Serie TV > Arrow
Segui la storia  |       
Autore: ElaSmoakQueen    23/03/2014    9 recensioni
Ciao a tutte :)
Eccomi, di nuovo, qui con la mia prima, o seconda, FF su Arrow e più precisamente sulla coppia: Oliver e Felicity. L'altra era una OS xD Tutto ciò, mi è venuto in mente dopo aver visto la 2x13. Ah, in caso non abbiate ancora visto la puntata.. non leggete questa OS. PERICOLO SPOILER.
Bene.. vi auguro buona lettura. Ci ribecchiamo a fine capitolo, nel mio angolino ^_^
Ela.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Felicity Smoak, John Diggle, Oliver Queen, Sarah Lance
Note: Movieverse, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La sera precedente aveva fatto qualcosa che l’avrebbe segnato per sempre, sia che la questione Slade Wilson si sarebbe risolta sia se avrebbero perso.
Dopo aver trovato quel fantoccio con le sembianze di Felicity e le centinaia e centinaia copie della foto di Shado, sorridente e viva, appese per tutta la stanza, il suo animo si era completamente rotto.
Inoltre il telefono della sua partner, giaceva sul cuscino, spento. Un aiuto in meno per riuscire a trovarla.
Quando Digg l’aveva aiutato a rimettersi in piedi, avevano ripercorso la strada fatta poco prima ed erano tornati nell’ingresso posteriore della casa. La porta da cui erano entrati era ancora aperta ma dei passi pesanti, provenienti dal piano superiore e che si avvicinavano sempre di più scendendo per le scale, li costrinsero ad alzare la guardia.
Un ragazzone enorme e particolarmente arrabbiato, li stava raggiungendo.
- Oliver, non possiamo affrontarlo qui. Andiamo via! – aveva detto Diggle.
- No, non possiamo abbandonarla qui. Non posso. – aveva risposto Oliver. Ma poco dopo si era reso conto che contro l’uomo che gli si stanziava davanti, a pochi metri, non poteva davvero nulla.
Avrebbe solo scritto la condanna per tutti loro. Così, anche se tutte le fibre del suo corpo gli imponevano di restare là, la sua mente lo costrinse a tirare un paio di frecce contro Paul e ha correre via. Un urlo disumano provenì da dentro la casa, un suono così spaventoso che sarebbe rimasto impresso nella loro mente per sempre.
Arrivarono alle moto ed alla Mercedes, dove Sara e Barry li stavano aspettando e senza aspettare oltre andarono via.
Tornati al covo, Oliver si cambiò e ando via. Non riferì a nessuno dove stesse andando, nemmeno si fece notare nella sua “fuga”. Aveva solo bisogno di stare solo e pensare a quello che aveva appena fatto: lasciare la sua partner nelle mani di un pazzo.
Andò nell’unico posto vuoto e che aveva un significato per lui, casa di Felicity. Era strano vedere quella  casa così spenta e vuota, non che ci fosse andato spesso. Anzi, quella era appena la terza volta che ci entrava ma lì si sentiva più vicino a lei.
Restò seduto sul divano a pensare per un tempo che gli sembrò infinito, senza ruscire a reagire o a pensare a qualcosa per poter fermare Slade. Tutta questa situazione lo mandava fuori controllo.
Non poteva batterlo con le sue semplici armi, non poteva combatterlo “a parole”, non poteva combatterlo con la furbizia. Non poteva conbatterlo e basta.
- Dovevo proteggerti di più. Mi dispiace. – disse, rivolto a quelle quattro mura come se si trovasse di fronte alla vera Felicity. Solo che, in quel momento, era libero di mostrare la voce rotta e gli occhi lucidi.
Il telefono stava squillando da quasi un’ora tra messaggi, chiamate e squilli. Ma in quel momento non aveva voglia di vedere o sentire nessuno.
Ma ci fu un ulteriore squillo che lo rese inquieto, nervoso e dopo aver letto il messaggio di Digg, senza pensarci due volte, si precipitò al covo.
 
Quando sui monitor erano apparse quelle sbarre nere e grigie, e qualsiasi tipo di comunicazione era stata interrotta, Diggle imprecò mentalmente con il suo capo.
Era sparito nel nulla, senza dire dove andava e senza avvisare almeno lui, e ora che avevano bisogno di lui nemmeno rispondeva al telefono. Ma il messaggio che apparve sul monitor, dopo qualche secondo, lo tranquillizzò sul fatto che almeno non fosse finito in qualche trappola di Slade.
Perchè il messaggio diceva:

 
“Comunicazione, solo e soltanto, per Oliver Queen. “.
 
Così gli mandò un messaggio e gli fece uno squillo, sperando leggesse il telefono e si decidesse a tornare. Per fortuna, qualcuno doveva aver ascoltato le sue preghiere perché dopo una decina di minuti Oliver entrò nel covo.
- Che succede? – chiese, togliendosi il giubbotto e lasciandolo cadere sulla sedia.
- Ma dove sei stato? – chiese Sara, che gli si pose davanti.
Oliver la guardò, indeciso se risponderle o meno. Ma non servì nulla di tutto ciò, perché, dall’espressione del ragazzo, Sara capì.
- Sei stato a casa sua. – disse. – Oliver, non è morta. Non ancora. E se davvero ci tieni a lei, conviene che collaboriamo senza sparire per ore ed ore. Slade chissà cosa avrà in mente. Non possiamo permetterci distrazioni o cali d’umore. Dobbiamo essere attivi.. sempre. – lo ammonì la ragazza.
Anche se la scoperta sui sentimenti che Oliver provava per la sua It Girl non la rendessero particolarmente felice, si era resa conto che la loro storia non esisteva più da tempo ormai. Si erano legati per condividere ferite vecchie e difficili da dividere con altri che non avessero vissuto il loro stesso inferno. Ma non era quello di cui avevano davvero bisogno.
- Non sai di cosa stai parlando. – disse Oliver. Ma quando stava per continuare a sfogare la sua rabbia contro Sara, Digg li interruppe.
- Ragazzi, chi credete che state facendo aspettare continuando a discutere? – disse, indicando il monitor su cui c’era ancora il “messaggio” e con il conto alla rovescia che segnava quattro minuti mancanti alla chiusura della comunicazione.
- Non fatevi vedere. Non voglio irritarlo ancora di più. – disse Oliver, che si avvicinò al tavolo mentre gli altri tre si allontanavano dal raggio della webcam.
Oliver accettò la videochiamata e subito dopo, su tutti i monitor accesi nel covo, comparve Slade seduto su una sedia in una stanza.
- Si è fatto attendere, Mr. Queen. – esordì Slade. – La sorpresa le è piaciuta? – chiese, sorridendo.
Oliver mantenne la calma, la prima cosa che voleva chiedergli era Felicity. Sapere come stava, se era viva e cosa le aveva fatto. Ma decise di seguire le regole del suo nemico.
- Cosa vuoi? – chiese Oliver.
- Come ho detto alla tua ragazza, voglio la mia vendetta personale. Mi dispiace solo che per attuarla devo privare il mondo di una persona così intelligente e brillante come Miss Smoak. – spiegò Slade.
Il tono rasentava la pazzia e l’occhio sano era spalancato, come a voler reprimere il Mirakuru che si aggirava nelle sue vene.
- Lei non è la mia ragazza. Ma non c’entra nulla con tutta questa storia di Shado. Lo sai anche tu, Slade. – disse Oliver, che cercava in tutti i modi di mostrarsi disinteressato sentimentalmente verso Felicity per salvarla. In realtà, avrebbe scambiato i loro ruoli se solo fosse servito a qualcosa.
- Oh, andiamo Oliver. Siamo soli. Puoi confidarti con me, puoi dirmi la verità. – disse Slade.
- Cosa vuoi che ti dica? E’ la verità. – disse Oliver.
- Oh, no. No, non è affatto la verità. Lo sai tu e lo so io. Ti ho osservato con la tua ex-ragazza, Laurel Lance. Ragazza intelligente, certo, ma sii sincero con te stesso. Hai portato sua sorella sulla barca con te, non lei. Forse l’hai amata, un tempo, ma adesso il sentimento per lei è di pura e profonda amicizia. L’hai tradita con sua sorella, dovevi amarla proprio tanto. – disse Slade e prima che Oliver potesse controbbattere, continuò a parlare. – Ma veniamo a Sara. Hai lasciato morire Shado per lei, ma non credo sia più amore quello che vi lega. Siete più due soldati che decidono di far coppia perché sicuri di non doversi preoccupare eccessivamente dell’altro in battaglia. E siete davvero troppo uguali: combattenti, letali e pericolosi. Sai come si dice? “Gli opposti si attraggono, gli uguali si respingono”. E prima o poi vi ritroverete distanti come i poli di una batteria. -.
Passarono pochi secondi, in cui tutte quelle parole si schiantarono forti e possenti su Oliver, come onde sugli scogli,  e lavarono tutte le bugie che continuava a raccontarsi da quando erano tornati dalla Russia. Continuava a fingere che Felicity fosse solo un’amica, ma con lei si comportava in maniera del tutto differente dalle altre donne. Non l’aveva mai trattata con superficialità, non l’aveva mai considerata solo per il suo aspetto fisico e lui di belle ragazze se ne intendeva. Era rimasto seriamente colpito dalla sua intelligenza e dalla sua schiettezza, e da tutta la sincerità che gli aveva sempre e solo riservato.
- Felicity Smoak, invece, non è come le altre. Vero? E’ diversa! E’ sincera, fedele, schietta, intelligente, divertente con la sua parlantina veloce e, a volte, fuori luogo. Ti è sempre stata accanto, nel bene e nel male, ti ha appoggiato e consigliato. Chissà quante volte ti ha salvato la vita, senza che tu te ne rendessi veramente conto. E’ una piccola luce nell’oscurità della tua vita e non hai fatto altro che allontanarla. Mi dispiace, avresti dovuto pensarci prima. – disse Slade.
Oliver non riusciva a spiccicare parola. Già Slade lo mandava in tilt, per non parlare poi del fatto che in mezzo a tutto quel casino ci aveva fatto finire anche Felicity.
- Sai perché lo so? Perchè lei è per te quello che per me era Shado. So che l’hai sempre tenuta a distanza per questo. Non negarlo! – disse Slade e concluse il suo lungo e veritiero discorso.
- Non sai di cosa stai parlando. Lei è una carissima amica, ma.. – il ragazzo non riuscì a finire la frase.
Slade si alzò con impeto dalla sedia e si avvicinò alla webcam, rendendo il suo viso l’unica cosa visibile ad Oliver.
- Sei peggio di quanto pensassi, Mr. Queen! Hai ingannato anche Shado, allora? Lei è morta e l’amore tra voi due che credeva sincero, è solo una delle tante menzogne che circonda la tua vita? Nemmeno quando sei solo o quando sai che non la rivedrai più viva, ti decidi a dire la verità? – disse Slade.
- Non osare toccarla o ucciderti sarà l’ultima cosa che farò! Ora voglio vederla! – disse Oliver, con un tono di voce basso e minaccioso.
- Ammetti a te stesso che quello che ho detto è la verità.. e forse potrai vederla. – disse Slade.
Oliver non aveva intenzione di sottostare ai giochini di Slade, ma quando l’uomo fece un cenno verso qualcuno, il ragazzo provò un lungo brivido lungo la sua schiena.
- Paul, vai a fare una visitina alla nostra ospite. Ma non trattenerti come l’ultima volta! – disse Slade.
- NO! Fermo! Aspetta.. hai ragione. Io.. – disse Oliver, mentre cercava le parole giuste. Ma quello che poteva dire per fermare Slade in quel momento, era scritto a chiare lettere nella sua mente. - ..ci tengo davvero tanto a lei. E’ molto più di una semplice carissima amica. – disse Oliver. E stranamente, dentro di sé sentì sciogliersi un nodo. - Ora fammela vedere! – disse Oliver, ancora.
Ma anzichè vedere Paul che la portava dentro, vide solo Slade spostare di poco la webcam e inquadrare un letto. Sul letto c’era seduta Felicity, che lo guardava ad occhi spalancati.
Ma non fu quello a destare l’attenzione di Oliver. C’era qualcosa di strano nel viso della ragazza e quando capì, una rabbia incontrollabile gli montò addosso.
Sulla guancia sinistra della ragazza si estendeva un ematoma violaceo e fin troppo grande per i suoi gusti, mentre sulla tempia destra una larga escoriazione, rossa e recente, le rovinava il suo bel viso.
Aveva un paio di manette che le teneva stretti ed uniti i polsi, solo le gambe erano libere. Ma dall’espressione della ragazza, Oliver capì che quello era l’ultimo dei problemi.
- Cosa le avete fatto? – ringhiò Oliver.
- Come ho detto prima, a volte la sua parlantina rende nervoso Paul. – disse Slade.
- Slade.. lei è innocente! Lasciala andare, prenditela con me. Ma lascia andare Felicity! – chiese Oliver, senza perdere il suo tono autoritario. Non voleva far vedere a Slade quando lo turbasse e lo rendesse insicuro, persino nella sua città. Ma doveva tentare in tutti i modi di salvare Felicity.
I suoi occhi incontrarono quelli della ragazza e notò una piccola lacrima solitaria, solcarle il viso e scivolare giù. Non l’aveva mai vista così spaventata e avrebbe dato di tutto per poterla vedere sorridere ancora.
- Sei proprio cocciuto, Oliver. Te l’ho detto su quella dannata barca e te lo ripeto ora, ucciderti sarebbe davvero farti un regalo. Dovrai soffrire come ho sofferto io! – disse Slade. – Rispetta le mie regole. Niente intrusioni, niente piani segreti, niente assi nella manica. Ok? O la tua Felicity potrebbe smettere di far parte della tua vita molto presto. – lo minacciò Slade.
- Oliver.. – fu quasi un sussurro, ma il ragazzo lo sentì forte e chiaro. Gli entrò dentro, fin nel profondo dell’anima, e lacerò ancora di più le ferite che si erano riaperte. Sentirla così vulnerabile, lo destabilizzava. Gli faceva perdere lucidità, solo che questa volta non poteva rischiare di sbagliare.
- Tranquilla, Miss Smoak, il tuo eroe verrà a salvarti. – disse Slade.
- No, non venire. Non fare niente di stupido! – disse Felicity, sorprendendo Oliver. Nonostante fosse lei quella prigioniera e a piena disposizione della pazzia di Slade, cercava di salvare lui.
“Come se ci fosse ancora qualcosa da salvare, in me!”, pensò Oliver.
- Resisti, presto sarai libera! – le disse Oliver. Quanto avrebbe voluto stringerla tra le braccia, averla con sè e farle scudo con il suo corpo.
Ma lei sparì dalla sua visuale, Slade aveva riposizionato la webcam come all’inizio della loro chiacchierata e Oliver sentì l’impellente voglia di ribadire il concetto di qualche minuto prima.
- Slade, ti giuro, che se dovesse succederle qualcosa.. – disse, ma Slade lo interruppe con la sua risata cavernosa e possente.
- Tu, cosa? Lo sai bene che non puoi fare nulla contro la mia forza, rassegnati. Se vuoi vederla ancora un’ultima volta, rispetta le mie regole e non le accadrà nulla. – disse Slade, mentre la comunicazione di chiudeva.
 
Quello che Oliver aveva detto a Slade, vorticava ancora nella mente di Felicity.
Non poteva crederci, forse nemmeno voleva. Era una cosa così imprevista che preferiva non illudersi. Chissà forse l’aveva detto perché Slade lo stava minacciando, usando lei come merce di scambio. Quella confessione che l’uomo voleva tanto sentir uscire fuori dalla bocca di Oliver, in cambio della sua vita. O meglio, per qualche altra ora o qualche altro giorno della sua vita.
Ma quello che Slade le aveva detto sul Conte, non era poi così insensato. Considerando che aveva promesso a se stesso di non uccidere più, per onorare così la morte di Tommy.
Felicity proprio non sapeva a cosa credere, ma lo sguardo che aveva letto negli occhi del ragazzo quando l’aveva vista in quello stato, era di pura angoscia e terrore.
E c’era qualcosa di più rispetto alla semplice amicizia, era qualcosa di così profondo e potente che faceva paura persino a lei.
Quella notte fu la più lunga della sua vita, la passò sveglia e a sussultare ad ogni minimo rumore che proveniva da fuori quella quattro mura.
Aveva sentito passi, voci, rumori nella stanza accanto alla sua che, a quanto sapeva, era vuota.
Poi il silenzio si impossessò della casa e anche se non riuscì a prendere sonno, si stese a letto e cercò di non lasciarsi prendere dal panico. Ma l’alone che si espandeva sul cuscino, era un chiaro segno di quanto fosse terrorizzata.
A poco a poco dalla finestra che si affacciava sulla parte posteriore della villa, il sole cominciò a rischiarare quella stanza e a destare Felicity dal torpore che l’aveva avvolta durante la notte.
L’alba era vicina e avrebbe dovuto affrontare un’ulteriore giornata alla mercè di Slade Wilson. Poi d’un tratto, qualcosa la svegliò completamente e fece crollare le ultime certezze sulla possibilità che Slade si fermasse, alla fine.
Sentì Paul parlare e la sua voce possente, sovrastava una voce più sottile ma stridula. Qualcuno stava gridando e Paul gli inveiva contro.
- Ora sta’ zitta. Non può sentirti nessuno! – disse Paul, aprendo la porta vicino alla stanza di Felicity e gettando qualcuno su qualcosa. Dal cigolio, le sembrava ci fosse un letto.
- Lasciami! Fammi uscire! Chi sei? Cosa vuoi? – gridò, l’altra persona.
- Vuoi che ti rovini quel bel faccino? – l’aggredì Paul e per qualche secondo il silenzio regnò sovrano.
Poi Felicity sentì la porta chiudersi, sentì le chiavi girare per due volte nella serratura e i passi di Paul allontanarsi.
- Non avete idea di chi avete rapito! Mio padre ve la farà pagare cara! – gridò ancora la compagnia di prigionia di Felicity.
E fu in quel momento che la ragazza capì chi si trovava al di là del muro.
Il gioco di Slade le piaceva sempre meno e in quel momento, tutte le sue certezze cominciarono a vacillare e il disegno che Slade le aveva lasciato appeso nella sua cella, cominciò a farle rivoltare lo stomaco.
 
To be continued..
 
«Quella pazza dell’autrice.»
Ciao carissime!
Eccomi qui con il nuovo capitolo. Vi ho lasciato con due interrogativi xD
Chi sarà la nuova compagna di prigionia di Felicity? E che foto le ha lasciato Slade? Supponete, ipotizzate, dite la vostra.. insomma.
Oliver ha cominciato ad ammettere qualcosina, eh? Ma parliamo sempre del nostro capoccione (come lo chiamo io) quindi non è che sia stato molto esplicito. Ma ha anche fatto dei passi avanti.. ;) Quando accadrà nel telefilm, urlerò dalla gioia *^*
Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto. Come sempre lasciatemi le vostre recensioni, il momento più bello della giornata per me :D Entrare e trovare sempre più recensioni.
Vi adoro <3 Siete fantastiche!
Bene.. ora vi lascio, alla prossima. Come sempre ci vediamo qui mercoledì :D Ciao ciao ragazze!
∞ Ela. 
   
 
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Arrow / Vai alla pagina dell'autore: ElaSmoakQueen