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Autore: Birra fredda    23/03/2014    3 recensioni
Prendete una manciata di flaconi di tinte per capelli, qualche piercing, una pagella scolastica deprimente, un fisico scarno, un sorriso strafottente, un paio di occhi vispi e allo stesso tempo velati di malinconia, un pacchetto di Marlboro rosse, una bottiglia di vodka alla menta e un dito medio perennemente alzato. Ora mischiate il tutto ed ecco a voi...
Chris Gaskarth!
Diciassette anni, batterista, pelle chiara, marijuana, rabbia repressa.
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alex Gaskarth, Altri, Jack Barakat, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chris rimase impalato nel bel mezzo del vialetto. Aveva appena salutato Pete e Sam ed era tornato a casa per cenare, eppure rimase lì immobile. Se fosse rientrato dalla porta principale come se niente fosse di sicuro Alex avrebbe ricominciato a sbraitare, ma come avrebbe potuto rientrare di nascosto se tutte le fottute finestre erano troppo fottutamente in alto?
“Che fai lì fermo come un idiota?”
Il ragazzo saltò di paura e si voltò di scatto per poi lasciarsi andare ad un sospiro di sollievo quando si ritrovò il sorriso sereno di Zack davanti agli occhi.
“Cazzo mi hai fatto prendere un infarto” disse Chris portandosi teatralmente una mano al petto. “Che ci fai qui?”
“Devo parlare con tuo fratello e Jack di alcune cose” rispose il bassista. “Rian è già arrivato?”
“Ecco io...” abbozzò Chris abbassando lo sguardo. “Io sto tornando adesso...”
Zack si impose di non scoppiare a ridere. Quel ragazzino doveva averne combinata un’altra delle sue.
“Dovrei rientrare di nascosto” buttò lì il più piccolo, rendendosi conto di quanto dovesse sembrare ridicolo agli occhi dell’altro.
“Beh non ci vuole molto, apri la porta e facciamo finta che mi hai sentito bussare e sei venuto ad aprirmi” rispose svelto il più grande con una scrollata di spalle.
“Non... non posso aprire” borbottò piano Chris, “Alex mi ha tolto le chiavi di casa.”
“Alex cosa?” esalò Zack incredulo. Sapeva benissimo che il cantante aveva deciso di adottare metodi più duri nei confronti di suo fratello, ma togliergli le chiavi di casa gli sembrava esagerato. “Fai sul serio?”
Chris annuì con un cenno del capo e riportò lo sguardo a terra. “Ha detto che devo restare per un po’ con la merda fino al collo per capire in che guaio mi sto cacciando” disse in un sussurro.
Zack sospirò a sua volta, capendo ciò che era passato per la testa al suo amico. “Andiamo a fumarci una sigaretta in giardino, okay?”
Chris seguì in silenzio il bassista fino al dondolo dov’era stato quella mattina e gli sedette accanto accettando una sigaretta dal suo pacchetto. Non ricordava di aver mai visto Zack fumare, ma non fece domande.
“Chris non starò qui a dirti anch’io che col tuo atteggiamento non andrai da nessuna parte, che ti stai rovinando la vita e menate varie” esordì Merrick dopo aver tirato una lunga boccata di fumo dalla sua sigaretta. “Suppongo che tu sia stancato di sentirti dire sempre le stesse cose, no?”
“Già” biascicò l’altro stringendosi le ginocchia contro il petto. “E... non lo so Zack, ogni volta mi sento maledettamente in colpa, eppure non riesco a... a... mi sento come se il Mondo mi stesse troppo stretto.”
Zachary sorrise osservando quel ragazzino che sembrava tanto forte ma in realtà era palesemente fragilissimo. Gli ricordava un sacco Jack. Jack che non stava mai fermo, che parlava anche nel sonno come se non gli bastasse chiacchierare ininterrottamente durante il giorno, che sembrava sempre essere sotto l’effetto di qualche eccitante, che sprizzava energia da tutti i pori. Jack che poteva crollare tanto facilmente, benché da fuori nessuno lo sospettasse.
“Hai mai visto Jack piangere?” domandò improvvisamente il più grande.
Chris alzò un sopracciglio, non capendo bene dove Zack volesse andare a parare. “No” disse in un bisbiglio. “Beh quando siete tornati appena ha visto Lea è...”
“Dico piangere per la tristezza” lo interruppe il bassista. “Se l’hai mai visto talmente tanto triste da piangere.”
“Mai” asserì con convinzione il ragazzo.
“Tu mi ricordi moltissimo Jack” disse Zack. “Lui sembra sempre felice, spensierato, allegro. Un grillo impossibile da far stare seduto per dieci minuti consecutivi e un pazzo logorroico che non ha idea di cosa sia la malinconia. Nessuno penserebbe mai che crolla facilmente. Nessuno, da fuori, potrebbe mai immaginare quanto sia fragile realmente.”
“Io non sono così.”
“Oh sì che lo sei” rispose in fretta il maggiore. “Ti sei costruito attorno una corazza di ferro ma in fondo sei debole. È normale essere deboli, alla tua età, ed è altrettanto normale cercare di nasconderlo e tentare di farsi scudo dai mali del Mondo, Chris, ma devi anche capire che non diventerai più sicuro di te e più felice bevendo e facendo chissà che altro.”
 Il piccolo Gaskarth inspirò il fumo e portò all’indietro il capo. Non lo avrebbe mai ammesso a Zack, ma capì che il ragazzo aveva ragione.
“Sono difettoso, forse” abbozzò Chris. “Sono nato male. Mamma avrebbe voluto una femmina e invece sono venuto fuori io che le regalo un dispiacere dopo l’altro. Non mi vuole bene neanche la mia famiglia.”
“Non devi neanche pensarle queste cose” asserì con forza Zachary. “Se la tua famiglia non ti volesse bene tu non saresti ancora qui oggi. I tuoi genitori hanno fatto di tutto per te, ti hanno amato anche quando sono dovuti venirti a riprendere alla centrale di polizia. E Alex sta cercando di recuperarti in ogni modo.” Zack prese il viso di quel ragazzino tra due dita e lo costrinse a farsi guardare negli occhi. “Quindi non so come tu possa pensare che non ti vogliano bene” concluse sentendosi precipitare in quegli occhi identici a quelli del suo cantante.
Chris annuì con la testa sentendo le lacrime pungere agli angoli degli occhi. Ripensare alla notte in cui era stato portato alla centrale della polizia gli faceva ancora venire le fitte al petto. Era stato il giorno più brutto della sua vita, quello.
Ripensò per un attimo alla rissa che Pete aveva scatenato, a lui e Sam che tentavano di mettersi in mezzo per evitare che uccidesse il tipo che stava picchiando. Ripensò a Samantha che si accorgeva dei fari di un’auto e che aveva afferrato Pete ed era scappata. E lui che era inciampato, aveva ricevuto una pedata sulla schiena, era stato tirato su da un vigile ed era stato portato alla centrale.
Ripensò alla chiamata fatta ad Alex che si trovava in un posto dove era giorno, si ricordò di avergli chiesto scusa, di aver pianto e di averlo implorato di chiamare i loro genitori perché lui non ce la faceva.
Ripensò a suo padre che gli aveva mollato uno schiaffo e gli aveva detto ch’era il più grande fallimento della sua vita.
Ripensò a sua madre che non era riuscita a guardarlo negli occhi per tutta una settimana.
“Tu non sei difettoso” continuò Zack, portando una mano sulla testa di Chris per scompigliargli i capelli. “E dovresti semplicemente lavorare un po’ sul rapporto con tuo fratello e capire che sta cercando solo di aiutarti.”
“Non mi aiuta lanciandomi sguardi di puro disprezzo” commentò il più piccolo portando la sigaretta alle labbra.
“Alex non ti disprezza affatto!” esalò il bassista incredulo. “Come puoi pensare una cosa del genere? Lui ti adora, sei suo fratello. Dovresti sentire come parla di te, persino quando nomina qualcuna delle tue bravate non riesce a non inserire da qualche parte una frase in tua difesa.”
“William mi... difende?” chiese Chris spalancando gli occhi.
“Lui ci è passato Chris. Non pensare che stia cercando di rovinarti la vita, lui vuole solo evitarti tutto il dolore che gli è stato riservato.”
“Ma lui aveva voi, ha avuto Jack fin da subito...”
“Jack lo ha salvato in milioni di modi diversi” lo interruppe Zack. “Li ho visti con i miei occhi quei due impedirsi a vicenda di autodistruggersi, li ho aiutati a non autodistruggersi. E se Alex decidesse di incatenarti in casa, di spedirti in qualche riformatorio simile a un carcere pur di non farti prendere la medesima strada che lui stava intraprendendo anni fa, avrebbe tutta la mia approvazione. Sicuramente non la tua, almeno momentaneamente, ma forse dopo qualche anno capirai le sue intenzioni e lo ringrazie...”
“Papà, c’è Zacky!”
La voce tuonante di Lea interruppe il discorso di Zack, che alzò di scatto il viso e lanciò un enorme sorriso a quella bambina che saltellava sull’uscio della porta d’ingresso di casa indicando a Jack il bassista.
“Ciao Piccolo Panda, vieni a salutarmi” le disse Merrick alzandosi in piedi.
Lei non perse tempo, in un attimo gli corse incontro e gli saltò in braccio.
Jack intanto si avvicinò al dondolo e batté una manata su una spalla di Chris. “Non sapevo che fossi qui dietro con Mr. Muscolo” disse con un sorriso sarcastico stampato sul volto.
“Non mi hai visto uscire prima?” mentì il ragazzo cercando lo sguardo del bassista, che intanto chiacchierava allegramente con Lea di un certo cartone animato con degli unicorni e un cervo azzurro.
“È la prima e ultima volta che ti copro” rispose Barakat lanciandogli una lunga occhiata eloquente. “E lo stesso deve valere per Mr. Muscolo.”
“Smettila di chiamarmi così, Drag Queen mancata” si ribellò Zack.
“D’accordo Zacky.”
“Fottiti Jackie.”
“Hey, c’è Lea, fate le persone adulte e mature” si intromise Chris alzando gli occhi al cielo.
Sebbene fossero un branco di smidollati, Chris si rese conto di voler bene agli All Time Low. Zack era quello che sembrava capirlo di più, che cercava di parlargli e che intuiva quando qualcosa non andava. Ma Chris voleva bene anche a Rian, a Jack e persino a suo fratello.
Già.
Forse Zack aveva ragione, forse Alex sul serio stava cercando di fare di tutto perché stesse bene e non finisse a odiarsi com’era successo a lui diversi anni addietro.
Forse Alex a lui ci teneva sul serio.



















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Dopo quasi 3 settimane di assenza ho deciso di riprendere questa long. Non so neanche io bene perché, nonostante non mi sembri molto apprezzata e nonostante non mi piacciano chissà quanto i precedenti capitoli, mi mancava Chris e quindi eccomi qui di nuovo.
Spero vi faccia piacere questo aggiornamento,
Echelon_Sun

 
  
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