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Autore: PandaLovers    23/03/2014    4 recensioni
[fic in collaborazione con Minori chan e kesese_93 owo]
[Titolo provvisorio]

Dunqe... questa fanfic comprende due storie in una... La storia di Tokio/Minori, che tenterà disperatamente di vedere una partita dei New York Yankees, e la storia di Venezia/Giulia, che farà da guida a Germania in tutta la sua città, ma non andrà tutto per il verso giusto...
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Nota di Micchan: uhm, so che Hima-sama ha già fatto uno schizzo per Tokio, ma questa è una fanfic uvu
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Dal primo chap:
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«Ma me l’avevi promesso! Non è giusto Nihon-san! Io DEVO vedere la partita dei New York Yankees! Sei un tiranno! Sarà tra due settimane, che ti costa portarmi a New York! Sei una nazione e te la puoi permettere!» replicò accanto a lui una ragazzina dai capelli castani e gli occhi verdi con indosso una maglietta e un paio di pantaloncini.
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Quando a Germania era stato riferito che Venezia era una città molto affollata, ci aveva riso su – si fa per dire – e aveva commentato che nulla poteva essere più affollato della sua Berlino, almeno in tutta l’Europa.
Evidentemente si sbagliava. Eccome se si sbagliava.

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Enjoy it c':
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Germania/Ludwig, Inghilterra/Arthur Kirkland, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Venezia - Giro in gondola... Ma anche no.



«Preparati Lud! Ti porto a fare un giro in gondola!»
«Un… giro in gondola?» ripeté Germania sempre più stupito. Quella ragazza non poteva mica  obbligarlo a salire su una di quelle barchette… sembravano così pericolanti, così… poco sicure, ecco.
Chissà quante regole della sicurezza avrebbero infranto, in Germania…
«Ecco, non so se sia il caso, ehm…»
«Non dirmi che hai paura!» sbuffò Venezia guardandolo male.
«P-paura io?! No, è che… sembrano poco… poco sicure.»
Venezia sgranò gli occhi, riducendo gli occhi a due piccole fessure. Digrignò i denti, prese un lembo della maglia di Ludwig tra le mani e la strinse fortissimo, lo fulminò con lo sguardo e le guance si colorarono di una sfumatura porpora.
«Non osare mai più insultare le gondole, bastardo di un crucco!»
Germania deglutì; Venezia non le faceva tanta paura – anzi, con quelle guance arrossate era più carina – però rimase stupito – anzi, atterrito – nel vedere quanto la ragazza ci tenesse alla sua città.
«E-ehm, se proprio vuoi…» e qui lanciò un ultimo sguardo proccupato ai passanti, come per invocare aiuto «Se vuoi, sì, andiamo a fare questo giro in gondola.»
Venezia sembrò compiacersi tornando sorridente per un attimo, poi lo prese per un braccio e lo trascinò per un percorso così lungo che a Ludwig sembrò come quei tunnel dei clown che si trovavano nei luna park di America…
 
*
 
«Avanti! Muoviti a salire! Guarda che ti lascio qui!»
Ludwig stava tentando si salire su una gondola da almeno un quarto d’ora, mentre Venezia lo stava aspettando seduta su quest’ultima, mentre i gomiti erano appoggiati sulle ginocchia e tra le mani si teneva il viso.
«Ja… S-solo un attimo…»
«Lo stai ripetendo da mezz’ora, muoviti!»
Germania perse un bel respiro: lui era una grande nazione, come poteva aver paura di una barchetta?
Si avvicinò e, sotto lo sguardo scettico di Venezia, saltò sulla gondola, facendola sbilanciaere leggermente.
La piccola imbarcazione dondolò per un po’, poi si risistemò e infine Venezia lanciò addosso a Ludwig – letteralmente – il remo.
«E cosa dovrei farci?»
«Devi remare, idiota! Non vorrai far stancare una povera ragazza indifesa?»
«Indifesa?» ripetè Ludwig; decise poi di rassegnarsi e prese quel remo – che non aveva mai preso prima in mano – e tentò di far muovere la barchetta.
Niente di niente. Dopo migliaia di tentativi rimanevano fermi, Ludwig che tentava di spostarsi in acqua riuscendo solo a disegnare figure col remo che poi si distruggevano subito e Venezia che lo guardava come se fosse un idiota. Allora gli si avvicinò e gli strappò di mano il remo con fare stizzito.
Senza dirgli una parola lo spiense via ed iniziò a remare guardandolo dall’alto al basso nonostante Germania fosse più alto di lei.
Quest’ultimo sospirò sedendosi in un angolo; non si sarebbe mai aspettato che la rappresentante della Serenissima Repubblica di Venezia avesse un carattere così.
La immaginava più come Feliciano, ma da un lato forse era meglio che non gli somigliasse.
Immerso in questi pensieri, poggiò un braccio fuori dalla gondola.
Venezia si girò di scatto – aveva percepito qualcosa di sbagliato? – e vide l’imperdonabile errore di Germania.
«M-maledetto crucco, leva quel fottuto braccio da lì!»
Ludwig non riuscì nemmeno a capire che cosa volesse di preciso la ragazza, che Venezia si girò verso di lui con il remo in mano.
«Bastardo di un crucco, non ti devi sporgere! Sai dove dovresti metterlo quel braccio?!»
Ovviamente Germania in un primo momento si spaventò – aveva davanti una ragazza con in mano un remo di legno alzato verso di lui – e cercò di calmarla.
La barca iniziò ad oscillare, sempre più, sempre più… un’altra gondola passò vicino ai due, provocando altre piccole onde… Ludwig perse l’equilibrio e, in un attimo, cadde dalla gondola…








 
Tokyo - Cambiamento... inaspettato



Il tempo passò in fretta e venne la sera.
Tokyo posò la mazza da baseball vicino ad un muretto e vi si sedette, riprendendo per un attimo il fiato e sogghignando tra sé… Aveva fatto schiattare di invidia quei ragazzini – anche se non lo avevano dimostrato sapeva che era così – ed ora le era venuta una gran fame… non voleva far dispiacere – e inorridire – Giappone, quindi decise che si sarebbe accontentata di un po’ di sushi.
Tornata a casa, però, Giappone sembrava strano…
«Nihon-san… Che hai?» chiese Tokyo mentre si ingozzava di sushi e riso.
«I-io? Uh, niente… Perché?»
«Sei… strano. »
«Oh…»
Per tutta la durata di quella sera Giappone non disse più nulla, e Tokyo rimase a fissarlo finchè i loro sguardi non si incontrarono.
«Nihon-san, c’è qualcosa che devi dirmi?!» domandò Minori, anche se risultò più un’esclamanzione.
«I-io? Cosa dovrei dirti?» la nazione tentò di mentirle accennando ad un sorrisetto nervoso.
«E io che ne so? Tu mi devi parlare!»
«Ah… D’accordo… Ma non so come la prenderai…»
Tokyo gli si avvicinò e iniziò a fissarlo.
«Parla.»
«Oh… Riguarda il m-meeting e il viaggio da America-san.»
«Ah! Allora dev’essere una cosa fantastica!» esclamò di rimando Tokyo con gli occhi che quasi le luccicavano; aspettava da tantissimo il momento in cui sarebbe andata in uno stadio amercano, magari proprio quello di New York, a vedere la sua squadra preferita dal vivo…
«Ecco… Il meeting è stato spostato.»
Tokyo rimase come paralizzata, un urletto le morì in gola, mentre restava a bocca aperta.
«E…eh?»
Giappone sospirò.
«C’è stato un contrattempo a casa di America-san, e la sede del meeting è stata spostata; dall’America all’Inghilterra.»
«I-i-iggy…?»
«Ehm… Sì.»
«M-m-a… Nihon-san sei ingiusto! Sei un tiranno! Non puoi farmi questo! I-io… era l’unica occasione che avevo per andare in America, e ora me la vedo svanire davanti agli occhi! Che sfigaaa!!!»
Giappone allora tentò di calmarla.
«S-stai calma Tokyo-chan! I-io non ho deciso nulla! Se vuoi puoi venire da Igirisu-san con me…»
«Da Iggy?! E che ci vado a fare da quel bastardo?! Iggy non ha il baseball, Iggy non ha i New York Yankees…!»
«P-per favore non urlare così, sicuramente ritornerà l’occasione di andare in America… È che è successo un guaio da lui e Igirisu-san si è offerto di ospitare il meeting da lui…»
Tokyo si girò da lui con un volto a dir poco inquietante.
«È stato lui…?»
«Eeh? N-non fare quella faccia per favore…!»
«Nihon-san… Ho deciso! Vengo anche io da Iggy♥!»
«Ah, t-ti prego, non organizzare nulla… Saremo a casa sua e non voglio fare brutta figura… E poi uno degli argomenti sarà le nostre capitali… Quindi comportati bene p-per favore.»
Tokyo congiunse le mani battendole.
«Ma certo! Indosserò anche il kimono se vuoi♥!»
«C-cosa…?» Giappone era semplicemente incredulo… Minori che gli prometteva di indossare il loro abito tradizionale, che per anni aveva considerato “troppo noioso per essere indossato”? Certo, era un’occasione da non perdere…
«E ve bene, puoi venire. Ma ti ripeto, dovrai comportarti bene.»
«Sicuro~»





 
_Note COSMICHE!_
L'autrice non è al momento disponibile. Digitate il numero ''2'' se volete ascoltare la sua nota vocale.
*2*
"Ehm, ehm... Sono troppo imbarazzata per presentarmi di persona... Potete insultarmi come volete ^_^ Registrate un messaggio dopo il BIP."
*BIIIIIIP*


 
  
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