Fanfic su artisti musicali > Mika
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Autore: disintegretion    23/03/2014    1 recensioni
{SOSPESA}
«Papà tienimi, non farmi cadere, papà non lasciarmi andare, e dimmi che mi vuoi bene. Lo so che mi senti, quindi dimmi, ti prego papà, dimmi che non sei arrabbiato con me, che mi capisci, e che non dirai a nessuno che mi vedi piangere»
Rey è una ragazza logorata dalle disattenzioni. Se solo... se solo la madre si fosse accorta che la stava perdendo, che stava scappando da kei, accecata dal dolore che provava per la perdita del padre. Se solo.
«Sai, volte vorrei che il tempo scorresse così velocemente come sfreccia un'auto sulla strada, per sentire il vento che mi accarezza il collo o come scorre una penna sul foglio. Quelle volte mi accorgo che in realtà il tempo è passato così piano che le lancette dell'orologio ad ogni minuto passato, siano tornate indietro di ore.» [...]
Mika si alzò senza preavviso, l'abbracciò e le sussurrò all'orecchio: "Ci sono io con te. Non devi preoccuparti di nulla finché sarai al mio fianco.»
Rey scappa. Via. Lontano! Ma in quel “lontano„ trova qualcuno che le sta molto vicino. Qualcuno che conosciamo benissimo. Michael sarà il suo unico, migliore amico.
Genere: Avventura, Fluff, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Sorpresa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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“Si è sistemato tutto così. Con una discussione decisamente molto animata, ma è finita. Ora Rey ascolta la musica attraverso auricolari -la guardava, quando poteva con fare divertito, per via dei movimenti che faceva lei a ritmo di musica.-
Incredibile. Incredibile come i ragazzi riescano a passare sopra una brutta notizia che normalmente avrebbe devastato un adulto. Forse mi sarebbe piaciuto avere quel carattere così forte, quand'ero anch'io ancora piccino, forse avrei superato meglio alcune situazioni.„
E lui la ammirava. Poi colse nei suoi occhi un lampo di luce spenta, malinconica. Si chiese allora se Rey non stesse solo fingendo di stare stare bene. 
“E se le avessi spezzato il cuore?» orribile il pensiero, che ora gli trapassava la mente. Lo scacciò via subito, e rabbrividì. 
La guardò ancora con la coda dell'occhio, un'ultima volta; e poi un'altra.
“Come sarebbe bello -pensava- se avessi un figlio tutto mio, per amarlo e insegnargli i valori veri, come mia madre fece con me, senza viziarlo, se non al vezzo dell'umiltà.„ 
Un velo di malinconia scese sul suo viso che si mescolò a un'effimera contentezza e, insieme si congelarono sul volto.
Ora guardava le stelle. Contemplava la notte. 

Poi, tutt'ad un tratto calò il ghiaccio sul suo viso, tristezza spenta.

«Tutto bene?» chiese Rey che lo guardava perplessa e si toglieva le cuffiette.
«S-sì, stavo solo pensando» rispose tremando.
«Ne sei sicuro? Ti vedo strano...»
«Sì, ti ho detto che sto bene, cosa vuoi ancora?!» esplose Mika facendo scendere una lacrima involontariamente.
Lei fece per ribattere, ma le parole le morirono in gola, e abbassò lo sguardo, triste.
«Scusa...» allungò la mano verso il suo braccio sinistro, ma Rey la scostò prontamente e si rimise ad ascoltare la sua musica. 
Michael si picchiò la fronte “stupido„ mormorò la prima volta e giù con uno scappellotto “stupido!„ ripeté la seconda con più decisione.

E in un attimo crollarono i suoi muri e le fortezze che cominciò a piangere; ma non un pianto normale. La faccia era impassibile. Nonostante gli occhi rossi e la gola che gli bruciavano restava fermo immobile. Le mani sul volante alle "nove e un quarto". Una lacrima alla volta. Piano piano, le gocce di tristezza gli rigavano il volto.

«Mika dai non volevo che te la prendes- -Rey si girò con gli auricolari ancora appesi alle orecchie e si ritrovò l'agghiacciante scena davanti a sé- Mika! Ma,  che hai?! Guardami Michael, accosta. Tu non puoi guidare in questo stato, e io non voglio morire così, okay? Quindi ora calmo, smettila di piangere, fermati e parla con me.»
Michael ubbidì e accostò alla prima area di sosta che s'apriva sulla strada.
Lui guardava avanti, spaesato, triste, con la mentre altrove, mentre Rey gli prendeva il viso tra le mani costringendolo a guardarla. 
Ma Mika non la guardava, e piangeva; un uomo dalla mente offuscata che non sapeva più dove fosse né provava a uscire dal suo mondo, ora così grigio.
«Ora basta» esclamò lei e gli diede un non poco leggero schiaffo sulla guancia. Bene, pareva che Mika fosse tornato in sé, almeno per il cinquantadue percento, percentuale sopra la metà, poteva andare per ora.

«Rey, io, io non ce la faccio più. -stentò le prime parole- Sul serio. Hai presente quando fissi una luce e poi chiudi gli occhi e lei è ancora lì, sposti lo sguardo ma luce e ancora lì, incastrata nelle tue pupille? Ecco, le persone, i giornalisti, i paparazzi, sono proprio come quella luce: così invadente, chiudo gli occhi ma sono sempre tutti lì che mi guardano e si aspettano qualcosa da me. Delle grandi frasi, o, che ne so, parole, parole nuove da mettersi come stato su WhatsApp o Facebook. Eppure la cosa per cui sono triste non è questa, insomma capiamoci, io adoro le persone che mi sostengono e i miei fan, ma sono io che da qualche tempo nom riesco più a sostenermi, a reggere tutto il mondo. Perché, vedi, in te vedo una bambina così forte e coraggiosa, allegra, determinata; è una bambina, o un bambino ovvio, ciò che vorrei, anzi più di uno, ma questa un'altra storia. 
Quello che voglio dire è che io sono pronto ad affrontare tutti, ma dovrei prima rendermi conto che quei "tutti" sono lì pronti a giudicarmi. 
Loro mi giudicano, ogni pretesto è buono per disprezzarmi. Non devo farmi condizionare da ciò che dicono, e infatti è proprio quello che faccio, ma sono anche consapevole che una cosa è se dichiaro ai giornali di volere cinque figli, un'altra è poi sentire tutte le critiche e le accuse quando i bambini li avrò adottati davvero! Capisci? -fece una piccola pausa- no che non capisci, come potresti, scusami anzi» disse tra un singhiozzo e l'altro il poverino. 
Il suo viso ormai era inondato di lacrime e gli occhi rossi era chiusi per il troppo bruciore. Sbuffò. 
«Sono stufo, stufo di tutto! Ma perché la gente è così immorale. Fanno tutti i perfettini, i sensibili e poi ci deridono e ci umiliano alle spalle» esclamò gridando. Stava esplodendo. 
La ragazza lo guardava con compassione e per quanto potesse capire le sue parole non sapeva che rispondere, perché è vero, la nostra è una società fatta di squali.
Decise che le parole non servivano e appoggiò la testa di Mika sul suo petto e gli accarezzava i capelli, mentre le lacrime di lui le bagnavano la maglietta.
«Shh, non fare così, loro non valgono le tue lacrime.» 
Non rispose, in quel momento riusciva solo a singhiozzare.
È strano vedere una ragazza di quindici anni stringere a sé e consolare un uomo di trentun'anni, paradossale immagino. Eppure la scena era quella e Mika, dagli occhi strizzati, si faceva cullare dalle braccia della sua amica, senza riferire parola.
«Va tutto bene -ripeteva lei cercando disperatamente di calmarlo- asciugati le lacrime, forza. Guardami negli occhi» lo forzò a guardarla tirandogli su il mento.
Michael fece un piccolissimo cenno e la guardò.
«Non ti deve fregare ciò che pensa la gente. Tu sei speciale, gli altri non sono niente. Capito? Non devi dare retta alla gente bigotta e retrograda, perché dicono tutti delle assurde stupidaggini, dalla mattina alla sera. Non devi farti sconfiggere dalle chiacchiere ignoranti di certa gente inutile.
Quello che è importante è che tu sappia che tu sei speciale, sei unico. Che come te non esiste nessuno. E trovami qualcuno che lo neghi. Qualcuno che ti conosce davvero. Tu sei unico: è questo l'importante. Tu sei unico e nessuna brutta copia potrà mai superarti! Nessuno, nemmeno le luci, i riflettori e le persone.»
E Mika sorrise, o almeno accennò un piccolo sorriso, ma era già qualcosa. 
«Grazie Rey, sei la migliore» le schioccò un bacio sulla guancia arricciando poco il naso con quel suo modo buffo.
Rey arrossì.
«Io? La migliore? Ma come? Io non sono mai stata la migliore per nessuno»
«Ora lo sei» disse sorridendo.
  
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