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Autore: Rosalie97    25/03/2014    5 recensioni
Cosa avrebbe detto Mike se l'avesse vista? Zoey era sicura che l'avrebbe odiata, guardata per sempre con disprezzo. Ma ora Mike non c'era più, ed a lei non restava che il suo peggior nemico.
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alejandro, Gwen, Heather, Mal, Zoey
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Era mattino presto quando Heather uscì di casa. Non voleva dire ciò che aveva in mente di fare né a Gwen né a Courtney, e perciò lasciò un biglietto sopra il tavolo della cucina, dove scrisse che le dispiaceva ma c’erano cose importanti che doveva fare e che sarebbe tornata al più presto. Ovviamente non aggiunse alcun tipo di smanceria come un “vi voglio bene” perché di sicuro le due sarebbero corse dalla polizia a dire che era stata rapita o cose del genere. Pensandoci, Heather scoppiò a ridere.
Seduta in sala d’attesa si guardò intorno, circondata da gente mezza assonnata con bicchieroni pieni di caffè stretti in mano. Incredibilmente, si sentiva a disagio, e questo le dava un immenso fastidio, come un prurito sottocutaneo. Non faceva altro che pensare ad Alejandro, cosa che la mandava sui nervi, anche se aveva deciso di andare da lui e dirgli ciò che provava se solo pensava a ciò che doveva fare le veniva la nausea e si sentiva pronta a buttare fuori la colazione su quello splendido pavimento grigio dell’aeroporto.
Una voce metallica risuonò, dicendo che l’aereo era pronto al decollo. Heather, con la sua valigia si affrettò a raggiungerlo, mentre un sacco di gente la seguiva allo stesso posto, pronta a salire e a decollare. Doveva ammettere che aveva paura potesse succedere qualcosa, ma se lo tenne per sé, ovviamente, e cercò di non pensarci. Con tutta la fortuna che aveva probabilmente si sarebbero schiantati. Bè, le avrebbero anche fatto un favore.
Prese posto vicino ad una donna sui sessant’anni, aveva capelli biondi, corti e riccioluti, la pelle chiara ma in alcuni punti grinzosa. Dimostrava la sua età, ma guardandola negli occhi, Heather si accorse che sembrava giovane dentro, anche se si vedeva che aveva sofferto. Le sorrise, ed Heather fu presa alla sprovvista.
<< Qualcosa non va, cara? >> le chiese con voce preoccupata.
<< Io.. No.. Ehm.. >> Heather stava sudando freddo. Perché la chiamava “cara”? Non si conoscevano nemmeno, e poi, la gente la prendeva in antipatia solo guardandola, come mai questa donna era gentile?
<< Hai paura di volare? È la prima volta che sali in aereo? >>
Heather si poggiò allo schienale, cercando di calmarsi. << No, non è la prima volta. Ho volato in aereo molte volte, ed anche in diretta nazionale >> scoppiò a ridere, meno nervosa.
<< Bè, allora non dovrai avere paura. >> Le sorrise. << In diretta nazionale hai detto? >>
<< Si, ho partecipato a Total Drama, il reality show condotto da Chris Mc’Lean. >> Guardò il viso della donna, ma lei non sembrò dar chiari segni d’aver capito.
<< Mi spiace, ma non guardo queste cose >> le sorrise, e poi riportò lo sguardo fuori del finestrino. Heather era in ansia, le mancava quasi il respiro. Cosa stava facendo? Perché andava da Alejandro? << Come mai su questo aereo? >> Chiese la voce della donna dopo un po’.
<< Sto.. Sto andando a trovare un amico >> la ragazza abbassò lo sguardo, a disagio.
<< Un amico? >>
<< Okay, forse non proprio un amico. Ci odiamo, ma in realtà ci piacciamo a vicenda. Io sto andando a dirglielo, così che la finisca di fare l’idiota ogni volta che parliamo. Ma non sono pronta ad andare a dirglielo, ed è per questo che sono in ansia e sto per avere un attacco di panico! >> Heather disse quelle parole talmente velocemente che quando finì cominciò a respirare frenetica. Si mise le mani tra i capelli raccolti nella coda. Non sapeva nemmeno perché avesse raccontato tutto ciò a quella donna.
Ma la signora le posò una mano sulla spalla, gentilmente, e la guardò con occhi gentili. << Come ti chiami? >>
<< Io? Heather >> tirò su col naso, non sapeva nemmeno come avesse fatto a scoppiare a piangere. Stava dando spettacolo, pensò, ma quando alzò lo sguardo si rese conto che invece nessuno tra i passeggeri si preoccupava di lei. << E.. Lei? >>
<< Oh, dammi pure del tu, cara. Io sono Lisa, molto piacere. >> Le sorrise, ed Heather vide tanta bontà in lei.
<< Molto piacere, Lisa.. >> Annuì piano, mentre la donna le sorrideva. Si strinsero la mano, ed in quel momento una ragazza dell’età di Heather si sedette accanto a lei. Aveva lunghi capelli biondi, occhi azzurri e vestiti firmati. Ad Heather ricordò Lindsay, ma qualcosa le faceva provare odio profondo nei suoi confronti.
<< Ciao >> replicò. << Io mi chiamo Rachel, e tu.. Sei? >> La guardò dall’alto al basso, con fare superiore. Inutile dire che Heather avrebbe voluto poterle strappare i capelli a ciocche, per lasciarla pelata, cosa che lei già aveva dovuto sopportare.
<< Io sono Heather >> disse con voce cattiva, stringendo gli occhi.
<< Oh suvvia, con più gentilezza. >> Disse Lisa. << Piacere, cara, io sono Lisa. >>
Rachel la guardò nello stesso modo con cui aveva guardato Heather. << Ho per caso chiesto il tuo di nome, vecchia? Non mi rivolgere la parola >> sembrava disgustata, cosa che fece infuriare Heather. Cosa le aveva fatto quella signora? Era sono una donna anziana che si era presentata e l’aveva anche difesa!
<< A cosa dobbiamo il dispiacere della tua presenza? >>
Rachel rivolse gli occhi verso di lei. << Sto prendendo l’aereo. Vado a trovare il mio futuro ragazzo >> replicò con voce chiara, mentre incrociava le braccia al petto, ed Heather avrebbe voluto staccarle la testa.
<< Complimenti >> disse Heather mentre si poggiava allo schienale della poltroncina dove stava seduta. Prese il cellulare e le cuffie, ma prima di poter scegliere una canzone in cui rifugiarsi per scampare da Rachel Lisa le disse, << Quindi, vai da questo ragazzo per dirgli che provi qualcosa per lui >> le sorrise.
<< Si... Ma non sono nemmeno convinta di quel che sto facendo >> scosse la testa, ridendo. << Ed ho paura, un sentimento che non provo mai. >>
<< Come mai hai paura? >>
<< Perché due sono le opzioni: o lui mi dice che prova la stessa cosa oppure mi scoppia a ridere in faccia e mi prende in giro per tutta la vita. >>
<< Secondo me >> disse avvicinandosi ad Heather e sorridendole, << gli piaci. Sei molto bella, e, devo dirtelo, hai dei capelli stupendi! >> Vicino a lei, Rachel sbuffò, ma né Heather né Lisa le prestarono attenzione. La ragazza si passò una mano tra i capelli neri, che aveva slegato quando era arrivata Rachel.
Sorrise a Lisa, << Grazie >> chinò piano il capo. Incredibile, con quella donna poteva essere gentile!
<< Ti piace molto, vero? >> Negli occhi di Lisa c’era una luce birichina.
Lei sorrise, << Si. >>
<< Come si chiama? >>
Heather si trattenne per qualche secondo prima di dire il suo nome, poi esordì con un: << Alejandro, Alejandro Burromuerto. >>
 
Quando scese dall’aereo, Heather era già nervosa, figurarsi ora che si trovava proprio davanti alla sua casa. Con un sospiro prese coraggio, ed andò a bussare alla porta. Non poteva crederci, lo stava facendo sul serio! Cosa le passava per la mente?
La porta di colore bianco si aprì e comparve Alejandro sulla soglia. Indossava come sempre jeans verde scuro, ed una camicia blu; i suoi capelli castani erano sciolti e venivano sollevati piano dalla brezza. I suoi occhi verdi si puntarono su quelli scuri di Heather.
<< Heather, ma quale piacevole sorpresa >> disse ridendo tra sé. Lisa, in aereo, le aveva detto, dopo che lei le aveva raccontato del solito comportamento di Alejandro, di far valere la sua autorità. Di non permettergli di trattarla come una ragazzina, nel modo in cui trattava tutte quelle che prendeva in giro. << Come mai qui? >>
<< Senti >> disse cattiva, puntandogli un indice contro, e lui arretrò, colto alla sprovvista, << antipatico, odioso, egocentrico idiota. >> Lo guardò dritto negli occhi, mentre camminava verso di lui, che ad un certo punto si trovò con le spalle al muro. << La devi smettere di ridere di me. Sono qui per un motivo serio! >>
Non sapeva esattamente il motivo che l’aveva indotta a quello scatto di rabbia, ma a quanto pare aveva funzionato alla perfezione: adesso lui l’ascoltava, deglutendo a fatica.
<< Certo, ma sta calma! >> Alzò le mani davanti a sé in segno di resa.
<< Bene. >> Heather si distanziò un pochino, per poi sospirare piano. << Io sono qui per dirti.. Una cosa. >> Non riusciva a pronunciare quelle parole, era come se qualcosa la bloccasse. Ma non si poteva tirare indietro proprio adesso.
<< Si? >> Lui sorrise, ritornando il solito di sempre.
<< Io.. >>
<< Heather >> la chiamò la sua voce, adesso seria, e lei alzò lo sguardo verso di lui, << dillo e basta. Sono tre stagioni che aspetto. >>
Heather trasalì, ma allora lo sapeva.. E cosa voleva dire che “aspettava”? Bè, poco importava, doveva giocarsi il tutto per tutto.
<< Alejandro >> disse, << io provo qualcosa per te. >>
<< E cosa provi? >> Si vedeva chiaramente che lui non aspettava altro che lei pronunciasse quelle due semplici parole. Era il motivo però a non essere chiaro.
<< Io.. Ti amo >> ad Heather mancò la voce e sarebbe caduta a terra se Alejandro non l’avesse afferrata al volo. Ci volle qualche secondo prima che lei si accorgesse che cosa stava accadendo. Quando capì spalancò gli occhi, ma non si mosse, dopotutto era quello che voleva, no? Alejandro la stava baciando.
 
Il treno cominciò a rallentare, e Mal si sporse oltre il bordo, cercando di evitare i rami dei pini che sporgevano ai lati della ferrovia. Quando tornò da Zoey, che cercava di restare in piedi, poggiata contro una parete del vagone aveva un’espressione preoccupata.
<< Che c’è? >> Disse lei, mentre la luce del giorno entrava dalla “porta” aperta del vagone/container.
<< C’è gente, più avanti. Sono lì sulla piattaforma che aspettano che il treno arrivi. Dobbiamo scendere prima di essere troppo vicini. Se ci vedono siamo fregati. >>
<< Oddio, ma come facciamo? Non possiamo buttarci da un treno in corsa! >>
<< Ma siamo riusciti a salire, no? Ed andava anche molto più veloce.. Fidati, ce la possiamo fare. >>
<< Da quando sei così ottimista? >> Replicò lei con un sorriso.
<< Credo nelle mie capacità >> disse lui con un sorriso sbruffone, mentre alzava piano una spalla. << Avanti, >> disse voltandosi << è ora. >> Le afferrò la mano, dopodiché la strinse forte a sé, mentre stavano in piedi sul bordo del vagone.
<< Sei sicuro? >> Urlò lei.
<< Si, ce la possiamo fare! Al mio tre salta! Okay? >>
<< Okay! >>
<< Uno… Due… Tre! >> I due saltarono, mentre Zoey stringeva forte il suo zaino. Chissà come riuscirono a non essere travolti dal treno, e caddero a terra, tra i sassolini e la sabbia.
<< Dio.. >> Zoey batté la testa piano, sul terreno, e guardò il cielo, mentre Mal si alzava.
<< Tutto bene? >> disse l’altro deglutendo e respirando a fatica mentre le porgeva la mano.
<< Diciamo che sono stata meglio.. Sono tutta ammaccata. >> Si alzò e lo guardò. << Non salterò mai più da un treno in corsa. Mai. Più. Piuttosto preferisco la galera. Chi lo sa, magari incontro Duncan. >>
Mal scoppiò a ridere, mentre si dirigevano dentro il bosco.
<< E adesso come facciamo? Dove siamo? Hai idea? >>
<< No, ma di una cosa sono convinto. Non possiamo usare carte di credito, e tu devi spegnere il telefono così che la polizia non ti rintracci. Conosco un trucchetto che mi ha già aiutato in passato. >>
<< Wow, non credevo che l’avrei mai detto ma, sai Mal, sono contenta che tu sia stato in prigione. >>
<< Riformatorio >> la corresse lui.
<< È uguale >> Zoey fece un vago gesto con la mano, ed insieme entrarono tra il folto del bosco.
  
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