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Autore: Class Of 13    24/03/2014    5 recensioni
«Tu non te ne rendi neanche conto, vero?Per Lilith, non credevo che un cuore da mortale potesse battere così veloce».
Alec lo guardò sinceramente spaesato. «Mortale?».
Magnus chiuse gli occhi, un’espressione serena dipinta sul volto. «Eppure ricordavo di averti detto che avevo pensato di rinunciare all’immortalità, per te».

[Step 10: Vows| Malec + Clace Wedding]
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Altri, Magnus Bane
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Malec: Ten Steps To Fall In Love With A Warlock.
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Step Six ~ Betrayal.
«Leave, but don’t leave me».
[Breathe – Pink Floyd, 1973]

 
Magnus chiuse la porta alle sue spalle, entrando nel buio confortevole del suo loft. Era tarda notte, e, come aveva detto ad Alec, era stato via tutto il giorno, cercando di non concentrarsi troppo su quanto era accaduto nella stazione abbandonata di City Hall. Un riflesso azzurrino nel buio colpì il suo sguardo, svanendo subito dopo.
«Alexander?», si ritrovò a domandare guadandosi freneticamente attorno alla ricerca dei tanto familiari occhi azzurri.
Un rumore soffice di passi felpati colse la sua attenzione: il Presidente Miao miagolò malinconico strusciandosi contro le gambe dello stregone. Il piccolo felino portava al collo una medaglietta blu, causa del bagliore che tanto lo aveva messo in subbuglio. Si accasciò di schiena contro la porta, affondando il viso nelle mani con un pesante sospiro. Provava un’angosciosa sensazione di vuoto nel petto, accompagnata dalla voglia di versare lacrime che non sembravano aver intenzione di far capolino dagli occhi spenti, ora color oro scuro. Si sentiva tradito. Credeva che Alec avrebbe capito quanto fosse importante per lui, credeva che prima o poi sarebbe riuscito a trovare un modo per poter ridurre la durata della propria vita, così da poter affermare con orgoglio di aver vissuto un’esistenza intera con l’uomo che amava, ma tutto si era infranto. Proprio come il suo cuore.
Ignorò la vibrazione insistente del telefono nella tasca dei suoi jeans, puntando con fare assente lo sguardo fuori dalla finestra. Brooklyn brillava di luci e colori, ma ai suoi occhi perfino il Brooklyn Bridge nello splendore delle decorazioni natalizie appariva spento e privo di significato. Immaginò quale sarebbe stata la reazione di Alec a quello spettacolo, rivedendo nella mente l’immagine della gioia sincera e dell’ingenuo stupore dei suoi occhi azzurri. Il telefono vibrò di nuovo, costringendolo, questa volta, ad alzarsi svogliatamente e a rispondere.
«Magnus? Sei tu? Stai bene?».
 La voce di Catarina Loss risuonò chiara nelle sue orecchie, risvegliandolo dallo stato di confortevole insensibilità in cui si era calato. La donna aveva un tono stranamente carico di preoccupazione, e gli venne spontaneo domandarsi il perché.
«Sì, sono io, Catarina. Dimmi», rispose seccamente. Non riusciva a riconoscere la propria voce, sembrava quasi che stesse ascoltando un estraneo e non se stesso ed era forse per questo motivo che la strega gli era apparsa tanto in apprensione. In realtà la cosa non avrebbe dovuto sorprenderlo più di tanto, perché, per quanto gli facesse male ammetterlo, tra loro due la persona migliore era sicuramente Catarina, la donna che aveva dedicato la sua vita ad aiutare gli altri. Era in momenti come quelli che Magnus si sentiva un mostro, perché sapeva bene che Alec non era l’unico ad essere dalla parte del torto ma, per non scoprire quella parte della sua vita che preferiva tenere nascosta anche a se stesso, aveva deciso di ferirlo.
«Vorresti degnarti di spiegarmi cosa ti è preso? Ti ho chiamato almeno tre volte prima che mi rispondessi», replicò brusca la strega.
«A quest’ora la gente comune dorme, Catarina, quindi non mi è preso un bel niente», borbottò in un tono più pungente di quanto avrebbe voluto. Sentì un sospiro dall’altra parte della linea e capì che questa volta non l’avrebbe fatta franca: quella donna lo conosceva fin troppo bene.
«Ti avevo chiamato per avvisarti che Camille Belcourt è stata uccisa per opera di Maureen Johnson, la ragazzina morsa dal diurno, ma, visto che al momento sono in pieno turno di notte e senza niente da fare, vorrei proprio sapere cosa è successo tra te e quel Cacciatore».
Magnus deglutì involontariamente, ignorando momentaneamente la notizia appena riferitagli e chiudendo gli occhi felini con un sospiro prima di pronunciare le fatidiche parole. «Alexander ha tentato di accorciarmi la vita su suggerimento di Camille. L’ho lasciato».
Ci fu qualche istante di silenzio, ma le parole che Catarina gli rivolse dopo non furono parole di pietà o di biasimo, ma una semplice constatazione. «Credo di essere l’ultima persona a poterti dire una cosa del genere, ma sono certa che Alexander Lightwood abbia fatto quel che ha fatto solo e soltanto per amore».
Quelle parole, dette con quel tono paziente e forse anche con una nota di dolcezza dalla sua amica, bruciavano nel suo cervello come acido, infiltrandosi come un subdolo tarlo. «Amore? Mi ha spezzato il cuore! Come puoi chiamarlo amore se mi ha fatto così male?», sbottò alzando il tono di un’ottava.
La strega sospirò nuovamente. «Era amore perché ne valeva la pena».
Il cellulare gli cadde di mano, incontrando il pavimento scuro del loft con un “beep”. Si accasciò nuovamente contro la porta, fissando il soffitto completamente immerso nell’oscurità, sentendo l’impellente bisogno di piangere. Alec aveva tradito la sua fiducia, era vero, ma solo adesso che lo aveva lasciato andare si rendeva conto di quanto in realtà lo amasse. Era sciocco, terribilmente e irrimediabilmente sciocco: aveva vissuto per otto lunghi secoli e aveva visto gli uomini ripetere sempre gli stessi errori, ma adesso si ritrovava anche lui a compiere uno dei tanti sbagli che aveva biasimato nel corso delle epoche. Come uno stolto si rendeva conto di tenere alle persone solo quando le perdeva. Gli venne spontaneo domandarsi se sarebbe mai riuscito a far durare il suo sogno con qualcuno, perché l’amore arrivava con una lentezza estenuante, ma fuggiva via sin troppo in fretta. Quasi a volerlo punire, la mente lo riportò al momento in cui aveva letteralmente perso la testa per quel Cacciatore così timido e onesto, baciandolo per la prima volta lì, proprio davanti a quella porta. Ricordò la sensazione delle sue labbra che premevano inesperte ma sincere contro le sue, il suo sapore, la sua pelle bianca dalle cicatrici sottili come fili d’argento, il calore della sua stretta e pianse, pianse tutte le lacrime che non aveva mai versato in tutti quei secoli.

 
Welcome To The Jungle~
Giuro che non era assolutamente mia intenzione scrivere qualcosa di così triste e deprimente, davvero, ma il ritorno della pioggia mi ha messa di cattivo umore e ho tirato fuori la cosa più triste che io abbia mai scritto. Prometto di rifarmi nel prossimo capitolo. ç.ç Questa One-Shot partecipa al Contest Dei Libri Non Letti indetto da M4RT1 sul Forum di EFP e il piccolo dialogo sull'amore tenuto da Magnus e Catarina è un rimaneggiamento di una frase del libro "Prima Del Futuro". Ringrazio di cuore tutti coloro che leggono/seguono/ricordano/preferiscono e, soprattutto, recensiscono questa raccolta, al prossimo Step!
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