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Autore: NightWatcher96    23/03/2014    4 recensioni
Mikey è troppo cagionevole di salute. Quando lo portano a fare un viaggio, cosa mai potrà mai accadere?
Genere: Fluff, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Raphael Hamato/ Raffaello, Un po' tutti
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Superato lo shock di una polmonite virale letale, l'intera famiglia Hamato, April e Casey tornano finalmente a New York. Salutandosi esattamente dinanzi al Second Time Around; il Battle Shell, guidato da Raphael, fa ritorno al vecchio magazzino abbandonato della 39esima.
Una volta che le doppie porte dell'ascensore ovoidale si aprono, le tartarughe avvertono finalmente la tanto mancata "puzza di casa". Mentre Don chiama Leatheread per una radiografia polmonare per Mikey, gli altri iniziano a disfare i bagagli.
"Felice di essere a casa, fratellino?" chiede Raph, notando Michelangelo disegnare alla scrivania della sua cameretta.
"Sì e no" risponde, senza alzare gli occhi dal foglio: "Ammetto che mi sono divertito in campeggio, imprevisti a parte... ma mi dispiace essere tornati a casa, per quando non mi lamenti".
"Come sei complicato" ironizza il rosso: "Ad ogni modo, Leatheread verrà stasera".
"Don ha fatto in fretta..." mormora Mikey, tossendo un po': "Quanto sono stupido! Devo aiutarvi a risistemare il tutto dalle valige!".
"Non preoccuparti. Ci abbiamo già pensato noi. La roba non era moltissima, quindi ci siamo sbrigati subito" spiega Raphie: "Qualcosa non va?".
Mikey mette sulla scrivania la matita: "Avrei preferito morire2.
"Co... cosa?" balbetta incredulo l'altro.
"Credi che non lo sappia? Sono così delicato... sono anni che seguo uno stile di vita su misura. Non posso mangiare una semplice pizza, non posso allenarmi... non mi sento neppure un ninja... non ho le mie armi... sono sempre malato! CHE RAZZA DI VITA!".
Sentendo i singhiozzi, Raph lo abbraccia strettamente, consapevole che gli altri sono sulla soglia della porta.
"E tu credi che se fossi morto, saremmo stati meglio? Io non credo proprio. Saremmo stati vuoti, tristi e la nostra vita non avrebbe avuto più un senso" gli spiega.
"Io sono frustrato! La mia vita sarà sempre così!" esclama l'altro.
"Forse è vero..." aggiunge Don, unendosi con Leo e Splinter all'abbraccio.
"Ma noi siamo una famiglia, figliolo" continua il topo.
"E come tale ti rimarremo sempre accanto, nella buona e nella cattiva sorte" completa Leo.
Improvvisamente, Mikey trema... i suoi singhiozzi si tramutano in un crescendo di risate contagiose. Stringendogi maggiormente a Raphie, costringe a ridere anche gli altri.
"E io vi dichiaro marito e moglie!" esclama: "Leo, hai per caso assistito a un matrimonio?".
Capendo il riferimento a "buona e cattiva sorte", tutti ridono...

Come annunciato, verso le 18:08 Leatheread fa visita ai suoi amici, i quali raccontano della terribile disavventura di Michelangelo. Il coccodrillo prende mentalmente nota della malattia e nel laboratorio di Don, un grosso macchinario di metallo viene acceso per la radiografia.
Mikey viene fatto posizionare contro un pannello di metallo, dapprima di guscio, con le braccia alzate e poi di profilo. Con un flash, le radiazioni trapassano due volte il suo corpo.
Leat elabora le informazioni binarie per via pc, stampando le lastre in negativo; posizionandole contro luce, egli identifica la presenza di "focolai parenchimali ed infiltrativi in atto".
"Il cuore è in asse e nei limit. Il diaframma è regolare" diagnostica Leatheread: "Ma queste cicatrici avranno bisogno di molte medicine per guarire. La polmonite ha danneggiato il 35% dei polmoni".
"Ed è grave?" chiede preoccupato Splinter.
"Solo per la respirazione. Con una terapia di un mese, la situazione migliorerà!".
Tutto sommato, il danno è meno grave del previsto... Mikey sa che dovrà sempre assumere medicine... ma non gli importa più di tanto... ha la sua famiglia, l'amore e amici sinceri...

Leonardo, Raphael e Donatello costeggiavano il lato del futon dove Michelangelo giaceva mollemente, quasi vicino alla morte. Splinter era così amareggiato della situazione declinante che aveva perso del tutto ogni più remota speranza di salvezza.
Il bimbo era pallidissimo, quasi cadaverico, a malapena si intravedeva il petto muoversi e il sudore sul suo corpo indicava la febbre ancora aggressivamente alta.
"Non ci sono parole per descrivere cosa abbiamo commesso..." mormorò Leo, inginocchiato e con lo sguardo basso: "Siamo stati degli egoisti. Abbiamo disubbidito e fatto del male al nostro fratellino".
"Quello a cui più teniamo" proseguì Donnie, con le lacrime sulle guance.
"Il nostro piccolino" fece Raph.
Splinter li guardò, per poi rendere ancora umido il panno sulla fronte del cucciolo moribondo. I bimbi di anni sette erano così frustrati, spaventati e addolorati.
"Perdonami, Mikey..." iniziò Raph, appoggiando la fronte su quella di Mikey: "Ti ho sempre trattato male, come un cane. Solo ora so che sei troppo prezioso per me".
Le lacrime sembrarono unirsi ai singhiozzi di Donnie: "Non posso credere di averti sempre ignorato, rifiutandoti spiegazioni per qualcosa a te nuovo".
"Sono il più grande di tutti noi. Sono stato io a metterti in questo pasticcio" gemette Leo, prendendo la manina del minore: "Mi... distrugge il cuore vederti così".
Splinter sospirò e alzandosi, avvolse le sue braccia sui gusci dei cuccioli, permettendo loro di singhiozzare nel kimono. Guardò Michelangelo e una lacrima corse lungo il suo pelo.
Era quasi mezzanotte. Se Mikey sarebbe morto?
Nel dolore totale, contornato da grida di disperazione e fiumi di lacrime, un piccolo colpo di tosse si udì nella stanza semivuota del maestro, la cui luce proveniva da una serie di candele sistemate su un mobiletto di legno, alla destra di Mikey.
Donnie sbatté gli occhi, strofinandosi gli occhi arrossati. Si voltò meccanicamente verso Mikey e notò la manina contrarsi.
Incredulo, tirò il kimono paterno: "Mikey si è mosso! Mikey si è mosso! E' sveglio! E' vivo!".
Il sensei premette subito la mano sulla fronte del cucciolo, ascoltando i battiti cardiaci con l'altro palmo. Sorrise ampiamente quando un altro colpo di tosse si manifestò con la schiusura degli occhi vitrei del bambino.
"MIKEY!" esclamarono i tre fratelli maggiori, abbracciandolo: "SEI VIVO!".
Il cuccioletto sorrise e strinse la manina a ognuno della famiglia, potendo così tornare a dormire, senza più il dubbio di un non risveglio.
"Ti promettiamo che ti proteggeremo sempre, non importa cosa, a costo della nostra vita, Otouto. Arigatou, Michelangelo"...


"Arigatou, fratello adorato. Domani è un nuovo giorno..."...

The End
  
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