Anime & Manga > Ranma
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Autore: Aron_oele    23/03/2014    20 recensioni
E, a grande richiesta, (ehhh! Sì, come no!) ecco a voi il ritorno di questa ff!! Se Ryoga è chiamato "l'eterno disperso", io sono "l'eterna indecisa"! Ff scritta, pubblicata, cancellata, riscritta e ripubblicata! A parte qualche cambiamento, il tema principale di fondo è sempre lo stesso: è il compleanno di Ranma ed Akane decide di fargli un regalo un po'... diverso! Solo che non è "spassosissima commedia romantica americana", come l'avevo immaginata all'inizio! Io ho cercato di essere il più comica possibile, ma credo di essere rimasta ridondante e introspettiva come sempre! Grazie in anticipo a chi leggerà e soprattutto grazie a chi troverà il tempo di lasciarmi scritti i suoi pensieri in proposito...
Le incantevoli Fan art che vedete sono fatte dalla bravissima Spirit99
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome, Un po' tutti
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Undicesimo capitolo: Manos al Aire


“Tú, que pierdes el control (Tu che perdi il controllo)
Hablando en alta voz (Parlando ad alta voce)
Hieres mi corazón. (Ferisci il mio cuore)
Yo, tratando de escuchar (Io, cercando di ascoltare)
No me puedo explicar (Non mi posso spiegare)
Qué extraña sensación (Questa strana sensazione)

Tú no me quieres entender (Tu non mi vuoi capire)
Y me mandas a callar diciéndome (E dici di stare zitta dicendomi)
No me debo sorprender (Che non devo sorprendermi)
Porque así es la realidad (Perché questa è la realtà)
De nuestro amor (Del nostro amore)

Y yo (Ed io)
No tengo armas para enfrentarte (Non ho armi per difendermi)
Pongo mis manos, Manos al aire (Mi metto con le mani in alto)
Sólo me importa amarte (Mi importa solo di amarti)
En cuerpo y alma (Un corpo ed un'anima)
Como era ayer (Come ieri)

Tú que perdiste el control (Tu che hai perso il controllo)
Te dejaste llevar (Ti sei lasciato trascinare)
Por la inseguridad. (Dall'insicurezza)
Yo que te he visto crecer (Io che ti ho visto crescere)
Me puedo imaginar (Posso immaginare)
Que todo cambiará (Che tutto cambierà)

No tengo armas para enfrentarte (Non ho armi per affrontarti)
Pongo mis manos, Manos al aire (Mi metto con le mani in alto)
Sólo me importa amarte (Mi importa solo di amarti)
En cuerpo y alma (Un corpo ed un'anima)
Como era ayer (Come era ieri)”.


<< Sta zitta >> e la baciò.

Akane tentò invano di liberarsi da quella morsa ferrea, quelle braccia forti che la stringevano imprigionandola nel loro ardore. Akane tentò di liberarsi ma lui era così implacabile, così assoluto.
Se prima era stato niente, adesso era tutto.
Ranma le diede un bacio da prosciugarle l'anima, si staccò e, ad un centimetro dalla sua bocca schiusa e rossa, si fermò a guardarla, respirando il suo affanno.
I suoi occhi erano così belli: lucidi, dello stesso colore del bronzo fuso, commossi, liquidi.
Lei era così bella: rossa in viso, con il respiro caldo e corto, sconvolta, agitata, timida.
<< Ranma.... >> riuscì solo a soffiare, un sospiro corto e strozzato.
Abbracciata al suo corpo, immobile, con le labbra che si struggevano per un altro bacio, Akane non sapeva cosa fare.
Lui le si avvicinò ancora di più, strinse fra le dita i suoi bei capelli neri facendole inclinare il viso e scoprendole il collo. Solleticandole la gola con le labbra bollenti le disse: << Ti ho detto di stare zitta >>
Guardandola negli occhi, come una calamita dalla quale non poteva staccarsi, la fece sdraiare sulle tegole dure e ruvide del tetto, unico testimone di quella notte.
Finì di strapparsi la casacca di dosso.
Akane trattenne il respiro, che già le usciva a stento dai polmoni.
Quelle spalle larghe, i pettorali scultorei, gli addominali di marmo e le braccia che parevano scolpite. Ranma era sempre stato così bello.
Senza dire nulla, lasciando che a parlare fossero le sue mani, lui le tolse la gonna.
Sta volta non aveva fretta, ogni suo gesto era controllato, calmo, preciso. Ma quel mare in tempesta che erano i suoi occhi, tradiva il desiderio.
Lentamente le pose un dito sotto il mento, scendendo fino allo sterno, fino all'incavo dei seni e ancora più giù fino all'ombelico, facendo saltare man mano, con un movimento repentino, tutti i bottoni della camicetta bianca.
Akane non aveva il coraggio di parlare, avrebbe voluto chiedere, sapere, ma non aveva armi contro di lui, contro quella foga, quell'ardore, quell'amore. Non poteva difendersi da quel Ranma che la stava spogliando, così uomo, così sicuro.
Non poteva difendersi dalla voglia di lui.
Così mise le mani in alto.
Quando alzò i sottili polsi sopra la testa, verso la cima del tetto, scoprendo i fianchi sinuosi e la pelle morbida e bianca dell'interno del braccio in un gesto di pura arrendevolezza, Ranma sentì il sangue affluirgli in tutte le parti del corpo e la temperatura aumentare, non poteva più resistere.
Con un gesto quasi rabbioso le strappò letteralmente il reggiseno, e sta volta la guardò.
Guardò davvero ogni centimetro di quella pelle liscia e chiara e si beò di quell'immagine.
Con una mano le percorse tutto il petto, stringendo con l'altra un lembo dei suoi pantaloni, per trattenere qualunque istinto.
Akane inarcò la schiena e si lasciò sfuggire in gemito.
Che fosse di desiderio, di paura o di dolore, questo non lo sapeva, sapeva solo che tutto in quel momento era così sbagliato ma anche così maledettamente giusto.
Non c'era nient'altro che desiderasse, nient'altro che avesse sognato, bramato, sperato, in tutti quei mesi passati a fuggire da quel corpo meraviglioso, a nascondersi dalle sue carezze, a celarsi ai suoi sguardi.
Ranma le baciò ogni centimetro di pelle libera, fermandosi ogni tanto a respirare il suo odore, mentre Akane, con la testa rivolta al limite di quel tetto buio, sgranava gli occhi sorpresa dalle sue stesse reazioni.
Improvvisamente, come se l'istinto avesse preso il sopravvento, Ranma di liberò della stoffa superflua che copriva il corpo della sua fidanzata, lasciandola completamente scoperta.
Scoperta al cielo d'estate, scoperta alle stelle che li stavano guardando, scoperta al vento caldo, scoperta al suo sguardo carico di desiderio, scoperta alle sue mani.
Ranma si stese su di lei, i pantaloni ancora indosso, una mano a carezzarle la fronte, l'altra l'interno delle cosce.
Akane teneva ancora le braccia alzate, non si azzardò a toccarlo, lo lasciò fare, lasciò che le sue mani grandi, calde e forti, vagassero sul suo corpo puro in cerca di risposte che non avrebbe mai saputo dargli con la voce.
Ranma era diverso stavolta, sicuro di sé, passionale, brutale, rude, forte, uomo.
Akane lo capì dalle sue mani che toccavano, stringevano, pizzicavano, massaggiavano e dalla sua bocca che baciava, leccava, mordeva. Irrefrenabile, irresistibile, senza mai smettere.
Chiuse gli occhi per cercare di mettere ordine alle sensazioni del suo corpo, ma era tutto troppo veloce, troppo caotico, troppo intenso.
Aveva bisogno solo di una cosa.
Ranma la guardava avido, cercando di bere ogni immagine di quel corpo perfetto che si contorceva al suo tocco, di quelle espressioni cariche di eccitazione, piacere e desiderio.
Si tolse tutto ciò che impediva il loro intimo contatto, si fece spazio fra le sue gambe e con un gesto secco, imprigionandole delicatamente i polsi sopra la testa con una mano, sprofondò dentro di lei, suggellando il tutto con un bacio.
Fece l'amore con lei su quel tetto, senza mai staccarsi dalle sue labbra, senza mai dire una parola, affondando e risalendo dolcemente tra le sue cosce.
Ed Akane chiuse gli occhi, senza accorgersi che il tempo passava, e quella notte di agosto divenne un'alba, su quel tetto, su cui stavano facendo l'amore.

Fecero l'amore per tutta la notte, una, due, tre, quattro volte, Ranma non le contò.
Ogni volta che finiva, ricominciava con ancora più passione e foga di prima, non riuscendo a staccarsi da quel corpo, nemmeno per un istante. E lei, ogni volta, lo riaccoglieva senza fiatare, lasciandosi cullare da quei movimenti scadenzati e secchi.
Fecero l'amore nel silenzio di una notte calda ed estiva, nel silenzio delle parole che non si dissero, nel silenzio dei loro gemiti, sfregando la pelle nuda sul tetto, sopra la stanza di Akane.
Fecero l'amore per la prima volta.

Quando sorse il Sole, Ranma decise che era abbastanza.
Si sdraiò accanto a lei che teneva gli occhi chiusi, la fece girare e le adagiò il bel viso sul petto. Ancora nudi, la abbracciò, accarezzandole la schiena con la punta delle dita.
Il corpo caldo di Akane contrastava con l'aria fresca del mattino.
Ranma le diede un bacio sulla fronte e poi, finalmente sorrise.
E lei lo sentì.

<< Hai capito finalmente? >> sospirò Ranma, con il viso rivolto verso il cielo che diventava color pesca.
<< Cosa? >>
<< Che ti amo, che non me ne frega niente di tutte le altre, che non avrei voluto fare quello che ho appena fatto con nessun'altra ragazza al mondo, che voglio stare solo con te, fare l'amore solo con te, mille volte al giorno, per tutti i giorni della mia vita? >>
Akane si alzò dalla pelle nuda, liscia e calda del torace del suo fidanzato e lo guardò negli occhi.
<< Sei tornato... >>
<< Non me ne sono mai andato Akane >>
<< Ranma io.... >>
<< Cosa c'è? Non sono mai stato bravo con le parole Akane, cosa vuoi da me? Ho fatto tutto quello che mi hai chiesto, sempre. Ho dimenticato quando volevi che dimenticassi, me ne sono andato ma sono tornato quando hai pregato che lo facessi, non ti basta? >>
<< Come facevi a sapere.... >>
<< Ti ho detto che ti amo, non ti basta? >>
<< Sei così diverso.... >>
<< Diverso? >>
<< Sì Ranma.... sei stato così... così sicuro di te... così...uomo... >>
<< E non ti è piaciuto? >>
Akane arrossì vistosamente: << Certo che mi è piaciuto! Ma dove è finito il Ranma timido, impacciato, che si vergognava anche solo di prendermi per mano, che diventava rosso, si imbarazzava....? Non è che... che quella sera, quando io me ne sono andata... tu...tu e Shan pu? >>
<< Akane! Ma possibile che pensi davvero una cosa del genere? Ti ho appena detto che questa era la prima volta in cui ho fatto l'amore, per bene, davvero! >>
<< E' solo che... eri così... certo di quello che stavi facendo...! >>
<< Oh beh, grazie! >> rispose Ranma sorridendo maliziosamente.
<< Baka! >> rispose Akane dandogli uno schiaffetto sul braccio, ma il suo sorriso era ancora triste e Ranma se ne accorse.
Per la seconda volta da quando l'aveva vista seduta lì in lacrime, sapeva esattamente cosa fare.
Si girò, prese i pantaloni sgualciti e l'intimo di Akane buttati poco lontano, e con delicatezza la aiutò a rivestirsi. Poi sfilò dallo zaino che aveva preparato per la partenza, rimasto sul tetto, due delle sue casacche, la rossa per lui e la bianca per Akane. Gliela mise e la fece alzare in piedi.
Si fermò solo per un secondo a osservare quanto fosse bella quel maschiaccio con addosso qualcosa di suo, che le stava largo e le copriva a mala pena il fondo schiena, ma che avrebbe sicuramente impregnato del suo buonissimo odore.
Il tempo di un sorriso che veniva dal cuore, e Ranma la prese in braccio e cominciò a correre in bilico sulla cima del loro tetto, per poi saltare su quello di fronte e correre come un pazzo, respirando a pieni polmoni l'aria fresca che gli sbatteva addosso nella sua folle e felice corsa.
Akane si strinse al suo petto, ridendo divertita ma anche un po' preoccupata, e chiese: << Dove stiamo andando? >>
E Ranma, per la terza volta, la strinse forte contro di lui e, continuando a sorridere e a guardare avanti, le rispose: << Sta zitta >>

***

Col fiato corto per lo sforzo e per l'emozione, Ranma arrivò di fronte al ristorante “Il gatto”.
<< No, no, Ranma mettimi giù! Andiamo via! Che stiamo facendo? >>
Akane tentava inutilmente di sfuggire alla presa salda del ragazzo scalciando, ma lui entrò nel locale e la adagiò sul bancone principale, incurante delle sue proteste.
In cuor suo lei sapeva perché erano li, sapeva cosa voleva fare Ranma e, per la prima volta, non potendo fare a meno di sorridere, ci sperò veramente.
Nemmeno un minuto dopo Shan pu, come attirata dall'odore del suo piatto preferito, ancheggiò  verso di loro, ammirando la scena col viso corrucciato.
<< Ranma amore! Buongiorno! Che ci fai qui? >>
Il ragazzo di tutta risposta, in piedi di fronte ad Akane seduta cavalcioni sul legno del bancone, si insinuò fra le sue gambe e prese a baciarla con foga.
Akane, che tutto si aspettava fuorché un bacio in pubblico, dopo l'iniziale sbigottimento, rispose alla passione del suo bel ragazzo col codino e fece vedere ad una Shan pu sull'orlo di una crisi di nervi che lei, lei e solo lei, poteva fare questo a Ranma.
Dopo aver lasciato una furibonda cinese, fu il turno di Ukyo, poi di Kodachi e Kuno ed infine di Ryoga, l'unico che non ebbe bisogno di nessuna scenetta spinta o di nessuna parola, gli bastò un cenno del capo di Ranma ed un sorriso felice di Akane, ancora scalza ed ancora in braccio al suo fidanzato.

***

Un'ora dopo, mentre la casa dormiva silenziosa e non si era accorta di nulla, Ranma ed Akane erano di nuovo sul tetto.
<< Ti basta ora? Ne sei convinta? >> chiese lui
<< Di cosa? >> rispose lei sorridendo con aria innocente
<< Che ti amo >>
<< Eh? >>
<< Che ti amo >>
<< Come? Non ho sentito? >>
<< Che io ti amo, Akane Tendo, mio stupendo e violento maschiaccio! >>
<< Dillo ancora >>
<< Ti amo >>
<< Ancora >>
<< Ti amo, ti amo, ti amo, ti amo... >>
<< Un'ultima volta..>>
<< Basta Akane, ora non riesco più a parlare, ho perso la voce, forse sono senza parole o ridondante, ma ti amo non è abbastanza, non so trovare le parole (*) >>
<< Sei proprio cambiato Ranma... >>
<< Ho rischiato di perderti ancora Akane, per la seconda volta e.... non potevo permetterlo, ti amo da così tanto tempo! >>
Un sorriso sincero, genuino e bello come il Sole, gli illuminò il viso.
<< Anche io ti amo Ranma! Io... io sono stata una stupida... io non... >>
Ma non poté finire di parlare, lui la zittì di nuovo, con il più dolce dei baci che sembrava voler dire: "Sei pronta per ricominciare?"
 

The End


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Buonasera a tutti!
Eccoci arrivati alla fine anche di quest'altra avventura! Ora, prima di passare ai saluti strappa lacrime, le note tecniche.
Prima di tutto, la canzone che da vita al titolo è “Manos al Aire” di Nelly Furtado, e che ce volete fa, sono in modalità spagnolo-on oggi.
L'asterisco (*) che son le parole di Ranma, sta per una frase di una meravigliosa canzone dei Green Day, “Redundant”, vi scrivo sotto l'originale:

“Now i cannot speak, I lost my voice (Ora non riesco più a parlare, ho perso la voce)
I'm speechless and redundant (Sono senza parole e ridondante)
'Cause i love you's not enough (Perché ti amo non è abbastanza)
I'm lost for words (Non so trovare le parole)

Bene, se non la conoscete, sentitela che è bella da morire (vero Vale?).
Ora è arrivato il momento serio, una sola parola: GRAZIE.
Grazie alle persone che hanno trovato il tempo di leggere questa storia.
Grazie a tutte quelle che l'hanno recensita, capitolo per capitolo, riempiendomi di complimenti e rialzandomi l'autostima a mille.
Grazie a quelli che l'hanno recensita anche solo una volta, il vostro parere, oltre a farmi molto piacere, è sempre stato utilissimo.
Grazie alle 28 bellissime persone che l'hanno messa fra le seguite, alle 19 pazze persone che l'hanno inserita nelle preferite e alle 4 che ce l'hanno fra le ricordate! Vorrei ringraziarvi uno ad uno, è una sensazione bellissima quando qualcuno apprezza quello che fai.
Ed infine grazie dal profondo del cuore a Pchan05, VioletArmstrong2013, faith84 e Spirit99, che mi hanno consigliata, aiutata, supportata e sopportata!!
Un grazie speciale ad un'artista a caso che ci ha regalato delle splendide fan art! (Anto non parlo di te eh?!)
Ok, sto per mettermi a piangere!
Spero che la mia storia vi sia piaciuta e soprattutto che il finale non vi abbia deluso. Se riusciste a trovare ancora un minuto del vostro tempo per farmi sapere cosa ne pensate di quest'ultimo capitolo, sarebbe davvero il massimo!
Grazie a tutti, ancora una volta....
Arrivederci... (a presto)
vostra, Aronoele (:

 

 

  
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