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Autore: Deb    23/03/2014    6 recensioni
Non c'è da stupirsi del fatto che Peeta si irrigidisca quando sente le mie labbra sulle sue per un bacio a fior di labbra, casto. Il nostro primo bacio senza telecamere. È normale che ne rimanga stupito.
I suoi occhi sono sorpresi quando lo guardo, scostandomi da lui. Le guance mi si colorano immediatamente e abbasso lo sguardo per rialzarlo quando sento le dita di Peeta sul mio collo. Ha lo sguardo serio, come se dovesse chiedermi il permesso, non so cosa legge dalla mia espressione, ma lo vedo avvicinarsi al mio viso e chiudo gli occhi in attesa di sentirlo nuovamente sulla mia bocca.

{Everlark || What if su Catching Fire/Mockingjay}
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Finnick Odair, Johanna Mason, Katniss Everdeen, Peeta Mellark, Un po' tutti
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Non rinunciare mai alla speranza
Capitolo XI


Non so cosa sia successo. Quando mi sveglio, mi trovo in un letto dell'infermeria. Ci metto un po' a mettere in fila i miei pensieri, a riuscire a collegare il perché mi trovi lì. Peeta è al mio fianco e mi stringe la mano. La scosto subito. Non ho bisogno della sua compassione. Rimane lì, però, ad osservare il mio stato di catalessi nel quale cado. Non so quanto tempo passi prima di tornare nuovamente ad osservare la stanza, a vedere ciò che ho intorno. I miei pensieri sono tutti rivolti a Prim. Alla piccola e dolce Primrose. Non può essere morta. I medici non vengono colpiti.
Non parlo più. Non ci riesco. Peeta mi racconta la sua giornata, mi fa delle domande alle quali non rispondo, poi parla con Hope che per me è come se non esistesse più. Ogni volta che la sento scalciare mi sembra di morire ed immagino come Prim si sia dimenata quando è stata colpita.
Gale mi viene a trovare, come anche Haymitch, Johanna e Finnick è nel letto vicino al mio. Annie è sempre al suo fianco. Si sta riprendendo e le sue attenzioni, quelle poche volte che è sveglio, sono riservate tutte alla moglie.
Scendo dal letto solo per andare in bagno, accompagnata sempre da qualcuno per paura che faccia qualche cavolata, come togliermi la vita. Un dottore di nome Aurelius mi viene a trovare giornalmente, ma non parlo e lui non mi chiede di farlo. Rimaniamo lì a guardarci a vicenda, a volte si addormenta. Una settimana dopo, scendo dal letto. Finnick ed Annie dormono. Peeta non è ancora arrivato e nessuno è con me, quindi sgattaiolo via, girando senza una meta precisa per l'abitazione del mio acerrimo nemico.
Mi viene da rimettere quando sento l'odore ripugnante delle rose, ma continuo ad avanzare. Vedo due soldati che ostruiscono il passaggio. Non so perché, ma nel momento in cui mi dicono che non ho il permesso di entrare, la voglia di farlo aumenta. Cosa mi nascondono?
Mi limito a restarmene lì, aspettando pazientemente che abbassino i fucili, che capiscano, senza che glielo dica, che dietro quelle porte c'è qualcosa di cui ho bisogno. Solo una rosa. Un unico fiore. Da appuntare al bavero di Snow prima che lo uccida. La mia presenza sembra preoccupare le guardie. Stanno discutendo se chiamare Haymitch, quando una donna parla dietro di me. «Lasciatela entrare. La autorizzo io». dice la donna. «Ha diritto a qualsiasi cosa stia dietro quella porta». Questi sono soldati suoi, non della Coin. Abbassano le armi senza fare domande e mi lasciano passare.
Girovago per il vivaio, cercando una rosa bianca da poter staccare. La Coin, durante una sua visita al mio letto, mi ha detto che avrebbe mantenuto fede alla promessa, che sarei stata io ad uccidere Snow. E sì, lo ucciderò, per Prim, per Rue, per tutti i tributi morti, per tutti i bambini esplosi e per tutti i cittadini di Panem che non sono riusciti ad arrivare alla fine della rivoluzione.
Nel momento in cui sto per tagliare il gambo con le cesoie, sento la sua voce decantare la perfezione delle sue rose e del bianco. Mi volto e lo osservo in viso. Non ho mai pensato potesse trovarsi qui, me lo immaginavo in una cella angusta, una di quelle dove i topi ti scorrazzano sopra i piedi e l'umidità è talmente alta da far male alle ossa. Non posso credere che gli hanno lasciato il lusso di vivere i suoi ultimi giorni nel lusso del suo giardino. Quando i miei occhi lo mettono a fuoco, la prima cosa che vorrei fare è saltargli al collo e spezzarglielo, ma non posso. Nelle mie condizioni sono più lenta ed avrebbe modo di difendersi, magari far del male ad Hope che la sento singhiozzare all'interno della placenta. Che abbia paura anche lei? O forse si è accorta della mia agitazione. Porto una mano sulla pancia e l'accarezzo. Non voglio che senta quella voce. Non dovrà mai conoscere la voce di Snow, ma ormai è troppo tardi.
«Ci sono così tante cose di cui dovremmo parlare, ma ho la sensazione che la sua sarà una visita breve. Perciò, partiamo dalle cose più importanti. Congratulazioni, non ho avuto modo di farlo prima di questo momento». Comincia a tossire e, quando si toglie il fazzoletto dalla bocca, noto che è più rosso. «Volevo dirle che sono molto dispiaciuto per sua sorella».
Persino nello stato di apatia e di narcosi in cui mi trovo, quelle parole mi provocano una fitta di dolore che mi attraversa da capo a piedi, ricordandomi che non c'è limite alla sua crudeltà. E che fino all'ultimo cercherà di distruggermi.
«Uno spreco del tutto inutile. Chiunque poteva capire che a quel punto la partita era chiusa. In effetti, stavo proprio per dichiarare ufficialmente la resa quando loro hanno sganciato quei paracadute». Tiene gli occhi incollati su di me, senza battere le palpebre, per non perdersi neppure un attimo della mia reazione. Ma quello che ha detto non ha alcun senso. Quando loro hanno sganciato i paracadute? «Beh, non crederà sul serio che sia stato io a dare l'ordine, vero? Lasci stare il fatto più ovvio, cioè che se avessi avuto a disposizione un hovercraft funzionante, lo avrei usato per prendere il largo. Ma a parte questo, a cosa poteva servire? Sappiamo tutti e due che non ho alcuna remora a uccidere dei bambini, ma io odio gli sprechi. Tolgo la vita per motivi molto specifici. E di motivi per distruggere un recinto pieno di bambini di Capitol City non ne avevo nessuno. Proprio nessuno. Tuttavia, devo riconoscere che si è trattato di una mossa magistrale, da parte della Coin. L'idea che io stessi bombardando i nostri bambini indifesi ha cancellato all'istante quel poco di lealtà che la mia gente poteva ancora avere verso di me. Dopo quell'episodio, non c'è stata più una resistenza vera e propria. Sapeva che hanno trasmesso tutto in diretta? Si vede la mano di Plutarch, in questo. E nei paracadute. Beh, d'altra parte è proprio il modo di pensare che deve avere un capo-stratega, non è vero?» Snow si tampona gli angoli della bocca. «Sono sicuro che non ce l'avesse con sua sorella, ma certe cose accadono. La mia rovina è stata la lentezza con cui ho compreso il piano della Coin», confessa Snow. «Lasciare che Capitol City e i distretti si distruggessero tra loro per poi farsi avanti e impadronirsi del potere, con il 13 appena sfiorato dagli eventi. Stia pur certa che aveva intenzione di prendere il mio posto sin dall'inizio. Non dovrei esserne sorpreso. Dopotutto, fu il 13 a dare inizio alla ribellione che portò ai Giorni Bui. E in seguito abbandonò gli altri distretti quando le cose gli si rivoltarono contro. Ma io non prestavo attenzione alla Coin. Tenevo d'occhio lei, Ghiandaia Imitatrice. E lei teneva d'occhio me. Temo che siamo stati presi in giro entrambi».
Non accetto che possa avere ragione. Ad alcune cose non riuscirei nemmeno a sopravvivere. Pronuncio le prime parole dopo la morte di mia sorella. «Non le credo».
Snow scuote la testa, simulando disappunto. «Ah, mia cara signorina Everdeen. Pensavo che fossimo d'accordo di non mentirci l'un l'altro».


Quando rientro nella mia stanza, vedo Finnick esalare un respiro profondo. È ancora convalescente, ma ha ricominciato a parlare, anche se con difficoltà perché ogni piccolo movimento gli procura dolore. Non so se Annie gli abbia dato la notizia della sua gravidanza, forse no, visto che lo farebbe saltare di gioia ed non è il momento migliore per farlo.
«Ci hai fatto preoccupare». Dice Annie, parlando per Finnick. «Peeta è andato nel panico». Avrà pensato che sono scappata per uccidermi da qualche parte. Non è preoccupato per me, ma per Hope. Non farò niente di pazzo, non prima di aver ucciso Snow. Devo essere viva per poterlo fare e poi non riuscirei nemmeno volendo a togliermi la vita, sapendo che porterei con me la piccola. Prima deve stare al sicuro tra le braccia di Peeta, allora poi posso pensare a cosa farne dei miei giorni sulla terra. Potrei davvero cercare di mangiare i morsi della notte. Non avrei più problemi.
Prendo in mano il piccolo vaso di plastica posto sul comodino e, senza emettere alcun suono, mi dirigo in bagno. Lo riempio d'acqua e immergo la rosa. Finnick mi guarda sorpreso e capisco il suo sbigottimento. Tengo al mio fianco una rosa quando, l'ultima volta che le ho viste, sono andata in panico, e lui con me.
Mi distendo nel letto, coprendomi con la trapunta, accarezzando la pancia e mi perdo nei miei pensieri. Devo rimanere lucida e cercare di capire se quello che ha dichiarato Snow sia la verità. Ma come posso farlo? Non ho la forza, né i permessi per poter andarmene in giro per cercare qualche prova ed anche se lo facessi dove le troverei?
Ritorno alla realtà soltanto nel momento in cui sento due braccia stringermi il corpo. Sussulto e cerco di divincolarmi senza pesarci, come se qualcuno tentasse di farmi del male, e Peeta mi lascia andare.
«Mi hai fatto morire di paura... sono entrato e non c'eri». Lo osservo per un po' e penso che potrei parlarne con lui, ma dopo tutto quello che Snow gli ha fatto passare, potrebbe avere un episodio nel solo sentire il suo nome. So, inoltre, che si è preoccupato soltanto perché sono l'incubatrice di sua figlia; altrimenti non sarebbe tanto in pena per me. Come quando mi ha stretta tra le sue braccia perché Prim stava partendo per fare il medico, Peeta mi consolava soltanto perché se la mamma sta bene, starà bene anche la figlia. Ma ora come ora, che sono alla trentatreesima settimana di gravidanza, devo stare più attenta. I dottori hanno detto che lo stress potrebbero indurmi ad un parto anticipato e la bimba potrebbe nascere prematura. Non me lo posso permettere anche se so che non dipende da me.
Non dico nulla, ma ormai sono tutti abituati al mio silenzio. «Non farlo più». Mi ordina con voce autoritaria.
Alla fine mi prendo una strigliata non solo da lui, ma anche da Haymitch che mi dice lo stato in cui ho lasciato il povero padre della bimba e di come abbia tentato di attaccare chiunque soltanto per il fatto che non mi trovasse. Ha avuto persino un episodio nel quale, ovviamente, mi ha insultata dicendo che ci ho fatto apposta a scomparire, rubando sua figlia per farle del male e che è stata tutta una tattica per colpire ed affondare lui. Mi sembra logico. Devo ammettere, però, che è stato bravo a contenersi in mia presenza. Io forse non ci sarei riuscita al suo posto.
Faccio cenno ad Haymitch di andare in posto tranquillo per parlare, scendo dal letto e mi avvio fuori dalla stanza. Lui non fa domanda e mi porta in soffitta. Non so come abbia fatto a trovare quel posto, ma dopo avermi portato in quella stanza inutilizzata del Palazzo di Giustizia del Distretto 11 posso aspettarmi tutto da lui.
Gli racconto, stando bene attenta a parlare sottovoce, anche se ho la voce gracchiante, del mio incontro con il Presidente Snow e quello che mi ha detto. Lo vedo sospirare e grattarsi il cuoio capelluto, stringendo gli occhi a due fessure.
«Dolcezza», esordisce stringendomi le spalle con le mani e guardandomi dritto negli occhi, «sei una minaccia per la Coin».
Non capisco subito le sue parole, ma durante la notte, dopo essermi svegliata da un incubo nel quale Hope è un Tributo ed io e Peeta siamo i suoi mentori, capisco cosa Haymitch mi abbia voluto dire. Durante tutto il tempo ho dovuto girare pass pro per invogliare i Distretti a portare avanti la rivoluzione. Mi ascoltano, se io dico attaccate, loro colpiscono, se io dicessi di non volere la Coin al potere, lei non ci andrebbe. E lei agogna al potere, mentre io l'ho sempre guardata con disappunto, non mi fido di lei. Non mi piace come persona ed ha paura che non l'appoggi, sa che non l'appoggerò. La Coin ha preso l'idea di Snow e l'ha utilizzata a suo vantaggio. Ha mandato Primrose in prima linea, a curare i feriti di Capitol City sapendo che l'avrebbe uccisa per distruggere me. Così che io non avrò la forza di fare nulla, sapendo che sarei stata troppo disperata per riuscire a darle contro. Ed ha ragione, perché sono passate tre settimane da quando siamo qui e l'unica cosa che sono riuscita a fare è stata camminare e dire tre parole, escludendo quelle che poi ho detto a Haymitch.
Il giorno dopo, sgrano gli occhi quando trovo davanti a me Effie Trinket con i suoi soliti vestiti sgargianti. Sono contenta che stia bene, comunque. Mi abbraccia e mi bacia le guance, mi fa le congratulazioni. La vedo diversa, però. I suoi occhi sono vacui e il sorriso che si sforza di tenere sul viso è finto come quelli che faccio io, quando sto davanti ad una telecamera. Quando va via, mi spiegano che è stata torturata, anche se non sapeva nulla della rivoluzione, e che Haymitch ha avuto parecchi problemi a tenerla in vita. Organizzare l'esecuzione di Snow, che si terrà oggi pomeriggio, è stato un passatempo per farla sentire meglio.
Il mio staff di preparatori mi trucca, cancella le occhiaie e mi ricopre le labbra screpolate con un lucidalabbra così da farle sembrare perfette, ma fortunatamente non mi riempiono di colori. Sembro sempre io, ma più riposata, anche se è soltanto un trucco.
Finnick viene deposto su una sedia a rotelle ed Annie lo accompagna fuori dalla stanza, lasciandomi da sola con Gale che, invece, è appena entrato. Mi abbraccia e appoggia sul letto la faretra con una freccia. Quando gli faccio presente che potrei non riuscire a colpirlo, mi risponde che non succederà. Ma non tiro con l'arco da così tanto e la pancia è così grossa che sicuramente ha cambiato il mio baricentro. Vorrei potermi allenare un po' prima, ma so bene che non me lo permetteranno.
Gale mi porta in una sala dove sono presenti tutti i vincitori ancora in vita, poi esce, da bravo soldato. Cosa ci facciamo tutti lì? Guardo Peeta che mi fa un cenno del capo. Ricambio e prendo posto attendendo che la Coin, a capotavola, cominci a parlare.
I Distretti vogliono ancora morte e la Coin e ha suggerito un'ultima edizione degli Hunger Games con i figli dei soggetti al comando, come la nipote di Snow. Ma lei cos'ha fatto di male? E se in futuro ci fosse un'altra rivoluzione e i ribelli - che sarebbero quelli di Capitol City - decidessero di fare degli Hunger Games con Hope come tributo soltanto perché è mia figlia?
Peeta si alza dalla sedia, sbattendo un pugno contro il tavolo. «No! Io voto no». Non so perché, ma credo che abbia seguito il mio stesso ragionamento.
Johanna vota di sì, come Enobaria. Annie e Finnick votano no e Peeta borbotta di quanto sia stata inutile la rivoluzione se accettiamo di porre in essere un'altra edizione degli Hunger Games. Noi, che siamo i vincitori, che siamo usciti rotti dall'Arena - due volte - e che abbiamo combattuto proprio per cambiare il sistema, per non dover avere paura, in futuro, di vedere i nostri figli essere estratti da una boccia e portati al macello.
«Katniss?»
«Io voto sì... per Prim». Vedo la delusione passare negli occhi di Peeta. Avrei voluto dire no, dopo tutto il ragionamento che ho fatto, senza mai distogliere lo sguardo da quello della Coin. Peeta corre da Haymitch elencandogli i motivi per i quali dovrebbe votare no. Se dicesse sì, gli Hunger Games tornerebbero avendo raggiunti i cinque voti necessari, compreso quello della Coin che ha avuto l'idea. Vedo Peeta incurvare la schiena quando dalla bocca di Haymitch esce il suo voto: «sì», mentre mi osserva.
Prima di uscire per concludere i preparativi per l'esecuzione di Snow, chiedo alla Coin se può fargli indossare la rosa bianca che ho tagliato nel suo giardino. Dopo tanto tempo, ho finalmente voglia di fare qualcosa. Non credevo che sarebbe stato poter uccidere.

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Buonsalveh! Come state? :) Eccomi qui con il nuovo capitolo, siamo alle battute finali. :°
Non ho molto da aggiungere. In questo capitolo – con le ovvie piccole modifiche – si basa tantissimo sulla saga.
Peetyno si preoccupa. ♥ E' cucciolino. XD
Spero vi sia piaciuto! ♥♥ Ci vediamo il 27! ;)
Vi ringrazio tantissimo per le preferite, ricordate e seguite, e ovviamente per le recensioni! ♥ Risponderò prestissimo, spero entro stasera, ma ho parecchio da fare, quindi o rispondevo o pubblicavo. Vi risponderò con più calma oggi pomeriggio o stasera, quindi. ♥ Baci
Deb
   
 
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