Puzzle
Facile presentarsi
beffardi alle porte del destino.
Semplice
vivere nella continua illusione di essere i migliori.
Una
via così invitante, non si potrebbe mai pensare che sia la più
pericolosa.
Dietro
ai successi, il sangue.
Dietro
alla gloria, le urla.
Dietro
al distintivo, i cadaveri.
La
fama si ottiene asservendo la giustizia, catturando gli assassini. Il
sogno di chiunque è essere ritenuto da tutti un magnifico
detective, giusto e altruista.
Ma
quando ci si sveglia, ecco che la realtà appare cruda e
beffarda.
Non
si può rimanere puri e giusti, non accarezzando ogni giorno,
ogni ora, i peccati di cui l'uomo si macchia.
E
così si finisce per arrancare dietro quel sogno sempre più
lontano, allietandosi con quella futile illusione di carriera
perfetta.
Si
cura il proprio vestito d'arroganza e presunzione, si chiude a chiave
la paura e l'incertezza in un angolo dell'anima.
Ogni
singolo caso viene preso con leggerezza, come un semplice puzzle da
cento pezzi per i bambini dell'asilo.
Nessuno,
ahimè, mai riflette sulla possibilità che dietro quei
tasselli si nasconda qualcosa di più.
La
concentrazione è monopolizzata da quei frammenti sparsi qua e
là per il pavimento.
Un
altro caso, un altro semplice enigma, un'altra indagine svolta con
leggerezza.
L'ultima
indagine.
Quando
tutto sembra filare liscio come l'olio.
Quando
ogni ragionamento ha fondamento.
Quando
ogni singolo dannato tassello è sistemato a dovere...
Ecco
che l'illusione crolla, ferendo con i suoi frammenti dagli spigoli
aguzzi.
Gli
occhi si sgranano nel vedere quel puzzle, quel dannatissimo puzzle
disfarsi con facilità per risistemarsi del tutto, beffardo,
svelando soluzioni prima impensabili.
La
vita non si calcola, si vive.
La
breve umana esistenza non è solo un semplice enigma, ma una
oscura e magnifica alchimia.
Una
magia che sorprende, commuove, entusiasma. Un arcano mistero dagli
infiniti tasselli.
Non
vi sarà ragionamento che ne svelerà l'incanto, non vi
sarà presunzione che la deriderà.
Ed
ecco, difatti, come l'arroganza scivola via assieme al sangue caldo.
Rivoli di forti parole e scarlatte gocce rotolano attraverso il
petto, sporcando la candida camicia.
Nello
sguardo solo la paura e l'incertezza, libere dalla prigionia.
Riflesso nell'iride quel dannato puzzle dagli infiniti tasselli,
dalle infinite soluzione.
E il ghigno dipinto sul volto di colui che mai si sarebbe ritenuto essere un assassino.
Spiacenti,
ma questa volta la sua risposta è errata.
Ritenti in un'altra vita.
******
Non so come sia saltata fuori, stavo solo giocando tranquillamente a un tetris con le gelatine quando l'idea si è infiltrata nella mia mente. E dopo le parole sono venute da sole. Spero di aver azzeccato la categoria. Non ho nulla contro i poliziotti, sia chiaro. Questa è solo una flash-fic scritta di getto, lievemente non-sense. Colpa del caldo.
kiara_chan