Libri > Percy Jackson
Ricorda la storia  |       
Autore: Farkas    22/03/2014    7 recensioni
È sempre la stessa storia creata da Rick Riondan ma con un 'unica grande differenza:il POV è quello di Percy.Mi è piaciuta moltissimo la storia dal punto di vista di Carter ma non ho potuto fare a meno di chiedermi che abbia pensato il nostro mezzosangue preferito del suo incontro con l'occhio di Horus.
Long Island:Percy Jackson è sulle tracce di un essere misterioso e pericolosissimo che pochi giorni prima ha portato il caos nel campo.Quando lo trova strappa letteralmente dalle fauci del mostro un ragazzo che non conosce,armato di una magia molto diversa dalla sua che sarà determinante nel corso della battaglia.
-Ehi ma come ti chiami?-chiese con il fiatone senza smettere di correre.
Gli scoccai un'occhiata diffidente.
-Non sono sicuro che sia il caso di dirtelo.I nomi possono essere pericolosi.
-Giusto-rispose-Prima io.Mi chiamo Carter.
-Percy-ricambiai io.
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Percy Jackson
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
IL COCCODRILLO GIGANTE ERA SICURAMENTE UNA BRUTTA COSA.
MA IL RAGAZZO CON LA SPADA CURVA RESE LA GIORNATA UN VERO INCUBO.
Forse dovrei presentarmi.
Mi chiamo Percy Jackson capocabina della casa tre al Campo Mezzosangue, pretore del campo Giove, figlio di Poseidone, Salvatore dell'Olimpo e ammazzamostri mitologici,costante spina del fianco per molte divinità greco-romane. Questa che sto per raccontarvi è una delle mie avventure più folli il che la dice lunga fidatevi. Tutto iniziò in una tranquillissima mattina al campo che era stata uguale a cento altre finchè non sentii grida di terrore venire dalla stalle dei pegasi; erano proprio loro a gridare o meglio a nitrire ma col fatto che mio padre ha creato i cavalli io posso sentire i loro pensieri e i loro pensieri erano qualcosa del tipo: "Aiuto si è mangiato Dosankos! Trottiamo via se non vogliamo fare la stessa fine!". Logicamente mi precipitai alla stalla dei pegasi senza dire niente a nessuno, dove mi accolse il mio cavallo alato preferito Blackjack che nitrì:-Capo finalmente sei arrivato! Quel coso orrendo si è mangiato Dosankos era enorme squamoso e...
-Frena Blackjack- lo interruppi-Primo non chiamarmi capo, secondo CHI si è mangiato Dosankos?
-Un coso orrendo grosso e squamoso! Un lucertolone enorme a quattro zampe.-
La descrizione di Blackjack mi fece venire in mente un coccodrillo ma mi sembrava un po' strano, che un animale simile riuscisse a entrare nei confini magici del campo. Se ci proteggevano da mostri e mortali avrebbero dovuto tener lontani anche i comuni animali feroci o no?
-E quanto era grande questo lucertolone?-chiesi.
-Più grande della cabina più grande capo!-rispose lui. Perciò o era un T-rex sopravvissuto o un mostro, propendevo per la seconda ma rimaneva il dubbio di COME fosse riuscito a penetrare i confini del campo. In quel momento arrivarono Chirone ed altri ragazzi attirati anche loro dagli schiamazzi, non appena riferii ciò che mi aveva detto Blackjack il mio ex-insegnante di latino impallidì, e lo sentii mugolare qualcosa del tipo:-Impossibile...non può essere... anche questo no-.
Morivo dalla voglia di avere spiegazioni ma pensai che fosse più urgente trovare il coccodrillone -Dobbiamo subito formare un squadra di ricerca -dissi- Quel mostro se è davvero così grosso potrebbe mettere in pericolo molte vite va fermato immediatamente.-
-No- rispose secco Chirone
-No?-ripeté sbalordita Annabeth- Che significa no?-
-Significa che nessuno andrà alla ricerca del mostro. Quell'essere non è di nostra competenza è ... troppo pericoloso se ne occuperà qualcun altro. Fino a nuovo ordine nessuno uscirà dal campo -. Le ultime parole le disse in tono che non ammetteva repliche e che non aveva mai usato prima d'ora.
-Ma che gli prende?-chiesi ad Annabeth -Non ci ha mai vietato l'azione in modo così... così totale!-
-Non ne ho idea-mi rispose lei-Però hai ragione: non si è mai comportato così .-
-Cambiando discorso sai cos'era il mostro che si è mangiato Dosankos?-
-Non ne ho idea- ripeté
. Il fatto che Annabeth non sapesse qualcosa era talmente inedito che mi lasciò a bocca aperta.
-E non fare quella faccia- mi disse -Non posso sapere tutto; oltretutto i coccodrilli non c'entrano nulla con la mitologia Greco-Romana, credo che abbiano qualche legame con l'antico Egitto ma...- sospirò e scosse il capo.
Riuscii a restare al campo come voleva Chirone per quattro giorni. Quattro giorni, ma quando gli Stoll mi dissero che alla radio avevano parlato di una creatura enorme che sbranava la fauna locale vicino alla Montauk Highway, che era addirittura stata soprannominata il Mostro della Palude di Long Island e che quelle voci erano in circolazione da parecchio capii che bisognava agire anche se Chirone era contrario, così andai da Blackjack e lo convinsi a portarmi via dal campo di nascosto (di nuovo).
Una volta raggiunta la zona degli acquitrini Blackjack volle atterrare con una picchiata; così facendo però che sollevò un mucchio di fango e mi sporcò.
-Grande- mi lamentai
-Scusa capo dai un calcione a quel mostro anche da parte mia e di Dosankos. Sei sicuro di non volere che venga con te?-.
Era un’offerta molto generosa ma sinceramente non credevo che Blackjack avrebbe potuto aiutarmi molto contro mister croco e poi non volevo che finisse a far compagnia a Dosankos nello stomaco del mostro.
-Non preoccuparti però resta nei paraggi per riportarmi al campo quando avrò trasformato quel mostro in una borsetta-.
Il mio amico nitrì un assenso e volò via. Mi misi alla ricerca del coccodrillo e dopo una mezz’ora lo trovai; i pegasi non avevano esagerato a descriverlo: era enorme lungo almeno dodici metri e grosso quanto un container, ma la cosa che più mi stupii , fu il fatto che portasse al collo una collana d’oro immensa quanto il proprietario, sufficiente a comprare una dozzina di ville con piscina. Fortunatamente ero alle sue spalle così caricai e lo colpì da dietro: un colpo magistrale, un colpo da campioni. Sperai che si disintegrasse invece lo ferii e basta e vidi sabbia uscire dalla ferita.
La cosa mi riportò alla mente Anteo, ma sperai con tutto il cuore che non bisognasse alzare anche quel coso da terra per abbatterlo perché per farlo avrei avuto bisogno di almeno una dozzina di aerei. Il mostro ruggì, balzò in avanti e sputò qualcosa a circa sei metri da me. Ero prontissimo ad affrontare un altro mostro o a cercare di non vomitare alla vista di un pranzo da coccodrillo gigante mezzo digerito e poi sputato fuori, perciò ero totalmente impreparato a ciò che vidi. L’alligatore gigante aveva rigurgitato un ragazzo afro-americano, che dopo essersi alzato, aver tossito, sputacchiato, e ripulitosi la faccia dalla bava di coccodrillo mi vide. Chi era e che diavolo ci faceva li dentro?
Ci guardammo: sembrava un po’ più piccolo di me forse sui sedici anni, era vestito come uno che stesse andando a un corso di karate, in una mano aveva uno strano affare simile a un boomerang, e nell’altra una spada molto diversa da tutte quelle che avessi visto in vita mia; era piegata e affilata solo su un lato eppure mi ricordava qualcosa. Anche lui fissava la mia spada e capii che la vedeva per ciò che era. Pensai che fosse un mezzosangue solo che io conoscevo tutti quelli del campo greco e questo ragazzo non l’avevo mai, mai visto.
-Il coccodrillo-disse in un tono che cercava di essere calmo. - Dov’è finito?
“Ehi amico - pensai- ti ho appena salvato dall’essere digerito un piccolo grazie non ci starebbe male” tuttavia mi limitai a dirgli
-Bentornato.
-Cosa?
-Gli ho infilato questa nel fondoschiena. -Mimai il gesto con la spada. -Per questo ti ha vomitato fuori. Quindi bentornato. Cosa ci facevi là dentro?-
Già mentre lo dicevo mi resi conto che era una domanda stupida; karate-boy dovette pensarla allo stesso modo perché mi rispose acido: -Stavo facendo un sonnellino. Cosa credi che stessi facendo? Piuttosto, chi sei tu, e perché stai lottando contro il MIO mostro?-
Il suo mostro? Bene bene -Il TUO mostro?-mi avvicinai a lui tanto il fango non mi dava problemi -Amico, non so chi sei, ma quel coccodrillo sta terrorizzando Long Island da settimane. È una faccenda che definirei “personale”, perché questo è il mio territorio. Qualche giorno fa quello si è mangiato uno dei nostri pegasi.
Lui parve sbalordito-Hai detto PEGASI?
Ma davvero sperava di farsi prendere per un mortale? Era ovvio che fosse un mezzosangue stavo ancora cercando di riconoscerlo -È il tuo mostro si o no?
-Non sono il suo proprietario!-ringhiò- Sto cercando di fermarlo! Insomma dove …
-Si è diretto da quella parte. -Indicai con Vortice verso sud- Gli sarei già dietro ,ma tu mi hai preso alla sprovvista.
Lo guardai di nuovo: ormai ero certo che non appartenesse al campo mezzosangue, ma non mi sembrava neppure un Romano dato che non aveva la loro aria di autorità tuttavia, gli si leggeva in faccia che era un guerriero .E se fosse stato un solitario?
Alla fine scossi la testa. Tanto valeva chiederlo direttamente a lui- Rinuncio. Un figlio di Ares? Devi essere un mezzosangue, ma cos’è successo alla tua spada? È tutta piegata.
-È un KHOPESH .- Rispose arrabbiato. DEVE essere curvo.-
Pareva offeso. Forse non gli piaceva essere figlio di Ares /Marte? Ma neanche a Frank piaceva e lui non aveva mai fatto quella faccia. E poi che diavolo era un copesc?
-Togliti dai piedi.- disse in un tono decisamente da Ares - Ho un coccodrillo da catturare.
Certo come no. Se sperava di fare il bullo aveva davvero sbagliato persona. Gliela avrei fatta vedere io a questo tizio. Però non avevo voglia di sprecare energia in una rissa quindi feci un ultimo tentativo per convincerlo.
-Amico sono IO che devo occuparmi di un coccodrillo – insistei -L’ultima volta che ci hai provato ti ha inghiottito in un boccone hai presente?
Strinse l’impugnatura della sua strana spada e rispose
-Ho tutto sotto controllo. Stavo per evocare un potente …
E borbottò un’altra parola incomprensibile tipo kefa. Le sue repliche facevano proprio pena e stavo per dirglielo quando si materializzò dal nulla un luminescente pugno gigante che mi scagliò nella contea vicina con un uppercut. Cioè... Mi scagliò letteralmente FUORI dalle scarpe! Non ci voleva molto a capire che era opera di karate-boy,quel tizio non era greco, ma neanche romano. Non era un semidio. Poteva solo essere l’ennesimo mostro, che avrei sconfitto.
DISCLAIMER:Lo dirò una volta sola:Percy Jackson e Carter Kane appartengono solo al maestro Riondan.Questa storia è stata scritta solo per divertimento senza alcuno scopo di lucro.
NOTE DELL’AUTORE
UFFFFF è fatta!Ma ci credete che quelle che ho riscritto nel POV di Percy non sono neppure le prime 10 pagine della versione originale? Comunque questa è la mia prima fic e spero di ricevere qualche commento. Accetto anche critiche purché siano costruttive.
Farkas.
Percy-and-Carter
  
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: Farkas