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Autore: angelo_nero    21/03/2014    4 recensioni
Family Brief: Vegeta, Bulma, Trunks e Bra. Momenti della vita di tutti i giorni come una comune famiglia.
dal primo capitolo:
Dopo una buona ora e mezza finalmente l'intera tavolata aveva finito di mangiare, c'era ancora chi restava seduto a bersi un bicchiere di vino, mentre altri si intrattenevano chiacchierando o, come i piccoli Saiyan mezzo sangue, si sgranchiva i muscoli tirando quattro pugni. Vegeta era rimasto seduto a tavola ad osservarsi intorno, il suo sguardo passava dalla moglie che chiacchierava con C-18 e la moglie dell'eroe, al figlio che giocava con Goten. Come lui, seduto ancora al tavolo, c'era il suo amico/nemico, forse l'unico, che sorseggiava un bicchiere d'acqua a pasto ormai ultimato. Goku si sentiva troppo spossato per alzarsi da quella sedia diventata improvvisamente troppo comoda: anche l'eroe teneva d'occhio la propria famiglia per assicurasi che nessuno si facesse male o che il Genio non si avvicinasse eccessivamente alla moglie.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bra, Bulma, Nuovo personaggio, Trunks, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 9: Holidays and relax

 

Posizionò una mano sopra gli occhi per ripararli dal sole che brillava alto nel cielo. Faceva molto caldo ed era umido, l'afa era insopportabile non si respirava quasi. Chiuse la finestra ed accese il condizionatore, guardò le cifre scritte sul display del telecomando; dentro casa c'erano 40° gradi. Poggiò il telecomando sul tavolino da caffè e si diresse in camera per controllare le ultime cose e darsi una sistemata.

Indugiò più del previsto davanti lo specchio osservando la propria figura snella e formosa, il seno pieno ancora colmo di latte, il ventre piatto, il bacino largo e la vita stretta che terminavano con le lunghe gambe che amava mostrare. Si girò da un lato, poi dall'altro continuando ad osservare il fisico perfetto, non intaccato dalla gravidanza, in intimo constatando come era cambiato negli anni, trasformandosi. Sorrise al ricordo del tarlo che la torturava a dodici anni quando ancora non era completamente sviluppata e il suo corpo sembrava più una tavola che un fisico di donna; poi tutto d'un botto, nell'estate fra la prima e la seconda media, il suo fisico era cambiato totalmente, passando da “piatta come una tavola” a “sinuosa come una clessidra” andando avanti con gli anni si era anche alzata così che le gambe lunghe dessero slancio alla figura.

Si avvicinò al grande armadio che divideva con il compagno scegliendo alcuni vestiti che l'avrebbero resa sensuale senza risultare volgare o morire di caldo. Prese un paio di jeans stretti a vita bassa, una maglia a mezze maniche bianca della Jack Daniel's con lo scollo a barchetta, in modo da mettere in risalto le spalle nivee, infilò un paio di decoltè nere di vernice. Fece una piroetta osservando i capelli azzurri svolazzare, afferrò gli orecchini a cerchio e li indossò. Aveva scelto un make up molto semplice: eyeliner e mascara. Preferì non mettere nulla sulle labbra, voleva sbaciucchiare il compagno in tranquillità senza macchiarlo con il rossetto o riempirlo dei brillantini del lucida labbra.

 

***

 

Passava per il corridoio con una bottiglia d'acqua gelata in mano che ogni tanto sorseggiava. Procedeva a passa rilassato, non aveva fretta l'aereo partiva alle 9.45 ed erano appena le sette e mezza. Si fermò sullo stirpe della porta della propria stanza osservando la compagna muoversi velocemente sistemando le ultime cose.

Si sentì afferrare da dietro e due labbra bollenti le si posarono sul collo scoperto -Buon giorno anche a te.- lo prese in giro sottovoce. Si girò tra le sue braccia incatenando le proprie intorno al suo collo sfiorandogli le labbra con le proprie, sentiva l'odore di menta provenire dalla sua bocca e il profumo potente di uomo le inondava le narici. Dio come amava quell'odore, la eccitava. Ed era alquanto strano andare fuori di testa per il semplice profumo di qualcuno, eppure lei ne andava pazza, la eccitava più il suo odore che tutto il resto.

Sentiva il suo profumo alla vaniglia, intenso e delicato allo stesso tempo. Le afferrò i fianchi facendo aderire il suo corpo al proprio, la morbidezza dei suoi seni contro il proprio petto massiccio. Si abbassò leggermente e cercò le sue labbra, catturandole in un bacio profondo.

Sorrise contro le sue labbra, adorava quando si lasciava andare a quei gesti.

 

***

 

La voce metallica proveniente dagli altoparlanti rimbombava per tutto l'aeroporto mentre annunciava i ritardi dei voli o avvisava i passeggeri dell'imminente decollo.

Fuori facevano più di 39° e l'afa non aiutava, per fortuna che all'interno c'era l'aria condizionata. Chiuse gli occhi assaporando quell'aria fresca rigenerarle le membra. Amava l'estate ma in città non si poteva stare.

Si voltò assicurandosi di non essersi persa metà famiglia, Trunks con in spalla il proprio zaino andava pari passo col padre scambiandoci quattro chiacchiere, in una lingua a lei quasi completamente sconosciuta: dopo la vicenda di Majin Bu quei due avevano legato in modo impressionante, complice l'abbraccio padre-figlio pre-morte e la lingua che Vegeta gli aveva insegnato, una lingua che parlava sul proprio pianeta natale e quando era agli ordini di Freezer. Aveva insegnato qualche parola anche a lei, così, per farle intendere di tanto in tanto ciò che dicevano anche se, la maggior parte dei loro discorsi, le risultavano assolutamente incomprensibili per le sue orecchie umane. Sospirò portando lo sguardo sulla bambina che teneva in braccio che mordeva un giocattolo, l'unico ancora sopravvissuto ai suoi scatti d'ira -Tuo padre e tuo fratello a volte sono enigmatici, parlottano sempre tra loro in quella lingua aliena. Per fortuna che ci sei tu, mia piccola principessa.- Bra, sentendosi chiamata in causa, si aprì in uno splendido sorriso quasi del tutto sdentato degno di una bimba di appena sei mesi e mezzo.

Osservò il tabellone posto in alto, il loro volo era appena arrivato ma ci vorranno ancora parecchi minuti prima che possano salire a bordo. Si accomodarono su delle sedie vicino all'uscita in attesa di venire chiamati.

Il sole aveva cominciato a scendere e con lui anche la temperatura, si riusciva finalmente a respirare. Mise la bimba nel portanfan, che aveva appoggiato sulla sedia accanto alla sua, per staccarla dal proprio petto colmo di latte bollente, era luglio infondo.

Trunks si era seduto poche sedie più in là giocando con un videogioco che si era portato appresso, Vegeta era seduto alla sua destra con un gomito sul bracciolo e la testa sulla mano rilassato, in attesa che il loro imbarco venga chiamato.

-I passeggeri del volo BZ648 per Roma Fiumicino sono pregati di avviarsi all'imbarco- la voce metallica rimbombò per l'edificio. La famiglia si avviò verso l'uscita.

 

***

 

Il volò durò dodici ore, per fortuna erano in prima classe la gente lì era poca, gli spazi più ampi e il personale meno invadente. Aveva ascoltato la musica per gran parte del viaggio guardando fuori dal finestrino l'immenso oceano e il grande continente asiatico per poi scorgere, a circa due ore dall'atterraggio, l'Europa. La sorellina, al proprio fianco, aveva dormito per sei ore consecutive, cosa mai successa in quei sei mesi di vita che aveva, poi aveva giocato tranquilla e bevuto dal biberon una miscela di latte e biscotti.

I genitori, dalla parte opposta, avevano parlato per la maggior parte del viaggio, ridendo lei e sorridendo lui. Si erano anche scambiati qualche bacio, nonostante ci fosse altra gente; Vegeta aveva voluto provare a fare quella piccola pazzia, sapeva che a lei sarebbe piaciuto.

Così, senza dire una parola, l'aveva fatto voltare chiamandola per nome e le aveva lasciato un dolce bacio sulle labbra, lasciandola stupita e felice di quei piccoli cambiamenti.

Una volta atterrati recuperarono i bagagli e presero il treno regionale per arrivare ad una delle località marittime più famose della città eterna: Anzio.

Anche sul treno avevano prenotato i posti più costosi e miglior equipaggiati. In un ora e mezza erano davanti l'albergo che li avrebbe ospitati.

La hall dell'hotel a quattro stelle era enorme, non che loro vivessero in uno sputo di casa però quel posto era decisamente grande. -Aspetta qui io vado a prendere la chiave della suite.- disse la donna mettendogli in braccio la bambina. Annuì semplicemente andandosi a sedere sulle poltrone poco più avanti.

Si avvicinò al bancone della resepcion -Cosa posso fare per lei Mrs?- disse sorridendo il portiere. Doveva avere all'incirca cinquant'anni, i capelli brizzolati e un sorriso gentile, quasi paterno. -Ho prenotato una suite all'incirca due mesi fa.- disse l'azzurra. Vide l'uomo maneggiare con il computer -Con che nome ha prenotato?- le chiese senza distogliere lo sguardo dal monitor -Prince.- l'anziano signore scrisse qualcosa sulla testiera. Poi si girò dandole le spalle e prese la chiava magnetica da uno dei tanti ganci. -Ecco qui Mrs Prince. Stanza numero 50, la suite con vista mare più bella che abbiamo- le porse la chiave sorridendo cordiale.

L'azzurra si diresse verso i divanetti osservando nel contempo l'intera hall: i quadri appesi raffiguravano il Tevere o i castelli Romani, alcune immagini di vecchi e immortali cartoon rendevano la stanza più allegra. C'erano tre ascensori abbastanza grandi da ospitare una decina di persone, il bancone occupava un quarto della parete davanti la quale era posto.

Si vide comparire davanti gli occhi una tessera magnetica, alzò lo sguardo incrociando due occhi azzurri -Andiamo?-

La loro suite era al quinto piano dell'albergo. Passò la chiave magnetica nell'apposito lettore ed aprì la porta rimanendo stupita da ciò che vide: era grandissima suite divisa in altre tre stanze, il letto matrimoniale a baldacchino faceva mostra di sé al centro della stanza principale, la grande vetrata posto nella parete di fronte mostrava il favoloso panorama marittimo. Vi erano altre tre porte, Trunks si precipitò nella prima dove vi era scritto in italiano le parole “Camera da letto” scoprendo un'altra stanza con un letto singolo e una culla, anche qui vi era una vetrata che però dava sulla pineta, le pareti colorate di un azzurro pallido trasmettevano tranquillità e pace, vi era anche un impianto stereo degno di nota. Si accigliò quando dedusse che avrebbe dovuto dormire con la sorella.

Nella seconda porta vi era un enorme bagno con tanto di vasca classica e di una Jacuzzi. Il lavabo di ceramica bianca era adornato da piccolini ricami dorati. Le mattonelle erano bianche con fiori blu.

La terza porta dava su una modesta cucina, molto semplice, con mobili ottocenteschi.

Aprì le ante della grande vetrata inspirando a pieni polmoni l'aria salmastra. Uscì sul balcone osservando il panorama con il sole che le batteva sul viso, chiuse gli occhi godendosi l'aria mediterranea.

Qualcuno bussò alla porta così rientrò ed aprì trovandosi davanti due fattorini -Mrs Prince? I vostri bagagli.- aprì appena di più la porta per dare modo ai due di entrare e poggiare le valige sul pavimento. Salutarono cordialmente e uscirono dalla suite. -Chi era?- si girò di scatto colta di sorpresa. Il marito sostava davanti il letto intento ad asciugarsi i capelli con un asciugamano, si era appena fatto una doccia per eliminare lo stress del lungo viaggio e del cambio di fuso orario. Si fermò avvertendo lo sguardo della donna su di sé, fece scivolare l'asciugamano sul collo e osservò l'azzurra in attesa di una risposta alla propria domanda.

Bulma era rimasta incantata, nonostante erano anni che vivevano assieme e lo avesse visto infinite volte in quello stato, ogni volta ne restava affascinata. Indossava un paio di jeans blu con una cintura nera, l'orlo dei boxer si intravedeva dai pantaloni leggermente abbassati. Le goccioline d'acqua scendevano lungo gli addominali mettendoli in risalto. I capelli neri umidi erano leggermente abbassati e un paio di ciocche gli ricadevano sulla fronte spaziosa, dandogli un'aria da ragazzino scapestrato. Passò in rassegna il volto bagnato; le labbra erano leggermente dischiuse, gli occhi neri coperti in parte dalle ciocche brillavano alla luce del sole. Si riscosse dai suoi pensieri non appena incrociò il suo sguardo. -Erano due fattorini, chi hanno portato i bagagli.- disse a bassa voce.

Afferrò la maglietta precedentemente appoggiata sul letto e la infilò. Passò una mano tra i capelli umidi sollevando le ciocche cadute. Una risata infantile attirò la sua attenzione, Bra era seduta sul letto circondata da peluche più grandi di lei, rideva felice tenendo stretto un coniglietto di pezza che le era stato regalato da lui stesso a poco tempo dalla nascita. La osservò accennando un leggero sorriso, non avrebbe mai pensato di poter creare una creatura tanto piccola e indifesa, e soprattuto così somigliante alla madre.

Buttò uno sguardo sull'orologio a parete presente nella stanza, segnava le 17.25 orario italiano ,era tardi per andare in spiaggia e troppo presto per la cena però l'idea di starsene chiusa in camera per altre tre ore non l'attirava molto. Adesso che ci pensava a pochi passi dall'albergo c'era un centro commerciale pieno di negozi ove avrebbero potuto fare un giro, ingannando il tempo in attesa dell'ora di cena. Propose l'idea al marito -Che ne dici di andare a fare un giro qui intorno? Voglio dare un occhiata ai negozi italiani!- disse entusiasta sedendosi accanto a Bra che continuava a torturare il povero coniglio tenendolo dalle orecchie. La prese in braccio, si lasciò cadere supina sul letto e tese le braccia in modo che la bimba la guardasse in faccia, Bra scalciava felice mentre la sua codina, sfuggita al contegno dei pantaloncini, ondeggiava alle sue spalle, le sembrava di volare in quel modo. Ancora non sapeva che appena acquistata la capacità di intendere e volere l'avrebbe fatto veramente, con le proprie forze. Voltò la testa in direzione del compagno attendendo una sua reazione.

Vegeta guardava davanti a sé valutando l'idea di andare ad esplorare i dintorni con i figli al seguito, sicuramente si sarebbero fermati in ogni negozio che riportava qualcosa con un prezzo spropositato o che in vetrina esibiva qualcosa di elettronico e se avesse impedito loro di farlo si sarebbe dovuto subire il muso della moglie per il resto della serata, a cui poi avrebbe chiesto scusa a modo suo. In ogni caso lui avrebbe perso. Era fottuto. -Se proprio devo..- disse noncurante. -Hai sentito Bra? Papà ha detto di sì! Si va a fare shopping! Non vedo l'ora tu sia abbastanza grande per poterci andare insieme.- si era rivolta alla bambina come se potesse veramente comprendere le sue parole.

 

***

 

Non amava andare in giro per negozi, passare ore ed ore alla ricerca del capo giusto, spendere un mucchio di soldi e girare costantemente di negozio in negozio. Per lui era una cosa noiosa ed estenuante, avrebbe preferito ascoltare le chiacchiere puerili della madre di lei piuttosto che passare ore in un centro commerciale. Nonostante ciò gli piaceva vestire bene, indossare qualcosa che gli piaccia, non era questione di vanità semplicemente, essendo un principe allevato come tale, amava apparire al meglio ed essere il migliore in tutto. Fin dai tempi di Freezer disdegnava i guerrieri che, dopo un allenamento o una battaglia, non si lavavano né si cambiavano i vestiti, lasciando una scia di cattivo odore. Era sempre stato un tipo piuttosto pulito, essere mercenario non significa per forza essere sporco e maleodorante per tutta la vita. Conoscendo Bulma questa sua tendenza all'essere “presentabile” era aumentata, quando lei aveva cominciato a comprargli vestiti che gli stavano a pennello il suo senso di perfezione aumentò di colpo. Però non si degnava né di ringraziare né di andare a comprare i vestiti da solo, preferiva indossare ciò che lei gli comprava ed osservare le sue reazioni quando le passava davanti, ottenendo sempre uno sguardo decisamente ammirato, se non lo vedesse nudo ogni notte era sicuro che gli sbaverebbe dietro ogni volta che indossava qualcosa di nuovo.

Amava i negozi italiani, la moda italiana era la migliore. Quasi tutti i suoi vestiti venivano dall'Italia e dall'Europa in generale compreso l'abito bianco che aveva indossato al proprio matrimonio. Adorava vestirsi bene ed essere ammirata, non seguiva però la moda del momento non le piaceva essere uguale alla massa, quindi cercava sempre di distinguersi aggiungendo un tocco personale in tutto ciò che indossava. Aveva notato che, come lei, anche al proprio uomo piaceva vestirsi bene, non indossava mai abiti di misura sbagliata, non accozzava i colori. Nonostante fosse un alieno ex assassino mercenario aveva buon gusto ed era anche molto pulito. Gli piaceva passeggiare con lui. Altro che Yamcha che d'estate andava in giro con i pinocchietti o dei pantaloni sopra il ginocchio, oltre ad essere ridicolmente corti li sceglieva di fantasie inimmaginabili non adatte ad un uomo adulto, si vergognava quando usciva con lui l'estate, aveva provato in tutti i modi a ficcagli in quella testaccia dura un po' di buon gusto ma era stato tutto inutile, lui continuava ad andarsene in giro con i pinocchietti dei supereroi.

Il sole ormai cominciava a tramontare lasciando nel cielo una sfumatura rossastra, la temperatura non era più afosa e si poteva tranquillamente passeggiare senza rischiare un colpo di calore. Camminavano l'uno di fianco all'altra senza toccarsi, non si scambiavano mai gesti d'affetto in pubblico, sapeva che a lui non piacessero e, per quanto lei li amasse, rispettava la sua decisione. Raramente era scappato un bacio, quando ormai quasi tutti si erano dileguati nelle proprie abitazioni e le strade erano deserte. Quasi nessuno aveva avuto prova del loro amore, c'era stato il disperato tentativo di Vegeta di salvarli sacrificandosi in vano, ma non contava poi molto per gli altri, un vero gesto d'affetto tra di loro non lo avevano mai visto. E a loro stava bene così, anche se lei desiderava che, qualche volta, adesso che erano soli a rilassarsi con i bambini, si lasciasse andare.

Le loro mani si sfioravano quando andavano in avanti, una, due, tre volte, l'andatura era identica. Osservò la compagna che guardava dritto davanti a sé con Bra in braccio che si succhiava il pollice, passò lo sguardo sulla propria mano che si sfiorava con quella di lei e un'idea gli balenò in mente per un secondo, inutile fu l'orgoglio che gli urlava addosso, aveva preso la sua decisione. L'ennesima volta che le loro mani si sfiorarono lui prese quella di lei intrecciando le dita in una salda stretta.

Non si scompose quando sentì la sua forte mano stringere delicatamente la propria, la dea interiore faceva le capriole e si esibiva nelle peggio coreografie urlando “finalmente!” con gli occhi a cuoricino, il suo cuore aveva accelerato i battiti e sapeva che lui li percepiva. Sapeva che non doveva comportarsi come il suo cuore, e la sua dea interiore, le suggerivano, rischiava di metterlo in imbarazzo e di farlo chiudere a riccio. Continuava semplicemente a camminare come se niente fosse, come se tutto fosse normale. A pensarci bene era normale che una coppia si tenesse per mano, anche se per loro era una novità, sembrava che le loro mani fossero fatte a posta per intrecciarsi tra loro.

Per fortuna Bra non pesava molto, quindi sorreggerla con un braccio non era difficile, ma anche se fosse pesata il quadruplo lei non si sarebbe lamentata.

Trunks correva di qua e di là soffermandosi sui negozi di videogiochi osservando la vetrina in cerca di qualche gioco che già non possedesse, essere ricchi aveva i suoi pro. Dopo un buon quarto d'ora passato con il naso schiacciato contro il vetro avvertì lo stomaco brontolare, in richiesta di cibo. Adesso che ci pensava era da quella mattina che non metteva nulla sotto i denti quindi era più che normale che avesse fame, per sua fortuna la madre aveva intuito la cosa -Trunks! Torniamo indietro altrimenti rimaniamo senza cena.- il ragazzino staccò la faccia dal vetro e corse in contro ai genitori, non facendo caso alle loro mani intrecciate.

 

***

 

L'hotel offriva un buffet paradisiaco, con ogni piatto italiano possibile ed immaginabile: dalla classica pizza margherita napoletana alla trippa romana, passando per gli spaghetti cacio e pepe e le fettuccine al ragù. Una grande varietà di frutta e verdura adornava il lungo tavolo dandogli quel tocco di colore che, in quell'enorme sala bianca, non guastava.

Era pieno di gente, di ogni nazionalità e ceto sociale, prevalentemente italiani, che si godevano una meritata vacanza dopo il lungo inverno al lavoro, e tedeschi, che visitavano la città eterna per abbronzarsi un po'.

Il loro tavolo era poco distante dalla vetrata, la tovaglia bianca con i ricami dorati dava un tocco regale a quel posto prevalentemente borghese, i bicchieri di cristallo e i piatti di ceramica erano molto eleganti, i tovaglioli dorati erano delle stessa tonalità dei ricami sulla tovaglia. Oltre alle tre sedie c'era anche un seggiolone dove Bra si sarebbe seduta, senza intralciare il pasto dei genitori.

Il buffet dava la possibilità agli stomachi Saiyan di saziarsi senza dare troppo nell'occhio, con il loro appetito spropositato avrebbero sicuramente mangiato in doppio di qualunque essere umano.

 

Bra continuava a bere il suo quarto biberon di latte e biscotti ormai distrutta, mentre gli altri commensali chiacchieravano tra loro. Una ragazza castana si avvicinò al tavolo, subito riconosciuta dai tre -Bulma! Che bello anche tu qui!- esclamò la donna. -Evelyn, che piacere vederti. Si, una vacanza ci vuole dopo un interno anno di lavoro.- disse l'azzurra abbracciando l'amica. -E tu chi sei piccolina?- disse poi rivolgendosi alla bambina sul seggiolone la quale fece un sorriso da cui si intravidero i due incisivi davanti, unici denti spuntati. -Oh, ma hai già i dentini quindi sei grande! Quanto ha?- chiese alla donna. -Sei mesi e mezzo.- le rispose sorridendo. -Sei qui con tutta la tua famiglia?- -Si. Il nostro tavolo è proprio accanto al vostro, poco più giù della seconda anta della vetrata.- rispose continuando a giocare con Bra che rideva felice.

Buttò uno sguardo al tavolo poco più in là dove un uomo di circa quarant'anni e un bambina di non più di sei chiacchieravano felici. -Dov'è Vegeta?- Bulma si destò dai suoi pensieri constatando l'assenza del marito. Fece spallucce conoscendo il suo carattere -Sarà salito in camera, non ama la compagnia della folla.- conosceva bene il carattere chiuso del compagno, preferiva la solitudine o la compagnia di poche persone rispetto alla confusione della folla. -In che stanza siete?- -la n° 50- disse con nonchalance facendosi acchiappare l'indice dalla manina della bimba. -Ma è la suite panoramica! Devi aver speso un patrimonio.- esclamò sorpresa, dimenticando che l'amica era più che benestante, guadagnandosi uno sguardo interrogativo da parte dell'azzurra -No affatto. Tu in che stanza sei?- -la 35. Non è la più bella ma non è nemmeno cosa da poco. Siamo sullo stesso piano.- le rispose la castana. Non era di certo ricca come lei ma poteva vantarsi di permettersi cose che gli altri si sognerebbero, poteva tranquillamente farsi una vacanza in Europa tutti i mesi, come aveva già fatto più volte, senza risentirne economicamente.

La testa di Bra cominciava a ciondolare e Trunks sbadigliò strofinandosi gli occhi -Mamma, sono stanco posso andare da papà?- chiese il bambino. Era per metà alieno, aveva combattuto contro un enorme mostro rosa, aveva rischiato la vita, sopportava estenuanti allenamenti con il padre e amava combattere solo per il gusto di surclassare qualcuno ma era pur sempre un ragazzino di undici anni e come tale sette ore di fuso orario lo buttavano giù rendendolo un bambino come gli altri. -Si, Trunks. Tanto anche Bra è stanca.- disse prendendo la bimba che appoggiò la testa sulla sua spalla mettendosi il pollice in bocca -Veniamo anche noi, tanto siamo sullo stesso piano.- disse Evelyn richiamando marito e figlia, anche lei che crollava dal sonno. Il marito di Evelyn, Carlo, era un tipo simpatico, taciturno e parlava poco ma sembrava un tipo molto colto. Somigliava un po' a Vegeta in un certo senso, solo che al contrario del marito, Carlo aveva avuto un infanzia come tutti i bambini terrestri ed era semplicemente chiuso caratterialmente senza aver passato l'intera vita al servizio di un tiranno intergalattico. Tipo criptico ed altrettanto esplicito, era un ossimoro in persona.

Bra era crollata sulla sua spalla, così come Keiko, la figlia di Evelyn, era crollata sul petto del padre. Bulma osservò Trunks che a mala pena riusciva a tenere gli occhi aperti, anche lui era molto stanco ma lei non poteva prenderlo in braccio, non solo per il fatto di avere già Bra e che lui fosse ormai troppo pesante, il bambino era molto orgoglioso e non si sarebbe di certo fatto prendere in braccio dalla madre. Per fortuna, che girava per i corridoi irrequieto, incontrarono Vegeta appena le porte dell'ascensore si aprirono -Vegeta, devi farmi un favore. Trunks sta crollando dal sonno non credo riesca ad arrivare nella suite con le proprie gambe, ti dispiacerebbe prenderlo in braccio tu?- gli chiese fissandolo negli occhi. Senza una parola fece ciò che gli era stato detto, prendendo in braccio il ragazzino come se stesse sollevando una piuma. -Noi andiamo, Keiko si è addormentata. Ci vediamo domani, venite in spiaggia no?- disse Evelyn sotto voce mentre il marito si era già allontanato. Bulma annuì -Si, ci vediamo domani. Buona notte.- -'Notte- rispose la castana.

Percorsero il corridoio semi buio, illuminato solo dalla fioca luce delle lampadine notturne lasciate accese. Parlavano sotto voce per non svegliare i bambini, per una volta sembravano due semplici genitori che portavano a letto i propri figli, sembravano quasi normali; Bulma rise. -Che hai da ridere?- le chiese brusco. La donna rise ancora guardandolo negli occhi -Stavo pensando che sembriamo quasi una famiglia normale.- -E cosa ci sarebbe di tanto divertente?- le chiese. -Niente, è solo che stavo provando ad immaginare come sarebbe stata la mia vita se non ti avessi conosciuto. Sicuramente sarei rimasta zitella a vita.- disse -Staresti ancora con il tuo ex.- disse scocciato. La donna scosse la testa -No, credo che l'avrei lasciato comunque, tu hai solo accelerato il processo. Non credo che avrei sopportato un altro giorno accanto a quel tipo, figuriamoci farci una famiglia.- accarezzò la testa azzurra della bimba che teneva in braccio, se loro non si fossero mai conosciuti quell'esserino così dolce non sarebbe mai esistito.

Entrati nella suite misero i bambini ognuno nel proprio letto, cercando di non svegliarli. Per Vegeta fu un arduo compito, non era abituato a trattare il ragazzino con delicatezza, l'aveva massacrato di botte non si sa quante volte durante gli allenamenti e altrettante lo aveva preso in braccio ormai distrutto ma la cosa non gli risultava ancora totalmente semplice. Nonostante ciò la cosa gli venne piuttosto naturale, essere padre lo aveva cambiato profondamente.

Si tolse maglietta, scarpe e pantaloni rimanendo in boxer e si infilò sotto le lenzuola. Neanche il tempo di mettersi comodo che avvertì il corpo seminudo della compagna addosso, si era avvinghiata a lui peggio di una piovra strusciandogli contro. Voltò il capo quel tanto che bastava per poterla guardare negli occhi, e quel solo intreccio di sguardi fu la sua rovina, come era sempre stato, fin dall'inizio, la mente si spense e l'unico gesto che fece fu guidato da quel sentimento puro e potente che ormai da più di dieci anni provava per quella donna; la baciò, con foga, premendo con forza le proprie labbra su quelle di lei,le fece schiudere con irruenza passandoci la lingua in mezzo fino a toccare quella di lei. Le si portò sopra , sorreggendosi sulle braccia per non schiacciarla con il proprio peso.

Bulma infilò le dita nei capelli corvini di lui, stringendo delle ciocche. Sentiva il suo profumo, il suo tocco la mandava in estasi: le lingue giocavano a rincorrersi nelle bocche dei due amanti, le mani scivolavano veloci sui corpi umidi, l'eccitazione saliva e l'imbarazzo svaniva.

 

***

 

Sentì le sue labbra posarsi sulle proprie, quel leggero contatto bastò a svegliarlo ma volle godersi ancora quella sensazione. Avvertì le labbra della compagna posarsi nuovamente sulle sue, morbidi e leggere come una piuma. Aprì gli occhi trovandosi davanti un paio di oceani in cui amava perdersi fissarlo. La vide sorridere semplicemente -Buon giorno.- lo baciò ancora una volta, poi si alzò stiracchiandosi. Si godette lo spettacolo di lei che, con indosso la sua maglietta e un paio di slip si recava nella camera accanto. Dopo pochi attimi ricomparve con Bra in braccio. -Guarda chi c'è Bra. Dì papà.- la bimba batteva felice le manine provando a pronunciare la complicata parola.

Bulma si sedette sul letto a gambe incrociate con la bambina posizionata sulle sue gambe, le teneva la schiena per impedirle di cadere all'indietro. -Su piccola, dì papà: pa-pà.- ma Bra continuava a fare dei versi incomprensibili guardando curiosa i genitori. -Dì papà! Papà! Pa-pà! Non è difficile.- -Smettila di assillarla, Bulma. Quando vorrà parlerà, non la puoi costringere.- intervenne l'uomo stanco della sua insistenza. -Dai piccola non è difficile. Provaci!- continuava ad insistere facendo pressione alla bambina. Vegeta alzò gli occhi al cielo, come al solito non l'aveva ascoltato, avrebbe finito per farla piangere con le sue continue pressioni. Osservò la bambina che muoveva le braccine su e giù, guardava la madre confusa. -Su Bra, dillo! Lo so che ne sei capace.- la incitò nuovamente -Lasciala perdere, finirai per farla piangere.- -Pa..pà! Pa..pà!- disse all'improvviso la bambina creando stupore in entrambi i genitori -Pa-pà! Dillo di nuovo Bra.- -Pa..pà!- disse Bra con un ditino in bocca.

Non credeva alle sue orecchie, Bra aveva parlato. A sei mesi e mezzo la loro bambina aveva detto la sua prima parola. -Ma che brava che sei! Hai parlato!- si congratulò la donna. -I tuoi figli hanno una venerazione naturale verso di te, sei stato la prima parola di entrambi.- disse un po' scocciata, anche Trunks come prima parola aveva detto papà, nonostante lui fosso poco più che un'ombra nelle loro vite a quel tempo. Si era sentita offesa in quanto il bambino aveva scelto come sua prima parola quell'uomo che li aveva abbandonati e non si era mai interessato di lui piuttosto che la donna che gli aveva fatto da madre e padre per i primi mesi di vita.

Adesso però era diverso, aveva scelto di avere la bambina insieme ed erano stati tali sempre dall'inizio alla fine della gravidanza. Quella bambina così uguale a lei fisicamente ma tremendamente somigliante al padre caratterialmente e aveva scelto proprio lui come sua prima parola, occupando un posto di rilievo nell'animo del principe dei Saiyan.

 

***

 

La pineta offriva un fresco riparo dal caldo sole mediterraneo, l'odore forte di pino aleggiava nell'aria rinfrescando i polmoni di chi proveniva dallo smog cittadino. Correva tra un albero e l'altro cercando le pigne cadute o qualche strano animaletto da osservare, esplorare posti nuovi gli piaceva, riusciva sempre ad adattarsi in qualsiasi luogo si trovasse, forse era dovuto al suo sangue Saiyan e al fatto che il padre avesse viaggiato in lungo e in largo prima di stabilirsi sulla Terra. L'aria mediterranea era decisamente meno afosa di quella giapponese anche a metà agosto, l'influenza del mare attutiva il caldo estivo e per lui che lo sopportava poco era una mano santa.

Invece di camminare come tutte le persone normale saltava da un ramo all'altro come una scimmia, precedendo i genitori verso la spiaggia. Arrivato alla fine della pineta osservò l'immensa distesa di acqua salata e di sabbia dorata che si estendeva per chilometri. -Wow!- esclamò stupito.

La spiaggia era colma di gente ma loro avevano un posto riservato dall'albergo lontano dalla massa di persone che facevano a gara per aggiudicarsi il posto migliore. Avevano due grandi ombrelloni con due lettini e due sdraio, non troppo lontani dalla riva da doversi ustionare i piedi ogni volta nè tanto vicini da essere insabbiati dai bagnanti che escono dall'acqua.

Si tolse la maglietta e gli short guadagnandosi lo sguardo ammirato di alcuni ragazzi e uomini che passavano di lì, si posizionò sul lettino esposto al sole con un romanzo tra le mani da leggere. Da quella posizione poteva controllare ciò che faceva Trunks senza invadere il suo spazio e avere al contempo una vista spettacolare sulla distesa azzurra. Vide la bambina avvicinarsi gattonando, si appoggiò al lettino, facendo forza sulle braccia e si alzò in piedi. La sua forza aliena, ereditata dal padre, le permetteva di tenersi in piedi senza cadere all'indietro, molleggiava sulle gambine felice -ma..ma..mamma!- disse. La donna sorrise, quella mattina si era dedicata senza sosta ad imparare parole nuove tra cui, per la gioia della donna, la parola “mamma” che insieme a “papà” era costantemente sulla bocca della bimba. Si lasciò cadere a terra e, gattonando raggiunse i giocattoli da spiaggia posti poco più avanti, vicino al fratello maggiore che aveva già iniziato a costruire un castello di sabbia.

Si mise a pancia in giù per abbronzare anche la schiena, nonostante avesse la pelle d'avorio non si era mai presa una scottatura e diventava scura molto facilmente senza bisogno di eventuali oli, ma non raggiungeva un colore troppo scuro, anche perché non le piaceva, preferiva restare su un color miele senza sforare nel marrone, giusto per avere il segno del costume. Girò la testa e si posizionò meglio. Ne approfittò per osservare il marito che, come lei, si rilassava al torpore del sole fissandone la luce direttamente, senza la protezione degli occhiali da sole, la sua natura aliena gli impediva di percepire il fastidio della luce solare. Vegeta aveva già una pelle ambrata, da cui Trunks aveva ripreso, e il sole che prendeva non faceva altro che rendere più evidente la sua pelle abbronzata.

Amava ammirarlo, era così perfetto: gli addominali scolpiti, i pettorali possenti, le spalle larghe, tutto armonicamente incastonato. La sua natura Saiyan gli conferiva le sembianze di un Dio greco; col tempo, oltre a sviluppare la muscolatura, era diventato anche più alto di almeno sei centimetri rendendo l'armonia dei suoi muscoli perfetta, di solito un uomo adulto smette di crescere in altezza ma lui invece aveva continuato passando da appena 1.65 m ad addirittura 1.72 m in poco più di cinque anni. Più lo osservava e più si convinceva che mollare il su storico fidanzato per il misterioso uomo era stata la scelta migliore, bastava guardare i loro figli. Lo vide prendere una bottiglia d'acqua ghiacciata dal frigobar portatile e la bevve tutto d'un fiato lasciando quel poco che rimaneva per rinfrescarsi gettando l'acqua sulla testa. Quando la alzò incrociò il suo sguardo, gli sorrise maliziosamente passandosi la lingua sulle labbra, poi si alzò e si avvicinò ai bambini lasciandolo alquanto confuso dal suo atteggiamento provocante.

-Cosa fate?- chiese al maggiore. -Un castello di sabbia, o meglio io costruisco e lei distrugge.- rispose guardando la sorellina che, in equilibrio precario, prendeva a calci le costruzioni di sabbia -Boom!- esclamava mentre distruggeva ciò che il fratello aveva costruito. -Bra non si distruggono le cose.- la riprese, ma la bambina fece finta di non sentirla e continuò la sua opera di distruzione. Sospirò rassegnata al fatto che essere figli di un ex distruttore di pianeti non avrebbe fatto altro che alimentare la loro voglia di distruggere. Una ragazza si avvicinò a loro -Oh ma quante bei castelli che avete costruito, siete stati bravi!- si complimentò con i bambini. Bra tornò a sedersi battendo le manine felice mentre Trunks osservò stralunato la donna, gli si era rivolta come se fosse stupido o ritardato e la cosa non gli faceva un gran piacere. -C'è un servizio di Baby e Junior Club offerto dall'hotel, se vuole possiamo prendere i bambini per l'intera mattinata e riportarli da lei per mezzogiorno. I bambini giocheranno con altri coetanei sotto la nostra sorveglianza.- Bulma ci pensò su verificando la possibilità di rimanere sola con il compagno senza bambini pestiferi da controllare. -Volete andare?- chiese. Trunks alzò le spalle -Ok- raccattò lo zainetto e si apprestò a seguire l'animatrice che, presa in braccio la piccola Bra, si era già incamminata.

Bulma afferrò il primogenito da una spalla fermandolo -Tieni d'occhio tua sorella, evita che combini guai.- il glicine sbuffò, la madre era sempre esagerata, erano figli di guerriero cosa mai gli sarebbe potuto succedere? -Perchè devo tenerla d'occhio io? Ci sono le addette del Baby Club per questo.- incrociò le braccia al petto. -Lo sai che non mi riferisco a ciò che le potrebbe succedere ma ciò che lei potrebbe combinare. Non è ancora in grado di usare i suoi poteri quindi tienila d'occhio e se ce n'è bisogno intervieni.- disse sottovoce. Il ragazzino alzò gli occhi al cielo, cercando di non farsi vedere dalla madre, ed annuì raggiungendo poi la sorellina che salutava con la manina.

 

***

Si lasciava trasportare dalle onde che morbide donavano un leggero movimento a quell'infinita distesa azzurra. Non erano le acque più limpide che avesse mai visto, in confronto a tutti gli altri posti marittimi che aveva visitato il mare italiano risultava molto opaco, ma non era male. Sdraiato sul materassino gonfiabile bi-posto, si godeva la vacanza che, dopo quel lungo periodo di stress dovuto alla battaglia, prima, e alla nascita della bambina, poi, gli avrebbe sicuramente giovato. Mare, sole, relax e sesso.

Ghignò al ricordo della sera precedente, mentre l'intero hotel dormiva profondamente loro si rotolavano tra le lenzuola; si leccò le labbra ripensando ai gemiti strozzati della compagna e al sapore delle sue labbra morbide sulle proprie nel tentativo di non esplodere in un urlo liberatorio quando l'orgasmo l'aveva colta.

Avvertì il materassino abbassarsi e qualcosa di bagnato toccargli il braccio. Roteò le pupille per capire chi l'aveva disturbato e si ritrovò ad osservare due occhi azzurri. Riportò lo sguardo al cielo constatando che quella donna sapeva apparire sempre quando meno se lo aspettava.

Si immerse nuovamente passando sotto il materassino riemergendo dalla parte opposta, fece leva sulle braccia uscendo dall'acqua e si sdraiò sul materassino accanto al compagno. -Che vuoi?- chiese scorbutico. -Niente, volevo solamente prendere un po' di sole.- disse lei godendosi il sole con gli occhi chiusi. -E la spiaggia ti fa così schifo che devi venire qui?- ribatté. Per una volta che voleva starsene in pace da solo lei doveva invadere il suo spazio. -Voglio anche stare fresca.- -Non mi sembra che il mare sia tanto lontano dall'ombrellone.- disse di nuovo. La donna si girò verso di lui sorridente -No, preferisco stare qui a lasciarmi cullare dalle onde. Questo mare è così calmo.- si stiracchiò incrociando le gambe. -È una distesa immensa. Questo non è l'unico posto libero.- disse.

Bulma si alzò di scatto, imbronciata, sapeva sempre come spegnerle l'entusiasmo! -Oh andiamo, Vegeta! Voglio semplicemente stare vicino a te, in tranquillità. È chiedere troppo?- -Si.-rispose asciutto. -Sei un fottuto stronzo!- gli urlò in faccia, fece per scendere dal materassino ma la mano forte dell'uomo la bloccò facendola girare verso di sé. Si ritrovò a pochi centimetri dal suo ghigno, sadico e provocatore. -Sono uno stronzo ma ti piaccio. La tua presenza qui è richiesta più di quanto credi.- disse prima di baciarla. Le appoggiò una mano sulla schiena accarezzandola mentre l'altra mano era posta sul suo volto.

Era un fottutissimo stronzo, bastardo, crudele, spietato principe senza patria e lei lo amava, da morire.

 

 

 


Angolo dell'autrice:

Si lo so sono in un enooooorme ritardo! La scuola mi ha rubato più tempo di quanto avessi previsto, tutti i pomeriggi di due intere settimane passati a studiare D: La bella notizia è che sono riuscita a recuperare inglese :D (yeeeeeh :3 nd la mia dea interiore)

Approposito di dea interiore, come avrete notato l'ho nominata un paio di volte e voi vi chiederete: ma chi caaaa....volo (niente parolacce c'è gente impressionabile *indica i figli *nd Bulma) è questa “dea interiore”? (veramente non ce ne frega nulla nd voi) Adesso vi spiego. In un libro che ho letto quest'estate e che amo (che ha avuto oltre tutto una vendita di 50.000 copie sono in Italia. Se volete il titolo chiedete :3) ha come protagonisti questa ragazza, timida e semplice, e quest'uomo tormentato e enigmatico. La dea interiore è tutto ciò che lei non dice, esprime con varie azioni quello che la protagonista prova. È una sorta di secondo “io” che fa tutto ciò che lei non può fare al di fuori dei suoi pensieri.
Per quanto riguarda il capitolo: devo ammettere che Anzio, Roma e l'Italia in generale non credo siano le mete più ambite dai turisti giapponesi (nonostante tutto io amo la mia patria *^*) ma mi sembrava azzeccato come posto in cui passare le vacanze (sarà perché io vivo nella città eterna e quindi sono di parte u.u). Il mare romano fa cagare quello si ma non si può negare che Roma sia una bella città con un clima “accettabile” [non d'estate] (sei di parte u.u smettila di elogiare la tua città abbiamo capito nd voi).
Proverò ad aggiornare più velocemente ma siamo agli sgoccioli dell'anno scolastico e non so quando (né tantomeno quanti sono) dovrò affrontare gli ultimi compiti in classe. So solo che lunedì (I hate monday ò.ò) la prof di italiano riporta i compiti di letteratura e di storia *incrocia le dita * quindi speriamo in beeeneee.

 

Shadowkiss16: Ma ciaoo :D che bello un nuovo lettore :3 Si Vegeta come direttore ci sta decisamente bene u.u Yamcha è un povero sfigato e cercherò in ogni modo di fargli passare una vita di merda muahahahah ò_ò

 

Arla89: Io non lo definirei OOC anche perché Toriyama-sama non ci ha mai rivelato nulla o quasi sulla vita di Vegeta al di fuori dei combattimenti o comunque in situazioni intime quindi chi ci dice che non è veramente così?
Bra è tenerissima quanto pestifera xD nei prossimi capitoli ti ricrederai fidati xD
Una nota di angst ci vuole ogni tanto per spezzare un po' non credi? Mi dispiace per Bulma ma ho trovato l'ennesimo modo per mettere in risalto ma mediocrità del suo ex (che io odio profondamente u.u). Per Vegeta.. si diciamo che era tentato di andarlo a polverizzare ma poi ci ha pensato e ha capito che non ne valeva la pena, piuttosto continuava a prenderlo in giro :) (si sono cattiva xD)

 

Kpira: sono felice che ti sia piaciuto :3 Bra è una sorta di piccolo angelo con le corna: dall'aspetto dolce e carino con un carattere da far invidia a satana in persona e poi capirai perché ahahaha

 

StarDoll95: La piccola principessa di papà doveva venire al mondo prima o poi u.u Goku è Goku e per quanto stupido possa essere fa sempre morire dal ridere con la sua ingenuità.
Vegeta è il meglio del meglio: sexy, intelligente, enigmatico, stronzo e, quando si tratta di fare battute cattive, risulta anche molto simpatico ;)
Dovevo in qualche modo rendere il mollusco ancor più odioso di quanto non fosse già no? Altrimenti dove starebbe il mio tocco personale? u.u (Ti renderò la vita impossibile muahahhahaa *le fiamme avvolgono il suo corpo * nd AN Perchèèèè? Che ti ho fattooo? T__T nd Yamcha) E' stato un verme a sparire in quel modo e a pretendere che lei superasse un trauma del genere solo per il proprio piacere. Per fotuna è arrivato il nostro tenebroso principe che tratta la nostra Bulma come si deve u.u Il morso è una cosa che mi girava in testa dai primi anni che leggevo su questa coppia, non ricordo da quale FF ho tratto questa cosa ma mi è sembrata una cosa molto intima e personale degno di questa coppia così travagliata.
Non ti preoccupare! Quando puoi recensisci :3

P.S. la matematica non fa per me mi dispiace xD


Ringrazio anche i lettori silenziosi, chi segue, chi preferisce e chi ricorda <3
kiss
angelo_nero

 

 

  
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