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Autore: Celeste98    25/03/2014    3 recensioni
Cosa succederebbe se durante la Battaglia qualcosa non andasse nel verso giusto?
Pervinca e Vaniglia stanno per compiere l'incantesimo che riporterà l'equilibrio tra luce e buio, ma Pervinca nel mezzo dell'incantesimo manda via sua sorella. Perchè? Cosa ha intenzione di fare Vì? E se la caverà da sola?
Il Nemico che attacca Fairy Oak prova un odio profondo verso Magici luminosi e Non Magici, e distrugge tutti coloro che si mettono contro di lui.
Cosa succederebbe se i Saggi del villaggio decidessero di evocare gli spiriti dei loro antenati per aiutarli? E se invece degli antenati qualcun'altro aiutasse i cittadini di Fairy Oak?
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questa è la mia prima storia in assoluto, se vi ho incuriositi leggete
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Pervinca Periwinkle, Scarlet Pimpernel, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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capitolo 13

La mattina successiva, i quattro ragazzi si alzarono molto presto, come di consuetudine. Quel giorno faceva caldo nonostante la continua umidità, perciò i ragazzi decisero di non indossare cose molto pesanti. Passarono le prime ore della mattina ad allenarsi, quando furono le 7:00, i due ragazzi decisero di andare a fare una doccia veloce per poi andare al villaggio.

Come promesso, quando Vaniglia e Ryan arrivarono in piazza, trovarono la loro sorella che parlava con Quercia.

Quando quella mattina Ry, andando al piano di sotto a fare colazione, non aveva trovato Pervinca, si era rattristato molto ma, quando la vide comodamente seduta su una delle panchine con Derek, le corse incontro sorridendo.

«Ehi! Pensavo mi voleste dare buca! Non arrivavate mai» disse la rossa prendendo in braccio il fratellino.

«Ciao Vì. Da quanto siete arrivati» li salutò Vaniglia, sedendosi vicino a Derek.

«Tranquilla non siamo qui da molto. Scarlet se ne andata un attimo fa per andare a prendere Candice» spiegò Derek.

Poco dopo furono raggiunti da Grisam e Mimosa, che non resistette all’impulso di farsi prendere dal cugino, e dai fratelli Corbirock, e in seguito da Flox, Acanti e Aster che postava sulle spalle Michael.

«Oh No!!! Flox dobbiamo passare da Candy» esordì Michael agitandosi.

«Perché dovete passare dalla biondina?» chiese Aster confuso mettendo a giù il fratellino.

«Ogni mattina Mike vuole passare a prendere Candice per andare insieme a scuola» spiegò Flox.

«Tranquillo Mike, ci ha pensato la mia ragazza ad andare a prendere sua sorella. Sono certo che saranno qui a momenti» rispose Derek. Dopo pochi minuti, infatti, la banda fu al completo. Si stavano recando tutti a scuola, quando si sentirono in lontananza le campane che suonavano l’allarme. Pervinca, Derek, Aster e Scarlet si lanciarono un’occhiata d’intesa prima di urlare ai loro amici di correre. Il gruppo si fermò nell’ingresso della scuola.

«Svelti ragazzi, stanno andando tutti nelle grotte» urlò il signor Joe.

«L’avete sentito?! Andate nelle grotte» disse Derek mettendo per terra Mimosa, che gli era stata per tutta la corsa in braccio.

«E voi dove andate?» disse preoccupata Vaniglia.

«Noi andiamo a dare una mano. Non preoccupatevi per noi una cosa come questa e di routine» rispose Pervinca.

«Vengo con voi» disse Jim.

«Va bene, ma voi altri tutti dentro» disse Aster. I ragazzi della banda non ebbero neppure il tempo di replicare che i cinque ragazzi si erano già allontanati con le spade sguainate.

«E se dovesse succedergli qualcosa?» domandò Flox che fu prontamente rassicurata da Acanti.

«Stai tvanquilla, l’hanno detto puve loro. Ci sono abituati». Quelle parole parvero calmare Flox e Vaniglia, ma non Grisam che se ne stava a guardare il punto dove erano spariti i loro amici.

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Intanto i quattro ragazzi stavano combattendo spalla a spalla contro decine di demoni. Jim stava combattendo insieme a Cicero e Bernie Pollimon.

«Sono solo demoni. Non ci sono maghi» rifletté Scarlet mentre dava il colpo di grazia ad un demone alato.

«Non è un vero attacco. Stanno solo cercando di indebolirci» spiegò Aster mentre trasformava una coppia di demoni in un mucchio di fango.

Quando riuscirono a liberarsi dei demoni contro cui stavano combattendo, andarono a dare una mano ai cittadini. Dopo un tempo che parve non passare mai, i cittadini riuscirono, con non poca fatica, a liberarsi di tutte le creature.

«Ce l’abbiamo fatta» disse stanco qualcuno.

«È stato solo un colpo di fortuna. Non era un vero attacco» disse dura Pervinca.

«Bisogna liberarsi dei corpi. Intanto noi dovremmo parlare con i Saggi» disse Aster con tono grave.

«Signor sindaco sarebbe un problema se noi andiamo a parlare un attimo con loro?» chiese Duff che aveva capito dal tono dei ragazzi che la situazione si stava complicando.

«Andate pure. Intanto alcuni di noi si occuperanno delle carcasse mentre gli altri andranno a prendere i ragazzi nelle grotte» rispose risoluto il sindaco.

«Bene, venite ragazzi» disse Tomelilla.

 

«Ho detto no. Non possiamo rischiare così tanto» sbotto Duff. Era da ormai una trentina di minuti che i ragazzi stavano discutendo insieme ai saggi. Non c’era stato tempo di organizzare la riunione perciò si trovavano tutti nella sala più grande della biblioteca.

La proposta dei quattro ragazzi era di poter allenare a combattere anche i ragazzi che avessero superato i quindici anni d’età.

«Papà cerca di ragionare. Non vi stiamo mica chiedendo di farli combattere in prima linea solo di addestrarli a difendersi. Da soli non potremo mai farcela, neanche quando torneranno i nostri compagni» rispose Derek sbattendo le mani sul tavolo. Alle parole del figlio, Duff, tirò un sospiro, sapeva che aveva ragione.

«Quello che intende dire è che siamo in pochi, con loro forse potremmo avere qualche possibilità in più» disse Scarlet.

«Cercate di capire, non è facile prendere una decisione del genere, si tratta sempre dei nostri figli e nipoti» disse uno dei Saggi.

«Lo sappiamo. Pensate alla nostra proposta. Non dovete darci una risposta ora» disse risoluto Aster alzandosi dal tavolo con i suoi amici.

«Dove state andando ora?» domandò Ortensia.

«A rassicurare i ragazzi sulla vostra e la nostra salute. Erano molto preoccupati quando ci hanno visto andare via» rispose Pervinca. Uscendo dall’edificio non poterono non notare che tutti i ragazzi erano con le loro famiglie in piazza della Quercia.

«Eccovi finalmente. State bene?» chiese Flox abbracciando suo fratello.

«Tranquilla, neanche un graffio» rispose il ragazzo rassicurando i presenti. Ormai era quasi mezzogiorno e il solo picchiava forte. Derek, non sopportando la temperatura, si alzò le maniche sperando di sentire meno caldo.

«E quello che diavolo è?» chiese Francis che, come a molti dei presenti, fissava il braccio del ragazzo.

«Non è niente non preoccupatevi» cercò di calmare gli animi Vì. Purtroppo nel farlo aveva alzato le mani le anche sul suo braccio si poteva scorgere il marchio che traspariva dalla maglia chiara che indossava.

«Ma quello non è il punto in cui avevate quei tagli?! Dove sono le cicatrici e che cos’è quest’affare?» disse preoccupata Marta avvicinandosi al nipote e guardando il simbolo. In quel momento uscirono dalla biblioteca Duff, Tomelilla e Ortensia.

«Oh Lillà. Per favore vieni a vedere. Cos’è questo?» disse Dalia a sua sorella quando la vide.

«Vedi? Qui dovrebbe esserci la cicatrice e invece non ce n’è traccia» disse preoccupata la donna appena sua sorella le fu vicina.

«Ecco Dalia, questo è-»

«Zia no.» Tomelilla fu bloccata da Pervinca che in quel momento la guardava truce.

«Alla fine lo verranno a sapere. Quindi o lo dite voi o glielo dico io» disse la donna rivolgendosi ai quattro ragazzi.

«È questa la cicatrice del taglio. È un marchio» disse Aster abbassando lo sguardo.

«Quello di cui parlava quella donna?» chiese Rosie guardando suo figlio, che non aveva intenzione di alzare lo sguardo su sua madre.

«Sì» rispose semplicemente Tomelilla.

I ragazzi passarono le seguenti ore con le loro famiglie nella loro casa a spiegare tutto quello che sapevano, e anche della loro proposta di allenare i ragazzi del villaggio.

«E quando avevate intenzione di spiegarci tutto?» domandò inviperita Adelaide.

«Appena avremmo saputo di più o almeno quando ci avrebbero concesso il permesso» spiegò Scarlet. Poche ore dopo, i genitori dei ragazzi decisero di lasciarli soli, su loro richiesta, per darsi una ripulita, essendo ancora impolverati e coi i vestiti stracciati per via del combattimento.

«Fate voi due la doccia per prime. Io vado a prendervi un cambio, tu Derek... fai quello che vuoi» disse Aster, concludendo il discorso dopo un'occhiataccia di Derek. Le due ragazze risero e acconsentirono e si recarono nel bagno del piano superiore. Dopo circa mezz'ora andarono i due ragazzi a darsi una sciacquata. Quando furono tutti freschi di doccia appena fatta, andarono tutti in salone e si accomodarono sul grande divano.

«E allora? Che si fa ora?» disse Derek per interrompere quel fastidioso silenzio che si era venuto a creare.

«Non lo so. Ma qualunque cosa decidiamo di fare... quelli del villaggio e i Saggi ne restano fuori. Se è come la situazione non è una coincidenza, allora sarà sicuramente qualcosa di pericoloso» disse serio Aster.

«Hai ragione Ast. Li abbiamo già coinvolti troppo nelle nostre vite e nei nostri problemi» gli diede manforte Pervinca. «Potremmo andare di sotto a cercare il quaderno dal quale è stata strappata la pagina. Non penso che qualcuno verrà a cercarci oggi» propose Scarlet.

«Ottima idea. Andiamo» disse Derek alzandosi e andando con gli altri al piano inferiore. Come aveva detto Scarlet, i quattro ragazzi passarono il indisturbati tra i libri e le pergamene della stanza degli incantesimi per tutto il pomeriggio.

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Casa Periwinkle in quel momento era letteralmente strapiena. le famiglie dei quattro ragazzi erano tutte riunite per parlare con i saggi dei simboli che portavano addosso i loro figli. Vaniglia, Flox, Grisam e gli altri ragazzi della banda erano invece riuniti al museo per lo stesso motivo.

«E perché non volevate dire niente neanche a noi? Li avevamo visti ieri, che scusa avreste usato?» chiese confuso Tommy ai suoi quattro amici che avevano appena finito di raccontare.

«Ce lo avevano chiesto loro insieme anche a zia Tomelilla, zio Duff e zia Ortensia» spiegò Babù.

«Se avreste fatto domande avremmo dovuto dirvi che ci avevano tenuto all'oscuro o che non sapevano niente neanche loro» finì Grisam.

«Babù. Andiamo a trovare Vì? Non ho potuto salutarla prima» chiese Ryan interrompendo la conversazione.

«Sì. Gri anche io voglio andare da Derek. Mi doveva raccontare di come si sono messi insieme lui e Scarlet» diede manforte Mimosa.

«Non so se possiamo. Dovremmo chiedere il permesso ai nostri genitori » rispose Grisam.

«Possiamo provare no» disse Babù sorridendo a suo fratello. Poco dopo erano tutti in cammino verso l'ex casa Matrix. Appena arrivati bussarono alla porta.

«Ragazzi? Siete in casa?» domandò Flox entrando dalla porta aperta.

«Siamo sicuri che ci sono?» chiese Shirley seguendo gli amici all'interno della casa.

«Non penso che avrebbero lasciato la porta aperta in caso fossero usciti» ragionò Grisam.

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«Avete sentito?» disse Scarlet rompendo il silenzio che riempiva la stanza. A quelle parole, i ragazzi si misero in ascolto.

«C'è qualcuno di sopra» esordì Derek.

«Prendete le spade e gli archi. Scar, Vì andate davanti e salite sulle travi portanti del soffitto, noi vi seguiremo da sotto. Mi raccomando state attente» disse Aster. Le due ragazze annuirono e, con le frecce dentro le sacche e l'arco in spalla, salirono la scala che portava alla cucina per poi arrampicarsi sulle travi e raggiungere il salotto. La stanza era completamente al buio, ma le ragazze videro perfettamente un gruppo di persone ferme nel mezzo della stanza. Subito dopo videro arrivare Aster e Derek con passo felpato e spade sguainate. A un cenno dei due amici, presero gli archi e puntarono il loro obiettivo. Proprio in quel momento Aster accese la luce, terrorizzando gli intrusi che, appena notarono i due ragazzi armati che li puntavano, lanciarono degli urli pazzeschi.

«Ah, siete voi» disse Derek abbassando l'arma.

«Si può sapere che cosa ci fate qui? A quest'ora?» sbottò Aster.

«E voi si può sapere chi aspettavate? Non è da tutti accogliere qualcuno a spada tratta» disse Flox calmandosi dallo spavento a arrabbiandosi per l'uscita di suo fratello.

«Non aspettavamo nessuno. Per questo siamo venuti a controllare. - le rispose Aster - Ragazze, scendete da lì, nessun pericolo» finì rivolgendosi alle due amiche ancora in agguato sulle travi. I ragazzi della banda, non trovando le ragazze, alzarono lo sguardo e rimasero bloccati nel vederle mimetizzate nell'ombra che gli nascondeva ancora il viso. Con un agile salto, scesero dalle loro postazioni cadendo in piedi e senza il minimo rumore.

«Allora? Che ci fate qui?» chiese Pervinca ripetendo la domanda fatta in precedenza da Aster.

«I piccoli volevano salutarvi siccome oggi non hanno potuto» rispose Vaniglia squadrando sua sorella.

«Va bene, ormai ci siete. Accomodatevi - disse ancora Vì ai ragazzi che non se la fecero ripetere due volte - voi tre, datemi le spade e l'arco, le porto di sopra» finì rivolgendosi ai suoi amici che le consegnarono le armi.

«Ciao Der, forse non ti ricordi, ma ieri a cena mi avrei promesso una cosa» disse Mimosa salutando suo cugino.

«Ehi Stellina. Certo che mi ricordo. Ti ho promesso di raccontarti come ci siamo messi insieme io e Scar» rispose prendendola in braccio.

«Perché l'hai chiamata 'Stellina'? Lei si chiama Mimosa» chiese confuso Ry.

«Noi chiamiamo Stellina tutte le ragazze cui teniamo molto. È solo un modo carino di ricordarle che gli vogliamo bene» rispose il ragazzo, leggermene in difficoltà.

«Quindi posso chiamare anch’io Stellina una ragazza perché le voglio bene?» domandò ancora il bambino.

«Certo, se per loro va bene» a rispondere questa volta era stata Vì, appena entrata nella stanza. Il bambino appena la vide sorrise e le andò incontro.

«Allora Der? Me lo racconti?» disse una sorridente Mimosa riallacciando il discorso precedente.

«Allora... ci siamo messi insieme quando io avevo sedici anni e lei undici - iniziò a raccontare il ragazzo sedendosi sul divano con la bambina in braccio e guardando con occhi innamorati la sua ragazza - Quando mia madre morì in quello stesso anno credevo che non sarei più riuscito a essere felice, ma per fortuna c'era lei. Mi è stata molto vicina e, credetemi, è solo grazie a lei se sono qui oggi» finì sorridendo a Scarlet.

«E come le hai chiesto di stare con te?» domandò ancora la piccola.

«Beh, sono andato da lei e le ho detto "Tu sei senza dubbio la ragazza più bella che io abbia mi visto, vuoi diventare la mia ragazza?"» disse Derek facendo lo spavaldo ma, appena finì di raccontare, Scarlet, Pervinca e Aster erano scoppiati a ridere.

«Sì, come no Der. Eri rosso d'imbarazzo ed eri diventato anche balbuziente e quando mi hai fatto la domanda, mi hai detto: "Se-senti Scarlet... I-io.... T-tu.... Tivadidiventarelamiaragazza?" – gli fece il verso Scarlet -  e sull’ultima parte non mi avevi neanche guardata in faccia» finì. A sentir la vera versione dei fatti, Derek era diventato totalmente rosso d'imbarazzo e Aster e Vì avevano ripreso a ridere senza controllo. Quando ripresero il controllo, tutti erano notevolmente più rilassati.

«Adesso ho io una domanda. Come ci siete salite voi due là sopra?» chiese Vaniglia indicando le travi dove poco prima erano le due amiche.

«Non è difficile. È bastato fare così» Pervinca mentre parlava era saltata aggrappandosi alla trave e, con la forza delle braccia si sollevò e si sedette, per poi scendere e tornare al suo posto vicino a Scarlet.

«Per quanto riguarda voi... i vostri genitori sanno che siete qui? Dopotutto sono le 8 ormai ed è già buio» disse Aster guardando fuori dalla finestra.

«Oh di già. Forse è meglio se torniamo al villaggio. - disse amareggiata Babù - Shirley tu he fai? Ti fermi da noi?» finì rivolgendosi all'amica.

«Vorrei, Babù, ma devo tornare a casa» rispose l'Infinito Potere.

«Ma ormai è tardi. È pericoloso farvi tornare a casa da soli. Ragazzi facciamo così: voi accompagnate loro al villaggio e io accompagno Shirley con Mira» propose Vì.

«Sì, credo sia meglio. Vado a prendere i mantelli» disse Scarlet.

«Ma non è necessario. Possiamo andare da soli» cercò di convincerli Tommy.

«Non se ne parla proprio, non dopo l'attacco di oggi» disse Aster. Scarlet rientrò nella stanza e diede i mantelli ai suoi amici che li indossarono e uscirono. Pervinca era già uscita ed era andata a prendere Mira, questa volta senza sella. Scarlet portò il mantello all'amica.

«Shirley, mettilo tu il mantello» disse la rossa impedendo all'amica di ribattere.

«Bene, noi andiamo. Buona notte ragazzi» disse Vì, tutti i ragazzi diedero la buona notte alle due ragazze che si allontanarono a cavallo. 

«Andiamo anche noi a prendere i cavalli, così al ritorno non impiegheremo molto» disse Derek andando nella stalla con Aster, mentre Scar rimase con gli altri.

«Qualcuno di voi vuole essere portato in groppa?» domandò Aster uscendo e portando Tyson e Dafne, seguito da Derek con Cobalt. I bambini, alla domanda di Aster, si offrirono volontari e furono immediatamente accontentati. Il gruppo si mise in cammino; Aster portava Tyson con in groppa Mike e Candy mentre Derek portava Mimosa e Ry in groppa a Cobalt. I due ragazzi erano in testa al gruppo che parlavano con i loro amici. Scarlet, che in quel momento stava parlando con Nepeta, notò Grisam in coda al gruppo che camminava immerso nei suoi pensieri. Con una scusa raggiunse il ragazzo.

«Ehi Gri. Che ti prende» gli bisbigliò rallentando il passo per separarsi di più dal gruppo.

«Che intendi?» chiese il ragazzo biondo cercando, inutilmente, di non far notare la sua tristezza.

«Non cercare di prendermi in giro Grisam. Vivo con la ragazza più stronza e bugiarda che esista al mondo, non ci riusciresti nemmeno. Perciò: parli tu o ti estorco le informazioni con la forza?» rispose la ragazza strappando un sorriso all'amico.

«Perché si è offerta lei di andare con Shirley?» chiese il ragazzo guardando in basso.

«Non lo so. Perché ti da così fastidio?» disse la ragazza.

«Non mi da fastidio. - disse Grisam sulla difensiva per poi ricevere un'occhiataccia da Scar - è solo che non mi spiego i suoi sbalzi d'umore e le sue strane proposte» continuò abbassando di nuovo lo sguardo.

«Ho saputo che nell'ultimo periodo le cose tra Vì e Tony non vanno molto bene. Immagino che lei abbia voluto accompagnare Shirley per poi restare da sola e riflettere» disse Scarlet guardando dritta davanti a sé. Grisam, alle parole dell'amica, esultò mentalmente, ma se ne pentì l’attimo successivo. Era ormai da quando aveva saputo del fidanzamento di Vì che voleva passare del tempo con lei. Capitava spesso che si trovassero a parlare e scherzare insieme ma subito dopo, lei, diventava fredda e distaccata.

«È questa la causa dei suoi continui cambiamenti d'umore?» chiese il Grisam.

«Diciamo che è uno dei motivi» rispose Scarlet. I due ragazzi non si dissero altro e raggiunsero il gruppo.

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«Qualcosa non va, Vì? Sembri tesa» le fece notare Shirley, che era seduta dietro e teneva le braccia intorno all'addome dell'amica.

«Scusa. Ero sovrappensiero» rispose Pervinca, continuando a guardare di fronte a sé. Avevano deciso di fare il giro lungo per evitare di inoltrarsi in Bosco-che-canta e ormai erano vicini alla fattoria dei Poppy.

«Vuoi che passi a prenderti domani?» chiese la strega del buio.

«Non penso di poter venire al villaggio domani» rispose amareggiata Shirley.

«Shirley, so di chiederti molto, ma tu e la tua famiglia dovete tornare all'interno delle mura. È pericoloso stare qui di questi tempi e, se i Saggi ci concederanno il permesso di allenare voi ragazzi, dovrai partecipare anche tu» disse Pervinca girandosi ogni tanto per guardare l’espressione dell'amica.

«In effetti, mi chiedi molto Vì» disse Shirley.

«Lo so ma per favore pensaci e prova a convincere i tuoi parenti. È per il vostro bene» disse ancora Vì cercando di convincere l'amica.

«Non ti prometto niente, ma ci penserò » rispose Shirley. Le due ragazze arrivarono alla fattoria e, dopo aver augurato la buona notte a Shirley, Pervinca tornò in dietro.

Quando Aster, Derek e Scarlet tornarono a casa, trovarono Pervinca nel salotto che fissava il fuoco acceso nel camino. Era così immersa nei suoi pensieri he si accorse della presenza dei suoi amici solo quando la chiamarono. Rimasero lì a parlare per un po' ma alla fine, stanchi per la giornata trascorsa, decisero di andare a dormire tutti insieme nella stanza con i letti singoli.

Era quasi l'alba, anche se il sole non era ancora sorto, e i ragazzi furono svegliati da un continuo battere alla porta con forza.

Essendo tutti magici del bui, e quindi con il sonno molto leggero, scattarono in piedi e, con altrettanta velocità, presero le loro spade che avevano messo nell'armadio.

«Aspettate niente decisioni avventate. Uno di noi va ad aprire la porta disarmato mentre di altri si nasconderanno pronti ad attaccare» disse a voce bassa Aster appena varcarono l'ingresso del corridoio principale. «Vado io, al massimo gli tirerò un pugno che ricorderà per tutta la vita» disse Derek avvicinandosi alla porta.

La stanza era completamente immersa nelle tenebre e da fuori qualcuno continuava a bussare on insistenza. Dopo un cenno di Aster, nascosto dietro la porta, Derek aprì.

«Papà? Che cazzo ci fate qua? E a quest’ora soprattutto» sbottò Derek trovandosi davanti Duff, Tomelilla e Ortensia. Alle parole dell'amico, gli altri uscirono dai loro nascondigli e misero le spade nelle fondine.

«Modera i termini giovanotto. - lo rimproverò Duff - Siamo venuti a parlarvi della vostra proposta di allenare i ragazzi del villaggio » continuò più calmo.

«E non potevate passare che so... verso le 7?!»disse sarcastico aster. A sentire il nipote, Ortensia stava per ribattere ma fu preceduta da Pervinca.

«Non importa, avremmo dovuto alzarci comunque tra un po’. Entrate» disse la ragazza facendo notare ai tre saggi di essere ancora fuori la porta. Mentre gli altri si accomodavano in salotto, Aster prese le spade dei loro amici e le portò nella loro stanza.

«Perché eravate tutti armati?» chiese Tomelilla quando i tre ragazzi si sedettero sui divani.

«Come abbiamo detto ieri sera ai ragazzi della banda, non aspettavamo visite e dopo i recenti attacchi e meglio non farsi trovare impreparati» rispose Scarlet. «E poi noi siamo cresciuti in un ambiente dove se non sai combattere sei spacciato, perciò è stato solo ciò che ci ha suggerito l'istinto» continuò Derek circondando la vita della fidanzata con un braccio.

«Allora? Che cosa dovevate dirci di così importante?» chiese Aster entrando nella stanza e andando a sedersi affianco a Vì.

«Siamo stati in riunione fino a pochi minuti fa e... - disse Tomelilla interrompendosi e sospirando - abbiamo deciso di concedervi il nostro permesso» finì con voce lieve. Derek stava per dire qualcosa ma fu bruscamente preceduto da Ortensia.

«Ma a una condizione. Noi tre supervisioneremo le lezioni e se troveremo i vostri metodi troppo pericolosi o inadatti, vi impediremo di continuare» disse l'anziana strega.

«Per noi va bene, e a proposito dell'eventualità di interrompere gli allenamenti, pensavamo che con i nostri compagni potremo allenare anche gli adulti» disse Aster a nome di tutti.

«Penso che si possa fare» disse Duff.

«Fantastico. Quando incominciamo?» chiese Pervinca.

«La settimana prossima. Nel campo sportivo dietro la scuola» rispose Tomelilla.

«Bene. Direi che è inutile ormai provare a tornare a dormire. Che cosa volete Per colazione?» chiese Derek sorridendo e chiudendo l'argomento.

«Colazione?! - disse confusa Ortensia -Sono appena le 4:30» finì sorpresa spostando lo sguardo sull'orologio alla parete.

«Beh, zia noi di norma ci alziamo verso quest'ora» rispose con nonchalance suo nipote.

«E cosa fate dopo?» chiese confuso Duff.

«Ci alleniamo, diamo una ripulita in casa o comunque ci teniamo impegnati - rispose Scarlet - Allora cosa preferite?» domandò di nuovo. Un'ora dopo i tre Saggi tornarono alle proprie case. Avevano detto ai ragazzi che quel giorno i loro amici sarebbero comunque andati a scuola, perciò,su proposta di Scarlet, decisero che sarebbero passati i biblioteca per fare delle ricerche sui loro antenati.

«Se decidiamo di andare in paese i ragazzi della banda devono e tare fuori dal nostro lavoro» mise in chiaro Aster.

«Questo è ovvio. L'ultima cosa che voglio e avere mia sorella tra i piedi mentre lavoro» disse Pervinca.

«È la soluzione migliore, ma dovremo stare molto attenti, noi due sappiamo quanto possono essere curiosi e impiccioni, Vì» le diede man forte Scarlet.

«E se dovessero immischiarsi?» chiese Derek, mentre con gli altri mettevano n ordine le stoviglie lavate.

«Piano A: proviamo a fargli cambiare idea» iniziò Scar.

«Piano B: gli facciamo male» finì Vì.

«Per me va bene» approvò Aster sorridendo. Quando finirono di riordinare andarono a cambiarsi, poiché erano ancora in pigiama (solo i pantaloni per i ragazzi e una maglia larga a maniche corte e pantaloncini per le ragazze).

Allora… ecco il capitolo 14!!!!!

Come avete letto c’è stato un nuovo attacco e gli abitanti del villaggio hanno scoperto i tatuaggi dei quattro mentre i ragazzi della Banda iniziano a farsi domande.

Che ne pensate del racconto su Scar e Der? Ho immaginato che Der, nonostante il suo carattere attuale, fosse molto insicuro e timido nei confronti di Scar per paura di un suo rifiuto o presa in giro, siete liberissimi di dirmi il vostro parere (positivo o negativo che sia).

Mi chiedevo: preferite che metta le immagini sparse per il testo oppure che metta solo un collage a inizio capitolo a tutti quanti? (il collage sarà fatto con le immagini dei personaggi che dovrei mettere nei testi). Dalla prossima settimana inizierò anche a mettere un banner

Aspetto le vostre recensioni.

 

  
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