey lascia sfuggire delle lacrime, mentre la tosse sembra strappargli l'anima dal corpo; stringe fortemente la mano del sensei, ormai vicino al sonno... definitivo.
Mikey, no! Non addormentarti, ti prego!" implora Leonardo: "Dai, combatti!".
"Hai vinto con noi! Puoi farlo anche con la polmonite!" aggiunge Raphael.
Don prega interiormente che April possa sbrigarsi... prima che sia troppo tardi. Il termometro segna ancora quaranta, purtroppo... e questo non è affatto un buon segno...

Lentamente, l'alba temporalesca lascia spazio a un cielo grigiastro, con alcune strie cobalto, ma nuove nubi cariche di pioggia iniziano ad addensarsi in esso. Il vento soffia forte e nessun uccello osa cantare.
Sono quasi le 06:30...
In casa Hamato, Leo, Don e Raph si sono appisolati stancamente in terra, contro il muro, tormentati da incubi sulla perdita di Michelagelo. Quest'ultimo riposa dolorosamente, sorvegliato da un cupo sensei, seduto accanto.
"Mi sembra di essere tornato indietro nel tempo..." pensa il topo, accarezzando la guancia bollente di Mikey: "Mio povero bambino... resisti...".
In quell'istante, un continuo bussare si abbatte sulla porta d'entrata, svegliando di colpo i tre 17enni, i quali estraggono le loro armi. Splinter fa cenno loro di andare a controllare, mentre lui continuerà a vegliare sul figlio bambino.
Leo s'inchina, imitato dagli altri e scendono le scale del corridoio buio, raggiungendo il pian terreno.
Ancor prima che possano comprendere chi siano, il cellulare di Don s'illumina e squilla con un motivetto simpatico.
"Pronto?" risponde il genio, impugnando il Bo nella sinistra: "April, sei tu? Come? Stai bussando alla porta? Ok, ti apriamo!".
Leonardo sblocca la serratura con quattro girate in senso antiorario; sull'uscio ecco che intravedono due figure nere. Raph accende l'interruttore della luce e i volti di April e Casey acquistano le loro sembianze. Entrambi hanno un impermeabile blu addosso e la donna stringe una borsa di cuoio al petto.
"Ci dispiace avervi fatto attendere molto..." si scusa Leo: "Non immaginavo foste voi".
"Non vi preoccupate" sorride April, ormai all'asciutto: "Non appena Don mi ha chiamato, spiegandomi di Mikey, mi sono precipitata immediatamente all'ospedale più vicino".
"Dov'è ora Michelangelo?" chiede, poi, Casey.
"E' al piano superiore con il sensei" risponde Raph, iniziando a salire le scale...

Mikey non fa che peggiorare... Splinter inizia a perdere le speranze... ancor prima che le lacrime possano sfuggire dai suoi occhi castani, sulla porta compaiono i suoi figlioli e i due amici umani.
Il suo cuore batte all'impazzata, senza decidersi se fra la felicità o il dolore.
"Salve, maestro Splinter" salutano i due, adocchiando un Mikey in un bagno di sudore.
"Sembra ancora più piccolo dell'ultima volta che l'ho visto..." mormora April, con fare materno.
"Qual è il problema stavolta, ragazzi?" domanda Casey, con evidente dispiacere.
Don sospira e stringe gli avambracci con rabbia: "Polmonite virale".
"E' terribile!" geme April, con occhi lustri: "Ci avete raccontato che Michelangelo è diventato cagionevole dopo una polmonite, a quattro anni".
"Sì, purtroppo" annuisce Leo: "Ci auguriamo anche che... ciò non arrechi più danni dei presenti".
"Questo si vedrà dopo che l'avrò curato con i farmaci di April" risponde Don, prendendo la borsa in questione dall'amica.
"Hai bisogno di noi?" formula Raph, guardando ancora il fratellino.
"Per ora no..." ringrazia il genio: "Ma quando avrò finito, sì".
"Andiamo figlioli" conclude Splinter, spingendo i presenti fuori la porta: "Lasciamo lavorare Donatello".
Il genio sorride e non appena la porta si chiude, una voglia irrefrenabile di piangere lo fa crollare sulle ginocchia, singhiozzando con la mano di Mikey sulla sua guancia.
"Dipende da me..."...

Una settimana. 
Sono trascorsi sette giorni da quando Mikey è diventato la povera vittima di una polmonite virale; in quelle 168 ore, il piccolo 14enne non si è mai svegliato e con quelle costanti iniezioni di medicinali potenti, la febbre si è abbassata sino ai 37°.
Beh... sempre alta, comunque. E' risaputo che la temperatura normale delle tartarughe mutanti è di 34°.
Splinter, i ragazzi e i due amici si sono alternati i turni per vegliarlo continuamente... la tosse è cresciuta selvaggia, ma con i medicinali è diventata meno frequente. La tensione è presente in ogni momento... così come la paura di perdere la luce della famiglia...
Una domenica mattina, il sole inonda di calda luce ogni camera e Splinter non può fare a meno di sorridere un po' al riflesso argenteo dei suoi ispidi peli. Le 10:30 e la casa è molto silenziosa...
Leo, sveglio già da qualche ora, continua a fissare distrattamente le nubi bianche nel cielo. I raggi del sole illuminano appena il suo stomaco, ma egli non se ne cura. Con la mente offuscata da mille pensieri, si volta solo per raggiungere il suo fratellino inconscio.
"Fratello..." mormora, sedendosi sul bordo del letto: "Voglio vederti sveglio, sorridente... tutti noi vogliamo sentire le tue risate...".
La porta si apre, rivelando un Raphie dagli occhi rossi di pianto: "Il maestro Splinter mi ha chiesto di darti il cambio. C'è del tè che ti aspetta".
"Ok. Grazie per avermi informato" sospira l'altro, con un sorriso sbilenco.
Come Leonardo lascia la stanza, Raphael si strofina la nuca e si siede sul bordo destro del letto, accarezzando la fronte calda del suo pallido fratellino.
"Mi devi la rivincita, sai?" mormora con voce incrinata: "Non sono uno che accetta la sconfitta facilmente. E poi sì... ti voglio talmente bene che solo ora mi rendo conto di quanto vuota possa essere la mia vita senza di te".
Un gemito... un colpo di tosse. Gli occhi di Raphael sgranano quando intravede i segni di risveglio di Michelangelo. Indeciso se chiamare o no gli altri, egli stringe la mano del minore, restandogli accanto.
Due vitree sfere azzurre compaiono su un pallido verde mare. Gli occhi di Michelangelo, dopo una settimana, si riaprono, con grande gioia del rosso. Deglutendo appen, l'arancione tenta di parlare, ignorando il dolore alla gola, al petto e ai polmoni.
"Mikey... sei sveglio?" chiede timoroso Raphael.
"L... lo so... no..." articola faticosamente l'altro, mentre le lacrime mutano il piccolo sorrido in una smorfia di dolore.
Raph, preso dalla paura, corre a chiamare gli altri, i quali non tardano di certo a raggiungere il piccolo raggio di sole. Una volta che Don, cancellate le lacrime di gioia con il pollice, lo visita immediatamente, controlla ogni fattore importante.
"La temperatura è di 36°... è un po' disidratato, ma percepisco la gola un po' gonfia. Con Leatheread dovremo vedere i suoi polmoni...".
"Mikey, come ti senti?" chiede Leonardo, aggiustandogli le coperte sul corpo.
"Male... qui..." risponde, indicando il petto, come previsto dal genio.
Lo sguardo azzurro dell'arancione vaga e si posa su quello altrettanto celeste di Casey.
"Ti ricordi di me, amico? Sono Casey. Casey Jones".
"No, mi spiace..." ammette l'altro: "Ricordo un po' April e Leatheread...".
"Avremo modo di rivederci più spesso, è una promessa. Magari, intorno a una bella pizza!" sorride il vigilante Casey.
"Mi spiace, ma il nsotro fratellino segue una dieta particolare... non può prendere lattosio intero, zuccheri complessi o sale normale" spiega Raphael.
April abbraccia la piccola tartaruga: "Sono molto felice di rivederti sveglio, Michelangelo...".
"Grazie, April!" sussurra l'altro, tossendo e sbadigliando.
"Direi che sia meglio lasciarlo riposare un po'... e dopodomani partire per tornare a casa... non ha più senso restare qui" propone Donatello: "Tu che dici, Mikey?".
La risposa dell'interpellato è un respiro morbido di un sonno finalmente tranquillo...
  
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