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Autore: daisys    22/03/2014    3 recensioni
Phoebe era sempre stata una ragazza normale, fino a quando, all'età di 17 anni un incidente stradale cambia per sempre la sua vita, in maniera irreparabile.
Ora ha 22 anni, sono passati 5 anni e lei è in grado di controllare il suo potere.
E questo la spinge a Beacon Hills.
Stiles Stilinski e suo padre sono i suoi unici parenti in vita.
E lei farà di tutto per proteggerli.
E quando incontrerà uno sguardo verde bosco capirà di poter ancora amare.
SOSPESA
Genere: Dark, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Derek Hale, Nuovo personaggio, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
Capitoli:
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Prologo
 
Soffoco.
Non respiro.
Annaspo in cerca d'aria, senza via di fuga da quel mondo oscuro.
So che è tutto un sogno, una visione, una mera illusione, ma non riesco a svegliarmi, rinchiusa in questo mondo di presagi e dolori.
Sento il mio corpo muoversi, in scatti veloci e senza senso, inutile tentativo di darmi un risveglio.
Ma ormai dovrei saperlo, non ci si può risvegliare, devo finire di vedere anche se non voglio.
Cerco di respirare con calma, di regolarizzare il battito, riuscire a trovare un punto fisso nella mia mente caotica, dove forme, rumori, colori e sensazioni si fondono in un tutt'uno, dando vita a una spettacolo bello quanto terrificante di immagini sfocate, che con lentezza esasperante diventano sempre più nitide.
Due figure indistinte che si fronteggiano incuranti di sguardi che li osservano.
Le metto ha fuoco, le fisso negli occhi.
Il respiro mi si blocca nuovamente, per poi iniziare ad affannare, un'oscurità bruciante mi si posa sul cuore, terrorizzandomi completamente.
Mi risveglio ansimando pesantemente.
Barcollando mi avvio nell'altra stanza, il mio studio dove con un pennello e colori in mano inizio a dipingere a scatti veloci, immersa nel trance ormai familiare, ma non gradito.
Dipingo con forza, concentrata solo sulla tela, di cui vedo tutto e niente, solo il buio e l'immagine fissa nella mia mente.
Chiudo per un secondo gli occhi, per poi riaprirli e osservare con chiarezza ciò che la mia mano ha dipinto.
Due animali si fronteggiano, in un testa a testa in una stanza bianca, pure e immacolata. Una volpe e un lupo entrambi voltati verso di me.
La volpe mi sconvolge.
Due occhi mi fissano, occhi familiari e un tempo amici, ora mi guardano con un ombra nera che li circonda.
Due pozzi d'ambra.
Stiles.
 
Capitolo 1- The nightmare
 
I want to hide the truth  //  Voglio nascondere la verità
I want to shelter you  //  Voglio proteggerti
But with the beast inside  //  Ma con la bestia dentro me
There’s nowhere we can hide  //  Non c’è posto per nascondersi
                                                           Imagine Dragons-Demons
 
Guido veloce, guardando il paesaggio che scorre sotto i miei occhi, cercando in fretta di arrivare in città e di fare una sorpresa a mio zio e a mio cugino, e nel frattempo assicurarmi che vada tutto bene.
Da quando due settimane fa ho fatto quel sogno un senso di inquietudine non ha fatto altro che albergare nella mia mente, ed anche ora che sono partita, diretta da ciò che rimane della mia famiglia, non mi abbandona, rimanendo lì fissa ed immobile, presenza costante e sgradita nella mia mente.
Il paesaggio cambia drasticamente, passando da una brulla autostrada,ai primi inizi di un bosco, che man mano, andando avanti non fa altro che infittirsi.
Spingo sull'acceleratore a tavoletta, andando in velocità sulla strada deserta.
Il bosco è silenzioso, niente si muove o fa rumore, l'unico suono è il rombo della mia auto, che veloce avanza.
Mi rendo conto solo in parte di di superare sfrecciando il cartello "Benvenuti a Beacon Hills" perchè nonostante l'incidente amo tutt'ora la velocità.
L'incidente ha si cambiato la mia vita, ma in un modo del tutto inaspettato, facendomi diventare qualcosa che preferirei non essere.
Rallento, visto che sono in prossimità della città, così da evitare di farmi arrestare per eccesso di velocità, e finire dritta dritta davanti a mio zio.
Controllo l'orario, e rendendomi conto che ha quest'ora Stiles è probabilmente a scuola decido di dirigermi li ed aspettare che esca.
Percorro rapida quei pochi isolati che mi separano dal liceo e arrivata mi parcheggio, posando per un attimo la testa sul volante, chiudendo gli occhi.
Sono stanca, dannatamente stanca, non riesco a dormire per più di tre ore di seguito da quando ho avuto quella visione, perchè non appena chiudo gli occhi essa si ripresenta e davanti a me si trasforma in scenari terrificanti, dove un solo elemento rimane comune, la pesante aria di morte che si percepisce in ogni singola immagine, stampata indelebilmente nella mia mente.
Anche se non voglio, e lotto contro la stanchezza i miei occhi si chiudono e il sonno prende il sopravvento.
Questo è un sogno, non una visione, ne sono sicura , perchè altrimenti avrei voglia di svegliarmi e dipingere ciò che ho visto, per dargli un senso.
Sono in un cortile e due figure indistinte parlottano a bassa voce, in maniera animata, e sono circondate da uno spesso alone scuro, che rende i loro tratti ancor più difficili da distinguere.
Poi accade qualcosa di strano.
Inclino di lato la testa, fissando incantata e terrorizzata l'ombra di una delle due figure ingrandirsi e deformarsi, fino ad ottenere una forma umanoide e mostruosa con lunghi artigli.
La vedo distendere le membra, per poi girarsi verso di me e cercare, in un tentativo aggressivo di afferrarmi.
L'artiglio, lungo e ricurvo sta per sfiorarmi ,per lambire la punta delle scarpe con il tacco.
Eccolo, arriva, si avvicina...
Poi un singolo sussulto, e mi ritrovo a sbattere le palpebre in maniera febbrile, cercando di scacciare via il sonno rimasto.
Allungo a tentoni una mano sul sedile di fianco a me, e prendo in mano una penna e il mio blocco da disegno dove faccio uno schizzo accennato dell'ombra, per poi indagare in seguito.
Guardo che ore si sono fatte e in fretta prendo gli occhiali dal cruscotto, per poi scendere e aspettare che Stiles esca.
Non ci vuole molto.
Una campanella suona e uno sciame di adolescenti esce in fretta per dirigersi alla propria auto.
Basta poco perchè anche Stiles esca.
Si avvicina in fretta , così diverso eppure così familiare, ma non mi nota neppure, a parte un occhiata distratta, per poi filare dritto alla propria auto.
Inarco le sopracciglia irritata, come può mio cugino non riconoscermi?
Ammetto che sono passati cinque anni, ma non dono poi cambiata molto, e dopo tutto sono la sua unica cugina.
Mi guardo nello specchietto dell'auto fissandomi con attenzione: i capelli molto più lunghi, che sfiorano il bacino, la figura più snella e gli occhi strani e inumani. Sono cambiata così dopo l'incidente e l'ospedale, ma non al punto da diventare irriconoscibile.
Sospirando mi avvicino alla macchina dove si è diretto Stiles, una jep azzurro puffo, che lui cerca, dopo alcuni tentativi, di farla partire.
Mi avvicino al lato del guidatore e busso leggermente al finestrino.
Mi cugino si gira e abbassa in contemporanea il vetro.
Abbasso gli occhiali e lo fisso ammiccante, con un sorriso appena accennato.
Lo vedo sgranare gli occhi e spalancare la bocca, in un impeto di sorpresa e felicità.
Rimane così imbambolato a fissarmi senza proferire parola troppo stupito per poter anche pensare.
<< Stiles, tutto bene? >> dice un ragazzo, di cui ammetto non essermi accorta minimamente.
Lo fisso analizzandolo.
Moro, carino e muscoloso, mascella leggermente inclinata e espressione beota stampata in faccia.
Stringo leggermente gli occhi, vedendo per un momento l'inquietante ombra di prima sovrapporsi al corpo del ragazzo
Scuoto il capo pensando a uno scherzo della luce.
Sorrido anche a lui e rispondo tranquilla.
<< Si, tutto bene >> dico sospirando << E tu, dimmi un pò Stiles, è così che si saluta la tua splendida cugina? >>
Vedo di sfuggita il moro sgranare gli occhi, perchè sono troppo concentrata nell'abbracciare mio cugino, che si è precipitato dall'auto per darmi un abbraccio dei suoi.
<< Phoebe, che ci fai qui? Cioè, non è che non ti voglio, ma non sei un pò troppo lontana da casa? Sono parecchie centinaia di chilometri in macchina, anche se posso capire il bisogno di vedere il super splendido Stiles >> dice con la sua solita parlantina instancabile, che faccio fatica a seguire.
Ma non mi distrae, appena si è staccato dal suo abbraccio stritolante ho subito notato i grandi cerchi scuri che gli circondano gli occhi stanchi.
<< Stiles, tutto bene? >> chiedo apprensiva, sentendo l'ombra sul mio cuore farsi più pressante.
<< Non preoccuparti >> risponde solamente, e sembra anche sincero, ma io so che sta mentendo, per me è un libro aperto,i suoi occhi non mentono.
Però faccio finta di nulla e sorrido.
Stiles mi ha presentato il suo stoico migliore amico, Scott Mcall.
Lo riaccompagna a casa, ed io li seguo con la macchina, poi proseguiamo fino alla centrale, dove mio zio è di turno.
Parcheggio, e mi rinfilo gli occhiali da sole, in modo da nascondere il colore innaturale degli occhi, intorno alla pupilla di un tenue dorato e intorno di un blu elettrico.
Scendo aspettando Stiles, che arriva portando un mazzo di fuori bianchi.
Sulle prime non capisco, poi mi rendo conto di che giorno è oggi.
Cerco di distrarlo e con passo baldanzoso mi avvio dentro l'ufficio.
E' pieno di scatoloni contrassegnati, quindi sento a malapena Stiles che si lamenta, troppo concentrata sui dettagli della stanza.
<< Heilà sceriffo, ha per caso intenzione di trasferirsi? >> dico sarcastica, sorridendo quando vedo il corpo dell'uomo sussultare al suono della mia voce.
Si tira su di scatto, e lui, mi rendo conto e l'unico in questa stanza ad essere rimasto sempre uguale.
Mi fissa un attimo sgomento, per poi stringermi in un abbraccio degno della famiglia Stilinski.
<< Tesoro, che ci fai qui? >> chiede allegro.
<< Bhe, avevo voglia di vedere il mio super zio e il mio ancor più figo e intelligente cugino >> rispondo tranquilla, poi sgrano leggermente gli occhi, guardandomi intorno e sentendomi mancare << Ho voglia di un thè, torno subito >> aggiungo in fretta, e mi defilo cercando di non far notare le vertigine e il senso di svenimento.
Cerco di respirare in maniera calma, e appena trovo un luogo appartato mi accascio a terra,chiudendo gli occhi.
E' una visione breve questa, ma abbastanza lunga da riuscire a stampare a fuoco nella mia mente l'immagine appena vista.
Prendo dalla borsa il mio blocco e una penne e con tratti decisi e veloci disegno ciò che ho appena visto.
Guardo il disegno e rabbrividisco.
Un incidente automobilistico.
Ma non è il mio, di questo sono sicura, ormai non lo sogno più, la mia mente è andata avanti.
Scuoto il capo per risvegliarmi, e lentamente mi alzo, per tornare verso l'ufficio dello zio.
Poco prima di aprire la porta mi fermo incuriosita dalla conversazione che sento avvenire all'interno.
<< Ho scelta? >> chiede mio zio << C'è stato un caso in particolare che non riesco a togliermi dalla testa, otto anni fa, quando diventai sceriffo, il mio primo incarico fu di avvisare un uomo che non solo la sua famiglia era morta in un incidente stradale, ma che il corpo di sua figlia di nove anni e stata trascinata via dai coyote >>
<> domanda Stiles.
<< Abbiamo trovato la macchina tre giorni dopo l'incidente, e i corpi all'interno erano pieni di morsi e graffi >>
<< Quindi pensi potrebbe essere opera di un licantropo? >> pronuncia mio cugino in maniera dubbiosa.
Mi si gela il sangue alla parola licantropo, ma non sono molto scioccata, dopo quello che sono diventata.
<< Forse >>
<< Anche i coyote lo fanno >>
<< Vero ma indovina che notte era la notte dell'incidente? >> dice lo sceriffo.
<< Notte di luna piena >>
Li lascio parlare qualche altro secondo, poi entro.
<< Allora, andiamo a casa, ho voglia di cucinare >>
 
                                                                                                  ***
 
Sono di nuovo davanti al liceo di Beacon Hills, ad aspettare che la campanella suoni per segnare l'inizio della pausa pranzo, almeno posso stare con lui.
Ieri, per la prima volta dopo anni, ho fatto una vera cena insieme alla cosa che più si avvicina alla famiglia per me.
Quindi ho deciso, che qualunque cosa minacci Stiles, io mi impegnerò a proteggerlo.
Mi incammino per la scuola verso il cortile, passando tra alunni e insegnanti, che a volte si girano, chiedendosi che sia questa ragazza dai tacchi altissimi.
Entro nel cortile, dove la maggior parte dei ragazzi si trova, ed inizio a scandagliare il luogo alla ricerca della testa familiare di mio cugino.
Lo trovo seduto ad un tavolo con il beota e un gruppo di amici piuttosto omogeneo, dove poco dopo si inserisce una ragazza asiatica.
Mi avvicino, cercando di ascoltare la conversazione e quando ci riesco rimango per un attimo stupita.
<< Credo di sapere di cosa parlate, è uno stato tra vita e morte, il "Bardo" >> spiega la ragazza asiatica.
<< E tu saresti? >> chiede una rossa, seduta al tavolo con aria diffidente.
<< Kira >> ribatte Scott << E' nella nostra classe si storia >>
<< E' uno stato tra vita e morte, in cui si possono avere allucinazione, che si possono vedere o sentire, e a volte vengono a farti visita divinità, buone o cattive >> spiega leggermente agitata, alternando lo sguardo a tutti i ragazzi seduti al tavolo.
Decido allora di introdurmi io, facendo un passo avanti e sedendomi vicino Kira.
<< Nel bardo la mente acquisisce un corpo fisico e mentale e può raggiungere qualsiasi luogo esso voglia. La vita nel bardo è fatta quasi sempre di sofferenze.E c'è un piccolo problema. >> spiego fissando i ragazzi seduti al tavolo.
<< Cosa? >> chiede una moretta seduta al tavolo.
<< Le visioni sono solo una parte, uno stadio >>
<< E' qual'è l'ultimo? >> chiede mio cugino fissandomi attento.
Lo fisso negli occhi, attentamente, con l'unica barriera dei miei occhiali a dividere i nostri sguardi
<< La morte >> pronuncio monocorde.
Vedo tutti i ragazzi al tavolo fissarsi con preoccupazione, come se la cosa li riguardasse.
Poi si riprendono e mi fissano, insistentemente oserei dire.
<< E ora tu chi diavolo sei? >> dice sempre la rossa stizzita.
<< Piuttosto, voi chi siete? Ditemi i vostri nomi >> dico come se non avessi sentito la ragazza, che ora mi fissa con odio.
<< Whoa, tranquilli, calmi, Phoebe, la rossa è Lydia, la mora è Allison e ricciolino è Isaac, Scott lo conosci e lei è Kira >> parlotta senza prendere fiato Stiles << Invece lei ragazzi, è mia cugina, Phoebe >>
Li guardo tutti con un sorrisetto stampato in faccia, mentre con la manina faccio ciao ciao.
Vedo ricciolino strizzare gli occhi, per poi fissarmi attentamente.
Inclina il capo, socchiudendo gli occhi in maniera strana, si avvicina a me fissandomi bene, sia per quanto riguarda il viso che il fisico.
<< Tu e Stiles siete davvero imparentati? >> chiede improvvisamente.
Faccio di si con la testa.
Sarà una lunga visita.
                                                                                                                                             
                                                                                                                                                ***
 
Accompagno Stiles e Scott allo studio veterinario della città, dove quest'ultimo lavora come assistente.
Mi salutano entrambi, e prometto di venirli a riprendere fra una decina di minuti.
Decido di scendere dalla macchina e farmi una passeggiata.
L'aria che si respira in questa città non mi piace, è satura di qualcosa che mi opprime il cuore e i polmoni, mi confonde la mente
Però sento anche di appartenere a questo luogo, per un qualche stupido motivo.
E' come una presenza costante, debole ma persistente, che mi richiama e mi ancora qui, attirando come una falena con la luce, una sirena con un marinaio.
E' qualcosa che mi spinge fuori da Beacon Hills, per i boschi, in una pulsazione del tutto selvaggia e animale, che fatico a comprendere.
Guardo l'orologio e mi rendo conto che è ora di andare da Scott e Stiles.
Cammino veloce per la strada e arrivata davanti lo studio fisso la facciata, che sembra avvolta da una patinata scura.
Dando la colpa agli occhiali me li tolgo e entro chiamando Scott e Stiles.
Dalla porta dello studio esce un uomo di colore, che mi guarda negli occhi e si ferma raggelato.
<< Mi scusi, son inquietanti vero? Aspetti, metto gli occhiali da sole >> dico frugando nella borsa, anche se è sera e non vedrò nulla.
<< Non si preoccupi, sono solo... insoliti >> ammette accennando col capo agli occhi.
Il veterinario continua a guardare i miei occhi con attenzione, quasi come se dentro ci potesse trovare le risposte cosmiche e filosofiche, tipo sapientino per gli adulti.
Poi come se nulla fosse si gira e fa per entrare nella clinica.
<< Solo una cosa, stia vicino Scott, Allison e Stiles, sopratutto Stiles >> dice girandosi di scatto verso di me e fissandomi di sbieco.
Sgrano leggermente gli occhi a questo piccolo consiglio.
<< E' quello per ci sono venuta >> ammetto tranquilla, fissandolo intensamente.
Poi lui sorride, non con un sorriso vero, ma con un sorriso tutto misterioso del tipo io-so-cose-che-tu-non-sai.
<< Scott e Stiles sono già fuori con lo sceriffo >> e dopo questo indica la porta con il mento << Arrivederci >>
<< Arrivederci >> sussurro a nessuno in particolare.
Faccio inversione di marci sui miei tacchi ed esco nuovamente fuori dove Stiles, mio zio e Scott mi aspettano.
<< Phoebe, porta Stiles a casa, io accompagno Scott >> annuncia mio zio appena mia avvicino.
Con un segno del capo do il mio consenso e ci incamminiamo, io con la mia auto sportiva e lui con la jep puffo, e arriviamo sani e salvi a casa.
Io salgo e vado nella camera che mio zio mi ha dato per tutta la durata del mio soggiorno non previsto a Beacon Hills.
Mi spoglio e mi addormento quasi subito, per la prima volta dopo diverse notte riesco a dormire, almeno finchè non mi sveglio, per poche ore.
Soltanto che a mezzanotte sento Stiles uscire e sgattaiolare fuori casa, così senza pensarci lo seguo.
Si incontra con Scott, e si inoltrano nel bosco con me alle calcagna.
Arriva al luogo di un incidente, probabilmente quello di cui parlava mio zio oggi, quando, un coyote, e per coyote intendo il canide che assomiglia a una volpe marrone appare e diamine, vedo Scott fare uno scatto mostruoso per raggiungerlo.
Scott non è umano.
E Stiles ne è perfettamente consapevole.




Scleri e spiegazioni post-capitolo
Allora, Io sono IoNessuno e questa è la prima storia su Teen wolf che pubblico.
Amo seriamente il telefilm e la mia coppia preferita è la Sterek, però sono una frana a scrivere scene slash, quindi beccateve una Het con Nuovo persinaggio/DerekilpiùficoHale -.-
Allora come si è capito il mio personaggio è Phoebe, cugina di Stiles e unico parente oltre al padre, e lei ha un dono, che verrà spiegato meglio nei prossimi capitoli.
Il primo capitolo segue in tutto e per tutto il primo episodio, leggermente riassunto, tranne le scene in aggiunte da me.
Dai prossimi capitoli la storia di distaccherà dagli episodi non tanto per trano quanto nell'inquadramento dei personaggi.
Ho scritto questa storia per la batosta della morte di Allison, quindi chi vuole è pregato di disperarsi con me.
Questo è il mio gruppo facebook:
 https://www.facebook.com/groups/483107111717601/
Spero in una piccola recensione, che mi farebbe molto molto felice.
Il prossimo capitolo sarà pubblicato sabato prossimo.
Fatemi sapere cosa ne prensate.
                                          IoNessuno
   
 
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