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Autore: Saintazi    22/03/2014    0 recensioni
La semplice storia di Hidetsugu Hokkai, ragazzo che, seppur refrattario alla guerra, si troverà catapultato in un mondo di dolore e angoscia che lui stesso non avrebbe mai desiderato, tra segreti di antiche civiltà, tradimenti, la scoperta della propria famiglia sotto punti di vista mai presi in considerazione e l'amore.
L'adolescenza di un ragazzo che è cresciuto troppo in fretta e con la spada in mano.
Genere: Avventura, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Hide, a tavola!   
-Un secondo, mamma! Finisco la partita!
Una scena normale, nella terra di Anaxalia. Hidetsugu è un ragazzino vivace, ma adora gli scacchi. Lo fanno sentire molto intelligente, quindi organizza spesso partite o tornei con i suoi amici. Purtroppo non molti amano gli scacchi, quindi finiscono sempre per giocare in tre. Questo non vuol dire che Hide (lo chiameremo così, molto più veloce direi) giochi solo a scacchi, oh no! È anche un grande sportivo, ama la corsa e pratica il Karate da 3 anni. Passa molto tempo con i suoi amici, che sono tanti, è un ragazzo molto simpatico,  disponibile, sensibile e generoso. Un ragazzino quasi perfetto, anche se a vederlo è perfettamente uguale agli altri, alto circa 1,60 m, con i capelli di un nero incredibilmente profondo (molti lo paragonano allo spazio interstellare, e non è del tutto sbagliato) e gli occhi ancor più neri. Quando ti guarda male, ti senti gelare il sangue nelle vene. È difficile che Hide ti guardi male, come abbiamo già detto non ha motivi per arrabbiarsi, ma nei rari casi in cui è successo, dicono addirittura che le persone adiacenti si siano sentite male. Ma torniamo al nostro Hide. È membro di una famiglia discretamente ricca, non fanno il bagno nell’oro ma sicuramente non se la passa male. Suo padre è una persona stimata da tutti, a capo di una grande azienda. È strano, il padre di Hide è una persona bonaria, non farebbe male a una mosca, ma è il padrone di una delle più importanti associazione di fabbri di tutta Anaxalia. Le sue spade sono tra le migliori in assoluto, e vengono prodotte sia in serie che in modelli personalizzati. Bunjiro (il padre di Hide) preferisce però che il lavoro rimanga completamente separato dalla famiglia. Tutti sanno che lontano dalla piccola città in cui vive Hide c’è in corso una grande guerra, tra il Regno di Anaxalia e un regno confinante, ma è una questione che va avanti da anni ormai, e la gente ci ha fatto l’abitudine.
-Era ora, Hide! Il cibo si sarebbe raffreddato se non fossi arrivato subito!
-Tetsuya è bravo agli scacchi, mamma, ci ho messo un po’, perdonami.                  
-Non dovresti perdere così tanto tempo su quello stupido gioco, Hide. Servono i muscoli, le spade, per essere utile al paese, non certo una scacchiera- Disse il fratello maggiore di Hide, Eien.
Eien era sempre stato un ragazzo manesco. Di 9 anni più grande rispetto a Hide, aveva appena compiuto la maggior età e si apprestava ad arruolarsi nell’esercito. Generalmente Hide ed Eien andavano abbastanza d’accordo, ma quando si toccava il tasto ‘’guerra e affini’’ Eien rinfacciava sempre a suo fratello la totale mancanza di passione per le armi. Hide rispondeva sempre con un ‘’Tanto io non combatterò’’. Eien fisicamente era un gigante. Altissimo, pare toccasse il metro e novanta, e incredibilmente muscoloso, era molto abile nel combattimento con le spade. Non è mai andato molto bene a scuola, passando molto tempo a casa ad allenarsi nel Kendo piuttosto che a studiare. Pareva proprio che l’esercito fosse perfetto per lui, a condizione che si impegnasse a mantenere una certa disciplina.
-Beh, potrei sempre darla in testa ai nemici, sempre che vengano qui.                                                                      
–Non dire sciocchezze, devi addestrarti, e in fretta. L’esercito non aspetterà per sempre. Cosa succederebbe se qualcuno venisse qui e io fossi lontano? Chi difenderebbe il paese? Nessuno, ecco chi. In questa stupida cittadina nessuno capisce che è necessario imparare a combattere. Tutti a lamentarsi, la guerra, la guerra, ma nessuno muove un dito, mentre al fronte i soldati muoiono squartati dalle spade. Io non seguirò certo la massa, statene certi!
Detto questo, sbattè un piatto pieno di minestra per terra e corse in camera infuriato.
Non era la prima volta che succedeva, pensò Hide. Più volte aveva cercato di fargli capire che in battaglia è necessaria anche la strategia, ma Eien non aveva voluto sentire ragioni. La guerra si combatte solo con la spada, gli aveva detto Eien. Hide però era affettuoso e premuroso, e sapeva che se Eien fosse andato in battaglia così non sarebbe durato molto.
Dopo pranzo,  Hide corse a giocare fuori. Era in vacanza, la scuola era finita già da un po’, e per i ragazzi del paese era ora di riposarsi. Hide adorava le vacanze. Non come gli altri ragazzi, che aspettavano la fine della scuola solo per uscire a divertirsi lui aspettava le vacanze soprattutto per poter coltivare liberamente le sue passioni. Passava molto tempo sugli scacchi, combattendo contro il suo maestro, giocando nei prati.
Hide si diresse subito al parco. Più volte pensava a quanto bello fosse il suo paese. Non era grande, ma in quella conca tra le montagne si godeva di una vista spettacolare. Il verde era dappertutto, gli alberi crescevano addirittura sopra le case, creando un effetto verticale molto piacevole alla vista. Nel boschetto vicino si facevano partite di nascondino fantastiche, gli alberi e i cespugli offrono fantastici ripari e coperture. Hide era bravo a nascondino, agile ad arrampicarsi sugli alberi e veloce a nascondersi. Chissà se anche Eien si divertiva a nascondino oppure ha sempre pensato alla guerra e all’addestramento. Hide se lo chiedeva spesso, e gli dispiaceva l’idea che suo fratello non avesse avuto un’infanzia felice, come lo era la sua. Immerso in questi pensieri, Hide era arrivato al parco, e si unì alla sua compagnia per una sfida di lotta. Lo facevano spesso, come fossero dei gatti che lottando per gioco imparano a farlo davvero. Hide vinceva spesso, il suo addestramento marziale lo avvantaggiava non poco, ma gli era capitato di perdere. Oggi doveva affrontare Onizuka, uno dei suoi amici più forti in assoluto. Onizuka aveva studiato Judo per un po’, quindi sapeva fare delle prese molto efficaci, che contro i pugni diretti su cui il Karate di Hide fa perno erano micidiali.
Tutto il gruppo si sedette attorno al cerchio di pietre dove si svolgevano gli incontri. Onizuka e Hide, entrambi con gli insegnamenti delle arti impresse nella mente, si prepararono all’incontro e celebrarono il Rei, dopodiché si misero in posizione e aspettarono il via. Appena il 3 scattò, Hide si mise in una posizione di guardia. Sapeva bene che Onizuka avrebbe bloccato ogni sua offensiva, quindi si preparò a contrattaccare. Onizuka scattò in avanti tentando un approccio, Hide ruppe la sua guardia e si scansò velocemente verso destra, pronto a sferrare un Age-tsuki. Si rese conto troppo tardi che Onizuka aveva effettuato una finta, gli afferrò il pugno e lo ruotò violentemente, causando a Hide un forte dolore e sbattendolo a terra. Subito effettuò una tecnica di sottomissione, mettendo fine al primo round. Hide amava combattere contro Onizuka, era uno dei pochi che riusciva a metterlo in difficoltà. Si concentrò, sputò a terra e si rimise in posizione. Allo scoccare del secondo round, decise di prendere l’iniziativa: scattò in avanti con un deciso pugno Jodan, dato che Onizuka non conosceva tecniche di protezione alte così veloci, colpendolo in pieno. Mentre Onizuka  era stordito, riprovò con un Age-tsuki, che lo colpì in pieno mento. Onizuka però prima che Hide avesse finito il movimento si abbassò e gli diede una violenta spallata, facendolo volare a terra, e provò a finirlo in maniera non usuale: dopo aver osservato Hide, provò un pugno volante discendente, mirato alla pancia. Hide riuscì a prevederlo, si scansò appena in tempo, si rialzò in fretta e mentre Onizuka era ancora in aria sferrò un violento Yoko-Geri, che lo fece ritornare a terra, e provò a finirlo con un potente Gyaku Mawashi Geri mirato al braccio, che stava già scattando per bloccare il colpo, ma Hide riuscì a rompere la guardia provocando una leggera distorsione a Onizuka. Infine prendendo una leggera rincorsa, eseguì un potentissimo Mawashi Tobi Geri, sbattendo Onizuka a terra. Il secondo round era stato vinto da Hide, quindi rimaneva solo l’ultimo. I due erano tesi. Chiaro, anche se è uno scontro amichevole non è bello perdere! Si misero in posizione. I loro amici attorno facevano un chiasso incredibile, con urla e battendo le mani. Incredibile che i due combattenti riuscissero a rimanere concentrati nonostante quel baccano. Ecco il via. Hide e Onizuka rimasero a guardarsi per circa 30 secondi, dopodiché Onizuka prese l’iniziativa. Eseguì una veloce spazzata, che Hide schivò facilmente saltando. Onizuka, però, ne eseguì subito un'altra, in successione, colpendolo mentre ricadeva. Hide stava per cadere, quando si appoggiò sulle braccia, si rialzò velocemente per eseguire un velocissimo montante, che colpì Onizuka sotto il mento, facendogli sputare sangue. Mai erano arrivati a questi livelli. Cercò il raddoppio eseguendo dei potenti Heiko-tsuki, puntando al punto solare, ma Onizuka si scansò velocemente giusto in tempo, facendo perdere l’equilibrio a Hide. Con un elegante colpo al collo lo fece cadere a terra, facendogli sbattere la faccia. Hide aveva perso.
Non era la prima volta che succedeva, contro Onizuka. Mai erano arrivati al terzo round, però, e mai raggiungendo simile violenza.
-Bravo, Hide.
Strano, Onizuka non si complimentava mai.
-Davvero, questa volta ho messo in conto la mia sconfitta. Ce l’avresti potuta fare.  
- Oh, Beh… grazie… non so cosa dire.      
- Non devi dire niente, d’ora in poi hai il mio pieno rispetto. Se hai bisogno di qualcosa, fammi un fischio, mi raccomando!                                  
Hide era stupefatto e un po’ perplesso. Non gli sembrava l’Onizuka prepotente e violento che gli avevano sempre descritto. A Hide sembrava piuttosto un tipo piuttosto sportivo… sicuramente avrebbe provato a frequentarlo di più, d’ora in poi. 
  
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