Narcissa Black e lo Specchio di Serpeverde
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- Riflessi Rubati
Mentre Alecto e Christie si preparavano per il ballo di San
Valentino, scambiandosi borsette, guanti e cinture, Narcissa Black stava distesa sul proprio letto, la faccia affondata sul cuscino.
"Sei proprio sicura di non voler venire alla festa, Cissy?"
"Sicura!" gridò lei, ma la sua voce suonò soffocata e stanca.
"Ma che le prende?" chiese Christie sottovoce, cercando di non farsi sentire da
Narcissa.
"E' depressa, non vedi? Piton l'ha scaricata, preferendo andare al ballo con Lily Evans... e, oltretutto, pare che Malfoy
abbia invitato Greta Zabini", rispose Alecto, sistemandosi
le spalline del vestito. Poi aggiunse, mantenendo lo stesso tono basso di Christie: "Credo che lui l'abbia fatto per dispetto, per ripicca. Voglio dire,
Zabini nelle ultime settimane è... diventata orribile, non trovi?"
Christie annuì, e si spruzzò un po' di profumo. "Orribile, davvero! Non posso
credere che Malfoy abbia scelto proprio lei come rimpiazzo della nostra bella
Cissy".
Narcissa, che aveva ascoltato ogni singola parola, emise un lamento addolorato.
Era la prima volta che provava sentimenti quali amore e gelosia, e desiderava solo
che quel dolore cessasse all'istante. Era una tortura vivere col cuore spezzato a metà.
Ecate, la sua bianca gatta, saltò sopra il letto e, desiderosa di dare conforto
alla propria padroncina, le si strofinò contro. Riuscì nell'intento, perchè
Narcissa si tirò su.
"Non preoccupatevi per me, ragazze", disse alle amiche. "Avrei potuto scegliere
un qualsiasi ragazzo di questa scuola per ripagare Malfoy della sua stessa
moneta, ma preferisco lasciar perdere. San Valentino è una festa così stupida e
nauseante". Eppure nella sua mente si chiese come sarebbe stato se le cose
fossero andate diversamente, e si vide in piedi al centro della Sala Grande, a
danzare insieme a Malfoy come avevano fatto il giorno della vigilia di Natale.
Cancellò immediatamente quella immagine dalla sua testa e abbassò lo sguardo su
Ecate, che miagolava piano richiedendo altre carezze.
"Come vuoi. Allora ci vediamo più tardi", la salutò Alecto, spingendo Christie
verso la porta del Dormitorio.
Quando l'aprirono, quasi presero un colpo per lo spavento. C'era una Serpeverde del secondo anno davanti alla soglia, ed era in assoluto la ragazzina più brutta che avessero
mai visto.
"Scusate... è qui Narcissa Black?" domandò, con un timido sorriso.
"Sì, sono qui", fece lei, mettendosi in piedi e avvicinandosi alla porta.
La ragazzina rimase abbagliata dalla bellezza di Narcissa, e indietreggiò di un
passo. "Devo consegnarti una lettera", disse, porgendogli una pergamena ingiallita.
Narcissa la srotolò, convinta che si trattasse dell'ennesimo invito per la festa
di San Valentino. Purtroppo era ben altra cosa.
"Chi ti scrive?", chiese Alecto.
"Il Preside", rispose Narcissa, deglutendo nervosamente. "Vuole vedermi nel suo ufficio...
immediatamente".
** ** **
Arrivata davanti al
gargoyle di pietra che faceva da guardia all'ufficio del Preside, Narcissa
dovette rileggere la parola d'ordine che Silente aveva segnalato nella sua
lettera. Scosse la testa, prima di mormorare: "Tartine Triplogusto".
Prendendo vita, il gargoyle fece un inchino e poi si spostò di lato per lasciar
passare la ragazza.
Narcissa cominciò a salire su per le scale, con una strana angoscia che le si
agitava nel petto. Cosa voleva il Preside da lei? Di qualsiasi cosa
volesse parlarle, Narcissa era certa che non sarebbe stato un argomento piacevole.
Arrivata di fronte al grande portone, bussò tre volte prima che Silente aprisse.
"Signorina Black, la stavo aspettando" disse, senza sorriderle.
Narcissa avanzò dentro il grande ufficio. Era colmo degli oggetti più
stravaganti che avesse mai visto. Il Preside le scostò una sedia di fronte alla
propria scrivania, e la invitò a sedersi.
Lei obbedì, senza dire una parola.
"Mi dispiace di averti dovuta disturbare proprio la sera del Ballo", cominciò
lui, fissandola intensamente dietro i suoi occhiali a mezzaluna. "In verità, ho sperato fino all'ultimo che saresti
stata tu, di tua spontanea volontà, a venire a parlare con me".
"Non credo di avere niente da dirle, Signore", replicò lei, asciutta.
"No? Veramente?" Silente sollevò un sopracciglio, e la fenice Fanny emise un
suono stridulo dal trespolo alle sue spalle. "Io, invece, ho di che parlarti... vorrei raccontarti una
storia, se me lo permetti. La storia di Lena Allenwich. Questo nome ti dice niente?"
Narcissa ricordava di averla già sentita nominare: Narcissa Black sei una
smorfiosa, con i bei boccoli profum di rosa! Stai attenta che non ti succeda
qualcosa, perchè come Lena Allenwich sei vanitosa!
"Non so chi sia, ma stando a quanto dice Pix il poltergeist, si tratta di
una donna che mi assomiglia molto".
"Che ti assomigliava, semmai", la corresse Silente. "Lena Allenwich è scomparsa
moltissimi anni fa, prima che io e te nascessimo. Ma, in un certo senso, è
ancora... presente. Il suo fantasma torna ad Hogwarts una volta all'anno, per
visitare il luogo in cui è stata uccisa".
Sebbene stesse parlando di una faccenda alquanto macabra, Silente raccontava la
storia come se si trattasse di una bella favola per bambini, con un tono di voce
allegro e schietto.
"Io non l'ho mai conosciuta, ma si dice che
possedesse una bellezza fuori dal comune, assolutamente unica. Non è un caso che
perfino un mago come Salazar Serpeverde se ne invaghì e la volle prendere in
moglie".
"Salazar Serpeverde era sposato?!" esclamò Narcissa, improvvisamente interessata
alla storia.
"Certamente, anche se la vita della sua splendida moglie fu assai breve. Cose
che capitano, soprattutto se si possiedono oggetti impregnanti di Magia Oscura".
Narcissa abbassò rapidamente lo sguardo. "Cosa... cosa è successo a Lena
Allenwich?"
"Quel che so io è solo una leggenda, non c'è mai stata nessuna prova che quanto
sto per dirti sia veramente accaduto. Però... pare che Lena Allenwich Serpeverde
possedesse uno specchio stregato. Uno specchio che rubava la bellezza delle
altre donne per riversarla in lei, sicché diventava ogni giorno più bella,
giovane e in salute. Più si specchiava e più le persone che le stavano attorno perdevano
il loro splendore".
"Non è solo una leggenda...", mormorò Narcissa. Ogni tassello dell'intricato puzzle
stava finalmente tornando al proprio posto! Il fantasma della donna meravigliosa
che aveva incontrato nella torre ovest era Lena Allenwich, che l'aveva guidata
nel luogo in cui si trovava il suo prezioso specchio. E Narcissa lo aveva
utilizzato con lo stesso egoismo e lo stesso narcisismo della prima proprietaria.
Frugò nella propria
borsa finché non trovò l'oggetto oscuro, poi lo poggiò sulla scrivania di
Silente.
Gli occhi del preside si accesero di interesse, ma non osò toccare lo specchio o
guardare in esso. "Ero certo che dovevi averlo trovato tu".
"E per quale motivo hai dubitato proprio di una Black?" Una voce irosa si
sollevò da sopra le loro teste, e la ragazza riconobbe Phineas Nigellus Black,
il suo antenato, bellamente incorniciato in un quadro appeso alla parete.
"Perchè, Phineas, anche se sono un mago di una certa età, non sono ancora così rammollito
da non saper riconoscere una bellissima ragazza. E, lasciamelo dire, la tua propropronipote era diventata fin troppo bella negli ultimi tempi".
Narcissa si alzò stancamente dalla sedia. Non aveva intenzione di continuare a
rimanere lì, ad ascoltare quel babbanofilo ripugnante di Silente farle delle
avances. "Se è tutto, io andrei", disse, raccogliendo la propria borsa. "Non
vorrà perdersi la Festa, Signore?"
"Non vuoi sapere come va a finire la storia di Lena Allenwich?" domandò il
preside, giocherellando con l'impugnatura dello Specchio di Serpeverde.
Narcissa sembrò esitare un attimo, poi annuì.
"Le streghe alle quali Lena aveva rubato la bellezza attaccarono Hogwarts. A
quei tempi, il castello non aveva ancora tutte le magie protettive di adesso... Ebbene, raggiunsero la
stanza nella quale alloggiava la moglie di Serpeverde e la uccisero
barbaramente, accecate dalla rabbia e dall'invidia".
Vide Narcissa rabbrividire, e le rivolse un cenno di assenso col capo. "Capisci
che non è mai conveniente rubare le cose altrui. Anche tu avresti rischiato di
scatenare l'ira delle altre studentesse... hai fatto bene a liberarti di questo
Specchio".
"Cosa mi succederà ora?" domandò Narcissa, con ansia.
"Tutto tornerà alla normalità non appena avrò distrutto lo Specchio. Il tuo aspetto
sarà come prima che tu lo trovassi, e lo stesso accadrà anche alle altre ragazze. Purtroppo,
però, dovrò
raccontare al direttore della tua Casa tutta la faccenda".
Il professor Lumacorno l'avrebbe messa in punizione? Narcissa ne era certa, e
stavolta non sarebbe bastato il fatto di essere la sua allieva preferita per
farsi perdonare.
Continua...
Nda: eccomi qui, a riferirvi che la storia è oramai agli sgoccioli. Nel mio
progetto originale i capitoli erano solo 13, ma adesso conto di scriverne altri
due conclusivi, sempre se siete ancora interessati a vedere come Lucius e
Narcissa si riappacificheranno. ^__-
Grazie a tutte le 31 persone che hanno inserito questa storia tra i preferiti!
^^
NarcissaM