Capitolo 2
TRA PRESENTE E PASSATO
Bo
solleva il viso e vede il cugino. Il suo è uno sguardo diretto e sereno che
sembra dire “Finalmente sei arrivato”.
Luke
sposta, con la sua mano, il volto del cugino verso di lui, ha sangue che esce dal
naso e dal labbro superiore, sopra l'occhio destro una ferita dalla quale perde
sangue sul viso
“Che
ti hanno fatto….” sussurra.
Abbassa lo sguardo, la mano di Bo stretta sullo stomaco, e sangue, tanto sangue.
"Daisy" Bo cerca di dire qualcosa a Luke, la voce è quasi un sussurro. Fa un breve respiro "Daisy, sta..."
“Sta
bene. Tranquillo" Lo interrompe Luke "E' con lo zio Jesse. E' tutto a
posto. Vieni qui, appoggiati a me, ce la fai? Bravo, così”
Luke
lascia che il cugino lo abbracci e sente tutto il suo peso sulla sua spalla, lo
sorregge dal fianco e cerca di farlo camminare.
Il
dolore è troppo forte, Bo non sa più neanche da quale parte del corpo arrivi,
le gambe cedono e Luke non riesce a tenerlo in piedi, lo aiuta a
stendersi sul prato e grida
“Chiamate
un’ambulanza, presto!”
“Sta
arrivando Luke, sta arrivando." Risponde puntuale Enos.
Luke
si toglie il giubbotto di jeans lo arrotola e lo mette come meglio può a
sorreggere la testa di Bo ormai privo di conoscenza.
“Sta
perdendo troppo sangue…” parla tra sè Luke, ed ecco
finalmente giungere a sirene spiegate l’ambulanza.
L'ingresso
dell'ospedale delle Tre Contee è bianco e asettico il corridoio è un viavai di
camici bianchi di medici ed infermiere il rumore è quello dei passi veloci, che
trasportano Bo sulla lettiga attraverso porte e corridoi.
Le
porte si chiudono dietro le spalle di Bo e tra i Duke, lasciati fuori, piomba
il silenzio.
I
medici intorno a Bo iniziano a pulire le ferite, una mano di donna delicata
quasi materna pulisce il suo volto "mio Dio questo ragazzo assomiglia in
modo impressionante a..." Esce di corsa dalla stanza del pronto soccorso,
imbocca il corridoio ed è lui.
"Jesse,
sei proprio tu".
"Karen,
non riesco a credere ai miei occhi".
Lo zio
Jesse e la capo infermiera si stringono in un abbraccio caldo e familiare.
"Ma allora il ragazzo lì dentro è il figlio di..."
"Purtroppo
si" è la risposta di zio Jesse.
"Ragazzi
vi presento Karen, era la migliore amica della madre di Bo, hanno studiato
insieme fino a che..."
"Tu
devi essere Luke e tu
"Come
sta Bo?" chiede finalmente lo zio Jesse, rincuorato da quella presenza
familiare.
"Lo
stanno visitando ancora. Stanno facendo tutti gli accertamenti, ma per
ora purtroppo non so dirti altro. Ma cosa è successo?"
"Una
tentata rapina... credo"
"Torno
da lui, voi aspettate pure qui e state tranquilli, è in ottime mani" è la
risposta rassicurante della capo-sala.
L'attesa
sembra interminabile fino a quando la caposala esce nuovamente da quella stessa
porta insieme ad un uomo dal camice verde. Una persona distinta, pochi capelli,
barba e baffi grigi. Toglie i guanti, dice qualcosa alla donna e si avvicina ai
Duke. "Sono il Prof. Brown, voi siete i
familiari del ragazzo vero?".
"Si
certo" risponde senza pensare Luke.
"Potete
seguirmi nello studio per favore? Ho bisogno di parlarvi".
Karen
li accompagna
"Jesse,
ragazzi non preoccupatevi è un buon medico, e non lo dico soltanto perchè è mio marito".
Jesse,
Daisy, Luke e più indietro Cooter seguono il Professore
sin dentro una stanza arredata in modo semplice ed essenziale ma accogliente.
Il
Prof. Brown siede dietro la scrivania ma non pone
distanze.
Karen
resta in piedi vicino a lui "Sedete prego".
"Il
ragazzo..."
"Bo.."
sussurra zio Jesse
"Bo.."
riprende quasi scusandosi il Professore "è in una situazione molto
critica, ha ferite e lesioni in molte parti del corpo, alcune, molto
profonde, come quella sopra l'occhio destro dalla quale ha perso molto
sangue. Ha due ferite da arma da fuoco una alla gamba destra l'altra
all'addome, il proiettile dalla gamba lo abbiamo estratto, quello all'addome
non è stato possibile"
"Come
mai?" è la domanda dal sapore di retorica di Luke.
"Il ragazzo...Bo...ha una lesione interna allo stomaco precedente agli eventi di oggi, dovuta probabilmente ad un forte colpo subìto all'altezza dell'addome, può risalire a quattro, forse cinque giorni fa".
Si
guarda intorno e continua
"Dalle vostre espressioni stupìte intuisco che non ne sapevate nulla. Non avete notato se aveva dolori all'altezza dell'addome? Nelle condizioni nelle quali lo abbiamo trovato avrebbero dovuto essere dolori molto forti, difficili da nascondere". "
"No, non abbiamo notato proprio nulla." Pronta e diretta la risposta di Luke.
"Non
avete idea neanche di come se la sia procurata? "
Nessuno risponde, Daisy neanche parla, gli occhi bassi, il cuore quasi fermo.
"Va
bene" continua il Professore. "Nelle sue condizioni attuali non
possiamo operarlo, lo perderemmo senz'altro sotto i ferri, il cuore è debole,
ha perso molto sangue, la lesione non ci aiuta. Tenteremo una terapia
antibiotica e vedremo se reagisce l'organismo e se riusciamo a metterlo in
forze per un intervento. Ora lo abbiamo sedato, se volete potete vederlo"
"Si,
la prego" è tutto ciò che solo Daisy riesce a dire.
Le
lenzuola bianche come il volto di Bo, gli occhi chiusi, sembra dormire
profondamente. Una garza, forse un cerotto sopra l'occhio destro, il labbro
ancora segnato, il petto nudo, una fasciatura bianca copre l'addome, qualche
graffio sul dorso di una mano appoggiata sullo stomaco, l'altra distesa
immobile perchè la flebo attaccata non si muova. I
Duke e Cooter entrano nella stanza e stavolta ci sono
anche Boss, Rosco ed Enos, che restano lontani,
discretamente in disparte.
"E'una stanza singola, non possiamo permettercela" Luke si rivolge al Professore
"Se
permettete penso io a tutto" lontana ma decisa la voce di Boss Hogg
"Devo
molto a quel ragazzo, grazie a lui ho recuperato tutto ciò che possiedo è il
minimo che posso fare".
"Grazie
Boss, ma non possiamo accettare" è la risposta di Jesse.
"Jesse ti prego ho bisogno di ricambiare in qualche modo e non ne vedo un altro".
"Bo
ha bisogno di una stanza singola, ha bisogno di tranquillità e di riposo" arriva
puntuale il consiglio del Professore.
"E
va bene Boss, ti ringrazio, ma ti restituirò fino all'ultimo centesimo".
"Oh,
Jesse, lascia perdere"
"Ora
è meglio che usciate se volete do disposizioni che facciano rimanere uno
di voi".
"Le faremo sapere per ora abbiamo molto da fare alla fattoria".
La
voce di Luke, gli occhi bassi di Daisy, il silenzio di Jesse.
"Io
oggi devo partire per tre, massimo quattro giorni ma da quando rientro posso
rimanere io, non preoccupatevi" la voce che rompe l'imbarazzo è quella di Cooter.
"Va bene, ora torniamo alla fattoria" porta tutti via con sè Luke.
Daisy
si volta, è l'unica a farlo, uno sguardo al cugino più piccolo chiude la
porta e cala il silenzio.