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Autore: Franzies    24/03/2014    1 recensioni
Jennifer Cooper è una diciannovenne decisamente irresponsabile e senza peli sulla lingua.
Carlisle Cullen è un pacato vampiro che lavora come dottore all' ospedale di Forks .
Jennifer lo incontrera' e rimarra' affascinata da lui.
Riuscirà ad accalappiarsi il bel vampiro?
Genere: Comico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Carlisle Cullen, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Rompersi la mano colpendo un muro non è una cosa molto coscenziosa da fare , ma ringrazio ancora oggi  la mia stupidita’ , la quale mi ha portato dal mio grande amore.
Era un giorno soleggiato del  luglio 2014 , quando, come dicevo prima , per la mia impulsivita’, arrabbiata per una litigata con  una mia amica di nome Elisabeth ,  dando sfoggio del mio carattere mascolino,impulsivo e manesco, tutte belle qualita’ lo so , diedi infuriata come una scimmia  un pugno al muro , e le mie ossa risposero alla botta  facendo  crack.
Hai presente quando spezzi un grissino?
 Lo stesso identico rumore .
Secondo di silenzio e un urlo scimmiesco invase la casa.
“Vaffanculo!!!” fin da bambina sono sempre stata una bambina educata
“Jennifer cosa è successo!?” l’ urlo scimmiesco attira quella  bisbetica di mia madre che disse cio’urlando  dal soggiorno.
Ecco un’ altra cosa delle tante cose che odio di me , il mio fottutissimo nome, non puoi dire che sia originale .
 “Mamma il mio braccio si e’ ribellato ,ha tirato  un pugno al muro,la mia mano  ha fatto crack!”rispondo come una bambina delle elementari, credo di aver sbattuto la testa per terra da piccola ma non riesco mai ad essere seria .
Sento il sospiro rassegnato di mia madra” Hai 19 anni, devi  comportarti da adulta,  quando ti deciderai  a crescere ?
Poi saggiamente decide , dopo questa filippica, di portarmi all’ ospedale .
Io adulta?Devo ancora crescere!!
Dopo un’ora , per colpa della lentezza della carretta che mamma osa chiamare macchina , arriviamo al minuscolo e unico  ospedale della nostra sperduta cittadina tra i monti stile heidi, chiamata  Forks , che  l’ospedale era occupato  come al solito da almeno la meta’ dei cittadini di Forks , viva la salute!!!Comunque entriamo e dopo una straziante e logorante attesa, passata a guardare le proprio dita sfumare da un colore verde collutorio a viola avvelenamento, riusciamo a farci visitare.
È proprio vero che chi aspetta viene ripagato , ma esiste questo detto? mi dico, e mi accingo a fare una radiografia, che  dovrei fare alla mia mano, al modello di fronte a me.
Alto, Muscoloso, e con due occhi da paura, misti tra il miele e l’oro fuso.
“Ehy Yoghi vuoi venire con Jennifer a caccia di miele?” mi viene da pensare  guardando i suoi occhi , e vedendo gli occhi del dottore riempirsi di sbigottimento ,e quelli di mamma di imbarazzo, capisco di non  averlo pensato ma di averlo detto.
“Ehhmm...” meglio inventare qualcosa prima che mi ricoverino alla neuro.
“Pensavo ad un episodio passato.” Speriamo che se la beva,mi dico guardando il bonazz... aehm il dottore.Vedo il suo sguardo farsi divertito , dice di aver capito, anche se capisco, ma che genio, di non averlo fregato.
“Comunque buongiorno sono Carlisle Cullen , cosa abbiamo che non va ?” Fa un sorriso a trentadue denti .
Oddio sono cosi’ bianchi che  tra  un po vedo il mio riflesso, mi dico.
“Bhe ... ho una polpetta al posto della mano.” Diretta e grezza , altro particolare del mio carattere.
Il quale sembra divertire il dottore che ride , anche se piu’ che una risata ,la sua sembra una musica.
Che bella melodia mi dico chiudendo gli occhi, che subito riapro di scatto, cosa mi sta accadendo?
“Jennifer!” mi riprende mia madre, strappandomi dai miei pensieri.
“La scusi dottore, voleva dire ,che dando un pugno sul muro si e’ probabilmente rotta qualche dito.” Parla lentamente scoccandomi occhiatacce dolorose, credo che presto’ riassaggero’ la cucchiarella che non sentivo da anni .
“Spostiamoci di la’ nella sala , li’ potro’ controllare meglio.”
Ci spostiamo in questa maledetta stanza .
Il dottore, che da ora in poi chiamero’ Carlisle, perche’ un nome ce lo ha , mi prende la mano e me la  chiude a pugno.
“Ti fa male ?” mi chiede guardandomi .
Ho un dolore cane , ma non volendo fare la figura della maleducata con una delle mie solute espressioni  me ne esco con un mugugnio di assenso
Carlisle sorride, ma che ti sorridi, ti piace vedere la gente soffrire? Questo è svalvolato, mi dico.
“E’ decisamente rotta.” Mi dice.
Ma noo!!! E io che pensavo fosse solo un po verde per il mal di mare , la laurea la danno a chiunque ormai, potrei averla anche io... dottoressa Cooper mmm, suona bene.
Intenta come sono nei miei impossibili sogni di gloria, vengo riscossa da un cubetto di ghiaccio posato sulle mie mani, cubetto che poi mi accorgo essere la freddissima e pallidissima mano di Carlisle.
“Mamma mia ! Sei piu’ freddo della morte!” dico facendo una delle mie solite battue.
Lui pero’ non ride, anzi, mi fissa come se fosse intimorito, ciccio bello, ho capito che non faccio ridere nemmeno un cane , pero’ reagire cosi’ è da esagerati.
Facendo ancora dell’ umorismo dico “ Piu’ pallido di un vampiro eh ?” .Mi sembro’ di vederlo sbiancare, ma forse vidi male , dubito potesse diventare piu’ bianco di cosi’.
Con strana calma mi disse di stare immobile con la mano  , e la  inizio’ a steccare .
Finito quello passo’ al gesso.
Una decina di minuti dopo salutai Carlisle e usci’ dall’ ospedale al fianco di mamma , con la mano che sembrava la sorella di quella di Tutankamon .
  
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