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Autore: lillixsana    24/03/2014    6 recensioni
Tratto dal primo capitolo:
-Akane, avanti tesoro svegliati! Oggi è il gran giorno!-
La voce fin troppo eccitata della sorella maggiore, giunse all’orecchio della mora attraverso la porta leggermente ovattata. Per un momento, una specie di gigantesco punto interrogativo le attraversò la mente, ma poi, in un attimo di lucidità capì a cosa si riferiva Kasumi. Era quel gran giorno.
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Nabiki Tendo, Ranma Saotome, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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...Come tutto ebbe inizio...



1


Idee Geniali/Disastrose






La famiglia tendo, da generazioni posseditrice della scuola di arti marziali indiscriminate più famosa di Tokyo. Era una delle famiglie più ricche ed invidiate della zona, a farne parte c’erano: Kasumi, la primogenita. Nabiki, la mediana e infine Akane.

Soun, seppur vedovo da parecchi anni, aveva fatto un lavoro eccellente nella crescita delle sue figlie. Aveva tirato su tre “gioielli” a detta sua.

Ovviamente ognuna di loro aveva il proprio carattere, probabilmente modificato irreparabilmente anche dalla mancanza della figura materna. Ma nonostante ciò, tra la caparbietà di Akane, la dolcezza di Kasumi e la sfacciataggine di Nabiki, le ragazze erano comunque delle giovani con sani principi e determinati obbiettivi prefissati da raggiungere.

Nonostante la mezza età, Soun gestiva egregiamente e a pieno ritmo la propria palestra, aveva preso sotto la sua ala un ragazzo, nell’attesa di ricevere un erede diretto da almeno una delle sue figlie.

Kasumi amava la cucina, aveva una sorta di venerazione per cibi e fornelli. Partecipava anche a svariate competizioni, piazzandosi quasi sempre sul podio.

Nabiki, nel suo essere “frivola”, aveva frequentato una scuola di moda. Per anni aveva disegnato figurini e cucito abiti con dedizione, ciò la portò, insieme alla sua bravura ad essere la migliore dell’istituto. Molte persone volevano indossare abiti disegnati da lei e, questo, non poteva far altro che renderla felice. Considerando la carriera da stilista che aveva in mente d’intraprendere.

Akane, dal canto suo, non aveva ancora le idee molto chiare su ciò che voleva fare nella vita. Così, aveva deciso che fin quando non avesse capito quale fosse il posto che voleva occupare nella società, avrebbe continuato gli studi.
 
 
 
 
 
Tokyo 07:56 a.m.
 

I raggi del sole, filtranti dalle porzioni di finestra non riparate dalla tenda color cremisi, illuminavano il viso di una giovane ragazza infastidendola leggermente. Quella mattina Akane si svegliò di buon umore, aveva fatto un gran bel sogno… la sua laurea. Considerando gli incubi a base di esami mal riusciti che faceva negli ultimi tempi, un sogno del genere era un buon motivo per iniziare al meglio la giornata.
 
Socchiudendo gli occhi, lesse l’orario sulla sveglia posta sul comodino di fianco al letto. Era decisamente presto, avrebbe potuto crogiolarsi tranquillamente nella sua beatitudine per un altro paio d’ore se non fosse stato per…
 

-Akane, avanti tesoro svegliati! Oggi è il gran giorno!-
 

La voce fin troppo eccitata della sorella maggiore, giunse all’orecchio della mora attraverso la porta leggermente ovattata. Per un momento, una specie di gigantesco punto interrogativo le attraversò la mente, ma poi, in un attimo di lucidità capì a cosa si riferiva Kasumi. Era quel gran giorno.
 

Maledicendo se stessa, per la pessima proposta che, più o meno tre mesi prima aveva fatto a sua sorella Nabiki si alzò dal letto, arrivata di fronte alla porta poté sentire distintamente un brusio provenire dal piano inferiore. Come aveva fatto a dimenticare che giorno fosse? La casa era in fermento da settimane, probabilmente però, avendo fatto l’abitudine, ormai le sembrava normale amministrazione avere sconosciuti e modelle isteriche in giro per casa.

Akane prese a scendere le scale sbadigliando sonoramente, mentre una tizia le percorreva nel senso opposto al suo, coperta solo da uno striminzito tanga. Trovandosi davanti ad una scena del genere la ragazza non potè fare a meno di tornare con la mente alla sua conversazione di tre mesi prima con Nabiki…
 


Inizio Flashback…


La più piccola delle Tendo, insieme alla mediana, erano raggomitolate sul divano in pelle color avorio del salone, intente a guardare uno di quei film strappalacrime che la mora tanto amava.

La scatola di kleenex piazzata al centro del divano, era stata quasi interamente svuotata dalle due che, ormai, non facevano altro che tirar su con il naso, mentre i titoli di coda del film scorrevano sul grande schermo di fronte a loro.



-Jackkkk, brutto scemo! C’entravi anche tu su quel dannato pezzo di legno!-



Mentre pronunciava le sue imprecazioni contro il protagonista passato a miglior vita, Akane si chiedeva come fosse possibile riuscire ancora a piangere come una fontana dopo aver visto lo stesso film per anni.

Il Titanic, come un altro paio di film di sua conoscenza, aveva il potere di tirarle fuori dai condotti lacrimali una quantità d’acqua sufficiente a riempire un lago artificiale.

C’era da dire però, che alla fine di quei pianti tanto accorati si sentiva molto più leggera… silenziosamente in quelle lacrime mascherate da un film tragico si mischiavano tutte le sue paure, le ansie, la tristezza e i suoi problemi. Il classico pianto liberatorio insomma!



-prima o poi ci toccherà arrenderci Akane, continuiamo a vedere questo film una volta al mese ma il finale non cambia mai magicamente-



Nabiki aveva smesso di piangere da un po’, e la sua affermazione non potè  far altro che fermare anche le lacrime della sorella, che ora rideva di gusto tenendosi la pancia con le braccia.


Premendo il tasto rosso del telecomando si sistemarono meglio sul divano afferrando una rivista di moda a testa, Akane non seguiva molto i canoni estetici comuni, certo, le piacevano i vestiti e il trucco, ma non ci perdeva molto tempo.

Guardò di sbieco sua sorella, era totalmente opposta a lei, era una ragazza intraprendente, sicura di sé… aveva modi un po’ troppo sfacciati alle volte ma nonostante questo incarnava alla perfezione ciò a cui Akane aveva sempre voluto somigliare.


Nabiki aveva iniziato a parlare della sua nuova collezione, le aveva dato un nome un po’ inusuale ma comunque molto bello: “Eternal chic”.

Mentre la mora ascoltava interessata le parole di sua sorella una strana idea le balenò nella mente. Erano anni che Nabiki si sbracciava a disegnare e cucire, ormai, a molte persone era nota la sua bravura ma, non aveva mai avuto una vera e propria occasione per mettersi in gioco. Così, per quanto pazza potesse essere quella proposta, lei gliela fece lo stesso.
 

-Nabiki- la zittì

-mh?!-

-hai presente il palazzo di vetro?-
 

La castana annuì distrattamente. Il che, fece continuare ad Akane il suo discorso.
 

-quello sulla strada per arrivare al parco della fontana…-

-si, Akane. Ho capito di quale palazzo parli, arriva al punto!-
 

La minore si accigliò, possibile che dovesse essere sempre così acida quella scema?!
 

-beh, hanno finito di ristrutturarlo e ora lo affittano per gli eventi-
 

Nabiki la guardava scettica, e non aveva nemmeno tutti i torti, considerando che la mora stava, letteralmente girando intorno a qualsiasi cosa dovesse dire.
 

-dovrebbe interessarmi?-

-io… pensavo…che forse tu…-

-Akane ti prego, sputa il rospo!-
 

La mora socchiuse gli occhi puntandoli in quelli della sorella e finalmente parlò.
 

-senti, è da una vita che sogni di sfondare nel mondo della moda! Ci hai riempito la testa dei tuoi sogni ogni sacrosanto giorno per anni, non curandoti se fosse l’ora di pranzo, di cena, se fossimo ad una festa o in qualsiasi altro luogo e in qualsiasi altro momento. Sei brava in ciò che fai e credo che potresti organizzare una sfilata degna del tuo nome!-
 

Disse quasi tutto d’un fiato.
 

-ti ringrazio per i complimenti Akane, ma continuo a non capire… oh-
 

Un velo di preoccupazione calò sugli occhi della castana, lasciando Akane basita. Eppure, le era sembrata un’idea geniale.
 

-beh? Non dovresti essere tipo al settimo cielo? Nostro padre conosce anche il proprietario del palazzo, non dovrebbero esserci grandi problemi-
 

Asserì.
 

-tu credi davvero che potrei farcela?-
 

La corazza con cui per anni Nabiki si era coperta ora si stava sgretolando sotto le sue mani, non c’era più nemmeno l’ombra della ragazza sicura di sé che per anni Akane aveva avuto accanto. Restava solo una normale, giovane donna, con lo sguardo terrorizzato. Akane sapeva cosa volesse dire quello sguardo e subito si affrettò a rispondere alla tacita domanda che non era uscita dalle labbra della sorella ma che tormentava i suoi occhi.
 

-secondo me, lei sarebbe fiera di te!-
 

La castana alzò lo sguardo, ma non si stupì più di tanto per quella risposta. Era così evidente infondo…
 

-non era quella la mia domanda, sciocchina!-
 

Disse dandole un tenero buffetto sulla folta chioma corvina.
 

-si Nabiki, sono sicura che potresti farcela!-

-mh, lo faccio!- gli occhi di Akane brillarono -ma ad una condizione!-

-cioè?- chiese sbigottita

-tu dovrai essere il mio braccio destro!-
 

Quella che per qualche secondo poteva esserle sembrata un’idea geniale, ora era stata decisamente declassata tra le idee più folli e stupide che avesse mai avuto. Ma ormai la sicura era stata tolta e la bomba a mano lanciata… mancava solo che succedesse l’inevitabile…
 

-e va bene, accetto!-
 

ESPLOSA!
 

Fine Flashback!
 
 

Girando l’angolo percorse qualche metro a testa bassa prima di sgattaiolare “furbescamente” in cucina. Luogo che, fortunatamente, era stato proclamato off limits da Kasumi, che quando voleva sapeva farsi rispettare.
 

In ogni caso… dal momento della fantomatica “esplosione” non c’era stato un attimo di tregua in casa Tendo. Nabiki dopo la conversazione avvenuta quel giorno, era corsa a prenotare il palazzo di vetro scegliendo una data da lì a tre mesi, cioè il tredici settembre.
 

Iniziò i provini per le modelle che avrebbero dovuto indossare i suoi vestiti vennero scelte tutte ragazze dalla corporatura simile: alte, molto snelle e con protuberanze pettorali non trascurabili.
 

Nabiki in quei mesi aveva preso a disegnare bozzetti come una forsennata, non dormiva nemmeno più la notte. Per non impazzire del tutto, aveva dato in commissione i modelli dei vestiti meno importanti a delle sarte. Ma ne aveva comunque più della metà da confezionare da sola, Akane in tutto ciò sembrava l’agenda vivente di Nabiki, le ricordava tutto ciò che doveva fare, senza però metterle alcun tipo di fretta o ansia.
 

Quel giorno, dopo tre lunghi interminabili mesi di preparativi finalmente era arrivato, Akane non volle immaginare a che ora sua sorella avesse chiamato a rapporto le modelle. Probabilmente, l’avrebbe considerata ancor meno normale di quanto non facesse già.
 

Abbandonando i pensieri la mora aprì il frigorifero d’acciaio, tirandone fuori un cartone di latte, che versò nella grande tazza poggiata al centro del banco colazione. Aggiungendo poi, una manciata dei suoi cereali preferiti. Stava per tuffare il cucchiaio nel liquido bianco quando delle urla isteriche la destarono.


Certo, sentire Nabiki urlare come una furia assassina era ordinaria amministrazione ma in quel caso sembrava quasi di essere finiti in un film in cui il carnefice minacciava di morte la sua vittima, e in modi assolutamente poco velati.


-non m’interessa! Tu adesso prendi il tuo culetto ossuto e lo trascini qui!- … -ti ho detto che non è affar mio quanti gradi centigradi tocca il tuo corpo! Per quanto mi riguarda puoi anche essere con un piede nella fossa! Ma non ho intensione di fartici cadere prima che tu abbia sfilato per me!- … -oh no, sbagli di grosso carina! Sono io che licenzio te!- … -bene!- … -no, bene lo dico io!- … -va a farti fottere dannata sgualdrina! Tanto con le tue due olive ascolane al posto delle tette mi rovinavi anche il vestito! ADDIO!-
 


La testa di Akane aveva fatto capolino dalla cucina e ora la mora guardava sua sorella con uno sguardo tra l’incredulo e il divertito. Appena Nabiki si voltò, la minore potè notare le sue iridi fiammeggianti e, capì che c’erano seri, anzi, serissimi guai in vista.


Sperando di essere passata inosservata, si ritirò nuovamente in cucina. Ma proprio quando stava per tirare un sospiro di sollievo, sentì una voce fin troppo familiare gridare il suo nome e, successivamente, una furia dai capelli castani l’assalì.


-Akaaaaane- la mezzana delle tendo era avvinghiata al braccio destro della minore e con fare teatrale annunciava la fine della sua carriera stilistica ancor prima di averla iniziata.
 

-Nabiki, scollati!- proferì la moretta impiantando il palmo della mano libera sulla fronte della sorella in modo da togliersela di dosso, senza riuscirci però.


-ho detto di staccartiii! Invece di lagnarti, spiegami che diamine è successo!-
 

In un secondo l’altra si ricompose.
 

-è successo, mia cara sorellina! Che la sfilata è questa sera! Ed io non ho più la modella che doveva indossare la punta di diamante della collezione!-

-aaah, ora capisco tutto!-
 

Disse l’altra battendo un pugnetto sulla mano aperta.
 

-no, non sembri aver capito bene invece! Il vestito ha le misure di Ruya!-

-Rukya-
 

La rimbeccò l’altra.
 

-sisi, come ti pare! Comunque il vestito ha le misure di quella li ormai! Dove diamine la trovo una modella con le sue stesse misure in meno di 4 ore?!-
 

Le due sorelle iniziarono a riflettere silenziosamente, quando ad un certo punto la minore sentendosi osservata fu costretta ad alzare gli occhi nella direzione di colei che in quel momento, era certa, le stesse facendo una lastra approfondita.
 

Nabiki alzò un angolo della bocca e un impeto di soddisfazione si diffuse sul suo viso, ciò fece rabbrividire Akane, che dal canto suo, aveva intuito fin troppo bene ciò che stava per uscire dalla bocca di sua sorella. Ne ebbe la piena conferma quando i loro occhi s’incrociarono, e prima che l’altra potesse proferire qualsiasi tipo di frase Akane interruppe il silenzio.
 

-non pensarci nemmeno!-
 

Si sbrigò a dire.
 

-non sai nemmeno cosa sto per chiederti!-

-oh, si che lo so! E so anche che non mi piacerà!-

-ma, Akane!-

-NO! niente Akane!-

-Akane, tu sei alta quanto lei e tranne per il seno sono sicura che le misure siano approssimativamente le stesse!-
 

Disse la castana assottigliando lo sguardo e puntando l’indice verso il corpo della minore.
 

-si, può anche darsi! Ma rimane il fatto che io non sono una modella! Sono goffa e impacciata!-

-Akane, credi che non t’abbia visto aiutare le mie modelle a sfilare?!-
 

Colpita e affondata.
 

-stavo solo spiegando loro come mettere le gambe per i vestiti più lunghi!-

-ma tu sai farlo, lo facevi con loro!-

-senti Nabiki.. io.. davvero! Non sono in grado!-

-avevi detto che saresti stata il mio braccio destro!-

-certo! Braccio destro, non modella! GENIO!-


Esclamò piccata Akane. Quella stanza stava diventando decisamente troppo stretta, come quella situazione.


-beh, il mio braccio destro mi serve in passerella! Akane, sei la mia unica speranza te ne prego!-
 

Aveva gli occhi supplicanti di una bambina che chiedeva un giocattolo. Akane, si ritrovò a pensare a tutte le volte in cui aveva trovato sua sorella sveglia di notte. Aveva cercato di fare tutto alla perfezione, e chi era lei per poter rovinare il suo giorno?!... Nessuno!
 

-Nabiki… io..-

-sorellina, sfila per me! Per favore!-
 


 

-e sia, facciamo questa cosa!-













Angolino mio:

Allora... intanto mi presento... Lillixsana, per servirvi! Oh beh, un pò di comicità fa sempre bene, no?
Ho iniziato a scrivere questa storia perchè... in realtà non so cosa m'abbia spinto a scriverla, so solo che mi martellava la testa da talmente tanto tempo che, se non l'avessi scritta probabilmente avrei rischiato  di compromettere la mia già instabile sanità mentale!
Questo primo capitolo... sempre se si possa chiamare così è venuto molto più lungo di quanto mi aspettassi ma anche dopo averlo ricontrollatto non sono riuscita a togliere nulla... quindi scusate se come prima lettura vi ho costretto a stare incollati qui per più di 10 minuti :) a ovviamente potrete leggere queste scuse solo se sarete arrivati alla fine di questo coso ahahah

Ringrazio chiunque vorrà commentare, un parere è sempre una cosa meravigliosa da ricevere sia che si tratti di una critica o di un complimento :D

Dedico il capitolo ad una persona davvero molto importante per me, che ultimamente mi fa preoccupare parecchio <3 tutto tuo sister <3
 
E ringrazio come sempre la mia famigliola per il sostegno <3

Ci sentiamo nel prossimo :) un gradissimo bacio... Lillixsana
  
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