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Autore: Tina77    24/03/2014    2 recensioni
"Forse lo sto fissando da un po', perché lui mi guarda per qualche secondo con aria interrogativa, finché io non scuoto lievemente la testa, le guance imporporate. Lui mi sorride dolcemente, e questo sorriso mi riporta a quello che sembra un secolo fa, dopo la parata dei nostri primi giochi. E come quella volta, mi alzo leggermente sulle punte dei piedi e gli do un piccolo bacio sulla guancia, sussurrando -Grazie per i fiori, Peeta.-, con gli occhi lucidi."
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Haymitch Abernathy, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2. Il libro dei ricordi

 

Al risveglio provo una strana sensazione, come se fossi sospesa a qualche metro dal terreno e rischiassi da un momento all'altro di precipitare. Ci metto qualche secondo per capire che a farmi sentire in questo modo è la dichiarazione di Peeta di ieri. Non posso negare che il fatto che lui abbia detto di amarmi mi faccia sentire bene, diversamente dal passato quando mi sentivo solo in colpa. Ovvio, anche adesso lo sono. Ma ad un qualche livello capisco che non sono sola, per quanto lui sia stato torturato. Ed è questa consapevolezza che, come nel 13, rischia di spezzarmi e farmi precipitare. Mi alzo e vado in bagno. Mi fisso allo specchio per qualche secondo prima di decidere di farmi nuovamente una doccia, unico modo per sentirmi in qualche modo meno sporca e colpevole. Mentre mi trovo sotto il getto d'acqua calda, cerco di organizzare i miei pensieri. Mi chiamo Katniss Everdeen. Ho 17 anni. Sono tornata al distretto 12. anche Peeta è qui con me. L'hanno depistato e lui ancora mi ama. Io non lo merito. Prim è morta ma io posso amare solo lei. Lo scopo rilassante del bagno si rivela assolutamente inutile. Mentre il getto d'aria calda mi asciuga il corpo e i capelli, rendendoli setosi e lucenti, sento il freddo penetrare nelle mie ossa. Indosso dei semplici jeans e una camicetta gialla, poi scendo in cucina. Immediatamente il profumo della cannella invade le miei narici e mi blocca sulla porta. Trovo Peeta seduto al tavolo, intento a sfogliare delicatamente le pagine del nostro libro delle piante. Non mi nota. Quando arriva ad un foglio bianco, prende un fiore da un mazzolino poggiato sulle sue gambe e lo posiziona al centro della pagina. Con un sospiro, richiude il libro e si prende il volto tra le mani. D'istinto, mi avvicino a lui. Quando gli sfioro una spalla, lui rabbrividisce, ma non alza lo sguardo su di me. A quel punto mi faccio più vicina e apro il libro. Una primula. Oh, Peeta. Lo abbraccio stretto, temendo che lui mi allontani. Ma non lo fa. Lentamente sposta le mani dal suo viso al mio, mescolando così le nostre lacrime. Mi guarda fisso negli occhi, come per chiedere il permesso, poi mi lascia un lieve bacio a stampo sulle labbra. Sorride, prima di dire -Ho preparato la colazione. Hai fame?- mi sposto, così da permettergli di alzarsi. Non posso fare a meno di sorridere a mia volta, vedendo come qui lui si senta a suo agio. Sto bevendo la cioccolata calda a piccoli sorsi, quando lui riprende il discorso di ieri. -Katniss- dice, - Ieri non abbiamo finito di parlare. Forse non sai bene cosa dire e hai paura di ferirmi. Io so cosa provi: sei confusa e lo rispetto. Desidero solo una risposta al favore che ti ho chiesto. Ti chiedo solo di vincere la diffidenza e la paura che provi nei miei confronti per aiutarmi a guarire.- . -Io...ma certo, Peeta. Non ti voglio allontanare.- sospiro e arrossisco mentre, guardandomi le mani che stringono la tazza bollente, mormoro -Resta con me, Peeta.- dopo alcuni secondi che paiono infiniti, sento le sue labbra vicine al mio orecchio sinistro. Il suo fiato sul collo mi provoca un brivido, quando dice -Sempre.-.

Un lento sorriso mi affiora sulle labbra. - Che ne dici di continuare il nostro libro Peeta?-

-Non abbiamo già descritto tutto quello che sapevi?- mi guarda disorientato. Medito mordendomi il labbro inferiore. -Ecco, ho un'idea!- dice lui. -potremmo scrivere un libro diverso, non necessariamente di botanica.- è un'idea così carina che mi trovo ad appoggiarla con entusiamo. -Sì! Che ne dici di un libro di ricordi?-. Lui mi guarda dolcemente. -Credo sia un'ottima idea, Katniss.-.

 

Il mattino seguente mi alzo con una nuova energia. Il che è curioso visto che stanotte ho fatto almeno tre incubi. La casa è stranamente silenziosa, deve essere ancora molto presto. Mangiucchio del pane avanzato dal giorno prima e mi affaccio alla finestra. L'alba sta iniziando a spuntare proprio ora. La bellezza di questo spettacolo mi fa ripensare alle persone care che non ci sono più ma che continuano a vivere. Non so dove, non so se credere al una dimensione superiore. Quello che so per certo è che vivranno per sempre nei ricordi. Ed è in questo momento che realizzo quanto l'idea di questo nuovo libro sia perfetta. Loro resteranno per sempre, il loro sacrificio non sarà inutile. Questa scoperta mi spinge nello studio, verso il telefono. Cerco di entrarci il meno possibile: il ricordo di mia madre che tiene i conti e di Prim che fa i compiti mi colpisce sempre, togliendomi il fiato e la lucidità per parecchi secondi. Questa volta non è diverso. Prendo un sorso d'acqua da una brocca appoggiata sulla scrivania. Quando mi sento meglio, compongo il numero del Dottor Aurelius. Dopo quella che sembra un'eternità, mi risponde. -Pronto.- -Dottore, sono Katniss Everdeen.-. La sua voce sembra pittosto stanca ed infastidita, quando replica -Fantastico. A cosa devo l'onore signorina Everdeen?-inspiegabilmente, rido. -Dottore, credo di aver capito cosa fare.-. Si fa più attento. -Ebbene?- -Vorrei scrivere un libro di ricordi, insieme a Peeta.- -Credo sia un'idea piuttosto efficace, Katniss. Provvederò io stesso ad inviarti il materiale necessario con il prossimo treno. Peeta è d'accordo?- -Sì, ne abbiamo parlato ieri.- Un lieve rossore mi imporpora le guance. -Come vanno le cose tra voi?- -Ehm, bene. Abbiamo deciso di comune accordo che riproveremo a ricostruire un rapporto d'amicizia. Per andare avanti.- -Molto bene, molto bene. Mi aspetto grandi cose da questi vostri progetti. Ci sentiamo tra due giorni per la prossima “seduta”, Katniss. Buona giornata.-. Mormoro un saluto in risposta e riattacco. Il dottore mi ha consigliato di cercare di ripartire dalle cose più semplici. Di farle in modo anche ripetitivo, non ha importanza. Riprendere la quotidianità al momento mi sembra impossibile, ma decido comunque di provarci. Che fare? Cosa avrebbe fatto ora la vecchia Katniss? Sarebbe andata a caccia, ovviamente. E così senza fermarmi troppo a riflettere, mi vesto ed esco attraversando il Prato. L'aria mattutina mi fa sentire viva. E quando, attreverso la recinzione, entro nei boschi, i miei boschi, penso che l'edea di ripartire da zero non sia più tanto assurda. Passano diverse ore. Quando termino la caccia, il volto arrossato per lo sforzo e i capelli in disordine, mi sento me stessa. Passo da Sae alla locanda, lasciandole il mio bottino in ringraziamento per tutto ciò che lei fa per me. Sono certa che almeno la metà delle mie prede, comunque, finirà per ritrovarsi ben cotta e gustosa sulla mia tavola, nei prossimi giorni. Rientro a casa. Una doccia adesso è necessaria, dato che la terra e il sudore sporcano la mia pelle. Mi lavo con cura, rilassandomi. Quello che solo ieri sembrava impossibile ora non lo è più. Me la prendo con comodo, approfittandone per sonnecchiare un po' aspettando che sia l'aria tiepida del mezzogiorno ad asciugare i miei capelli. Quando scendo, ad aspettarmi per il pranzo trovo sia Haymitch che Peeta. Come previsto, Sae è passata da entrambi a portare uma bella zuppa, la quale al momento si trova ben impiattata a pochi metri da me. -Dolcezza-, mi saluta Haymitch con un cenno del capo. -Ciao Katniss-, fa eco Peeta. Io rispondo con un generico -Buongiorno-, prima di accomodarmi a tavola. -Stamattina ho telefonato al Dottore. Approva la nostra idea del libro, sai.- mi rivolgo al ragazzo alla mia destra. Lui mi sorride -Davvero? Ottimo.- poi si sente in dovere di spiegare la situazione ad Haymitch. Lui per un attimo sembra confuso, poi gli si inumidiscono gli occhi e dice -Credo mi ci voglia una bottiglia.- si alza e torna a casa sua. -Mi dispiace.-. sussurro io. -Hei, non piangere. Andrà tutto bene.-. Peeta ancora una volta mi stringe, facendomi appoggiare il capo sulla sua spalla. Ora sono io a farmi più vicina e a dargli un bacio sulla guancia, per vera amicizia. -Ti andrebbe di fare una passeggiata, Katniss?- spiazzata per un momento, poi acconsento. Questa volta ci teniamo per mano.  

  
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