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Autore: Minga Donquixote    22/03/2014    0 recensioni
Cosa succede se due ragazze, amiche per la pelle, vengono trascinate in un mondo fuori da ogni schema?
Francesca e Claudia alias Akemi e Hoshi si troveranno a confrontarsi con un'universo completamente diverso da ciò che si aspettavano.
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E' la mia prima fiction T.T Siate clementi *3*
Ps: Metto la fanfiction in Gender Bender perchè le due protagoniste saranno le forme femminili di Yukio e Rin (ma che ovviamente saranno presenti anche gli originali).
Genere: Avventura, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mephisto Pheles, Nuovo personaggio, Rin Okumura, Un po' tutti, Yukio Okumura
Note: Lemon | Avvertimenti: Gender Bender
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Akemi, rannicchiata in un'angolo della cella, si rifiutava di girare lo sguardo certa che qualunque occhiata che avrebbe incrociato fosse carica di disgusto o paura. Non voleva fare male a nessuno, come sempre. E invece, come sempre, aveva provocato dolore a qualcuno e stavolta era toccato alla sua migliore amica. Cosa sarebbe successo se si fosse presentata alla porta del suo dormitorio? Sicuramente l'avrebbe cacciata o avrebbe chiamato degli esorcisti.
Pensò a come poteva comportarsi con Rin o con Yukio. Di come scusarsi con Shura ed Angel. 
Ma la peggior cosa era che non era riuscita a far del male alla persona che più l'aveva mandata in bestia e ferita. Le aveva sorriso anche quando, soggiogata dal medaglione, l'aveva trafitto.
Poi ricordò di aver fatto del male a tutti gli esorcisti in sala e si disse che non sarebbe nemmeno uscita viva da quel posto. Sarebbe stata giustiziata. Sarebbe morta...
Posò la fronte sulle braccia e chiuse gli occhi tentando di non dare retta a simili problemi. Sarebbe successo tutto in pochi minuti, se non in pochi secondi.
Si era convinta così tanto che lo scatto della serratura non la fece minimamente smuovere. "Sarà...doloroso?"
"Cosa?" chiese la voce alle sue spalle.
"Non prendermi in giro. Verrò uccisa!" sussultò sentendo la mano di Mephisto premere sul suo avambraccio fino ad alzarla in piedi.
La giovane mantenne lo sguardo basso tentando di non incrociare quello dell'altro nonostante i continui strattoni e richiami. "Hoshi mi odierà...riderà mentre mi taglieranno la testa"
"Nessuno taglierà la tua stupida testa vuota" gli ringhiò contro guardandola storto.
"Già, sono una stupida. Appena trovo qualcosa a terra lo prendo...come posso avere la fiducia degli altri?!" si chiese ad alta voce puntando lo sguardo sulle ginocchia impolverate.
"Tutti possono riporre fiducia in te soltanto che perdi facilmente le staffe" la tranquillizzò Mephisto poggiandola con le spalle al muro ma il suo sguardo era basso e arreso.
"Mi chiedo...cosa succederebbe se morissi qui. Forse ritornerei a casa...forse potrei trovare una soluzione."
"E se così non fosse?" gli chiese allarmato vedendola sorridere di nascosto. 
"Morirei e basta." 
Uno schiaffo. La guancia che si colora lentamente di un leggero rossore. Tutte le parole e i pensieri scomparsi in un semplice gesto. "Ti sei calmata?"
Akemi alzò lo sguardo chiaro su quello solcato da profonde occhiaie di Mephisto. "S-Si, grazie" mormorò posando una mano sulla parte lesa.
Il demone le prese la mano che si era posata sulla guancia e la strinse. "Andiamo" le disse conducendola verso l'uscita della cella.
Appena uscì da quello spazio angusto le guardie puntarono i loro occhi verso la figura tremante di Akemi che continuava a tenere ben stretta la mano di Mephisto.
"La lasciano andare?"..."è un pericolo per il Vaticano!"
Akemi tentò di non guardarsi intorno ma la tentazione fu troppa e si trovò centinaia di occhi addosso mentre attraversava la sala. Molti esorcisti si erano affacciati verso il basso dal secondo piano e guardavano con disprezzo la ragazzina. Parlucchiavano e indicavano con colpevolezza la corvina.
Quelli invece accanto a lei si limitarono a guardarla male e a spostarsi al suo cammino.
Allentò un po' la presa sulla mano dell'altro ma sentendolo ancora stringere la sua conducendola velocemente verso l'uscita. 
Forse anche lui...ascoltava quei mormorii fastidiosi.
L'unica cosa che volle fare era uscire il prima possibile da quel posto per andare a rintanarsi nella sua camera, chiudendo luci e finestre e isolandosi dalla vita reale.
"Va tutto bene" Mephisto fece tornare l'attenzione della ragazza su di se. Akemi rimase un momento scossa sentendo il braccio destro incredibilmente stanco. 
Senza accorgersene si era bloccata proprio sulla soglia della camera e la sua mano era scivolata via da quella del più grande. "Siamo fuori. Ci manca poco"
"Hoshi...che senso ha se esco da qui e Hoshi non vuole più vedermi?!" chiese ad alta voce. Era più una domanda a se stessa che a Mephisto.
Fece un leggero passo indietro e si strinse i pantaloncini di jeans neri. "Voglio scomparire" sussurrò agitando la testa.
Mephisto la guardò con un pizzico di comprensione e compassione, poi, lentamente si avvicinò a lei prendendola per le spalle. "Ti porto da una parte" 
Gli occhi blu si puntarono su di lui e annuì seguendolo fino ad una porta. Il demone prese un mazzo di chiavi e con una delle tante aprì la serratura aprendo la porta e facendo passare Akemi per prima.
Quando alzò lo sguardo Akemi si ritrovò davanti una distesa di verde sul quale erano situate diverse pietre con dei nomi incisi sopra. "Mi hai portata in un cimitero? Mi vuoi seppellire viva?" chiese sinceramente preoccupata.
"Odio scavare buche e non sono dell'umore giusto. Vieni" ironizzò dicendole di seguirlo.
I passi ovattati per via dell'erba folta presto cominciarono a schioccare a causa del fango lì intorno. Akemi sembrava prendere ogni pozzanghera schizzando acqua sporca sopra le lapidi.
"Vuoi fare attenzione?! Cavolo, non hai rispetto" sbuffò Mephisto camminando più avanti e fermandosi davanti ad una lapide molto alta sulla cui sommità vi era stata incisa una croce di pietra.
Akemi prese ad agitare uno stivale liberandosi dalle scure macchie e si avvicinò velocemente al viola, affiancandolo e guardando la pietra.
"Shiro Fujimoto" sussurrò lei piegandosi inginocchio sul terreno coperto dal marmo grigio e freddo. Passò un dito sulla scritta solcata nella grande lapide. "Mi hai portata alla fine-" una folata di vento le fece gelare le parole sulle labbra e si circondò velocemente le spalle con le braccia, tremando.
Le avevano requisito il mantello perchè ritenuta traditrice e in quel momento si trovava in costume. Decisamente scomodo e inappropriato in quel posto.
Mephisto si slacciò il bottone del mantello e lo sistemò sulle spalle della giovane. "Ti ho portata qui perchè...beh, per raccontarti una cosa"
Fece comparire una sedia dal nulla e vi si poggiò sopra. Akemi lo guardò con le palpebre socchiuse dandogli mentalmente del cretino. "Cosa?"
"Ricordi il terzo giorno? Quando ti avevo accompagnato alla prima lezione e tu mi dicesti quella frase?" chiese il demone non spostando lo sguardo dal nome sulla lastra.
"Quale?" chiese lei sfilandosi gli elastici da entrambi i codini facendo ricadere i lunghi capelli neri lungo le spalle.
"Questo dimostra la tua scarsa memoria" sbuffò il tedesco ricevendo un'occhiataccia da parte della diretta interessata. "Intendevo quando mi dissi che Shiro Fujimoto mi aveva accettato per quello che ero" le ricordò.
Akemi si guardò le mani e le sfregò alitandoci sopra. Stava morendo di freddo. "S-Si...e quindi?" chiese sbrigativa.
"Avevi ragione. Lui è l'unico uomo ed esorcista che ha saputo prendermi" appena puntò lo sguardo su di lei notò che aveva uno sguardo malizioso e lo colse di sorpresa. Appena notò quel che aveva detto arrossì un po'. "Non è quello che pensi te, maniaca" tossì.
Akemi ridacchiò girando la testa verso la lattina di birra situata accanto alla foto di Shiro. 
"Il fatto è che nonostante io abbia torturato e ucciso ogni tipo di essere umano...lui ha saputo accettarmi e farmi entrare nella comunità." lo sguardo dell'uomo si accigliò e picchiò un piede a terra quando un pensiero gli sfiorò la mente.
"Capito" annuì la studentessa agitando la coda e chinandosi a baciare il nome dell'ex Paladin. "Sei stato davvero fico" sorrise mostrando i canini e tese un pugno in avanti poggiandolo contro la lapide.
Dopo qualche minuto di completo silenzio Akemi si alzò e si spolverò per bene camminando verso Mephisto e tendendogli il mantello bianco. "Hai pianto?" gli chiese d'improvviso mentre lui andava ad afferrare l'altro lembo del completo.
"Come?" chiese infatti, non capendo appieno. 
"Ti ho chiesto se hai pianto...alla sua morte" mormorò scoccando l'ultimo sguardo all'immagine incorniciata di Shiro. 
"Certo che no. Per chi mi hai preso?! Non sono mica un moccioso come te" alzò un sopracciglio, offeso dalla domanda di lei. 
"No. Non si tratta di essere grandi o piccoli. Piangere è umano, tutto qui." gli rispose neutra.
Quando gli occhi di Mephisto si posarono sulla sua figura, allora lei si concesse di sorridere per un istante. "Io...voglio sparire da qui" gli rivelò poi prendendo la katana dal mantello di Mephisto e mettendosela in spalla.
"Sparire?" chiese quello sistemandosi il lungo mantello alle proprie spalle.
"Si, dì a Hoshi che mi mancherà" e con fierezza prese a camminare verso la fine del cimitero seguita da Mephisto. 
"Sei una stupida" gli sibilò stringendogli la testa in una mano e alzandola senza sforzo. 
La ragazza prese a dimenarsi come faceva sempre, tentando di assestare calci e pugni a non finire ma con scarso successo. "Come posso considerarti un'adulta se non affronti i tuoi problemi, èh?" 
Nella voce del demone ci fu una leggera inclinazione dovuta forse alla rabbia. "Pensi che scomparendo dalla vita di tutti quelli che ti sono amici tu risolva qualcosa?!"
Akemi si afflosciò lentamente guardando il demone con occhi sbarrati. "Non pensi che potresti fare più del male a qualcuno scomparendo?! Non pensi che potresti mancargli?!"
Quando Mephisto si accorse di aver parlato troppo puntò i piccoli occhi verdi in quelli scioccati della demone che si era letteralmente immobilizzata. Un lieve rossore andò a imporporare le guance del più grande che mollò subito la presa sulla testa di lei facendola cadere in piedi.
"Q-Questo non ha nulla a che fare con-"
"Si, hai ragione" ridacchiò grattandosi la testa, lievemente imbarazzata. "Dannazione, farmi fare la predica dal mio nemico. Sono caduta davvero in basso. Dopotutto, non posso mica lasciare Hoshi nelle mani di voi stupidi"
Il viola aprì la bocca per parlare di nuovo ma le lunghe dita della ragazza andarono a toccare le labbra dell'altro intimandogli di tacere. "Va tutto bene. Sono abituata alle tue offese però...adesso...cerca di non dirle...okay?" sussurrò guardandolo seria.
"Io non-" tentò di parlare ancora ma le dita pressarono ancora. 
"Okay?" chiese di nuovo la corvina spostando la mano e lasciando cadere il braccio lungo un fianco.
"Okay" asserì guardandola girarsi e incamminarsi di nuovo verso l'uscita.
Il vento le faceva volare i capelli lisci da una parte e la camminata non era più sciatta e privi di grazie, bensì decisa e sicura di se. Era quasi uno spettacolo guardarla. Mephisto si passò le dita sulle labbra, proprio dove prima erano state quelle della ragazzina. Un movimento lo fece destare e scoccò uno sguardo dietro di se fulminando la figura dietro una lapide. Fece per andare verso di essa ma un richiamo di Akemi gli fece cambiare idea e prese a raggiungere velocemente l'altra.
La figura nel frattempo ridacchiò girandosi tra le dita il medaglione celeste facendolo balzare in aria per poi lasciarlo ricadere nel palmo della mano. "Quindi...pensi davvero che Akemi Heiwa stia cambiando qualcosa?" chiese una voce maschile e sensuale.
"Certo che si, pelato! Anche se questo scherzetto ci è costato quasi la vita" sbuffò la donna gettando a terra la pietra e pressando la punta della spada su di essa.

Il giorno dopo Akemi tentò di alzarsi ma il ricordo del giorno prima le aveva impedito di uscire di casa. Decise di rimandare le spiegazioni per quel giorno e chiese a Mephisto di rimanere a casa per tutto il giorno a patto che non avrebbe fatto casini.
Il giorno dopo si ripetè la stessa, e il giorno dopo e quello dopo ancora finchè non passò un'intera settimana dove non aveva fatto altro che alzarsi dal letto alle 12, prendersi un Kimono comodo, mangiare e giocare alla play o a vedere qualche Anime lasciatogli da Mephisto sotto sua richiesta. 
Il patto che avevano fatto tempo prima era stato annullato dalla stessa persona che lo aveva stabilito. Senza spiegazione aveva rotto il regolamento dicendole che se avesse voluto salutarlo o fargli un piacere l'avrebbe deciso solo lei.
Il Martedì della settimana dopo Mephisto andò nella stanza di Akemi e sgranò gli occhi. Le finestre erano serrate e coperte dalle lunghe tende scure, a terra vi erano panni e calzini di ogni tipo e colore e sul letto e sui tavolini vi erano cartacce e vassoi di cibo consumato.
"O ti dai una svegliata o ti dai una svegliata" ringhiò entrando nella stanza e aprendo le finestre con uno scatto deciso facendo piombare nella stanza una forte luce.
Akemi gemette di dolore e andò a nascondersi sotto le coperte. "Ma che ti prende ora..." sbiascicò chiudendosi in una palla e afferrando forte una manciata di stoffa.
Mephisto calciò tutti i vestiti in un'angolo e con uno schiocco di dita facendo scomparire i contenitori di tutte le schifezze con cui si era ingozzata. Quando avvistò quel che stava cercando da tutta la mattina gli venne un'infarto.
Il CD dell'episodio 11 di Puella Magi Magoka Magica era lì, senza custodia, lasciato a terra o forse anche lanciato, prima circondato da bicchieri di qualche bevanda...spezzato in due. "Tu!" ruggì afferrando le coperte e sfilandole velocemente lasciando la ragazza alla mercè della luce.
"AHHH, bruciaaa!" urlò contorcendosi come un lombrico e cadendo giù dal materasso, sbattendo la terra contro la moquette.
"Potevi restare a casa, goderti le giornate nella pacchia più completa, giocare e mangiare a volontà a patto che non avresti rotto nulla..." ringhiò in preda alla rabbia più cieca prendendo tra le mani tremanti i due pezzi del CD.
Akemi, alla vista, sbiancò letteralmente. "Sai che c'è? Me ne frego dei tuoi problemi! Ora tu sistemi, ti lavi, ti cambi e vieni come in Accademia! Sia dannato se ti lascio di nuovo a casa da sola!" urlò irritato uscendo dalla stanza a grandi falcate e sbattendo la porta.
Akemi sbattè le palpebre un paio di volte poi crollò sul pavimento.
Dopo un paio di minuti scese in salone, in divisa scolastica e con la katana in spalla, sorridente e con i capelli che le dondolavano a destra e sinistra ad ogni passo. "Ho fatto tutto quel che mi hai chiesto, Me...phi...sto" sussurrò a scatti alla fine guardando il diavolo tentare di riattaccare il Cd.
"Ooooookkkk" sussurrò cominciando a defilarsela lentamente e in punta di piedi.
"Ferma lì, tu!" la bloccò Mephisto puntandogli contro un dito accusatore.
Akemi tremò prendendo a correre verso il portone di casa quando Mephisto la afferò per un braccio spingendola sul divano e bloccandola col proprio corpo. "Togliti! Togliti! Non puoi uccidermi solo per quel CD!" gridava dimenandosi.
Il viola , con un tic nervoso all'occhio, portò le mani della ragazza sopra la testa, bloccandogli entrambi i polsi con una mano e le bloccò i movimenti inserendo una gamba tra le sue semi aperte.
"Come pensi di risolvere questa situazione?" sorrise sadico vedendo la paura inondare gli occhi marini di lei.
"Puoi comprarlo, no? Non ti chiederò più Manga Yaoi per tre settimane, va bene?" sorrise provando a tentarlo con un nuovo patto. 
"Non fare la furba con me" le sussurrò aumentando la stretta ai polsi fino a farle male.
Akemi chiuse un occhio tentando di liberarsi una mano ma quando non ci riuscì, disperata si alzò un pochino mordendogli il naso.
Il demone arretrò mettendosi la mano sulla parte ferita notando con sollievo che non sanguinasse. "Piccola..."  
Akemi, ancora confusa dal gesto avventato, era rimasta pietrificata sul divano e solo quando notò che Mephisto si stava riavvicinando si era alzata di scatto.
Prima che potesse fuggire di nuovo, il preside la prese per i fianchi fiondandola nuovamente sui cuscini. "Eddai! Non so che altro fare!"
Il demone le sollevò il mento e sul viso si aprì una smorfia, simile ad un sorriso malizioso. "Potresti pagare in natura, non mi offendo mica" 
Akemi prese ad arrossire sempre di più, scuotendo la testa, impaurita e vergognosa. Lo sentì avvicinarsi e istintivamente tese le manid davanti a se tentando di bloccare il corpo del più grande e quando notò di non sortire nessun effetto chiuse gli occhi.
Mephisto la guardò tremare appena e chiudere di colpo gli occhi. Con sguardo divertito ma allo stesso tempo irritato sfiorò una guancia della ragazza con le labbra, poi si tirò su "Scherzetto" sussurrò.
La demone sgranò gli occhi, ora decisamente scarlatta, e osservò come Mephisto si alzava e avviava verso la porta di casa. 
Prima che si alzasse del tutto da lei era certa di aver sentito un "Ragazzina..." appena accennato.
"Forza, prenditi la giacca. Si va in Accademia" Akemi annuì prendendo la giacca del completo che aveva lasciato sulla sedia e la katana al lato del divano. 
"Smettila di fare questi scherzi idioti" lo ammunì dandogli una sonora pacca sul cappello.
Quando furono entrambi pronti, entrarono nella macchina nel più completo silenzio sperando che quella giornata passasse il più velocemente possibile.




 

Fossa Autrice

Finalmente si ragiona ^^ Ecco un po' di accenno di Mephisto x Akemi :3 Lo so, è un sacco di tempo che non aggiorno ma con la fine della scuola che si avvicina e 3 materie da recuperare...sapete, è un po' un problema :D
Spero vi sia piaciuto anche questo capitolo.
Ci rivediamo...boh, quando riuscirò a scrivere T.T
Ciaooo
 
  
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