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Autore: Aries Pevensie    23/03/2014    1 recensioni
Non credo nelle coincidenze, preferisco l'inevitabilità. Ogni evento è inevitabile. Se non lo fosse, non accadrebbe.
Dal prologo:
"Un sentimento a lui sconosciuto cominciò a fargli bruciare lo stomaco, mentre sentiva come una stretta al cuore e il respiro gli divenne doloroso. Era certo di poter resistere a quell’emozione, ma presto dovette ricredersi. Sapeva che doverla vedere tutte le mattine a scuola non avrebbe fatto altro che peggiorare la sua situazione, corrodendolo dall’interno. Sarebbe esploso, prima o poi. E allora si sarebbe messo una mano sul cuore e avrebbe chiesto il perdono di Janis. Ma come?"
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Inevitabile

From the first time


 
 
 
Ti ricordi quel ragazzo che qualche anno fa
non avrebbe mai venduto l'anima
ora è tempo di ridare alla tua vita un senso
di risalire dall'inferno
dimenticare questo freddo, lungo inverno
vedrai col tempo che questo gelido ricordo
sarà volato via col vento
di quel freddo, lungo inverno.
(Un freddo lungo inverno – Finley)
 
 
La vide entrare nel supermercato con aria serena, la borsa a penzoloni dalla spalla, vestita da normale ragazza della sua età. Come faceva a recitare così bene la parte della persona normale? Come faceva a nascondere a tutti la sua depressione, la sua tristezza? I casi erano due: o Janis Ryan era una perfetta attrice oppure era successo qualcosa nella sua vita che le aveva fatto riprendere il controllo di sé. Entrambe le soluzioni però non andavano di certo bene a lei, Marcy Coleman, che stava cercando in tutti i modi di eliminarla dalla circolazione.
Si nascose dietro lo scaffale delle offerte e seguì con lo sguardo Janis avvicinarsi al banco della frutta e verdura e scrutare attentamente le mele. Aggrottò le sopracciglia quando la vide rispondere al telefono e sorridere apertamente, arrossendo e agitandosi. Una signora anziana bussò sulla spalla di Marcy, che sobbalzò e si voltò di scatto.
“Che vuole?” l’aggredì, irritata da colei che l’aveva distolta dal suo impegno, ben più importante della spesa da fare per la cena che mamma aveva organizzato per papà e i suoi colleghi. Nonostante questo si allontanò stizzita senza ascoltare la risposta della signora, che la guardò allontanarsi e borbottò qualche frase sconnessa a proposito delle maniere dei giovani d’oggi.
Janis si mordicchiò il labbro inferiore e infilò un’altra mela nella sportina, mentre Zayn le raccontava della discussione avvenuta con Safaa qualche ora prima, che verteva sul fatto che lui era troppo felice negli ultimi giorni e lei voleva a tutti i costi sapere il motivo. Ridacchiò quando lui le confessò che il motivo di questa gioia era proprio lei e si trattenne dal dirgli che anche lei era felice da quando si erano riavvicinati. Dopo la conversazione avuta a casa di Zayn, o meglio sulla porta di casa, i due avevano deciso di riprendere daccapo, ovvero da semi-sconosciuti. Era divertente riscoprirsi piano piano, dall’inizio, nelle cose più semplici; era come se fossero tornati ai primi appuntamenti, quando tra di loro c’era ancora un enorme imbarazzo e tanta curiosità.
Incastrò il cellulare tra l’orecchio e la spalla e chiuse il sacchetto di nylon, per poi depositarlo nel carrello e prenderne un altro da riempire con le carote. Le piaceva fare la spesa, si sentiva grande, autonoma e libera, ma le piaceva ancora di più sentire la voce calda e squillante di Zayn, che ancora le stava raccontando di come in famiglia avevano reagito alla notizia del loro riavvicinamento. Si sentiva davvero lusingata dal fatto che lui avesse sentito il bisogno di dire a tutti di questa decisione, soprattutto perché sapeva bene che i suoi genitori erano sempre stati contrari alla loro relazione, perché erano a conoscenza della verità ed immaginavano come sarebbe andata a finire. Nonostante ciò, a detta di Zayn, si erano rivelati entrambi entusiasti, specialmente la madre, felici di rivedere il loro figlio con gli occhi allegri e il sorriso sulle labbra.
“Si erano stufati della versione zombie del primogenito Malik” scherzò Janis, imitando la voce autorevole e profonda del padre di Zayn, che scoppiò a ridere nella cornetta, subito imitato dalla ragazza, che si allontanò dal reparto in cui era per recarsi al banco frigo.
“Decisamente sì”, un annuncio all’altoparlante coprì gli ultimi rimasugli di risata, “Dove sei?”
“Al supermercato, il frigo e la dispensa stavano organizzando un colpo di stato per cacciarmi di casa” disse, sorridendo ad un anziano che l’aveva guardata divertito.
“Ci vediamo stasera?” domandò, approfittando del momento di silenzio del ragazzo.
“Va bene!” rispose con slancio, facendo arrossire Janis per l’irruenza con cui aveva ribattuto.
“Vieni da me a cena? Già che sono qui posso trovare qualcosa di buono da preparare insieme” mormorò, mentre l’imbarazzo dei primi passi le stava serrando la gola. Zayn sbuffò un sorriso ed in quel momento pensò che le sarebbe davvero piaciuto vederlo.
“Cioè che io preparo la cena e tu fai i danni?” la prese in giro, ricordandole le sue scarse doti in cucina. Janis fece una linguaccia al vento, afferrando una confezione di petto di pollo e cercando di capire il prezzo tra i mille numeri stampati sull’etichetta.
“Pollo al curry con riso? Sto parlando con un succulento galletto proprio ora!”
“Stai parlando di me oppure hai davvero un pollo in mano?”
“Entrambe le cose” confessò, facendo scivolare la confezione nel carrello.
“Andata per il pollo al curry, allora” acconsentì lui. Sapeva che stava sorridendo, lo si sentiva dalla voce, e questo la fece sorridere di rimando, perché era troppo bello sapere di poter ancora contare su Zayn, che lui non aveva smesso di tenere a lei e che insieme si stavano ricostruendo una vita dignitosa e felice.
“Devo accompagnare Safaa a danza, ci sentiamo più tardi?” si intromise nei suoi pensieri tutti rose e fiori.
“Va bene, galletto” lo salutò, svoltando nella corsia successiva senza nemmeno controllare la tipologia di merce in esposizione.
“A dopo, scarabocchio”, riattaccò prima di sentire le sue lamentele per quel nomignolo così infantile e poco consono ad una ragazza posata e tranquilla come lei. Di solito queste lamentele erano sempre seguite da una risata sguaiata di lui e da un broncio di lei.
Ripose il telefono nella borsa e si guardò intorno, ridacchiando tra sé e sé. Era felice, Janis, e non avrebbe mai potuto immaginarsi un continuo della sua storia con Zayn, dopo che la verità era venuta a galla e il modo in cui era successo. Invece era lì, a prendere l’occorrente per la cena, a sorridere da sola e a chiunque incontrasse sulla sua strada.
Tranne a lei.
“Siamo di buon umore oggi, Ryan?”, la bionda si piazzò esattamente davanti al suo carrello, le mani sui fianchi e lo sguardo insolente. Per un attimo ebbe la tentazione di andare avanti ed investirla, però c’era qualcosa nel suo tono e nel suo finto sorriso che le gelarono il sangue nelle vene e la fecero bloccare lì.
“Sì” borbottò. Sapeva alla perfezione che confessare le proprie emozioni a Marcy Coleman non era la cosa giusta, ma in quel momento tornò ad essere la Janis un po’ ingenua dei primi anni di liceo.
“E come mai? È successo qualcosa di bello?” incalzò.
Questa volta non avrebbe risposto, no. Spostò lo sguardo prima sul carrello, poi sullo scaffale accanto a lei, poi di nuovo sulla barbie che aveva davanti. La stava forse sfidando? Beh, la Janis Ryan di qualche anno prima avrebbe certamente ceduto, ma la nuova versione no. Non si sarebbe fatta prendere in giro di nuovo, non dopo quello che era successo. Marcy sapeva bene come farsi delle amiche, o qualsiasi cosa siano le sue seguaci, ma sapeva altrettanto bene come farsi dei nemici. Al secondo anno di superiori aveva preso in simpatia Janis, forse motivata dal fatto che i loro genitori si conoscevano da sempre e che suo padre era stato molto vicino a Vivianne quando era rimasta vedova; Janis si era fidata, felice di poter avere un’amica come Marcy. E quello era stato uno degli errori più grandi della sua storia. Era passata da ragazza carina e sconosciuta a ragazza popolare, per poi essere gettata tra gli scarti quando si era rifiutata di andare a letto con il migliore amico di Roger, il ragazzo che in quel mese stava con Marcy. Era diventata un nemico da abbattere, una ragazza inutile e quella era rimasta per Marcy Coleman. Non che gliene importasse, lei aveva Melory e Carol e non poteva chiedere due amiche migliori di loro.
“Sembrerebbe che qualcuno sia tornato a frequentare assiduamente le tue lenzuola…”, si avvicinò di un passo e appoggiò le mani sulle sponde del carrello, sporgendosi leggermente verso di lei e mostrando i denti in una smorfia arrogante.
“Sembrerebbe che qualcuno manchi da un bel po’ tra le tue lenzuola” rispose prontamente, tirandosi contro il carrello e facendo perdere l’equilibrio alla bionda, che la fissò indignata.
“Sei solo una povera scema. È bastato uno stupido biglietto per farti crollare, cosa ci vorrà mai a farlo di nuovo?” sibilò, per poi assottigliare gli occhi e sorridere malignamente.
Una risata sguaiata risuonò attutita nelle orecchie di Janis, mentre nella sua mente tutto prendeva un senso. Si era completamente dimenticata di quel biglietto, nonostante fosse stata quella la causa di tutto, era stato per quel biglietto se lei aveva costretto Zayn a dirle la verità, esasperato dalla sua insistenza. Strinse la presa sul carrello e fissò con rabbia Marcy, che ancora rideva diabolica.
“Sapevo che eri una stronza, ma mai avrei immaginato che potessi arrivare fino a questo punto” soffiò irata, attirando l’attenzione della bionda, che la fissò con una smorfia disgustata, “Solo che per tua sfortuna ci sono persone intelligenti, in circolazione. Persone con un’umanità, che sanno riconoscere gli errori degli altri e perdonarli. Zayn mi ha detto la verità e io l’ho perdonato” concluse, girando i tacchi e prendendo a scorrere tra gli scaffali in cerca del necessario per la cena con Zayn. Era la prima volta che lo diceva ad alta voce e forse la prima che se ne rendeva veramente conto. Zayn le aveva raccontato la verità, era stato lui a causare l’incidente, era stato lui la causa della morte di sua madre e di suo fratello. Eppure era stato lui a farla rialzare, a farle capire che la vita è bella e vale la pena di essere vissuta, che c’è qualcosa oltre la tristezza, che ci si può fidare e si può ricominciare. Sorrise apertamente e sentì qualcosa sciogliersi dentro di lei, una coltre pesante ed invisibile che le aveva tenuto il cuore stretto e coperto, schermato dal mondo esterno. Lui, con il carico da cento che aveva sulle spalle, sulla coscienza e sul cuore si era preso cura di lei, si era impegnato affinché lei stesse bene. E ci era riuscito.
 
La tensione gli annodava le caviglie, camminare verso la macchina gli sembrò un’impresa titanica, ma non appena accese in motore l’adrenalina entrò in circolo e gli fece rizzare i peli sulle braccia. Stava per vederla e avrebbero passato la serata insieme, magari sul divano a guardare un film come qualche settimana prima, invece che al parco o a scuola come facevano negli ultimi giorni. Era felice di aver ricevuto un’altra possibilità, Janis gli aveva proposto di ricominciare da capo e riprovarci, perché la sofferenza che pativa per la sua lontananza era superiore a quella per la sua improvvisamente catastrofica situazione familiare e lui non sarebbe mai stato capace di rifiutare, nonostante questo significasse impegnarsi il doppio.
Parcheggiò l’auto lungo il marciapiede davanti a casa di Janis, appoggiò le mani sul volante e si stirò il collo e la schiena. Era teso come una corda di violino, ma aveva una gran voglia di vederla e di passare la serata con lei. Prese un respiro profondo e scese, per poi sistemarsi la giacca di pelle ed avviarsi verso la porta, mentre si dava dello stupido per non aver portato niente per lei, né una rosa né una scatola dei suoi dolcetti preferiti. Gli era completamente passato di mente, perché nel momento stesso in cui aveva chiuso la conversazione con Janis, Safaa era corsa da lui e lo aveva costretto a raccontarle tutto dall’inizio alla fine. Saltò ovviamente i particolari di come si erano lasciati, ma vedere lo sguardo felice della sorellina gli aveva fatto partire il cuore a mille, come se avesse appena corso la maratona di New York.
Tossicchiò nervosamente e suonò il campanello con sicurezza, perché lei non capisse la sua tensione e la interpretasse nel modo sbagliato. Non dovette attendere più di venti secondi, subito si trovò Janis di fronte, la porta spalancata e il sorriso sulle labbra. Fece scorta della sua immagine, la guardò a fondo, poi fece un passo verso di lei, che si spostò dalla soglia e lo lasciò passare, chiudendosi poi la porta alle spalle. C’era uno strano silenzio, una tensione positiva, non era un’atmosfera pesante, una di quelle da cui non si vede l’ora di scappare; al contrario, Zayn avrebbe potuto viverci in quella situazione, con Janis vicino e senza il bisogno di dire niente.
Si voltò a guardarla e la trovò a torturarsi il labbro inferiore con gli incisivi, teneva gli occhi bassi e le mani strette a pugno.
“Va tutto bene?” domandò titubante, avvicinandosi a lei e attirando la sua attenzione. Janis alzò lo sguardo e le sue labbra si piegarono in un sorriso; senza pensarci due volte, colmò la distanza tra i loro corpi e si alzò in punta di piedi, allacciando le braccia intorno al collo di Zayn e lasciandosi stringere in un caldo abbraccio.
“Adesso va tutto benissimo” mormorò contro il suo collo. Il moro rabbrividì e strinse maggiormente la presa sulla vita della ragazza, facendola aderire ancora di più al suo corpo. Gli era mancata da morire quella sensazione di completezza che lo invadeva ogni volta che lei era nei paraggi o che i loro corpi si toccavano, per non parlare di quello che succedeva nel suo cuore quando si baciavano oppure facevano l’amore.
Perso com’era nei suoi pensieri, non si rese conto che Janis aveva alzato la testa e lo stava guardando intensamente, a pochi centimetri da lui. Senza nemmeno riflettere fece coincidere le loro labbra in un bacio appena accennato, ma atteso da tanto, troppo tempo. Rimase immobile qualche istante, immaginando qualsiasi tipo di reazione da parte di lei, che alla fine inclinò il capo di lato e accolse quel gesto così semplice, eppure capace di sconvolgerle la vita e farle esplodere il cuore. Si sentì avvampare e si strinse di più a Zayn, che mosse impercettibilmente le labbra, mentre una scarica di brividi le correva lungo la schiena. Come avrebbe potuto fare a meno di quelle emozioni? Come avrebbe fatto a sopravvivere senza Zayn?
Non sapevano quanto tempo fosse passato, ma quando si staccarono dal bacio entrambi avrebbero voluto ripristinarlo e riprendere da dove si erano interrotti, perché era solo grazie all’altro che potevano vivere.
Janis, le guance in fiamme e le labbra arrossate, guardò per un attimo gli occhi di Zayn, poi la sua bocca e infine distolse lo sguardo con un sorriso ad illuminarle il viso. Il ragazzo le accarezzò una guancia con la punta del naso e ridacchiò sommessamente, stringendola a sé come a volerle dire di non andarsene mai da lì.
“Al supermercato ho incontrato Marcy” buttò lì la ragazza, appoggiando la testa sulla spalla dell’altro. Erano ancora in piedi all’ingresso, ma nessuno dei due sembrava infastidito dalla cosa e nemmeno accennava a volersi spostare.
“E…?” la spronò lui, sfiorandole la mandibola con un bacio leggero.
“L’ha scritto lei il biglietto” sussurrò, la voce tremante e le lacrime a minacciare il loro ingresso in scena. Zayn le prese il viso tra le mani e la costrinse a guardarlo.
“Lei non sapeva niente, mi ha solo presa in giro. L’ha fatto per dividerci” continuò Janis, richiamando all’ordine tutte le sue forze per non distogliere lo sguardo da quello di Zayn. Si sentiva protetta e amata da quelle iridi, si sentiva a casa quando lui la fissava in quel modo così dolce ed intenso.
“Ma non c’è riuscita” concluse, tornando a sfiorare le labbra del ragazzo con le sue. Lo sentì trattenere il fiato, per poi baciarla con foga e passione, stringendo possessivamente i suoi fianchi. Arrancarono fino al divano, dove lui la fece stendere e si posizionò sopra di lei, sollevato sui gomiti, mentre lei infilava furtivamente una mano sotto la sua maglietta e cominciava ad accarezzargli la schiena tesa. Entrambi avevano il fiato corto dovuto sia al bacio che si stavano scambiando, sia alla voglia che avevano di riscoprirsi innamorati e di donarsi all’altro completamente. Zayn scese a baciarle insistentemente il collo e lei lo aiutò a togliersi la giacca e sfilarsi la maglietta. Si sentiva pronta a riprendere quella confidenza con lui, voleva fargli capire quanto gli fosse grata per averla tirata fuori dal momento più difficile della sua vita. Quando lui prese ad accarezzarle la pancia con la mano piena, capì che era arrivato il momento di fare una cosa che mai e poi mai si era immaginata di saper fare: prese lei le redini del gioco. Appoggiò i palmi delle mani sul petto nudo di Zayn e lo spinse a sedere, seguendolo e fiondandosi di nuovo sulle sue labbra, che mordicchiò dolcemente.
Non ci stava capendo più niente, Zayn, ma quello che stava accadendo gli piaceva eccome. Janis era seduta a cavalcioni sul suo ventre e si muoveva ritmicamente, sembrava che volesse farlo impazzire e in quel momento sarebbe bastato davvero poco per riuscirci. Con una lentezza disumana la osservò avvicinare le mani alla cinghia della cintura dei suoi jeans e slacciarla con dedizione; stava per implorarla di sbrigarsi, ma si trattenne, consapevole che in quel momento avrebbe solo rovinato tutto, invece decise di rimanere inerme e lasciare che fosse lei a decidere come, quando e perché. Si sarebbe lasciato manipolare tranquillamente, era schiavo di quella ragazza, schiavo del suo cuore, schiavo dell’amore che lo teneva saldamente ed inevitabilmente ancorato a lei. Sgranò gli occhi e la fissò allibito, perché davvero si sarebbe aspettato di tutto, tranne che fosse lei a comandare l’intero gioco. Non fu in grado di dire niente, perché il respiro e la voce gli morirono in gola, lasciando strada a quella passione tenuta ingabbiata fino a quel tardo pomeriggio di metà primavera; appoggiò le mani sui fianchi esili della ragazza e l’assecondò in ogni movimento, beandosi di vedere sul suo viso mille e più espressioni di piacere e di gioia. In quel momento, mentre facevano l’amore, scorse la vera bellezza di Janis, quel cuore ferito e pieno zeppo di cicatrici, eppure ancora voglioso di amare e bisognoso di essere amato. E lui l’avrebbe fatto, avrebbe preso quel cuore tra le mani, avrebbe baciato ogni singola cicatrice e poi lo avrebbe stretto così forte da sentirne il calore, celato nel profondo e sommerso dal freddo.
Si accoccolò sul petto di Zayn, lasciando che i loro respiri si regolassero alla stessa velocità e i loro cuori prendessero a battere all’unisono. Sfiorò con la punta delle dita i tatuaggi che gli macchiavano la pelle del petto, della spalla e del braccio, poi appoggiò le labbra sullo sterno e rimase ferma lì, ad ascoltare qualsiasi suono e a bearsi del calore che il corpo sotto di lei emanava. Era felice, sentiva tutti i muscoli fremere, il cuore che non voleva accennare a rallentare, le mani che non ne volevano sapere di fermarsi. Avrebbe voluto ricominciare subito a fare l’amore con Zayn, non aveva nemmeno avuto la forza di spostarsi, era rimasta ferma lì, così come avevano finito, voleva sentirlo suo, la sua presenza a riempirla letteralmente e metaforicamente. Amava le coccole che lui le riservava dopo aver fatto l’amore, amava sentire le sue dita accarezzarle la schiena, i capelli, le spalle, tutto. Aveva sempre pensato che anche quei piccoli gesti fossero il proseguo dell’atto stesso, come se fossero in grado di fare l’amore con qualsiasi parte del corpo e lo stesso valeva per i piccoli baci che si scambiavano lungo i corridoi o le occhiate in mensa.
Tutto in loro faceva l’amore, volenti o nolenti.
Inevitabilmente.
 
“Tieni”, le passò una tazza di tè fumante e appoggiò la sua sul tavolino di fronte al divano, “Che film vuoi guardare?” chiese distrattamente, dopo averle lasciato un piccolo bacio a fior di labbra.
“Niente di triste, possibilmente” disse lei, ridacchiando e raccogliendo le gambe contro il petto; sorseggiò un po’ di tè, poi anche lei abbandonò la tazza sul tavolino e guardò Zayn, che le dava le spalle. Sorrise distrattamente, ripensando ai progetti che avevano fatto per la cena per poi ordinare una pizza da mangiare tra un bacio e un altro. Arrossì quando ripensò al modo in cui lui l’aveva guardata dopo che lei lo aveva guidato verso l’apice del loro amore e il cuore prese a batterle più velocemente quando nella sua mente ritornarono le immagini del modo in cui l’aveva ringraziata. Scrollò la testa e sorrise, poco prima che Zayn si voltasse e tornasse con lei sul divano.
“Che film hai messo?” domandò, gattonandogli vicino e sedendosi direttamente in braccio a lui, che l’accolse tra le sue braccia e le regalò un altro bacio.
“Grease, un classico” mormorò a meno di un centimetro dalle labbra di Janis, che ridacchiò e gli allacciò le braccia al collo. La sigla non era nemmeno a metà, ma i due ragazzi già non stavano più prestando attenzione allo schermo.
“Perdonami per tutto quello che ho fatto” sussurrò Zayn contro il collo niveo di Janis, per poi lasciarci un lieve morso e accarezzarle la schiena nuda; lasciò la mano aperta più o meno a livello delle scapole e lasciò che questa si alzasse e abbassasse allo stesso ritmo del petto di Janis, che non si sforzava di regolare il respiro, ma semplicemente aspettava che ciò accadesse naturalmente. Lei gli accarezzò la nuca e gli baciò la base del collo, poi sfiorò la sua pelle con la punta del naso fino al tatuaggio che rappresentava la sua bocca e fece coincidere le sue labbra con quelle disegnate.
“Ti ho già perdonato, Zayn. Dal primo momento”



Aries' corner

Dal momento che dovrei studiare, ovviamente io cosa faccio? Scrivo. Scrivo perché mi rilassa e perché questi due meritano di continuare a vivere nelle mie parole. Sono modesta, lo so ahahah

A parte gli scherzi, questo capitolo non so da dove sia venuto fuori, ma è stracolmo di fluff e non c'è nemmeno l'ombra dell'angst che dovrebbe esserci, ma va beh, ogni tanto anche loro si meritano un momento felice xD
Niente, questa volta davvero non so di cosa tratterà il prossimo capitolo, né tantomeno se sarà l'ultimo. Possibile, in effetti, però è tutto da vedere :)

Aspetto con ansia di sapere cosa ne pensate!! :D
A presto
AP
 
   
 
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