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Autore: _KyRa_    21/03/2014    6 recensioni
“Allora? Fatemi vedere questa enorme botta.” esordì con sana causticità mentre Tom la superava dirigendosi probabilmente verso la sua macchina. Bill fece una smorfia e seguì suo fratello.
“Riesci a non fare la scontrosa per un secondo?” mormorò Neal al suo orecchio mentre la affiancava.
“Viene piuttosto facile quando hai a che fare con degli idioti.” ribatté lei senza preoccuparsi di abbassare il tono.
Neal scosse la testa e gettò lo sguardo al cielo forse per invocare qualche santo che riuscisse a tapparle la bocca. Ma tutti sapevano che Liesel era fornita di una lingua piuttosto tagliente e che nulla sarebbe stato in grado di metterla a tacere.
Vide Tom piegarsi di fronte alla sua auto e sfiorare con le dita ciò che secondo lui poteva esserle recriminabile.
“Questo come lo chiami?” domandò il ragazzo con sfida lanciandole un'occhiata sardonica.
Liesel inarcò un sopracciglio e si avvicinò per scrutare la zona incriminata.
Oh.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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aaaaaaa


3
Almost ordinary





Sfiorava la carta con la matita tramite tratti leggeri – che di tanto in tanto si sdoppiavano, visto l'incredibile mal di testa – con l'intento di portare a termine quella sua ennesima creazione.

Impressa nella carta, la sagoma di una giacca maschile – a metà tra l'elegante ed il casual – della quale stava ultimando i dettagli. Non troppi, non le erano mai piaciuti i fronzoli. Quel capo andava ad aggiungersi a pantaloni, maglie, scarpe di cui si era già occupata in precedenza con l'entusiasta consenso delle direttrici, le sorelle Kate e Laura Mulleavy. Nel corso del tempo era riuscita a conquistarsi la loro fiducia; tutti i lavori che aveva presentato erano frutto di incredibile impegno, ragionamento e fantasia e mai l'aveva fatto se non del tutto convinta. Conosceva colleghe alla Rodarte che pur di ottenere la grazia delle sorelle sfornavano abiti ogni ora – spesso poco curati – che venivano inevitabilmente archiviati. Liesel conosceva la sensazione di dover disegnare qualcosa di presentabile entro un breve lasso di tempo e nonostante tutto poteva dire – a parte qualche ritocco – di essersela sempre cavata.

Una volta terminata la giacca, inserì il foglio in una pellicola trasparente facente parte di un intero book che conteneva i capi precedentemente creati. Sperava potesse trarne una nuova linea uomo.

Si alzò dalla sedia ed abbandonò la propria scrivania con il book sottobraccio. Attraversò numerosi corridoi e stanze, separate da enormi vetrate che conferivano all'azienda un aspetto fresco ed elegante. Una volta di fronte allo studio delle sue datrici di lavoro, bussò alla porta già aperta per segnalare gentilmente la sua presenza. Kate e Laura, sedute ai rispettivi tavoli, sollevarono la testa per vedere chi fosse.

Liesel, entra.” sorrise Laura.

Liesel obbedì con un sorriso e si andò a sedere di fronte a lei. Nel frattempo Kate si era avvicinata.

Ho terminato i capi maschili.” annunciò posando sulla scrivania il book. Le sorelle se lo avvicinarono e presero a sfogliarlo, scambiandosi qualche mormorio di tanto in tanto.

Liesel attese con ansia il loro responso. Scorgeva espressioni soddisfatte sui loro volti e ciò la incoraggiò.

Beh, che dire...” sospirò infine Kate. “Ancora una volta non ci hai deluso, Petrova.” la osservò con attenzione e Liesel percepì il proprio sorriso farsi largo sul volto più rilassato. “Potrebbe uscirvi una buona linea maschile.” aggiunse la donna tornando nel frattempo a scrutare i disegni.

Davvero?” domandò Liesel cercando di contenere l'eccitazione.

Sì. Io e Laura vedremo di apportare qualche piccola modifica e di aggiungere qualche altro capo su questo stile, così da avere una vasta gamma di modelli.”

La bruna sorrise ancora.

È grandioso.” commentò.

Ci piace questa mescolanza di elegante e casual. È alla portata di tutti.” intervenne Laura continuando a scrutare i suoi lavori con interesse. “Sì.” concluse infine sollevando il busto. “Direi che vanno più che bene.”

Ti teniamo aggiornata.” sorrise Kate.

Grazie.” annuì Liesel per poi alzarsi dalla sedia.

Si congedò gentilmente ed uscì di tutta fretta dallo studio. Estrasse immediatamente il cellulare dalla tasca dei jeans e scrisse un veloce messaggio a Neal mentre il cuore ancora batteva forte per l'emozione.


Nuova linea maschile


Avrebbe capito.

Con un sospiro soddisfatto e liberatorio si incamminò nuovamente verso la propria scrivania.





***





Era stato distratto dall'improvviso messaggio di Liesel. Che la sua migliore amica fosse riuscita a realizzarsi ancora una volta era un qualcosa che lo riempiva a dir poco di gioia. Teneva a lei più che a chiunque altro, era la sua unica famiglia. L'aveva osservata tante volte trascorrere le nottate alla scrivania fino a che la testa non le crollava su di essa, sfinita. L'aveva osservata dedicare tutta se stessa a quel lavoro che tanto amava; era giusto che ricevesse tante gratificazioni.

Scattò un'altra foto.

I gemelli Kaulitz sostavano di fronte a lui con sguardo fermo e sicuro verso l'obbiettivo. Neal percepiva sempre la differenza fra ordinari modelli e personaggi famosi. Questi ultimi avevano una sicurezza in più, una disinvoltura quasi tangibile e ciò gli piaceva. Anche lui come Liesel amava il suo lavoro ed i soggetti sottoposti alle sue attenzioni – a seconda del carisma – gli trasmettevano la giusta ispirazione. Quel giorno ne aveva particolarmente.

I Kaulitz erano i gemelli più belli che avesse mai avuto l'onore di fotografare. Ma soprattutto possedevano quella grinta, quella sicurezza che ad altri mancava.

Bene, ora vorrei farvi delle foto singole. Partiamo con Bill.” annunciò improvvisamente, sbucato da dietro la fotocamera. “Siediti pure.” gli suggerì ed il biondo prese posto sulla sedia scenografica puntando lo sguardo all'obbiettivo con fare disinvolto e quasi provocatorio. Neal realizzò una ventina di scatti fino a che non chiamò Tom che prese il posto del fratello. Non sapeva dire chi dei due preferisse. Entrambi avevano delle peculiarità rilevanti; entrambi avevano un fascino fuori dal comune e doveva ammettere che ciò non gli era indifferente. Erano il genere di modelli che prediligeva per le sue foto e gli sarebbe piaciuto lavorare ancora con loro. “Perfetto.” concluse. “Abbiamo finito.” annunciò successivamente spegnendo la fotocamera. “Se attendete due minuti le carico sul computer così ve le mostro.” Detto questo, si diresse al tavolo seguito dai gemelli. Collegò la fotocamera al PC ed attese pazientemente il trasferimento dei file. “Siete degli ottimi soggetti. Mi piacerebbe fotografarvi di nuovo.” spiegò nel frattempo.

Quando le foto furono finalmente pronte i ragazzi si avvicinarono.





***





Aveva parcheggiato di fronte allo studio fotografico. Come sempre aveva raggiunto Neal, pronta per tornare a casa insieme, ma questa volta era troppo entusiasta per attenderlo in macchina. Scese da essa e si affrettò a salire le scale che l'avrebbero condotta da lui. Un sorriso ad illuminarle il volto.

Erano rare quelle giornate di pura spensieratezza e voleva inebriarsene.

Segnalò la sua presenza alla segretaria – con la quale non aveva mai avuto un rapporto idilliaco – e raggiunse lo studio dove trovò Neal davanti al computer con due ragazzi, che dovevano essere i modelli del giorno, intenti a scrutarne lo schermo.

Si avvicinò.

Neal non appena la vide le sorrise caloroso.

Hey, vieni.” le intimò facendole segno con la mano. “Lei è la mia amica Liesel.”

I ragazzi sollevarono lo sguardo su di lei e... Qualche divinità aveva voluto punirla, non poteva esservi altra spiegazione. Quando credeva di essersi disfatta della sfortuna, questa tornava a bussare imperterrita alla sua porta.

Perché a me?

Quello sguardo incredibilmente astuto, quegli occhi nocciola particolarmente vispi erano puntati su di lei con scherno. Poteva sentire gli aghi nella pelle.

Gli strani casi della vita.” fece il moro con palese e soddisfatto sarcasmo.

Vi conoscete già?” domandò Neal curioso spostando le pupille da uno all'altra.

Abbiamo fatto un interessante incontro ieri sera.” confermò Tom senza staccarle gli occhi di dosso.

Non mi hai chiamato alla fine.” scrollò le spalle Liesel con supponenza. Se avesse avuto qualsiasi problema con lei, avrebbe potuto benissimo alzare il telefono.

Come puoi vedere, ero impegnato.”

Neal si schiarì la voce portandosi nel frattempo una mano al collo.

Non mi avevi detto di esserti data alla pazza gioia.” le fece notare con un sorriso misto fra l'imbarazzato ed il malizioso.

Un campanello d'allarme prese a rimbombarle nelle orecchie facendole sgranare gli occhi.

Ma che hai capito?! Non ci ho fatto sesso!” si ribellò, indignata per il fatto che lo avesse solamente insinuato. Tom e Bill si scambiarono un'occhiata probabilmente disorientati. “Ho sfiorato la sua preziosa auto con la mia.” spiegò con una smorfia.

Quella macchina costa più di te.” ribatté il ragazzo con estrema calma pungendola nel vivo.

Oh, immagino come ti abbia fatto cadere in rovina. Ne avrai altre sei tutte uguali.”

Okay, ora fermatevi un momento.” intervenne Neal sollevando le mani. “Ci sono dei danni?” domandò ai gemelli.

No che non ce ne sono.” rispose Liesel a braccia conserte picchiettando un piede contro il pavimento.

Non ho chiesto a te.” borbottò il biondo.

È segnata sul lato destro. Dal fanale.” spiegò quindi Bill.

Oh, come no.” sospirò Liesel con sarcasmo. “Andiamo a vederla, allora.” propose poi con sfida.

Volentieri. Concludiamo qui e scendiamo.” colse al volo Tom provocatorio.

Dopo un'ultima occhiata truce Liesel uscì dalla stanza e prese ad attendere in corridoio, poggiata al muro con le braccia ancora conserte. Quei due ricconi avevano deciso di rovinarle la giornata, che aveva visto un esordio coi fiocchi. Il suo umore era ormai guastato ed avrebbe volentieri girato sui tacchi e tolto il disturbo. Fra tutti i modelli di Neal, non poteva credere la sfiga avesse organizzato quel dannato incontro proprio con loro. Non li aveva mai visti prima di allora e si chiese come fosse possibile due volte in un giorno e mezzo.

La segretaria la osservava con interesse ma aveva intelligentemente optato per il silenzio. Non voleva essere costretta a lanciarle una scarpa.

Sbuffò sonoramente e decise di abbandonare lo studio recuperando il suo prezioso pacchetto di sigarette dalla borsa nera. Prevedeva una grossa quantità di nicotina quel pomeriggio. Fumò seccata e piuttosto velocemente, appena fuori l'entrata all'enorme palazzo, chiedendosi se i ragazzi avessero piantato le radici. Aveva una dannata fretta di tornare a casa con Neal ed affogare il viso in un piatto di pasta.

Quando finalmente uscirono tutti e tre, gettò la sigaretta a terra espirando l'ultima boccata di fumo.

Allora? Fatemi vedere questa enorme botta.” esordì con sana causticità mentre Tom la superava dirigendosi probabilmente verso la sua macchina. Bill fece una smorfia e seguì suo fratello.

Riesci a non fare la scontrosa per un secondo?” mormorò Neal al suo orecchio mentre la affiancava.

Viene piuttosto facile quando hai a che fare con degli idioti.” ribatté lei senza preoccuparsi di abbassare il tono.

Neal scosse la testa e gettò lo sguardo al cielo forse per invocare qualche santo che riuscisse a tapparle la bocca. Ma tutti sapevano che Liesel era fornita di una lingua piuttosto tagliente e che nulla sarebbe stato in grado di metterla a tacere.

Vide Tom piegarsi di fronte alla sua auto e sfiorare con le dita ciò che secondo lui poteva esserle recriminabile.

Questo come lo chiami?” domandò il ragazzo con sfida lanciandole un'occhiata sardonica.

Liesel inarcò un sopracciglio e si avvicinò per scrutare la zona incriminata.

Oh.

Un elefante sembrò essersi impossessato del suo stomaco mentre un brivido di fastidio le percorse la schiena.

Ieri sera non c'era.” borbottò scrutando quel dannato segno come avesse potuto prendere vita da un momento all'altro ed assalirla. Sì, si stava arrampicando sugli specchi.

Sei seria?” le domandò Bill esterrefatto.

Liesel inarcò un sopracciglio nella sua direzione.

Ho l'aria di una che scherza?” ribatté. “Ieri sera non ho visto quel maledetto graffio.”

Ah, tu lo chiami graffio.” sorrise Tom per nulla divertito. Liesel lo avrebbe volentieri preso a schiaffi. “Io lo chiamo colorito risarcimento.”

Ora sei tu quello che scherza.” annuì saccente la bruna. “Non hai bisogno di altri bigliettoni.” lo stuzzicò successivamente con il disappunto di Neal.

La nostra situazione economica non è cosa che ti riguarda.” precisò Bill del tutto tranquillo con le mani nelle tasche dei jeans. “Possiamo stilare una semplice constatazione amichevole.”

Per quanto la tentazione di rispondergli con un soddisfacente vaffanculo fosse tremendamente allettante, si prese qualche secondo di riflessione. Alla fine, era vero, il danno c'era seppur piccolo. Liesel odiava ammettere di sbagliare, aveva sempre guardato alle scuse come una caduta di stile e piuttosto si sarebbe mangiata la lingua. Lei ed il suo dannato orgoglio. Come poteva decidere di divenire più elastica se quella parte di lei prevaleva su tutto?

Tirala fuori, almeno non vi sento più.” sbottò decisa a non dare loro soddisfazione.

Vide Tom scrutarla come di fronte alla follia personificata.

Certo che sei strana forte.” commentò dandole le spalle per aprire la portiera.

Liesel attese sospirando nervosamente con il naso. Lo odiava per aver cancellato l'entusiasmo che l'aveva accompagnata fino a qualche minuto prima.

Lo osservò recuperare dei moduli che poggiò sul cofano della macchina.

Attento, si rovina.” lo prese in giro lei guadagnandosi un'occhiata truce da parte di entrambi i gemelli.

Neal le sferrò una gomitata in una costola che la fece piegare appena su se stessa. Tom a quel punto la invitò ad avvicinarsi.

Hai una penna?” le chiese.

Ce l'ho io.” intervenne Neal estraendola dal borsellino che portava in spalla.

Liesel lo fulminò.

Potevi almeno fingere di non averla.” lo rimbeccò strappandogliela di mano sotto lo sguardo incredulo dei ragazzi.

Probabilmente si domandavano da quale strano pianeta provenisse.

Sbuffando prese a scribacchiare sul modulo tutte le informazioni richieste a partire dalla data, l'ora ed il luogo del sinistro, le generalità dei conducenti, le compagnie assicurative, per finire con una breve descrizione dell'incidente.

Vedi di scrivere onestamente ovvero che correvi come una pazza.” le rammentò Tom al suo fianco intento a controllare ogni parola che scriveva. Strinse le dita attorno alla penna per evitare di infilargliela nel collo. “Hai un cognome bulgaro, sei nata in Italia e vivi in America.” commentò poi mentre scriveva.

Ciò dovrebbe rappresentare un problema?” domandò Liesel senza staccare gli occhi e la penna dal modulo.

Ciò spiegherebbe la confusione che hai nel cervello.” la stuzzicò lui.

Meglio che non mi esprima sul tuo inglese, allora. Impiegherei tre giorni solo per elencare il numero di volte in cui infili il tedesco fra una parola e l'altra.”

Tom fu lì lì per ribattere ma Neal lo precedette: “Fidati, è inutile.”

Liesel tentò di incenerirlo con lo sguardo. Avrebbe dovuto prendere le sue difese invece pareva aver stipulato un patto segreto col Diavolo. In quel caso, con l'idiota che aveva di fronte.

Firmò.

Fatto.” concluse svogliata poggiando la penna sul cofano. “C'è altro?”

Direi di no.” fece soddisfatto il moro raggruppando ordinatamente le carte. “È stato un piacere, Liesel.” aggiunse ironico con un sorriso che riuscì ad irritare ogni cellula del suo corpo.

Addio.” salutò amorevolmente lei.

Grazie per il lavoro.” si rivolse poi a Neal, che sorrise annuendo.

Grazie a voi.” Li osservarono salire in macchina ed abbandonare il parcheggio pochi secondi dopo. “Sei indescrivibile!” esclamò a quel punto Neal mentre Liesel si dirigeva verso la sua amata Opel.

Oh, andiamo, sono due ricconi usciti dal nulla che cercavano solamente un pretesto per accrescere la quantità di banconote che non sanno più dove infilare.” ribatté la bruna salendo dal lato del conducente.

Neal si affrettò ad affiancarla chiudendo la portiera con un tonfo secco.

Non sono due ricconi usciti dal nulla. Sono il cantante ed il chitarrista dei Tokio Hotel. E tu sei stata una vera cafona nei loro confronti.”

Liesel spense nuovamente il motore che aveva acceso da pochissimi secondi e si voltò a scrutare il suo amico con sguardo interrogativo.

Quei due?” domandò con la fronte aggrottata. Neal annuì energicamente. “Non erano la brutta copia di Bob Marley ed un porcospino?”

Ricordava Bill decisamente più femminile con i capelli corvini sparati in aria ed un pesante trucco nero a contornargli gli occhi. Inoltre si chiedeva che fine avessero fatto i rasta di Tom.

Sei davvero perfida.” commentò Neal incredulo.

Dai, sto scherzando.” sorrise a quel punto lei rimettendo in moto la macchina. “Dico solo che sono un tantino cambiati.” Ingranò la prima e partì. “E comunque il fatto che facciano parte dei Tokio Hotel rafforza la mia teoria: ricconi sfondati in cerca di altri bigliettoni, il che è ancora più triste.”

Poté scorgere con la coda dell'occhio Neal che scuoteva la testa con disappunto.

Morirai sola.” ribadì per l'ennesima volta.

Liesel sorrise.

Dobbiamo fare la spesa. Ho bisogno di dolce. Tanto dolce.”





***





Si portò alla bocca il pasticcino ricoperto di Nutella che da minuti aveva catturato la sua attenzione sul tavolo. Si leccò le labbra compiaciuta.

Liesel di norma teneva alla propria forma fisica e trascorreva molte giornate in palestra proprio per quel motivo. Eppure era anche una ragazza molto lunatica e facilmente corruttibile davanti ad un dolce. Era uno dei suoi punti deboli e non vi aveva ancora trovato rimedio. Fortuna voleva che non prendesse chili grazie all'attività fisica che conduceva.

Per quanto mangi, non dovresti più passare dalle porte.” commentò Neal – di fronte a lei – quasi rapito dal gusto con cui mangiava il suo dessert, con la guancia schiacciata contro la mano. “Come fai a non ingrassare di un etto?”

Immagino sia culo.” rispose lei con la bocca piena e masticante. “E poi il cioccolato è sempre un ottimo terapeuta.”

Non eri di buonissimo umore?”

Sì, finché un guastafeste mangiacrauti non me l'ha rovinato.”

Il biondo sollevò gli occhi al soffitto con fare scocciato.

Ancora con questa storia.” borbottò.

Glielo paghi tu il danno?” lo stuzzicò lei assottigliando gli occhi a due minuscole fessure.

L'hai fatto tu.” sollevò le mani lui con indifferenza. “La prossima volta impari ad emulare Schumacher.”

Non è colpa mia se Steven ha deciso di vivere in commissariato.” Neal scosse la testa e bevve un bicchiere d'acqua. “A proposito, mi chiedo cosa abbia combinato dopo che abbiamo litigato.” rimuginò poi pensierosa.

Il suo amico tornò a scrutarla serio.

Avete litigato?” domandò con la fronte aggrottata.

Dov'è la novità?” ribatté lei sollevando le spalle mentre si puliva le mani con un tovagliolo.

Possibile che non riesci ad instaurare un dialogo con lui?”

Neal, ci ho provato un'infinità di volte. Con lui non funziona e lo sai anche tu. Mi vede sempre come la sorella maggiore che vuole imporsi come seconda madre.” Si illuminò improvvisamente. “Cosa anche piuttosto ridicola, visto che il ruolo di madre non mi s'addice e nemmeno mi piace.” aggiunse con sarcasmo.

Liesel, alla fine tre anni di differenza non sono tanti. Prova a importi come sua pari, magari funziona.”

È colpa mia se mia madre mi ha dato un cervello un tantino più sviluppato?” fece con un sopracciglio inarcato e le braccia aperte. La risposta di Neal fu una semplice occhiata di scherno e portò Liesel a sospirare arresa. “Potrei anche provarci ma so già che è del tutto inutile.” concluse per poi alzarsi dalla sedia e raccogliere i piatti dal tavolo.

Sai benissimo che tuo fratello non è destinato a fare una buona fine se continua così.” le ricordò lui con la preoccupazione nel tono di voce.

Liesel prese a lavare le stoviglie nel lavandino.

Grazie dell'incoraggiamento, Neal.” fece sardonica mentre strofinava la spugna insaponata contro un bicchiere.

Ne era perfettamente conscia. Non voleva semplicemente ammetterlo a se stessa.

Sono qui per dire le cose come stanno.” Il ragazzo si alzò dalla sedia e si stiracchiò appena. “Vado a fare un pisolino.” le disse quindi prima di abbandonare la cucina.

Liesel sospirò.

Come poteva riuscire a gestire Steven? Era un dannato ventenne nel bel mezzo di una crisi di ribellione e lei, ventitreenne, era l'ultima persona in grado di aiutarlo poiché in quanto a sanità mentale non era messa tanto meglio.

Chiuse l'acqua e dopo essersi asciugata le mani decise di recuperare il cellulare che aveva lasciato in borsa. Passò in rassegna i nomi nella sua rubrica fino a che non trovò quello di suo fratello. Seccata, se lo portò all'orecchio in paziente attesa di una risposta.

Che vuoi?” le chiese senza nemmeno degnarla di un saluto.

Buongiorno anche a te.”

Sto lavorando.” borbottò lui di rimando.

Liesel gettò un'occhiata all'orologio e si accorse che era l'una e mezza.

Scusa se non ho ancora studiato i tuoi orari a memoria.” cantilenò infastidita.

Sì, beh, ora lo sai. Mi devi dire qualcosa?

Calma, Liesel, si disse stringendo i denti. L'istinto di prendere ad urlargli nell'orecchio era impossibile da ignorare.

Volevo solo sentire come stava mio fratello.” si sforzò di mantenere un tono pacato.

Bene.” rispose semplicemente lui.

Bene.” ripeté lei nervosa.

Ho clienti.”

Liesel roteò gli occhi.

D'accordo.”

Riattaccarono senza salutarsi, ormai era di routine. Abbandonò il telefono sul bancone della cucina e sbuffò ricominciando a riordinare.

Liesel provava ad essere una buona sorella e ci sarebbe anche riuscita se non avesse avuto a che fare con un ragazzo dannatamente cocciuto con seri problemi di droga e disciplina.

La cosa positiva di tutto quel trambusto era che Steven godeva di un posto al Formosa Cafè, in West Hollywood, come cameriere. Visto l'andamento delle cose, aveva sempre fatto fatica a credere che potesse rimboccarsi le maniche e lavorare. Erano quelle le contraddizioni di suo fratello ed era ciò che più la faceva imbestialire. Steven non era stupido, al contrario, era un ragazzo molto intelligente che imparava con una certa rapidità. Si chiedeva se valesse la pena rovinarsi la vita a quella maniera quando sapeva di poter puntare molto in alto.

L'improvviso vibrare dell'i-phone la risvegliò dai propri pensieri. Mollò lo straccio e riprese il cellulare.


Caffè?


Sorrise appena al messaggio di Samantha, amica di infanzia e collega di lavoro.

Forse un caffè era ciò di cui aveva bisogno.


Andata





***





Una chioma rossa e riccia ondulava vistosamente avvicinandosi sempre di più. Samantha camminava spedita nella sua direzione in pantaloncini strappati, canotta dalla trama floreale e sandali. Sul viso un'espressione di pura fretta.

Liesel sorrise: la solita ritardataria.

Lo so.” esordì la rossa non appena le fu davanti con il fiatone. “Giuro che stavolta ho provato ad essere puntuale. Non è proprio nel mio DNA.”

La mora ridacchiò e le diede un paio di pacche sulla spalla.

Tranquilla, ci ho fatto il callo.” ribatté per poi sedersi al tavolino del bar davanti al quale si erano date appuntamento. Avevano optato per un posto ben illuminato dal sole così da potersi rilassare. “Non ci siamo nemmeno incrociate oggi al lavoro.” notò spostandosi gli occhiali da sole sulla testa così che anche i capelli le liberassero il volto.

Lascia perdere, sono stata tutta la mattina chiusa in ufficio.” borbottò Samantha mentre sistemava la borsa sulla sedia libera accanto a lei. “A proposito, un uccellino mi ha detto che qualcuno sta per avere la sua linea uomo.” fece con un sorriso malizioso piuttosto eloquente.

Liesel non poté fare a meno di ricambiarlo.

Questo uccellino ti ha detto bene.” annuì.

Sono davvero contenta.” batté le mani la riccia con entusiasmo. “Almeno tu qualche gratificazione ce l'hai.”

La mora inclinò la testa da un lato.

Non dire così.” mormorò.

Sapeva quanto Samantha si impegnasse giorno e notte per ricevere buoni responsi da Laura e Kate, le quali avevano apprezzato molte sue creazioni, ma mai aveva avuto anche lei la possibilità di creare una propria linea.

È la verità.” scrollò le spalle Samantha prima che il cameriere le raggiungesse per le ordinazioni. “Due ginseng.” chiese. Ormai era abituata alle scelte di Liesel. Il ragazzo annotò tutto e poi si congedò. “Carino.” commentò quindi con sguardo compiaciuto.

Liesel scosse la testa divertita.

Sapevo l'avresti detto.” commentò.

Samantha era particolarmente famosa per i suoi colpi di fulmine. Se poteva, non ne risparmiava nemmeno uno.

Allora l'hai notato anche tu.”

Diciamo che ha un posteriore niente male.” Risero appena. “Allora, che hai combinato ieri?” cambiò quindi discorso.

Non è ovvio? Ho litigato con Max.”

Max era il fidanzato storico di Samantha. Un trentenne con il cervello di un ventenne. A Liesel non era mai andato più di tanto a genio benché con la sua amica avesse trascinato quella complicata relazione per sette anni, fra tanti tira e molla. Facendo un breve calcolo, si poteva affermare che si lasciassero una volta ogni tre mesi circa, con un mesetto di pausa fra una ripresa e l'altra. Quello, Maggio, era attualmente il mese di pausa.

Perché? Non stavate riflettendo per l'ennesima volta?” chiese con ironia.

Samantha le scoccò un'occhiataccia.

So che non lo sopporti ma potresti fingere di non farlo per un secondo?” le propose.

Tanto adesso non state insieme, nemmeno tu lo sopporti. Quando fra qualche giorno tornerete insieme tornerò a fingere di amarlo.”

Chi ti dice che ci torno fra qualche giorno?”

Perché fate così ogni santa volta. Credimi, per quanto all'inizio mi appassionassero le vostre vicende, state diventando un po' monotoni.” Samantha inarcò le sopracciglia divertita. “Che so, stavolta fate passere due mesi e mezzo, per dire.” gesticolò come fosse cosa da nulla così che la sua amica scoppiasse a ridere.

Ecco i ginseng.”

Il cameriere aveva fatto il suo ritorno con le tazzine e Liesel e Samantha si scambiarono un'occhiata d'intesa mentre le loro labbra si curvavano impercettibilmente verso l'alto.

Grazie.” sorrisero in coro prima che si congedasse di nuovo.

Sì, decisamente carino.” annuì la rossa prendendo a scuotere una bustina di zucchero.

Il telefono di Liesel cominciò a squillare.

Neal.” rispose.

Non le sfuggì lo sguardo scocciato della sua amica.

Hey, mi sono svegliato e non ti ho trovato.” le disse il biondo dall'altro capo.

Sono a prendere un caffè con Samantha.” rispose lei preparandosi ad una serie di insulti che ormai conosceva a memoria.

Ah, la stronza.”

Per l'appunto.

Chiedigli se mi ha sognato stanotte.” fece con sadico sarcasmo la rossa.

Liesel sollevò gli occhi al cielo limpido di Los Angeles.

Non l'avrebbero mai finita. Per qualche assurdo motivo i due non riuscivano a respirare la stessa aria senza punzecchiarsi. Non aveva ancora compreso quale losca ragione li portasse a non sopportarsi a vicenda. Tutto ciò che sapeva era che Samantha considerava Neal una donnina affetta da perenne sindrome premestruale e lui considerava lei un inutile essere non meglio identificato con seri problemi di autostima. Non si era mai presa la briga di approfondire.

Piuttosto che sognarla mi ingoio un cactus.” commentò Neal con voce sprezzante.

Okay, hai bisogno?” tagliò corto Liesel. Non aveva decisamente voglia di udire il solito repertorio di botta e risposta che non aveva mai fine.

Volevo dirti che stasera non torno a casa a dormire.”

Una fitta di fastidio le attraversò la schiena poiché il motivo poteva essere solo Damian.

Mmh.” mugugnò un assenso girando nel frattempo il cucchiaino nella tazzina.

Liesel, tranquilla. So badare a me stesso.” fece lui con tono dolce.

Se ti piace essere preso per il culo...” borbottò lei.

In tutti i sensi.” intervenne Samantha prima di sorseggiare il suo caffè con nonchalance.

Liesel la fulminò.

La mandi a cagare, per favore? O strappale tutti quei cespugli che, poverina, si ritrova per capelli.”

Ti trovo per cena?” lo ignorò lei.

.”

Allora ci vediamo dopo, dai.”

D'accordo. Sputale nel caffè.”

Ciao.” calcò Liesel prima di chiudere la telefonata. Sospirò con frustrazione. “Siete insopportabili, lo giuro.” bofonchiò per poi concentrarsi finalmente sul suo ginseng.

Che voleva?” domandò Samantha poco interessata.

Stasera non torna a dormire.” rispose lei dopo aver ingoiato il liquido ormai tiepido.

Uh, fuochi e fiamme.” commentò la rossa. “Perfetto!” esclamò quindi battendo una volta le mani. “Stasera uscita fra donne!” Liesel inarcò un sopracciglio. “Si va al Red!”

Dopo il Liquid Kitty di ieri sera?” domandò la mora, scettica.

Niente di meglio.” annuì Samantha con convinzione.

Liesel ci rifletté qualche attimo per poi scrollare le spalle.

D'accordo.”

Sarebbe arrivata al lavoro il giorno dopo come uno zombie senza identità. Che problema c'era?





***





Hobbit, ti trovo ingrassato!”

Georg e Gustav sorrisero divertiti al di là dello schermo, all'esclamazione di Tom, non appena il video su Skype partì.

Bill, accanto al chitarrista, scosse la testa.

Come state, ragazzi?” domandò.

A parte il fatto che mi manca l'idiozia di Tom?” fece Georg ironico. Tom sorrise. “Ce la passiamo bene.”

Ma questa barba?” si informò Gustav, curioso.

I gemelli si toccarono contemporaneamente il mento.

Entrambi avevano deciso da qualche anno di ornare il proprio viso con della peluria e se Bill ancora alternava il suo look fra barbuto e sbarbato, Tom poteva ritenersi stabile da qualche tempo. Aveva semplicemente deciso che con la barba si piaceva e l'aveva tenuta. A dire il vero, era sempre piaciuta anche a Ria e per abitudine aveva smesso di rasarsi frequentemente. Ma quelli erano dettagli irrilevanti.

Ci dona, vero?” commentò il moro, soddisfatto. “Ovviamente a me dona di più.” aggiunse poi con gli occhi vispi che mai l'avevano abbandonato dalla nascita.

Sì, Tom.” lo assecondò Gustav.

Che combinate?” domandò a quel punto il bassista.

Una pazza psicopatica mi è venuta addosso con la macchina.”

Sul serio?”

Di tipi così strani non ne incontravo dai tempi dei concerti, credo.” commentò Bill. “Tutto sommato, era divertente.”

Divertente un cazzo, mi ha rovinato la macchina.”

Come sei esagerato.” cantilenò il vocalist. “Ad ogni modo, abbiamo buttato giù qualche parola.” si rivolse di nuovo a Georg e Gustav. “Più tardi vi invio il documento così mi dite che ne pensate.”

I due annuirono.

Era incredibilmente difficile riuscire a gestire e mandare avanti una band separata da tutta quell'imponente distanza. Fortuna voleva che i ragazzi fossero legati da una forza quasi estranea, che li affiatava e li smuoveva dall'inerzia. Ma, prima di tutto, da un'amicizia fondata su basi più che solide che difficilmente si sarebbero sgretolate.

Qui David è una piaga.” ridacchiò Georg. “Intrattabile.”

A noi lo dici? Riesce ad organizzarci la vita anche a quattordici ore di volo.” disse Tom giocherellando nel frattempo con una penna.

Bill sollevò gli occhi al soffitto.

Credo che tu non abbia ancora ben chiaro il concetto di manager.” gli fece notare scrutandolo con attenzione.

Comunque...” lo ignorò il chitarrista poggiando le gambe sulla scrivania dove sostava il computer. “Quando avete in programma di venire a Los Angeles? Dobbiamo provare delle cose insieme.”

Georg si voltò verso Gustav.

Pensavamo di venire per il mese di Giugno.” rispose il batterista.

Bene. Ricordati il costume, Hobbit.” sorrise Tom. Adorava stuzzicarlo ogni minuto.

Perché non prendi in giro anche un po' Gustav, per una volta?” chiese il rosso, interessato.

Perché lui è permaloso e tu ti presti bene.”

Io non sono permaloso.” obiettò il biondo.

Come no.” ridacchiò Bill. Poi sospirò malinconico. “Ci mancate proprio.”





***





Ti ho detto di non ricominciare.”

Io non ricomincio, Neal. Ti esprimo semplicemente ciò che mi disturba e mi preoccupa.”

Liesel batteva nervosamente la forchetta nella scodella piena di insalata. I suoi continui tentativi di rinsavire Neal si erano rivelati ancora una volta un buco nell'acqua.

Ciò che non riusciva a mandare giù era che il suo migliore amico accettasse di annullarsi completamente per la persona che amava, pur essendo perfettamente conscio di tutte le prese in giro costretto a subire.

Damian non avrebbe mai rivelato al mondo intero di essere gay e, ancor di più, mai l'avrebbe amato. Era un essere subdolo, opportunista e vuoto ed era un concetto ancora ostico per Neal da accettare.

Cosa ti preoccupa? Che io possa soffrire ancora di più di quanto già non faccia? Impossibile.” fece ironico il ragazzo dopo aver ingoiato un paio di foglie di insalata.

Neal, il problema è che tu non stai guardando in faccia la realtà e stai perdendo il tuo tempo con una persona che non merita nemmeno una tua unghia.”

Una scopata ogni tanto è una perdita di tempo?”

Non è la scopata a preoccuparmi. Sono i tuoi sentimenti.”

Ho imparato a conviverci senza alcun problema.”

Invece sbagli! Trovati un'altra persona, Neal. Prova ad innamorarti di nuovo, di qualcuno che ti merita, che sappia tirare fuori il tuo meglio. Ma soprattutto che non si vergogni di te.”

Neal irrigidì visibilmente i muscoli della schiena.

Damian non si vergogna di me ma del fatto di essere gay.” precisò non del tutto convinto.

E ti sembra una bella cosa?” sollevò un sopracciglio Liesel. Non poteva continuare a giustificare tutti i suoi passi falsi. “Se davvero è sicuro di ciò che è, dovrebbe urlarlo ai quattro venti, senza il minimo vacillamento. E poi, andiamo, sai perfettamente che non ti ama e si diverte a scopare in giro.”

Grazie.”

Dico la verità, anche se ti fa male. Perché sono tua amica e desidero solamente il meglio per te.”

Neal sollevò gli occhi al soffitto e poi si alzò dalla sedia con un sospiro frustrato. Per Liesel era tremendamente difficile approcciarsi a lui con quel tono e quella brutalità ma sapeva anche che era il metodo migliore per aprirgli gli occhi, nonostante lui si ostinasse a tenerli serrati.

Lo osservò posare la scodella vuota nel lavandino ed aprire l'acqua. Restava in silenzio e la bruna si chiedeva cosa la sua mente stesse elaborando. Dal suo canto, aveva scelto di non aggiungere altro, almeno non finché non si fosse deciso a parlare di nuovo.

Una volta sciacquato il tutto, si asciugò le mani con il panno da cucina e si voltò nella sua direzione.

Al momento sto bene così, Liesel.” mormorò anche se con una certa determinazione che l'aveva spiazzata per un attimo. “Ho ventiquattro anni, sono in grado di prendere le mie decisioni. Forse so di non meritare questa persona ma ne sono innamorato. Vuoi condannarmi per questo?”

Le parlava con immensa calma ed il cuore in mano e Liesel si era vista costretta ad ingoiare il groppone che le si era formato in gola.

È che hai già sofferto tanto per la tua famiglia e –”

Damian non mi farà mai soffrire tanto quanto loro.” A quel punto non seppe cos'altro aggiungere. Era vero, il vuoto che la famiglia di Neal aveva lasciato in lui era incolmabile e sperava che nessuno potesse ferirlo ancora a tal punto. “Ti fidi di me?” le domandò poi con un piccolo sorriso. Liesel sospirò con il naso mentre lo osservava pensierosa ed invasa dai dubbi. Non era sicura di tanta disinvoltura da parte del ragazzo ma scelse di credervi per il bene della loro amicizia. Annuì appena. “Bene.” concluse Neal, sollevato. “Vado a prepararmi.”

La lasciò sola in cucina con un fastidioso peso nello stomaco.





***





Luci psichedeliche, folla sudata in movimento, musica a tutto volume. Solito scenario.

Cercò di tirare verso il basso il vestito nero e attillato che minacciava di mostrare un po' troppo del suo corpo. Le scarpe col tacco del medesimo colore le facevano sfiorare il metro e ottantadue così che gli occhi più affamati non la abbandonassero nemmeno per un secondo.

Liesel era una contraddizione vivente. La fiducia negli uomini a dir poco scarseggiava e l'idea di dare inizio ad una nuova storia non l'aveva sfiorata nemmeno per errore, eppure non le dispiaceva dare nell'occhio. Aveva sempre gradito le attenzioni maschili, nonostante tutto, purché queste si limitassero al semplice diletto. Non era votata al sesso di una notte ma non vi aveva mai visto nemmeno nulla di male, se scelte le occasioni giuste. Non le accadeva spesso; l'ultima volta risaliva a più di tre mesi prima e non ne sentiva nemmeno il bisogno viscerale. Non aveva mai programmato nulla nella sua vita, tanto meno il sesso. Le piaceva cogliere le occasioni al volo ma mai andarsele a cercare.

Quella sera non guidava. Lei e Samantha avevano optato per un comodo taxi, così da risparmiare qualche piccola costrizione che non le avrebbe permesso di lasciarsi andare come desiderava fare. Da un po' di tempo non era riuscita a concedersi una nottata degna di quel nome e quella volta aveva deciso di dedicarsi esclusivamente al divertimento, pregando perché suo fratello non le telefonasse per l'ennesima bravata.

Si sedette al bancone, in attesa del suo Rum e Cola, e di tanto in tanto lanciava occhiate alla sua amica, impegnata in un corpo a corpo con un ragazzo piuttosto carino.

Scosse la testa.

Samantha seguiva una curiosa filosofia di vita che includeva uomini che non fossero Max nei loro periodi di pausa. Al momento sono single, diceva sempre per discolparsi e Liesel non si era mai spinta oltre con le ramanzine. Anche la rossa era grande e vaccinata, quindi perfettamente in grado di gestire la propria vita come meglio credeva.

Ecco a te.” udì la voce del barista alla sua destra.

Si voltò verso di lui e gli sorrise afferrando il suo cocktail.

Grazie.” mormorò prima di berne un sorso dalla cannuccia, senza mai staccargli gli occhi di dosso. Spesso si era sentita dire di mostrarsi provocante nelle movenze ma mai lo faceva per il puro intento di seduzione.

Sei qui da sola?” le domandò il ragazzo.

Doveva avere circa venticinque anni e Liesel fu costretta ad ammettere a se stessa che disponesse di un'alta carica erotica. I capelli biondo cenere, scompigliati, gli occhi azzurri e le braccia tatuate avevano provocato in lei un'attrazione non indifferente.

Con un'amica.” rispose dopo aver ingoiato la bevanda. “Ma pare sia impegnata.” continuò.

Il ragazzo sorrise e poi le allungò una mano.

Morris.” si presentò.

Liesel.” Gliela strinse senza mai spezzare il contatto visivo che si era venuto a creare.

Sei americana?” Lo vide corrugare la fronte. Probabilmente i suoi lineamenti tipici dell'est non erano passati inosservati.

Italo-bulgara.”

Morris sollevò le sopracciglia, sorpreso.

Però.” commentò compiaciuto. “Scusa un attimo.” le sorrise poi per dedicarsi ad un altro cliente bisognoso di una Vodka Lemon. Liesel ricambiò il sorriso e si voltò nuovamente verso Samantha – ora schiacciata fra due ragazzi, a mo' di sandwich – e prese un altro sorso dal bicchiere. Non appena i loro occhi entrarono in contatto, la rossa le fece segno di raggiungerla ma Liesel scosse la testa facendole intendere con uno sguardo di essere altrettanto impegnata con il barista. “Dicevamo?” sentì di nuovo Morris alle sue spalle.

Eri interessato alle mie radici.”

Non credo di averti mai vista in questo locale.” notò lui assottigliando gli occhi a due mezze lune.

Non sei stato attento.” fece lei, furba, cosa che lo portò a chinare la testa e sorridere.

Cosa fai dopo?” le domandò quindi tornando a guardarla, del tutto sfacciato.

Dipende.”

Morris si lasciò scappare una lieve risata annuendo appena.

Stacco alle quattro.” le disse con una certa sicurezza.

Bene.” sorrise la mora prima di alzarsi dallo sgabello e congedarsi con un'occhiata complice.

Si erano appena dati appuntamento in camera da letto? Così sembrava.

Alle volte Liesel si chiedeva da dove estrapolasse quel lato di sé così sfacciato e disinibito. Ma, in tutta onestà, quella sera sentiva il bisogno di un po' di sano sesso ed il candidato in questione poteva dirsi un ottimo candidato. Era definibile una cattiva ragazza? No. Aveva solo ventitré anni, il cuore spezzato ed era giusto che di tanto in tanto anche lei si dedicasse ad un po' di divertimento. Una scappatella non aveva mai ucciso nessuno.

Max l'abbiamo rimosso?” stuzzicò Samantha non appena le fu accanto, finalmente libera dai due ragazzi che l'avevano tenuta impegnata sino a quell'istante. I ricci scomposti ed uno sguardo piacevolmente sconvolto.

Sono single!” esclamò la rossa continuando a scatenarsi senza mezze misure. Liesel si lasciò andare ad una risata ed accompagnò l'amica in una performance piuttosto sexy. Si lasciò travolgere e trascinare dal ritmo spinto della musica house chiudendo gli occhi e sollevando le braccia. Percepiva caldo attorno a lei e tanti corpi che, ammassati, si muovevano senza mai allontanarsi l'uno dall'altro. Scollegò la mente sorseggiando di tanto in tanto il suo cocktail, ancora in mano. Percepiva l'alcol scaldarle il sangue portandola a muoversi senza inibizioni. Adorava ballare, adorava lasciarsi andare tra la folla, adorava la confusione che musica e gente creavano. “Tu, incontro galante con il barman?” le urlò poi nell'orecchio Samantha con uno sguardo che non lasciava alcun dubbio sull'incredibile dose di malizia.

Può darsi!” sorrise Liesel, vaga, senza smettere di muoversi.

La serata proseguì fra una capatina al bancone per un nuovo drink ed una in pista per dare il meglio di sé in quanto a movenze. Un paio di due di picche a destra e a manca ed una conclusione di serata ancora piena di adrenalina.

Nel locale erano calati il silenzio ed una luce soffusa, segno che la nottata era terminata. L'orologio sul suo cellulare segnava le quattro del mattino e Liesel si chiese come avrebbe fatto a raggiungere l'azienda con tutti i neuroni funzionanti. Ancor di più per il fatto che la sua serata non era ancora conclusa.

Io vado a casa.” disse Samantha non del tutto lucida. Il trucco aveva formato delle macchie nere sotto i suoi occhi verdi ed un'aria sconvolta denunciava un'incredibile voglia di gettarsi su un materasso e riposare un paio d'ore prima che il dovere chiamasse di nuovo. “Ci vediamo fra qualche ora.”

A dopo.” ridacchiò Liesel al di fuori del Red.

Osservando Samantha salire su un taxi si accese una sigaretta, in attesa di Morris. Espirò la prima boccata di fumo guardandosi attorno. Un gran numero di auto stava abbandonando quella via ma il traffico non aveva smesso di manifestare la propria presenza in strada.

Un altro motivo per amare Los Angeles: l'incredibile vita che mai si fermava, nemmeno di notte.

Fece cadere un po' di cenere sull'asfalto e sospirò appena.

Udiva dei rumori alle sue spalle ma non si voltò. Probabilmente i proprietari del locale erano impegnati a chiudere, segno che Morris l'avrebbe finalmente raggiunta. Per l'appunto, pochi minuti dopo si sentì toccare la schiena.

Scusami.” le disse il ragazzo.

Figurati.” rispose Liesel gettando la sigaretta consunta a terra. Senza aggiungere altro, seguì il ragazzo fino a che non si trovarono davanti ad una macchina grigio-metallizzata. Sorrise non appena le aprì gentilmente la portiera. “Sai, devo lavorare fra qualche ora.” esordì una volta che l'auto fu messa in moto. “Spero ne valga la pena.” lo stuzzicò quindi voltandosi nella sua direzione.

Morris sorrise compiaciuto e sorpreso al tempo stesso di tanta sfacciataggine.

Sei sempre così schietta?” le domandò con un sopracciglio sollevato.

Purtroppo o per fortuna, sì.” annuì lei. “Destra.” annunciò poi ed il biondino eseguì svoltando ad un incrocio. In pochi minuti raggiunsero l'appartamento della bruna. Quando aprì la porta risparmiò ogni onore di casa. Lanciò le chiavi sulla ribaltina e si lasciò prendere in braccio dal barista che aveva già cominciato a marchiarle il collo con baci voraci. “Scale.” sospirò sulle sue labbra così che Morris potesse raggiungere la sua stanza seppur con qualche fatica.

Il pavimento venne cosparso disordinatamente di vestiti mentre l'aria si fece più pesante e lussuriosa. Un fruscio di lenzuola annunciò la caduta dei loro corpi sul letto matrimoniale e pochi preamboli anticiparono il gemito di piacere che la gola di Liesel liberò alla loro unione.

  
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