Kaori posò le carte e si alzò dicendo:
-
Ho
la gola secca, vado a prendere da bere, vuoi qualcosa?
Miki le aveva detto con raccomandazione che doveva far durare
il suo supplizio, quindi andare in giro per l’appartamento in reggiseno,
soprattutto con quello, che metteva perfettamente in valore il suo seno, non
poteva che aiutarla nel suo compito.
Ryo deglutì vedendola alzarsi e le disse un po’ bruscamente:
-
Portami
quello che vuoi, grazie.
Senza fretta la donna raggiunse la cucina dove per poco non
crollò. Lo sguardo ardente del suo socio posato su di lei. Anche se non voleva
farglielo vedere, lei stava tremando, qualunque cosa avesse potuto farle Miki.
Forse aveva vinto la sua timidezza, ma il cuore le batteva le
batteva all’impazzata e dentro stava andando a fuoco. Aveva una voglia matta
che Ryo si alzasse e la stringesse contro di lui per fare l’amore senza più
indugiare.
Emettendo un sospiro, tirò fuori dal frigo del thè freddo e lo premette sul viso, ma non servì. Quindi
portò un vassoio con due bicchieri ed una caraffa sul tavolino del salotto dove
servì un bicchiere a ciascuno prima di svuotare il suo in un sorso.
Ryo seguiva ogni suo gesto, sembrava che volesse renderlo
pazzo leccandosi le labbra. Dove lo aveva imparato? La dolce e timida Kaori lo
stava sorprendendo sempre di più quella sera, anche se aveva notato che le mani
le tremavano leggermente e che la sua bella sembrava aver imparato, grazie a
Miki, a mantenere il suo sangue freddo. L’aveva mantenuto a lungo, e lui doveva
riuscire a trattenersi perché non voleva intimorirla, né spaventarla, solo
amarla come meritava, con dolcezza.
Lo sguardo di Ryo che seguiva ogni suo gesto la faceva avvampare
ancora di più e quando, con la coda dell’occhio, lo vide quasi sbavare, per
poco non esultò. Ma riuscì, senza neanche sapere come, a restare calma e
riprese il mazzo di carte. Nonostante le mani che un po’ le tramavano, mescolò
il mazzo prima di servire.
Di nuovo la fortuna era dalla sua ma vincere di nuovo la
partita voleva dire rischiare che Ryo fiutasse la trappola. Con tutta
probabilità, Kazue era riuscita a trattenere Mick lontano da lì e Kaori non
doveva lasciar passare questa occasione di farne vedere di tutti i colori al
suo socio.
Deglutendo con apprensione per quello che si stava
apprestando a fare, la donna cambiò allora tre carte malgrado
il tris che aveva in mano mentre Ryo esultava: il suo angelo non sembrava contenta...
la fortuna era con lui!
Lui aveva in mano un colore e le sue carte gli avrebbero già
permesso di vincere ma decise ugualmente di testare la sua fortuna, e cambiò
una carta.
La fortuna era decisamente dalla sua parte. Aveva sempre in
mano un colore, ma ora composto da carte in sequenza... una scala di colore.
Kaori, dopo aver buttato il suo tris di assi, si ritrovò in
mano un colore. Erano delle carte abbastanza basse e davanti l’aria beffarda
del suo socio che doveva avere di meglio, la donna si sentì rassicurata.
Se lui vinceva questa partita, lei avrebbe dovuto togliersi i
pantaloni ritrovandosi in biancheria intima e, al solo pensiero, il mokkori di Ryo cominciò a dare segni di vita.
La donna disse:
-
Tocca
a me mostrare le carte, ho un colore.
-
Io
ho molto di meglio, una scala di colore, ho vinto! – esultò Ryo fissandola, un
gomito appoggiato sul tavolo. Aspettava che lei eseguisse.
Alzandosi, Kaori prese un profondo respiro prima di
slacciarsi i pantaloni e sfilarli, una gamba dopo l’altra, sotto lo sguardo
beato del suo socio. Fremente, incapace di distogliere lo sguardo dalla sua
bella, mentre Kaori posava i jeans e si rigirava verso di lui in biancheria, offerta
allo sguardo libidinoso dello stallone di Shinjuku che cominciava a sentirsi a
disagio.
Ammirando la sua vita sottile e le sue lunghe gambe, si
sorprese a lasciarsi scivolare un po’ di più sotto il tavolo per nascondere il
suo mokkori soggiogato dalla visione del suo angelo,
così bella e così perfetta. Faceva del suo meglio per controllarsi tuttavia non
ne poteva più.
Lo sguardo offuscato di desiderio troppo tempo represso che
posava ora sulla di lei, fece fremere Kaori. Stava finalmente per decidersi a
prenderla tra le braccia? Lei non desiderava altro che sentirlo contro di sè e accarezzare il suo petto scolpito e saziarsi del suo
abbraccio.
Contro ogni attesa Ryo riuscì a trattenersi. Voleva sapere
fin dove la sua dolce socia era pronta a spingersi, in quanto, con se lui
continuava ad avere una fortuna del genere, lei avrebbe rischiato di renderlo
pazzo.
Riprendendo le carte dopo essersi riseduta, la donna deglutì.
Almeno non la stava più divorando con gli occhi, ed anche se il sangue nelle
vene le sembrava lava bollente, doveva restare calma. Miki le aveva
raccomandato di restare buona e ti spingerlo al limite. Distribuendo le carte
nonostante le mani un po’ tremanti, la donna, che durante la sua adolescenza
era riuscita a essere la migliore giocatrice di poker del suo liceo, ora poteva
riuscire a intrappolare per sempre il suo partner nella sua rete.
Decisa, trattenne un sorriso guardando le carte che aveva in mano:
un full di Re con dieci. Esattamente quello che di cui aveva bisogno! La
fortuna era davvero con lei quella sera.
Ryo che la vide nascondere un sorriso, aggrottò le
sopraciglia. Lui non aveva in mano delle buone carte quindi ne chiese altre tre
e vide che il suo angelo non ne prendeva. Le chiese:
-
Sei
sicura di te, vero?
-
Ho
delle carte molto buone, e tu? – chiese innocentemente.
Ryo sorrise sarcastico, e aggiunse scoprendo le sue carte:
-
Tris
di assi, Sugar, niente può battermi!
-
Tranne...
– svelò le sue carte una ad una sul tavolo, fiera di lei – Un full di re con
copia di dieci.-
-
Lei sorrise maliziosamente, mentre, brontolando Ryo si alzò e
si tolse i pantaloni che lanciò sul divano. Lo aveva già visto in boxer ciò
nonostante il nostro sweeper, con quelle gambe salde e muscolose, aveva un
corpo perfetto. Tutto muscoli, senza un filo di grasso, e lei immaginò le dita
scorrere su quella pelle soda. Notò allora una protuberanza attraverso i boxer
che lui si affrettava a nascondere sedendosi e le disse:
-
Smettila
di divorarmi con gli occhi... So di avere un corpo perfetto ma, continuiamo
questa partita.... ti va?
Dei corvetti si lanciarono in
picchiata sulla testa di Kaori che rossa come una gambero riprese le carte. Non
era il momento di cedere!
Lui voleva sapere fino a dove si sarebbe spinta, anche se il
suo sguardo pieno di desiderio lo rendeva ancora più pazzo. Il suo corpo andava
a fuoco da testa ai piedi e il suo mokkori non ne
voleva sapere di starsene buono.
A Ryo non restavano altro che i suoi boxer. E per Kaori, non
era certo meglio: mutandine e reggiseno in pizzo rosso, che le stavano a meraviglia visto lo sguardo concupiscente di Ryo. Eriko era sempre la migliore.