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Autore: AlexVause    24/03/2014    2 recensioni
Due mondi differenti, separano ciò che il destino sembrava aver unito.
Con un piccolo aiuto, tutto ciò che è andato perso, verrà ritrovato.
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Swan Queen
Seguito di Trust e For You...Always.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: David Nolan/Principe Azzurro, Emma Swan, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve, Regina Mills, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Amarsi e perdersi per poi ritrovarsi. Destino.'
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Capitolo 17

Era ormai notte, quando Malefica e Regina giunsero al castello dei Charming.
Comparvero nella biblioteca, cogliendo i due reali seduti su di un sofà, mentre si baciavano.
Le mani strette l’una nell’altra, affettuosamente.
- Non fate caso a noi, continuate pure a disgustarci.
Sbottò Regina. Il volto serio.
- Un minuto, è stato soltanto un minuto.
Protestò James, alzando il dito indice.
L’Evil Queen rise, mentre Snow corse verso di lei abbracciandola.
La matrigna s’irrigidì, per poi cedere all’affettuosità della figliastra.
James le raggiunse.
- Ce l’avete fatta?
Domandò Snow scostandosi.
- Sì. Emma ed Henry?
Biancaneve le prese le mani e Regina, a quel gesto si allarmò.
- No, no…stanno bene.
La matrigna fece un sospiro di sollievo.
- Solo…non uccidermi.
Regina la guardò perplessa, alzando un sopracciglio.
- Abbiamo un’offerta, che non potrai rifiutare.
Sorrise Biancaneve.
- Questo mi turba, per otto motivi diversi, a cui potrei avere ben otto reazioni diverse.
Sentenziò l’Evil Queen.
- Andiamo Regina, dovresti ascoltarla.
La spronò il Principe.
L’ex Sindaco, fece cenno di proseguire.
- Mentre voi eravate via…
Biancaneve si fermò. Era come se cercasse di scegliere il modo migliore, per indorare la pillola. Sapeva benissimo, che ciò che stava per dire, non sarebbe piaciuto a Regina.
- La nube di guerrieri, ha attirato a palazzo, molti degli ex abitanti di Storybrooke.
Intervenne James, in aiuto della moglie.
- Mentre voi eravate…via…abbiamo approfittato della loro presenza, per indire una riunione in modo da spiegare cosa stava accadendo e…
Proseguì Snow. Prese un respiro profondo e poi continuò.
- …e abbiamo detto loro, che avremo governato insieme…io, te, James ed Emma…proprio come una vera famiglia.
Regina tolse bruscamente le mani, da quelle della figliastra.
- Avete deciso tutto senza consultarmi? Mi avete messa in mezzo, pur sapendo che ero contraria?
L’Evil Queen serrò la mascella.
- No!
Esclamò in fine.
- No?
Fece eco Malefica.
- Rinunci al trono, a cui hai diritto?
Chiese la bionda, sbigottita.
- Ma io…io credevo che avessi cambiato idea.
Disse Biancaneve. Il cuore le si spezzò nel petto, alla sola idea di poter perdere Emma.
- Credevi male. Ad ogni modo, non ho più intenzione di sentir parlare di ciò.
Sbottò Regina infastidita.
Non sopportava lo sguardo triste e allo stesso tempo d’accusa, che aveva la figliastra nei suoi confronti, in quell’istante.
- Regina…
Tentò James.
- No! Ho bisogno di riposo.
Detto ciò l’ex Sindaco svanì.
Emma entrò correndo nella biblioteca.
- Regina…era qui?
Domandò la ragazza. Il cuore le martellava nel petto.
- Sì, ma…
Rispose Snow, che fu immediatamente interrotta dalla figlia.
- Non ci posso credere. Gliel’avete detto! Non potevate aspettare? Sapete benissimo com’è fatta. Non vi è bastato, che abbia messo a repentaglio la sua stessa vita, per salvarci? Che pretendete ancora da lei!
Emma era furiosa.
- Ti prego, lasciami solo un istante per risolvere.
La supplicò Biancaneve.
La ragazza, serrò la mascella, prima di indicarle l’uscita puntandovi il dito.
Snow s’incamminò verso la stanza di Regina.
Avvicinandosi, notò che Regina indugiava, sulla soglia della camera da letto.
- Ma che diavolo…
Borbottò l’Evil Queen.
- Un semplice “Grazie”, è sufficiente.
Sorrise Biancaneve, raggiungendo la Matrigna.
- Volevo farti una sorpresa.
- E…ci sei riuscita.
Disse Regina sbalordita.
La camera da letto, dapprima semplice e minimale, ora era stata adornata di drappi bordeaux e oro.
Il tessuto ricopriva il letto a baldacchino, le finestre. Nuovi mobili furono aggiunti. Tutto fu sistemato e decorato per rendere quella camera, la stanza di una vera regina.
- Dove sono i miei…
- Oh, i tuoi libri, sono chiusi in quel mobile.
Snow le porse un piccolo oggetto.
- Ecco la chiave.
Regina entrò nella stanza, sdraiandosi sul letto. Gli occhi chiusi, pur di far capire quanto volesse star sola in quell’istante. Nonostante ciò,  Biancaneve non lasciò la presa.
- Prima dicevo sul serio. Io e James vogliamo governare, come una famiglia. Domani sera, daremo un ballo per gli ex abitanti di Storybrooke, giunti sino a qui. Il mattino successivo, faremo l’annuncio al popolo.
-No.
Rispose fermamente Regina.
 - Perché no?
Domandò la figliastra. Sapeva il motivo, ma preferiva sentirlo.
- Innanzi tutto, non voglio farmi linciare. Cosa che probabilmente accadrà post annuncio.
Credi davvero che mi lasceranno governare? Penseranno che con un incantesimo, vi possa fare il lavaggio del cervello per far tornare la tirannia…
L’Evil Queen s’interruppe. Sembrò pensare a quelle sue stesse parole.
- …cosa fattibile tra l’altro, ma Henry non me lo perdonerebbe mai, e dopo un po’ mi stancherei io stessa di avere burattini che girano per il castello.
L’ex Sindaco aprì gli occhi, voltandosi verso Snow e notando la sua espressione di sconcerto.
- Non ci pensare, fa come se non avessi detto nulla.
- Un po’…difficile…
Rispose pensierosa la figliastra.
- La realtà è che di Troll, magia e guai…ne ho abbastanza. Sono davvero stanca.
Regina si coprì il volto con la coperta. Si sarebbe voluta isolare totalmente.
Tra loro calò il silenzio.
Snow si avvicinò alla matrigna, inginocchiandosi accanto al letto.
- Regina, ho bisogno di te…noi abbiamo bisogno di te.
Biancaneve le scoprì il viso e la mora mugugnò contrariata.
- Ho bisogno che ci faccia da spalla.
La figliastra le afferrò delicatamente una mano. Regina aprì gli occhi guardandola.
- Per favore.
Fu in quel momento, che Biancaneve fece qualcosa d’inaspettato. Si sedette sul letto accanto alla mora e tenendole la mano, se la poggiò sul ventre.
- Sono incinta.
La matrigna si sedette al suo fianco, fissandola in silenzio.
- Ho bisogno di stare un po’ con la mia famiglia. A te il compito di trovarmi un abito, degno di questo ballo.
Rispose l’Evil Queen alzandosi in piedi, seguita dalla figliastra che non seppe trattenere un enorme sorriso, prima di rattristarsi.
Biancaneve fece qualche passo verso la porta. Stava indugiando.
- Snow?
Chiamo Regina, cercando di capire se avesse altro da dirle.
Biancaneve non si voltò, restando ferma accanto alla porta. La mano sulla maniglia.
Regina si avvicinò, notando che qualcosa non andava. Si limitò a fissarla in silenzio, in attesa di un qualcosa che non tardò ad arrivare.
Snow l’abbracciò, stringendola forte a se e la matrigna si pietrificò nuovamente a quel contatto.
- Emma…non l’ha presa.
Sussurrò Biancaneve. La guancia poggiata sulla spalla della mora.
- Non ha reagito in alcun modo alla notizia. Si è isolata.
Regina, in risposta a quelle parole, ricambiò l’abbraccio sentendo la figliastra abbandonarsi in esso.
- Spesso alcune cose, hanno bisogno di tempo per essere assimilate…solo tempo.
Si scostò dalla ragazza, per poterla guardare negli occhi, assicurandosi che avesse compreso.
Biancaneve confermò con un cenno del capo.
Regina le afferrò il viso fra le mani.
- Riguardati. Vedrai che andrà tutto per il meglio.
Le disse infine sorridendo. Un sorriso sincero, rivolto a lei, che Snow White aveva visto solo quand’era piccina. Una lacrima bagnò il viso della giovane donna.
- Sì.
Rispose alla matrigna, che si allontanò di un passo.
- Ora basta con tutto questo affetto. Lo sai che non è da me, Snow White.
La ragazza a quelle parole rise.
- Cosa non si fa, per trattenermi qui.
Aggiunse la matrigna, facendo l’occhiolino a Snow, prima di entrare nella stanza di Henry.
 
Emma era seduta su di una poltrona, situata accanto al letto del figlio, che dormiva beatamente.
Distolse lo sguardo dal piccolo Henry, quando vide Regina entrare nella stanza e chiudersi la porta alle spalle.
La bionda si alzò ed entrambe si avvicinarono, fino ad eliminare ogni distanza fra i loro corpi.
Si strinsero forte, l’una all’altra, come per paura di perdersi.
- Stai bene? Sei ferita?
Domandò apprensiva la bionda, scostandosi e passando a “radar” lo sguardo sulla mora, che sorrise a quel gesto.
- Va tutto bene. Non è stato facile, ma ora è innocua.
Rispose la compagna.
- L’avete uccisa?
Chiese timidamente l’ex sceriffo.
- No. Non so solo uccidere, Swan.
Il tono dell’ex Sindaco era leggermente offeso.
Emma la strinse nuovamente a se.
- Non fraintendermi amore. Lo so. Solo che è pericolosa.
Disse Emma, senza scostarsi da quella posizione.
Di nuovo quella parola. Udirla, scaldò il cuore dell’Evil Queen.
- Non ti preoccupare. Le abbiamo tolto i poteri, tolto i ricordi di ogni incantesimo, portato qui i libri di magia che aveva rubato e…
- E?
Chiese la compagna, guardando la mora negli occhi.
- …e il suo cuore, come garanzia che non possa più fare alcun male.
Dopo un po’ di esitazione a quelle parole, Emma annuì.
- Bell’idea.
Regina sorrise, portandosi verso il letto del figlio.
Si sdraiò accanto a lui.
Il bimbo, accortosi della presenza della madre adottiva, l’abbracciò.
- Sei tornata.
Bofonchiò Henry. La voce impastata dal sonno.
- Resti qui con me?
Domandò il ragazzino, accoccolatosi fra le braccia di Regina.
- Ti dispiace?
Sussurrò ad Emma che sorrise, mimando un no con il capo.
La bionda imitò la compagna, sdraiandosi anch’essa, al fianco del figlio.
Henry sorrise felice, addormentandosi in mezzo alle sue mamme che guardandosi dolcemente, strinsero il figlio intrecciando le dita delle loro mani.
 
Tutta la servitù era in fermento per i preparativi della serata. Prima del grande ballo, volevano fare una cena per pochi intimi, coordinata e cucinata interamente dalla signora Lucas, ex proprietaria del Granny’s.
Dopo pranzo, si recarono tutti nei giardini del palazzo. Un po’ di svago e relax dopo quei giorni carichi di tensione, sarebbero stati utili.
Snow era seduta su una panca in pietra. Era intenta a leggere un libro, mentre Henry e James giocavano con spade in legno.
Regina ed Emma passeggiavano nel grande cortile. Il sole illuminava i loro volti, mentre si avvicinarono a Biancaneve.
L’Evil Queen, passandole accanto, accarezzò i capelli della figliastra. Un gesto dolce ed amorevole, che lasciò di stucco i nani che lavoravano nelle vicinanze.
Snow si voltò per guardare chi l’avesse accarezzata. Le si scaldò il cuore quando notò la matrigna che le sorrideva.
Si scostò, facendo spazio alle due donne, perché si sedessero accanto a lei.
- Come ti senti?
Chiese l’ex Sindaco alla figliastra.
- Raggiante.
Rispose sorridendo.
Emma guardò la madre. Si sporse oltre la compagna e le prese la mano dolcemente.
Regina volle lasciarle da sole. Si alzò congedandosi e raggiunse James ed Henry.
- Posso?
Chiese l’Evil Queen al figlio, porgendogli una mano.
Il ragazzino divertito le diede la spada di legno.
James fece un ampio sorriso, intuendo le intenzioni della suocera e non solo lui. Molti dei presenti, si fermarono per assistere.
- Fatti sotto suocera.
La sfidò il Principe.
Regina sogghignò, mettendosi in guardia, pronta così a colpire e difendersi.
- Oh no. Adesso lo distrugge.
Sospirò Biancaneve, mettendosi una mano sulla fronte e scuotendo il capo.
Il Principe, mano ferma, postura da scherma medievale.
Regina, elegante, postura da scherma.
James attaccò per primo, brandendo la spada con forza.
Nelle sue mani,l’arma in legno mutò nella sua fidata ammazza draghi, poco prima di scontrarsi con la lama in acciaio nero della spada di Regina.
- Si fa interessante.
Borbottò Hook, pronto ad accettar scommesse.
L’Evil Queen indietreggiò veloce, schivando quattro fendenti rapidi del Principe.
Quando arrivò il quinto fendente, Regina si scostò di lato, afferrando il polso di James e dandogli una gomitata nello stomaco che lo fece indietreggiare.
Regina rise divertita.
- Va bene.
Si disse James, prima di partire nuovamente all’attacco.
L’ex Sindaco questa volta, si trovò in difficoltà.
Il Principe era abile e molto lesto con la spada.
La mora riuscì a parare ogni singolo colpo, ma l’ultimo la sbilanciò, portandola a perdere l’equilibrio.
Prima di toccare il suolo, la donna si trasformò in uno stormo di corvi neri che presero il volo, spiazzando totalmente James e chi stava osservando il duello.
Il silenzio calò improvvisamente su tutti i presenti.
Emma e Snow si alzarono in piedi per cercare l’ex Sindaco, ma di lei nessuna traccia, fino a che non comparve alle spalle di James.
L’uomo si voltò, dopo che Leroy gridò la posizione della maga.
Fu il turno dell’Evil Queen.
La mora attaccò molto velocemente, ma con eleganza, fino a far scontrare le due lame vicino al viso del Principe.
Si sfidarono con lo sguardo, a pochi centimetri l’uno dall’altra.
Con un abile movimento del polso, James riuscì a far sfuggire di mano la spada a Regina, mandandola lontano qualche metro dalla donna.
L’uomo sorrise vittorioso, attaccando nuovamente la mora davanti a se, che per schivare il colpo fu costretta ad accucciarsi.
Con un calcio, Regina disarmò il Principe.
Fu l’arrivo di un ospite inaspettato con bimbo al seguito, visto con la coda dell’occhio dalla mora, che mise fine al duello.
Regina afferrò James dalla cinta. Si nascose dietro di lui, tirandolo a se e costringendolo a seguirla in retro, fino ad arrivare al più vicino albero che fortunatamente distava un paio di metri.
Si udì uno scontento generale per la fine improvvisa di quel combattimento, ma dopo poco, tutti ripresero il loro lavoro.
- Che hai combinato stavolta?
Chiese James perplesso.
- Perché lui è qui?
Domandò la mora infastidita, da dietro le spalle del Principe.
- Te l’ho detto, la nube di guerrieri ha richiamato l’attenzione di molti. È un vecchio amico.
- Non mio.
Sbottò l’Evil Queen.
- Che gli hai fatto?
- Io? Nulla. Solo…non voglio vederlo.
- Uhh…avete avuto trascorsi amorosi? Monella! E non mi dici niente?
Regina gli pizzicò un fianco.
- Ahi! Ehy!
Rise il Principe.
- Innanzi tutto, non è te che devo aggiornare sui miei trascorsi amorosi…e comunque, è solo una parte del passato riguardante una cosa detta da Trilly. Non voglio averci a che fare.
- Dovrai, visto che si sta dirigendo verso di noi.
- Mi avrà vista secondo te?
- Non credo.
- Ottimo.
Detto ciò, Regina si avvolse nel suo mantello e in un attimo, si trasformò in un cane dal manto nero e lucido.
Con le somiglianze di un Dobermann, elegante e allo stesso tempo aggressivo, tentò di fuggire da quella situazione.
Il bimbo di sei anni a fianco di Robin Hood, afferrò il cane per la coda prima che l’animale riuscisse ad allontanarsi.
- Cucciolo!
“Santissimo cielo!” pensò Regina. Malefica si avvicinò all’animale, captando il pensiero dell’amica e trattenendo a fatica una risata.
- Data l’atmosfera rilassata, posso dedurre che le vostre tre maghe siano riuscite a fermare la minaccia.
Disse Robin, chinando il capo in segno di saluto e rispetto verso i reali.
- Ma Regina? Era qui poco fa.
Chiese Emma avvicinandosi al padre assieme a Snow.
James si guardò intorno per poi far spallucce, mentre il bimbo prese a tirar le orecchie al cane.
- Comunque, posso dire con piacere che sì, siamo riuscite nell’impresa. Regina ed io abbiamo collaborato con la Regina delle Nevi. Come si dice: l’unione fa la forza.
Rispose Malefica al forestiero.
Il cane guaì improvvisamente e tutti abbassarono lo sguardo.
Il bimbo, afferratosi saldamente alle orecchie, tentava di salire in groppa all’animale.
“Portami via di qui!” pensò Regina. Malefica cercò di trattenere un’altra risata e afferrando il collare, attirò l’animale lontano dal piccolo.
- È un cane bellissimo. È vostro?
Chiese Robin ai reali, prendendo in braccio il figlioletto che protestò.
- Veramente…
Iniziò Snow.
- È mio!
Esclamò Malefica.
- Emma per favore, lo puoi portare dentro e dargli da mangiare?
Chiese gentilmente la strega.
- Vado io. Ho un certo languorino.
Intervenne Snow.
- Ti seguo, così ne approfitto per cercare Regina.
Aggiunse Emma e insieme, cane a presso, s’incamminarono verso il palazzo. 
Appena furono nei pressi delle cucine, l’animale dal lucido manto nero, cambiò direzione allontanandosi dalle due donne.
- Ehm…ehy…
Emma picchiettò la spalla della madre.
- Il cane sta trotterellando verso le nostre camere da letto.
- Oh…va a recuperarlo per favore. Io nel frattempo, faccio preparare qualcosa per me e una merenda per chi ha fame.
Rispose Biancaneve, con occhi solo per la torta posta su uno dei tavoli nella cucina.
- Parli ancora di te, suppongo.
Ironizzò la figlia ridendo. La madre rispose con una smorfia e la ragazza dai biondi capelli si allontanò.
 
- Ma si può sapere dove stai andando?
Domandò Emma al cane, che allungando il passo, scomparve.
- Fantastico, l’ho perso. Detesto i cani.
Sbottò la ragazza entrando nella camera da letto sua e di Regina.
Un ringhio minaccioso arrivò da dietro le sue spalle.
- Quando ho detto che detesto i cani, non dicevo sul serio.
Disse Emma voltandosi e indietreggiando verso il letto.
La sponda del letto a baldacchino, la fece cadere seduta sul materasso.
Con un tonfo, la porta si chiuse e il cane, occhi fissi sulla ragazza, spiccò un balzo verso di lei.
L’ex Sceriffo chiuse gli occhi sdraiandosi sul letto. Attendeva il peggio.
Un peso sulle sue ginocchia.
- Ciao.
La voce familiare la rilassò. Aprì gli occhi notando Regina a cavalcioni su di lei.
- Eri…eri tu?
A quella domanda, la mora rise.
- Sì. Spaventata?
- Chi io? No, no.
Regina sorrise, sporgendosi verso la bionda.
Afferrandole i polsi, la costrinse a stare sdraiata sotto di se, eliminando poi ogni distanza fra le loro labbra.
- Mi sei mancata.
Le sussurrò all’orecchio l’Evil Queen, prima di baciarla nuovamente.
- Ho bisogno di stare un po’ con te, Regina.
Rispose la bionda, perdendosi negli occhi profondi della compagna.
- Per questo volevo tornare nel Maine…ma tua madre è così testarda.
- E ha bisogno di te.
Regina a quelle parole, mise una mano davanti alla bocca della bionda sotto di se. Si avvicinò, quasi a toccare la sua stessa mano con le proprie labbra.
- Non parliamone più. Ora siamo io e te. Pensiamo a noi, una volta tanto.
Disse la mora, togliendo la mano.
Le labbra di Regina si posarono sul collo della compagna, mentre la mano scese ad accarezzare la sua gamba. Dal ginocchio si spostò  lentamente sulla coscia, fino a salire ad accarezzare il ventre.
- Mi manca fare l’amore con te.
Regina lo disse in un sussurro all’orecchio della bionda, che sentì il suo cuore vibrare.
Con uno scatto, Emma capovolse la situazione. Adesso stava lei sopra la mora.
Sorrise maliziosamente, mentre con le mani slacciava il corsetto della compagna.
Le labbra della bionda, accarezzarono il collo dell’’ex Sindaco, spostandosi sulla spalla e scendendo sul seno.
Regina si mise a sedere, stringendo la compagna  a se. Le sue mani si infilarono sotto la maglia di Emma, voraci di quel contatto con la pelle calda di lei. In un attimo le tolse la maglietta, mentre l’ex Sceriffo riuscì a sfilare corsetto e camicetta della mora.
Un gemito sfuggì all’Evil Queen, quando i loro corpi vennero a stretto contatto.
In un attimo, svanirono anche il resto degli indumenti.
Troppo tempo era passato, dall’ultima volta che si erano amate.
Troppo tempo era trascorso, senza potersi vivere l’un l’altra.




Note di Alex: Siamo agli sgoccioli di questa FF.
Scusate se ci sto mettendo un pò a scrivere e pubblicare, ma non è un bel periodo...in più, visto che siamo alla fine, voglio strutturare bene il tutto.
Alla Prox e buona lettura.
  
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