Ma improvvisamente la ragazza smise di parlare e fissò un punto alla propria destra, in attesa.
- Ehi biondino! – esclamò una voce maschile.
- Cosa? – chiese Roxas, incuriosito.
- Ci credi nell’amore a prima vista o devo ripassarti davanti?- chiese il rosso con aria compiaciuta.
- Passami di nuovo davanti – rispose – Ma questa volta continua a camminare –
- Stramboide – mormorò Roxas mentre i suoi amici ridevano.
Da quel giorno Roxas non ebbe più pace, iniziò a incontrare quel tipo dappertutto.
Una volta accadde in stazione. Roxas era di fretta e non stava esattamente guardando dove metteva i piedi, con il risultato che andò a sbattere piuttosto violentemente contro il petto di qualcuno. Alzò gli occhi, balbettando delle scuse, solo per trovarsi davanti un giovane uomo con una ridicola massa di capelli rossi. Il tipo non sembrò minimamente turbato, né dalla botta ricevuta – che gli avrebbe lasciato per una settimana un grosso livido ovale sul petto – né dall’espressione infastidita che il viso dell’altro aveva assunto.
- Ti sei fatto male? – chiese invece – Quando sei caduto dal cielo, intendo… -
Roxas era in giro per il parchetto cittadino con suo fratello Sora e suo cugino Demyx. era una domenica particolarmente tranquilla e Demyx aveva deciso di convincerli ad andare ad ascoltare alcuni gruppi semisconosciuti che si sarebbero esibiti nell’enorme spiazzo erboso, dove era stato eretto un palcoscenico.
- Ehi, tu! – chiamò una voce sgradevolmente familiare.
- Cosa c’è? – chiese Roxas con voce impaziente, scoccando un’occhiataccia all’uomo.
- Non ci siamo già visti da qualche parte? – ghignò il rosso.
- Sì – rispose acidamente il biondo – È per questo che non ci vado più –
- Ma cosa voleva quel tipo? – chiese Sora.
- Mi piacerebbe saperlo! –
- È così poco originale – commentò Demyx – Se voleva davvero fare colpo avrebbe dovuto cantarti qualcosa, visto che siamo ad un concerto! –
Roxas era di pessimo umore: era appena stato bidonato dal professore con cui aveva prenotato un colloquio. Quel giorno ci mancava solo…
- Ehi, biondo! –
- Cosa! – ringhiò in risposta.
- Tuo padre è un ladro per caso? Perché ha rubato due stelle dal cielo e le ha me… -
- No, non è un ladro – interruppe Roxas con un pericoloso luccichio negli occhi – Però è un assassino. Vuoi vedere uno dei trucchetti che mi ha insegnato? –
- Whoa! – l’altro alzò le mani in segno di resa – Ci vediamo! – e se ne andò.
Roxas non era uno di quei tipi che la mattina si alzavano pieni di energie. Nessuna sorpresa dunque che quel giorno, in un bar insieme ad una sua graziosa compagna di corso, il biondo stesse fissando il suo cappuccino senza vederlo, ad un passo dall’affondarci il naso dentro e tornare nel mondo dei sogni. Dopotutto non erano neanche le otto…
- Devi essere davvero stanco… - cominciò una voce pimpante.
- … visto che sei stato nei miei sogni tutta la notte –
Per più di un mese Roxas continuò a credere che quel giorno fosse stata Yuna ad offrirgli la colazione.
- Ehi –
- Il mio nome è Axel. Memorizzalo, nel caso sentissi il bisogno di urlarlo più tardi –
- Certo, come no, lo terrò a mente –
- Andiamo, mi sono presentato, il minimo che tu possa fare è dirmi il tuo nome! –
- E parlando di nomi – proseguì Axel, imperturbabile – Se una delle tue gambe si chiamasse “Natale” e l’altra “Pasqua”, mi faresti trascorrere un bel periodo tra le feste? –
- Ma insomma, che vuoi da me?! –
- Conoscerti, biondo! –
- Certo, e il cielo è marrone –
- Può esserlo, durante una tempesta di sabbia! –
- Quindi tu cercavi di conoscermi usando battute squallide e banali? –
- Più il gesto è idiota più lascia un’impressione. Con me avrebbe funzionato –
- Beh, con me no! E avrei preferito essere lasciato in pace dopo il primo tentativo fallito –
- Oh – mormorò pianissimo, ma Roxas lo sentì lo stesso – Io credevo che… col fatto che mi rispondevi e tutto… che fosse un gioco anche per te… Io… scusa –
Ma il sollievo di Roxas non durò a lungo. Al contrario, con sua gran sorpresa, scoprì che gli mancavano le buffonate del giovane dai capelli rossi, i loro “botta e risposta”, il voltarsi e trovarselo davanti con quel ghigno strafottente ben stampato in faccia.
Invece no, ora Axel lo stava accuratamente evitando. Roxas ne era sicuro perché due giorni prima l’aveva incontrato di nuovo alla stazione, sul punto di entrare ne suo stesso treno, ma, avvistatolo, era sceso immediatamente ed era scomparso tra la folla, con gran sconcerto del biondo.
Roxas non riusciva a capacitarsi del senso di perdita che stava provando. E del senso di colpa ancora più forte. Davvero, quanto era stato scortese? L’aveva mandato a quel paese senza neanche presentarsi! Per la miseria, quella era la prima regola di buona educazione!
E poi… il biondo si vergognava ad ammetterlo, perfino a se stesso, ma Axel era molto affascinante, senza contare il debole di Roxas per i capelli rossi, purché fossero naturali e non tinti come quelli dell’amica di Sora, Kairi.
- Ah! Che casino! –
- Roxas? Che ti succede? –
- Niente, Olette, niente… pensavo al programma di un esame che devo preparare – mentì in fretta.
Entrarono nel pub designato e Roxas si accorse che un familiare giovane uomo dai capelli rossi era seduto al bancone, lo sguardo fisso nelle profondità del suo boccale di birra quasi finito.
Roxas fece cenno ai suoi amici di andare avanti e prese posto accanto ad Axel. Questi non alzò nemmeno lo sguardo.
- Senti, ehm… Axel, giusto? –
- Va bene, me lo merito. Siamo partiti con il piede sbagliato, ma… ecco, volevo rifarmi con te. Io sono Roxas –
Roxas sospirò e, rassegnato, diede mentalmente l’addio alla propria dignità.
- Ehi – disse allora – Hai dei bellissimi capelli. Ma sai come starebbero ancora meglio? Sparsi sul mio cuscino! –
- Se potessi riordinare l’alfabeto metterei “mi” e “ti” insieme –
Roxas si giocò il tutto per tutto.
- Sai cosa strizza l’occhio e scopa come una tigre? –
- D’accordo, Rocks-ass, ricominciamo! Ma solo se mi dimostri l’ultima affermazione! –
- Una cosa alla volta. Per il momento posso offrirti un’altra birra? –
Qualche mese di frequentazione dopo, Axel iniziò stabilmente a chiamare Roxas “tigre”.
FINE
Mi scuso con tutti voi che leggete per essere scomparsa per mesi e mesi dal sito. purtroppo ho cominciato un nuovo lavoro a tempo pieno e non è facile per me studiare allo stesso tempo. Quindi non ho avuto modo di scrivere qualcosa per settimane. Spero che questa piccola sciocchezza vi piaccia...