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Autore: Urlandocontroilcielo    25/03/2014    1 recensioni
Ancor prima dell’alba Ryan si stava rivestendo. Sarebbe dovuto essere a casa per le otto del mattino.
“Ehi, non volevo svegliarti”
“Scappi?”
“E’ tardi, ho delle cose da fare”
Si girò verso il comodino, la sveglia segnava le sei. C’era qualcosa che non andava, il dubbio continuava a frullargli in testa e questo rovinava la cena, le risate, il massaggio e la notte fantastica, lasciando posto alle paranoie abbandonate la sera prima. Tirò un sospiro e si accorse che non era affatto un buon risveglio anche perché lui se ne stava andando e questo per lei diventava sempre più difficile.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Marissa Cooper/Ryan Atwood, Seth Cohen/Summer Roberts
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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bnbnb Era stanco. Felice ma esausto. Un architetto felice ma esausto a dir la verità.
Realizzava forse solo in quel momento di essersi laureato con il massimo dei voti.
Con un gran vociare tutto intorno, seduto al tavolo del ristorante più bello di Portland, stava realizzando di avercela fatta.
Un sorriso gli uscì spontaneo. Era riuscito in qualcosa nella vita.
Non poteva essere completamente felice, era questo a offuscare un pensiero che doveva essere solo bello.
Aveva lì con lui Luke ei suoi genitori che in qualche modo ora erano anche un pò la sua famiglia, aveva passato con loro gli ultimi cinque anni ed erano persone cui voleva bene, ma la cena per festeggiare la sua laurea nella sua mente se l’era sempre immaginata diversa: una cosa tranquilla a casa Cohen con Sandy e Kirsten, Seth, Summer e Marissa. Avrebbe lasciato che Kirsten si avvicinasse ai fornelli e cucinasse per loro correndo il rischio di non mangiare nulla, poi si sarebbero spostati nella casetta in piscina e forse sul tardi avrebbero fatto il bagno…
Si tolse la cravatta, ogni volta che pensava a queste cose, sembrava sentisse mancare il respiro. Solo che non riusciva a non pensarci. Si passò ancora una volta la mano nella tasca, gli sembrava di stare meglio.
Luke non era scemo, vero, certe volte gli piaceva darne l’impressione, così la gente si sarebbe stupita quando avrebbe fatto qualcosa di normale. Era stato superficiale durante l’adolescenza ma dopo essere stato messo alla porta perché aveva un padre omosessuale, era cambiato radicalmente, certo persisteva la sua parte festaiola, ma sapeva quando essere serio e quello era uno di quei momenti.
Non ci voleva una scienza a capire cosa stesse passando nella testa di Ryan, lo guardava da lontano, se ne stava lì con lo sguardo perso nel vuoto… ed entrambi non erano bravi con le parole, le poche volte che aveva provato a parlare con Ryan di Marissa si era preso solo silenzio, ma era così ovvio che stesse pensando a lei in quel momento… era giusto, ma doveva essere una giornata felice, non malinconica e lui sapeva come fare, per la prima volta c’era bisogno di ciò che gli riusciva meglio.
Prese un cucchiaino e lo batté un paio di volte sul bicchiere catturando l’attenzione dei presenti, propose “un ultimo brindisi all’architetto che avrebbe progettato le loro nuove case” e senza lasciargli scampo lo portò via.
Sapeva già che si sarebbe preoccupato di Kaitlin ma aveva risolto con l’aiuto di suo padre, sapeva che avrebbe detto di essere stanco e non si sarebbe opposto a un veloce rientro a casa. Infatti, fu così.
“Eddai ti sei appena laureato fai qualcosa di folle” provò a spronarlo mentre girava la chiave nella toppa.
“Si tipo dormire per i prossimi due gior...”
Ryan non fece in tempo a finire la frase, appena accese la luce di casa un’ondata lo invase al grido di “sorpresaaa”, partì una musica assordante e il suo sonno svanì nello stesso istante.
C’erano almeno trecento persone e riconobbe a malapena qualche suo compagno di corso già alle prese con boccali di birra e qualche ragazza cui aveva prestato degli appunti, gli altri non aveva idea di chi fossero, gente sconosciuta che si congratulava con lui senza nemmeno sapere perché.
“Festa a sorpresa per l’architetto più figo del mondooooo” Luke quasi gli staccò un timpano per quanto urlava.
“Io odio le sorprese”
“Quindi non sei contento di vedermi…”
“Neanche di vedere me? Ho fatto ore di macchina per vederti con questi… occhiali?”
Era immensamente contento. Uno dei pochi sorrisi veri della giornata, corse ad abbracciarle.
Erano le sue migliori amiche concretamente diverse ma tremendamente simili, entrambe riuscivano a lasciarlo senza parole.
“Ma Alexander dov’è? e la settimana bianca?”
Theresa credeva fosse a Chino con il piccolo Alexander, piccolo non tanto, sette anni e un bambino troppo sveglio. Anna e Martin dovevano essere in questo viaggio per innamorati o qualcosa del genere… e invece erano lì.
“Fregato!” gli disse Luke fiero di essere riuscito a organizzare tutto alle sue spalle. Ed era proprio così, forse impegnato a pensare ad altro non si era accorto di niente.
“Se mi avessero detto che ti laureavi con il massimo dei voti... ”
“Io lo sapevo, la persona più intelligente che abbia mai incontrato!”
Era una delle classiche feste organizzate da Luke e mentre tutti si devastavano dimenticandosi il motivo per cui erano lì, Ryan e le persone cui voleva veramente bene invece si godevano la serata nella mansarda al piano di sopra in un’apparente tranquillità.
Stavano su un divanetto in disparte: Luke, Anna, il suo fidanzato Martin e Theresa. Ryan poteva considerarsi fortunato ed era veramente contento che fossero lì a ridere dei suoi tre sorrisi.
“Notiziona: Ryan ha sorriso tre volte oggi! E io ho filmato tutto!” la birra rendeva Luke ancora più esagitato del solito, iniziava un discorso per poi finire con un altro ed era come sempre divertente.
“Allora che palle fotofotofoto compromettenti del festeggiato”
“E’ tutto il giorno che mi riprendi e scatti foto, metti giù quel cellulare, spegni un po’ la videocamera, finirai con il fonderla” Ryan cercava qualche appiglio mentre beveva coca cola. Aveva chiesto a Luke di riprendere il suo discorso e lui l’aveva interpretato come “Riprendi la mia vita per un giorno” inoltre, blaterava sul fatto che finalmente aveva trovato la sua strada come regista o fotografo.
“Noi siamo già stati insieme non c’è nulla di compromettente se ci scatti una foto”
“Nel senso che avete fatto sesso?”
“E’ stato il primo” Theresa stava decisamente divertendosi nel vedere Luke fuori come una scimmia, per questo lo stuzzicava.
“Complimenti fratello! E tu? ti sei fatta solo Cohen?”
“E’ il mio migliore amico, quando viene a Pittsburg dorme in stanza con me”
“Che palle quindi sarà solo una foto ricordo?”
“Luke sei un ragazzo troppo sentimentale” disse Anna prendendolo in giro prima di mettersi in posa.
Qualche ora e molte chiacchiere dopo Ryan si ritrovò in una situazione surreale, c’era una ragazza, molto carina a dire il vero che su una musica sensuale a quanto pare ballava per lui. Era piuttosto assurdo.
“Chino ti avevo detto che le sorprese non erano finiteeee” il suo timpano si era ormai arreso al tono festaiolo, ma tra tutte le cose che poteva immaginare questa non c’era.
“Non ci credo: ti ha invitato una spogliarellista per la tua laurea?”
“Nemmeno a Chino queste cose”
“A Chino non ci laurea” puntualizzò Ryan mentre Theresa e Anna guardavano sconcertate Luke.
“Bè direi che la “sorpresa” è riuscita! Guarda che sono stato lì a sceglierla bene”
“Come fosse una macchina?” Martin era divertito, ma quella scena non faceva per lui, era un tipo estremamente romantico.
“Mi sono visto con lei per ben due volte per assicurarmi che fosse la persona adatta a te”
“Tipo?” Luke si stravaccò sul divano e mangiucchiando patatine raccontava il tutto, come si trattasse di un qualcosa d’intellettuale.
“Si chiama Jasmine, ma forse è un nome fittizio, comunque fa la spogliarellista perché vuole avere un certo stile di vita, non perché ha figli da mantenere o sfighe allucinanti, così Ryan non se la prenderà a cuore ma potrà essere solo una botta e via”
“Interessante, mi affascina questa tua ricerca continua…” lo canzonò Anna.
“Tuttavia il buon Ryan è tipo da ragazze affascinanti anche a livello mentale… infatti, la nostra Jasmine tra uno strip e l’altro vuole laurearsi in lettere... ”
“Mentre fate sesso le chiederai di Amleto?”  chiese Martin ironico.
“E’ un’idea… vedi Anna? il tuo ragazzo ha buone idee!” continuò Luke mentre si apriva un’altra birra, nonostante non avesse finito la precedente.
“Scusa cosa ti fa credere che io ci andrò a letto?”
“Hai appena chiuso con la zia di Cohen e Jasmine è perfetta!”
“Avete chiuso?”
“Avete rotto?”
Per averlo confidato solo a loro quattro riuscivano a rendere enfatica la cosa.
“Non avevamo mai aperto nel modo che intendete voi. Credo che andrò a conoscere il mio regalo!”
“Fermo qui” Theresa lo riprese per la camicia.
“Jasmine può aspettare”
“Legge Amleto” aggiunse Martin divertendosi e facendo accomodare meglio la sua ragazza sulle sue ginocchia.
A Ryan non restava altro che raccontare quel poco che era successo.
“Cioè fammi capire stavate per fare sesso e tu l’hai mollata lì per rispondere al telefono?”
“Che brutta cosa” “Un tempo non lo avresti mai fatto”
“E’ bello avervi come migliori amiche e poi la folle idea di farvi conoscere, credevo non ci potesse essere niente in comune tra di voi...”
Theresa e Anna si erano viste solo un paio di volte ai compleanni di Ryan.
Per la prima era difficile, avendo un figlio concedersi serate con amici o ragazzi della sua età, ma per Ryan lo faceva volentieri, lasciava Alex da sua madre e lo raggiungeva, qualche volta anche lui andava a trovarla a Chino, raramente, ma quei giorni per suo figlio erano i più belli, adorava Ryan.
Spesso si chiedeva come sarebbe stata la sua vita se lui fosse rimasto a Chino con lei, le capitava di pensare che forse lo avrebbe visto soffrire meno.
Per la seconda stare con Ryan era notevolmente più facile dal momento che viveva a Portland poco lontano da lui, si vedevano quasi tutti  i giorni, ultimamente un po’ meno, da quando Anna ha iniziato a lavorare come reporter per un giornale, ma era senza dubbio con Luke, la persona che più viveva la sua vita e che lo aveva aiutato a stare meglio; da un paio d’anni poi stava con Martin, ed era stato proprio lui a presentarli e quella che doveva essere una semplice conoscenza è diventato un grande amore.
Martin e Ryan si sono conosciuti in palestra perché il primo gioca basket, alto 1.90, occhi azzurri come il mare, capelli corti neri e la passione per la musica rap, un bravo ragazzo, così bravo da far innamorare Anna e non riuscire più a farne a meno.
“Effettivamente rispondere al telefono mentre stai per farti quella gran gnocca è harakiri… ma poi ti sia fatto perdonare no?”
“Luke sei sempre più sentimentale, ora lascio Martin e ti sposo”
“Non posso competere! addio!” il suo fidanzato si lasciò andare sul divano.
“Non stavamo insieme era solo sesso, quindi era ovvio potesse finire da un momento all’altro, solo sono rimasto spiazzato” intervenne Ryan come a voler far finire quel discorso.
“Sì, ma prima che tu diventassi il tutore di Kaitlin, ha provato a uscire con noi, conosci i suoi migliori amici, vi facevate dei week-end… voglio dire se era solo sesso che bisogno c’era di tutto questo?”
“Anna sai il tuo ragazzo è... ”
“Stupendo?”
“Stavo per dire fastidioso, forse stupendamente fastidioso?”
Alzò le mani: “Ok, ho capito, vado al piano di sotto a vedere se è collassato qualcuno”
Martin prese le scale, Luke e Theresa lo seguirono in cerca di cibo, Theresa non si ubriacava da una vita e mangiare qualcosa avrebbe aiutato.
Luke certe volte avrebbe voluto provarci con lei, se non fosse che la sua vita è altrove e non è certo quella in cui si sono incontrati; A Chino ha un figlio, un lavoro saltuario e non è certo la ragazza spensierata che vede in un paio di feste.
Anna invece aspettava un momento per stare sola con lui da tutta la sera, non era facile parlare con Ryan, ma lei sapeva di poter dire qualsiasi cosa.
Era come se quel giorno al ballo delle debuttanti le avesse dato questo permesso senza dirglielo. Ryan tolse la mano dalla tasca quasi pensasse che lei potesse vedere ciò che stringeva fra le mani.
“Sei sicuro di stare bene?”
“Al momento sono solo un po’ ubriaco, senza aver bevuto, credo di stare scaricando la tensione, il discorso è stato lungo e… adesso non so cosa fare” lei sapeva, anche senza guardarlo, che aveva le lacrime agl’occhi, sapeva anche che a lui dava fastidio, ma soprattutto sapeva come fare.
“Perché non provi a riprendere in mano la tua vita?”
“Ho paura”
“Lo so, ma è passato del tempo e non sei solo, ci siamo noi, insomma: Io, Martin, Theresa, Lukequandoèsano…” riuscì a farlo ridere, ed era bello sentirlo ridere ogni tanto. Ryan tirò fuori dal portafoglio un invito. Piuttosto stropicciato, per quanto in quei giorni l’aveva passato tra le mani.
Negl’anni ne avrà ricevuti un centinaio. Lei ci provava sempre e lui non andava mai.
Anna, immaginava già di cosa si trattava, girò il foglio e tracciò con una biro una riga a metà. Scrisse “pro” da una parte e “contro” dall’altra.
Con Ryan sapeva che bisognava fare così, non erano argomenti facili, ma per lui erano macigni e lei voleva solo alleggerire la cosa: “Vediamo…”
“Cose negative se riprendessi i rapporti a Newport…”
“I ricordi e la paura di perdere quel poco di tranquillità che ho fatto fatica a trovare e poi ora, l’affidamento ho paura di mandare tutto a puttane… se perdo questa serenità o quello che è...”
“Cose positive?!” Anna gli regalò un sorriso, dopotutto, era il momento delle cose positive.
 “Volevo invitare Seth e Summer, giuro, ma ogni volta, tutte le volte che li vedo non faccio altro che pensare che lei dovrebbe essere lì con loro o con me e mi sembra di sprofondare di nuovo senza possibilità di risalire, non li potevo invitare, vorrei che fossero qui, ma non riuscirei ad averli qui”.
Gli mancava il fatto di non avere la sua famiglia lì, se si era laureato, era grazie a loro, se non fosse stato per loro, probabilmente avrebbe fatto qualche strana fine, in qualche strano posto.
“Lì volevo qui” si passò una mano tra i capelli. Aveva deciso di rinunciare per paura di quello che sarebbe successo e ora non sapeva più se aveva fatto la cosa giusta oppure no.
Anna gli consigliò di iniziare da qualcosa di semplice.
“Seth mi odia”
“Non ci credo nemmeno se lo vedo”
“Davvero? E come pensi capirà la storia di Heily?”
“Questo è già più strano da spiegare” stava ridendo, immaginando che Seth sarebbe partito con mille domande a raffica per superare lo shock.
“Ti diverte?”
“Molto, scusa è la birra, ma anche se Seth all’inizio si arrabbierà poi, sarà divertente quando ne parlerete!”
Ryan si slacciò un bottone della camicia, se già aveva ansia a parlarne così, figuriamoci quando lo avrebbe detto a Seth.
“Allora come mai avete rotto?” chiese la bionda distrattamente, mentre si versava della coca cola... “Si si lo so che non stavate insieme…blabla… come mai avete chiusoquestacosa?”
“Non lo so, perché ho risposto ad un telefono, perché stiamo in un albergo, perché non le ho parlato di Kaitlin… non lo so”
“Sai, tu piaci alle donne, ma non le capisci”
“Eh?”
“Lascia stare, vieni voglio almeno dieci foto sorridenti con il mio migliore amico, riuscirò a battere i tre sorrisi di Luke!” le voleva bene perché sapeva farlo sorridere e sapeva capirlo senza che parlasse. Era la sua migliore amica. A lei ne avrebbe anche regalati cento di sorrisi.
“Allora brindisi al fatto che tu stanotte non andrai con quella ragazza!”
“Coooosa? tutta questa mia fatica sprecata?” protestò Luke, mentre saliva le scale con un nuovo gioco da mettere sulla playstation.
“Davvero riusciresti ad andare con una che nemmeno conosci?”
“Anna il tuo ragazzo non è mai stato a Chino vero?”
“No, lui vive nel mondo delle fate!”
“Oh sta diventando anche simpatico, fatemi ubriacare, non reggo questa cosa!”
A Ryan arrivò un cuscino in piena faccia.
Cinque amici che si divertivano, erano solo questo e Ryan se lo meritava più di chiunque. Tutti ne erano sicuri.
“Scusa Jasmine, prima che fai un altro spettacolino, ci scatti una foto tutti insieme?!”


Se c’era una cosa che Ryan detestava, era sentirle dire “Vedi che avevo ragione?” oppure “Te l’avevo detto”, certo ora che avevano chiuso non sarebbe più successo.
Guardava fuori dalla finestra come se, averci rimuginato tutto il giorno non fosse stato abbastanza. Scorse i numeri in rubrica e non ci pensò più.
Il telefono squillava a vuoto, stava per riattaccare quando le sue continue paranoie furono premiate.
Fu questione di qualche minuto, non avevano un grande dialogo, ma lei riusciva sempre a levarlo dall’imbarazzo con battute su quanto il fidanzato del padre di Luke gay fosse uno spreco per l’universo femminile.
Accennò una mezza risata prima di riattaccare. Ryan tirò un respiro di sollievo, era andata bene, ora arrivava il difficile.



Sandy Cohen stava sistemando la sua tavola da Surf, dopo aver salutato le ultime onde della stagione.
Dentro casa invece Kirsten fa prove per la cena del prossimo week-end, ingredienti sul bancone e Summer cerca di aiutarla leggendo ad alta voce il libro di ricette. Al tavolo della colazione poco lontano, Seth scorre le immagini sul portatile che ha ricevuto come regalo dalla casa editrice che lancerà i suoi fumetti. Non ci poteva credere, ma era proprio così.
“Com’è che non lanci allarmi perché cuciniamo?” non ascoltava nemmeno Summer, che si avvicinò meglio per vedere cosa catturava la completa attenzione del suo ragazzo. Sandy comparve proprio in quel momento.
“Guardate chi ho incontrato qui fuori!”
“Folle folle folle! Zia è qui!” si fiondò ad abbracciarla.
“Vorrei sapere perché ti esalti ogni volta così” chiese Summer, contenta che la sua attenzione si fosse spostata su altro “Bè quando ero piccolo per dormire papà mi raccontava le avventure di zia Heily, cose assurde che però erano vere”
“Evitavamo quelle con droga, alcool e polizia” precisò Sandy ridendo.
“Com’eravate saggi, ma quelli erano gli ingredienti principali delle mie avventure... ”
“Si non ricordarcelo!”
“Allora come mai qui?” chiese sua sorella mentre l’abbracciava a sua volta.
“Voglia di famiglia”
“E lo zio vecchio e ricco dov’è?”
“Seeeeth”
“Non è più ricco?!”
Kirsten lanciò un’occhiataccia a suo figlio ma le sembrò inutile… Heily rideva di gusto.
“Non so dove sia, ma ci sarà per il ricevimento del mese prossimo giuro”
Voleva cambiare discorso. O solo stare con la sua famiglia. Non sapeva bene perché avesse ascoltato il consiglio delle sue amiche.
“Allora sentiamo qualche fumetto nuovo del mio autore preferito?”
“Da inizio anno li potrai leggere, una casa editrice ha fatto carte false per avermi, questa cosa delle carte false l’ho aggiunta io, per darmi un tono sai…”
“Ti è uscita bene però”
“Vero? vado migliorando, vuoi vedere qualche tavola?”
“Vorrei vederle tutte!”
Prese il computer dal tavolo e lo portò al divano, dove erano sedute lei e Summer, si mise in mezzo a loro e apri il mac, si era quasi dimenticato di cosa stava facendo prima. Trovarsi cento foto di Ryan a tutto schermo non era proprio ciò che si aspettava, visto che era lì per non pensarci.
“Scusalo si deprimeva un po’ con scenate di gelosia che non regala nemmeno a me” disse Summer scherzandoci sopra, un tempo non lo avrebbe fatto, ma ora era stanca di provare a prendere sul serio qualsiasi cosa.
“Ryan si è laureato con il massimo dei voti in architettura e con largo anticipo”
Fu contenta di sapere che fosse andato tutto bene, non che avesse mai avuto il minimo dubbio.
“Già e ha invitato alla festa tutti tranne noi, vedi…” continuò Seth facendo scorrere le foto “Ha invitato una miriade di gente che non conosco, ma leggendo nelle favolose didascalie piene di enfasi di Luke ci sono: i parenti del padre di Luke, i parenti del fidanzato dal padre di Luke, i parenti della madre di Luke e i parenti del toyboy della madre di Luke e poi gli amici del calcetto, i suoi compagni di università, la sua ex di Chino, la mia ex e il suo probabile ragazzo, una tipa mezza nuda… chiunque meno noi, ma non dirlo ai miei... loro si illudono che lui ci pensi ancora…” lo ascoltava il tono era pieno di rancore e credeva che Seth non conoscesse nemmeno il significato di quella parola.
Non aveva mai voluto pensare come avrebbero reagito se avessero saputo della loro relazione clandestina, non che le creasse un problema, lei si sarebbe sentita ancor meno della famiglia più di quanto già non fosse, le spiaceva per Ryan.
Seth continuava a scorrere le foto, si era completamente dimenticato delle tavole e mentre tutti andavano a sedersi per la cena lui se ne stava lì a guardare le mille foto di Luke. Li raggiunse svogliatamente al tavolo al terzo richiamo di sua madre.
“Allora Heily, cosa fai adesso?” Sandy era curioso e guardando la ragazza di suo figlio aggiunse “Se mi dicesse che alleva leoni mi sembrerebbe la cosa più normale”
“Faccio da tramite per un’azienda di mobili e l’estero, quindi sono sempre in giro, sono stata in Cina ultimamente, in macchina ci sono regali per voi”
“E Jack come sta?!”
“Non lo vedo da un po’, ma potresti tranquillizzare Kiki sul fatto che all’evento che organizzerà ci sarà?”
Kirsten la guardò storto, lo stile di vita che aveva sua sorella era quanto di più lontano da lei ci fosse, per non parlare di questo matrimonio lampo con uno di trent’anni più di lei.
“Hai un amante?”
“Ne serve uno anche a te?!” per un attimo le venne la tentazione di dire “Si Ryan”, solo per il gusto di vedere quante facce sarebbero cadute nei rispettivi piatti, dal canto suo Summer trovò interessante guardare l’insalatiera, la situazione era diventata piuttosto tesa e il suo fidanzato sembrava tra il divertito e il pensieroso, di certo non cercava di toglierla dall’imbarazzo.
“Spero che tu non ne abbia bisogno” s’intromise Sandy cercando di spezzare l’aria che si stava facendo pesante… non che ne fosse sorpreso: sua moglie e sua cognata non riuscivano a stare cinque minuti senza litigare, anche se non si vedevano da anni.
“Secondo te è normale sposare una persona per farsi mantenere?”
“Chi può definire cosa è normale o cosa no?! Piuttosto è normale cucinare queste cose? ma cosa sono topi?”
Seth non riuscì a trattenere un sorriso, di sicuro l’ironia l’aveva presa da sua zia, ma lei rischiava molto di più.
“Kiki perché non ti tranquillizzi? voi come state? novità?”
Kirsten scelse di chiudere il discorso per il momento, vista anche la presenza di Summer, non le piaceva creare situazioni di disagio, di solito evitava queste cose, ma con sua sorella le riusciva difficile,sembrava si divertisse a provocarla continuamente.
“Ryan si è laureato con il massimo dei voti in anticipo e il suo libretto oscillava tra il trenta e il trenta e lode, credo che l’azienda di papà sarà in futuro sarà in buone mani, forse perfino migliori”
“Mi viene da vomitare” Seth non usò mezzi termini.
Si beccò un calcio sotto il tavolo dalla sua ragazza che nonostante sapesse quanto gli desse fastidio tutto quest’orgoglio traboccante da parte di sua madre per Ryan, trovava le sue battute inadeguate.
“Ma sei scema?Ahia!”
“Attacchi.di.rabbia” disse prima di alzarsi scusandosi per aver dimenticato acceso il telefono.
Sicuramente doveva essere qualcuno per lavoro. Summer lavorava come organizzatrice di eventi nell’agenzia di suo padre, ma contava di aprirne presto una tutta sua, per questo si era resa disponibile a tutte le ore, farsi un giro di clienti e mollare l’azienda di famiglia. Le piaceva come lavoro, organizzare, stare a contatto con le persone, le riusciva bene.

Poco dopo Summer, nell’altra stanza si passava il telefono tra le mani, come se fosse destino che quella telefonata arrivasse in quel momento.
Guardava da lontano la scena, invidiava a Kirsten di non perdere mai la calma e riuscire a spiegare per trecento volte la stessa cosa, giustificando che Seth non capisse, o facesse finta di non capire.
Non sapeva come dirlo quindi tornò al tavolo, lo disse e basta, come uno strappo veloce.
“Ryan ci invita tutti a cena per festeggiare la laurea”
Kirsten aveva le lacrime agl’occhi ed era forse questo che dava così fastidio a Seth.
“Sei seria?” le chiese Sandy retoricamente, era ovvio che lo fosse  per quanto le piacesse scherzare sarebbe stato proprio troppo. Sorrise vedendoli così felici.
Aspettavano dicesse qualcos’altro.
“Sembrava contento, dice che farà mettere del pesce nel menù perché le piace”
Summer non dava mai del lei a Kirsten, insomma le era stato proibito da tempo, ma non sapeva nemmeno perché, quando si parlava di Ryan non riusciva ad evitarlo.
“Pazzesco, vi fate intortare con questa cazzata della cena, dio quanto è furbo!”
“Seth, smetti di vedere del marcio in tutto quello che fa, tu aspetti che lui faccia qualcosa per poi trovarci per forza un risvolto negativo. Non lo facevi quando avevi due anni lo fai ora? Sei regredito di colpo?!”
Ovviamente Summer stimava anche suo suocero. Lei tutti questi discorsi li aveva già fatti, così tante volte da averli memorizzati.
“E questa cosa che fa mettere il pesce per mamma…”
Heily non aveva dubbi che Ryan ci avrebbe ripensato o che li avrebbe pensati tutto il giorno mentre si laureava, perché aveva scelto di non invitarli non importava più. Certo poteva giurare di non aver mai visto sua sorella così felice ma nemmeno Seth così arrabbiato “Oh ci fa l’onore di una cena, sono in debito di un miracolo con Gesù e Mosè, salutatemelo!” e voleva stare zitta, ma era così strano. Troppo.
“Perché non ci vuoi andare?” la buttò lì con l’intenzione di smorzare i toni e far sfogare suo nipote; avevano sempre avuto un buon rapporto, poco tempo ma di qualità, lo definivano. La verità è che Seth adorava sua zia, così anticonformista e schifata dallo stile di Newport, aveva trovato il coraggio di fare quello che avrebbe voluto fare lui quando era piccolo: scappare.
“Ryan è uscito dalla mia vita”
“Per questo spulci i profili facebook per vedere se respira?”
Lui storse il naso.  Poteva sembrare ma non era.
 “Avete litigato?” gli spiaceva che Seth parlasse così, Ryan con lei parlava spesso di quanto gli volesse bene e ora qualcosa sembrava non tornarle, certo il ragazzo meno loquace della terra non diceva le esatte parole, ma il senso era quello.
“Mi sarebbe piaciuto litigarci ma è scappato senza una parola, classico di Ryan, vigliacco ma con un certo stile!”
“Seth finiscila, ora.”
Heily aveva già visto sua sorella riprendere il proprio figlio, ma guardarlo così mai, alzare la voce mai e rivolgersi così mai, si sentiva quasi di troppo nel silenzio che calò poco dopo, silenzio che Seth decise di non far durare.
“No, mi sono rotto, l’abbiamo tirato fuori da un orfanotrofio, pagato gli studi e dato un tetto dove stare e quello che ci resta sono le foto su facebook”
“Sai che forse ha solo bisogno di tempo” aggiunse suo padre, ci credeva davvero. Aveva sempre pensato che con il tempo si sarebbe aggiustato tutto.
“Basta! Sono passati cinque anni e lui ci ha tagliati fuori” evidenziò alzando la voce le ultime parole, ma era un fiume in piena “Se tu glielo avessi chiesto lui non se ne sarebbe andato lo sai” disse con tono inquisitorio verso sua madre “L’avrei aiutato io!” “E’ solo egoista, lo è sempre stato” prima che potesse continuare, sua madre questa volta con molta calma lo interruppe: “Forse non ti è chiaro Seth: Io aspettavo solo che lui se ne andasse, fai finta di non ricordare quando vagava per casa come un fantasma? quando stava sveglio fino all’alba per non avere incubi? pensi che vederlo andare via abbia fatto male solo a te? forse l’egoista sei tu il discorso si chiude qui e non ho intenzione di riaprirlo ogni volta che a Ryan succede qualcosa di bello di cui tu dovresti solo essere felice” scusandosi Kirsten si alzò da tavola per andare in salotto.
“Certo sono felice che al posto mio ora ci sta quello sciroccato di Luke” mugugnò Seth, quasi spiaciuto che quella cena finisse così, negl’ultimi tempi capitava spesso
“Non credo proprio che Luke possa prendere il tuo posto” Heily lo disse sapendo che dopo avrebbe dovuto inventarsi qualcosa che non fosse “Me lo ha detto una settimana fa” ma in cuor suo sperava che Seth ci si appendesse a quelle parole.
“E te che ne sai?” “Bè quando ero qui eravate inseparabili”
“Ryan è cambiato, è diventato uno stronzo e tu non ti fai vedere dalla morte di nonno, abbastanza per non poterti permettere frasi con finto ottimismo”
“Sai succede se ti muore la fidanzata in un incidente e alla guida c’eri tu”
Summer che fino a quel momento era rimasta in silenzio si limitò a quelle parole.
Quell’argomento li divideva profondamente e non c’era volta che uno dei due mollasse il colpo. Tutti smisero di mangiare e Sandy cercò di togliere Heily dalli improvviso disagio spiegandole qualcosa.
“Sai Marissa? La figlia di Jimmy è morta in un incidente e Ryan guidava…”
Improvvisamente ripensò alle cose che aveva detto a Ryan l’ultima volta che lo aveva visto e si sentì uno schifo.
“Tutto bene?”
“Si è che mi dispiace per…”
“Jimmy, non dirlo a me ha fatto proprio una brutta fine, ancora non riesco a capacitarmi che sia in prigione” continuò ripensando all’amico.
Jimmy Cooper fu l’ultima persona cui Heily pensava, nemmeno si ricordava esistesse, era una situazione surreale, ora capiva tutto: il perché sembrava parlassero di Ryan come di una persona ormai estranea alla loro vita, il perchè a Portland tutti parlassero di Newport poco e niente... non poté fare a meno di essere sconvolta nel pensare che Marissa fosse morta.
“E la sorella di Marissa?”
“Julie con la morte di Marissa ha un po’ perso la testa, vive sotto psicofarmaci così l’ha mandata dai parenti in Svizzera”
“Finiscila di guardarmi così”
“Finiscila tu” a Summer non importava proprio niente se si trovava al tavolo con i suoi suoceri, le sembrava di trattenersi già troppo, lo avrebbe preso volentieri a schiaffi.
“Non ho intenzione di intraprendere la solita discussione” continuò Summer esasperata.
“Che c’è? avete finito le parole per difenderlo?”
“Forse un giorno finiranno proprio le parole che ci diremo”
“Non ho più il mio migliore amico”
“Sei un bambino”
“Invece lui è grande, lui è fantastico solo perché ci invita a cena!”
“Gli è morta la fidanzata”
“Bene ora non ho più né Marissa né Ryan”
“Sì ma tu Ryan lo puoi… lascia stare sei un’idiota!”
Summer prese la via della casetta in piscina e a Seth restò solo lo sguardo poco convinto di suo padre.
“Ehi Summer lo sa, che su questo argomento deve lasciarmi perdere” e prese le scale per rifugiarsi in stanza.


“Ho come l’impressione di essere arrivata nel momento sbagliato” attaccò Heily una volta rimasta sola con Sandy, mentre sparecchiavano i piatti ancora pieni.
“Non esiste il momento giusto per queste cose” la rincuorò lui.
Parlarono tutta la sera, Sandy la rassicurò sul fatto che Kirsten stesse bene, anche se non glielo aveva chiesto esplicitamente era certo lo volesse sapere.
Le raccontò di Ryan, di tutto quello che avevano provato a fare per lui prima di accettare che si trasferisse a Portland, del fatto che si accontentavano di qualche telefonata e se all’inizio si sentiva quasi imbarazzata poi, per un attimo soltanto, fu invasa dalla voglia di tranquillizzarlo che Ryan stesse bene, ora le sembrava di non saperlo più in realtà... però li vedeva preoccupati all’eccesso.
Sandy era contento di averla lì, era certo che la sua presenza in fondo avrebbe giovato a Kirsten e soprattutto a Seth. Il suo rapporto con Heily è sempre stato scherzoso, ma sapeva che c’era tutte le volte un motivo se piombava a casa, ed era strano non fosse venuto ancora fuori:
“Allora veramente sei qui per…”
“Ho solo bisogno di stare con la mia famiglia” pareva sincera e questo era ancora più strano.
“Non ho scoperto di avere pochi mesi di vita, stai sereno!” gli tirò un pezzo del pane con cui stava giocherellando.
“Non so se fidarmi… comunque la casetta in piscina è tutta tua, tutto il tempo che vuoi!"
Smisero di lanciarsi pane quando Kirsten li raggiunse per la buonanotte.
Non era stupita di trovarli intenti a scherzare, quando erano insieme non facevano altro, pensava che sua sorella tirasse fuori il lato più infantile di suo marito.
"Noi parliamo domani del perché sei qui”
Kirsten le dava la buonanotte con quella frase da anni, non si ricorda quando iniziò, ma funzionava così.

Forse non aveva fatto bene a tornare a Newport. Voleva avere la sua famiglia vicina e invece aveva scoperto cose che mai avrebbe immaginato; e in questo fatto di volere la famiglia vicina era stato Ryan a farcela cascare, lui parlava di Kirsten come di una persona a lei sconosciuta diversa da quella che conosceva, l’idea che potesse essere almeno in parte come lui la descriveva l’aveva spinta lì a cercare non sapeva nemmeno cosa. Doveva smettere di pensare a Ryan e soprattutto doveva andarsene, da lì, dal continente, ovunque.
Ah già. La fuga di Summer nella casetta in piscina, per un attimo si chiese dove avesse trovato tutta quell’ indelicatezza Seth.
La sua casetta in piscina era diventata un’accozzaglia di cose inutili e assurde, vide Summer sdraiata sul letto, aveva sicuramente pianto.
“Resta pure, se vuoi evitare…”
“Si lo vorrei evitare quell’idiota!” lo immaginava e aveva ragione.
Aprì la valigia e le lanciò le salviettine struccanti “Il trucco che cola fa sembrare tutto più tragico” le sorrise, mentre sistemava la valigia.
Ryan a dire il vero non le parlava spesso di Summer, una volta le aveva detto che era un’amica perfetta per una ragazza, lei gli doveva aver chiesto qualcosa di Marissa e la cameriera era arrivata in quel momento. Ora era più chiaro. Le sarebbe piaciuto poter dire che quella rivelazione le avesse fatto capire tanti momenti, ma non era così, semplicemente perché non ne parlavano mai, lui le aveva detto la prima volta che si erano visti “La mia vita si è un po’ sfasciata e ho deciso di ripartire da Porland, Sandy e Kirsten mi hanno appoggiato, sono fantastici” ma a quel tempo aveva un problema da risolvere e non le importava molto del perché se ne fosse andato, le importava che le desse una mano, tutt’al più pensava che si fosse stancato della ragazzina più in vista di Newport.
 “Tu vuoi bene a Seth?” Summer interruppe i suoi pensieri, la voce era rotta ma non le sembrò una domanda strana, anzi lecita poiché non si faceva vedere mai.
“Seth è l’unico motivo per cui ogni tanto passo di qui, sono sempre stata convinta che un posto come Newport inquinasse le menti di chi ne fa parte e lui mi ricorda che non è così… anche se a volte è un po’ infantile”
“Io e Seth ci stiamo per lasciare” si rese conto che era la prima volta che lo diceva. Non le suonava neppure così strano.
Heily non sapeva bene cosa dire ma di una cosa si sentiva certa: “Seth ti ama” non aveva prove concrete, mancava da casa da troppo tempo ma Seth le parlava di Summer da quando aveva dieci anni.
“Lo so, sono io che non lo amo più”
Bene. Questa è una di quelle classiche frasi a cui non puoi ribattere. Nemmeno se il ragazzo in questione è tuo nipote. Nemmeno se avesse vissuto lì tutta la vita.
“Ogni cosa riesce a ricondurla al fatto che Ryan non è più qui. Mi ha chiesto mille volte di chiamarlo e convincerlo a tornare ma io non l’ho mai fatto.
Perché avrei voluto fare la stessa cosa che ha fatto lui, ma poi Seth sarebbe rimasto solo. Sai Ryan non parlava molto dopo che Coop è morta, non che prima fosse un chiacchierone, figurati dopo. Una mattina ha suonato alla porta di casa e mi ha detto “Chi va via?” io gli ho detto che amavo Seth e che avevo bisogno di lui, ma in verità sarei voluta andare via io… insomma se non avessi risposto subito e ci fossimo messi a un tavolo per decidere a chi avrebbe fatto meglio lasciare Newport forse saremmo ancora a quel tavolo… e l’ho fatto nella convinzione che Seth mi sarebbe stato vicino e mi avrebbe davvero aiutato ma non… non l’ha fatto” ogni volta che diceva quella frase era come se ne avesse un’ulteriore conferma.
“Lo amavo, solo che mi ha sfinita così tanto da offuscare tutto, sembra che il migliore amico sia morto a lui e non a me” piangeva di rassegnazione per aver ormai gettato la spugna e Heily odiava una sola cosa nella vita: vedere le persone piangere. Forse era perché aveva visto piangere così tanto sua madre, da scappare di casa a sedici anni solo per non vedere più quelle scene...
“Cosa posso fare per farti stare meglio? film? gelato? pizza? tiriamo freccette a una foto di Seth?”
Rise tirando su con il naso “Vorrei solo riuscire a smettere di pensare a come e quando lo lascerò, riuscire a non pensarci per un attimo” era stanca ed era una brava ragazza, molto probabilmente un’altra non si sarebbe fatta tutti questi problemi nel lasciare Seth.
Pensò a Summer e le sembrava di rivivere quello che aveva passato lei anni prima, sentirsi incompresa da chi non dovrebbe fare altro che comprenderti.
E poi, Ryan che le diceva che Summer sorrideva sempre, cheppalle.
Ok.
“Facciamo una cosa, un patto, una persona mi ha detto che sei la migliore amica che una ragazza può avere quindi io ti dico una cosa ma tu non mi fai domande, ti va?”
Summer asserì, prendendo un fazzoletto, tanto la sua mente non si sarebbe liberata di quel tarlo finché non avrebbe preso il coraggio di lasciarlo, ne era certa, ma provare non costava nulla, Seth le diceva che sua zia aveva quel non so che di fantastico in ogni situazione ed effettivamente era particolare parlare con lei, come aveva cercato di tirarle su il morale non giustificando per forza suo nipote.
“Io e Ryan avevamo una storia, però ora basta domande”
“Ryan chi?” “Ne conosci tanti?” “Coooooosa?” rise vedendo l'espressione di Summer, passata da immensamente triste a completamente sconvolta.
“E soprattutto non dirlo a nessuno; diciamo un segreto che resterà in questa piccola casetta e non si saprà mai in quella grande?” le sorrise furbescamente
“Ci mancherebbe. A Kirsten prenderebbe un infarto”
“Si lo so…” “Per fortuna che lo sai”
Summer la guardava ancora sorpresa. A Heily sembrava non importare proprio niente di quello che poteva pensare sua sorella.
“Si, non mi importa granché di quello che potrebbe pensare… allora? riesci a non pensare a Seth?” 
Non era ancora certa se crederci o no, magari era una cosa detta per farla smettere di piangere, ma non poteva certo essere, o meglio ci credeva solo che… doveva assimilare.
 “Seth mi diceva che porti scompiglio e fai pazzie per far innervosire sua madre, ma non credevo…”
Carino sapere che passano gli anni ma le opinioni non cambiano “Si dirlo solo per veder svenire mia sorella non sarebbe stato male ma Ryan adora lei, adora voi e quindi per lui sarebbe un problema, comunque abbiamo chiuso questa cosa, ma l'importante è che deve essere chiaro che lui vi adora, siete voi la sua famiglia”
Summer si accomodò meglio sul letto.  Aveva mille domande e neanche una risposta.
“Wow” disse poco dopo sospirando, come se avesse almeno preso coscienza della cosa.
“Lui non mi ha mai parlato di Marissa, non so come sta per quello…” non voleva si facesse in qualche modo illusioni, era difficile spiegare il suo rapporto con Ryan, soprattutto non potendo dire la verità "...Per il resto però forse sta meglio, sorride spesso" non voleva sbilanciarsi troppo, ora anche lei aveva dei giganteschi punti di domanda.
"Ryan non ne parla con nessuno, non devi stupirti se non te lo ha detto perchè non te lo ha detto vero?"
Si limitò ad un cenno d'assenso, in un secondo stava parlando con una sconosciuta di cose che sapevano giusto le sue migliori amiche. Ryan non le aveva parlato mai neanche per sbaglio di Marissa, pensava e ripensava ma non era mai successo.
I suoi pensieri vennero nuovamente interrotti, la curiosità di Summer era comprensibile:
“Stavate insieme?”
“Ho detto niente domande”
"Non puoi dire una cosa del genere e poi "Niente domande" Nonesistenientedomande… stavate insieme?”
“Non nel senso normale del termine”
“Solo nel senso sessuale?”
“Non era né l’uno né l’ altro a dire il vero… stavamo bene” “Davvero bene” aggiunse.
“E per quanto…”
“Due anni più o meno” “Non è che festeggiassimo mesiversari o robe di questo tipo..” lo disse subito prima che potesse chiederlo lei.
Certo era una bella donna abbastanza folle e fin troppo menefreghista... proprio ciò che piace a Ryan e poi parlava di questa cosa con la massima normalità senza vederci almeno un minimo di allarme o stranezza.
Due anni erano comunque una bella cifra, anche se tutto dipendeva dal senso che davano alla relazione. Summer sentiva davvero di avere mille domande.
 “Immagino che mia sorella mi descriva come una persona machiavellica che le escogita tutte per portare scompiglio in una famiglia perfetta, non ho contattato Ryan perché volevo inventarmi qualcosa, è successo proprio perché volevo evitare casini, avevo bisogno di una mano e non volevo coinvolgere Sandy e Kirsten”
“Non potevi chiedere a Seth?” se lo avesse saputo si sarebbe offeso a morte.
“Pagamento arretrato per cocaina, non lo so...mi sembrava più da Ryan che da Seth…”
In questo caso aveva ragione, non era arrabbiata, anzi, una parte di lei era perfino in qualche modo sollevata, forse Ryan stava davvero meglio, solo dall'altra parte c'erano Seth, Sandy e Kirsten e visto che non era niente di serio si poteva evitare tutto quello che sarebbe stato solo un gran casino, lo disse, come se in un quarto d'ora avesse acquistato con lei tutte la confidenza del mondo.
“Senti potrà sembrarti strano, ma io Ryan l’avevo visto tre volte in vita mia e non è mio nipote… era solo il ragazzo problematico portato qui da Sandy, insomma quando telefonavo qui non mi ricordavo nemmeno che esisteva… comunque dovresti dire a Seth che gli vuole bene, è nel 90% dei suoi discorsi e Luke è simpatico, ma non è molto affine a Ryan…”
Conosceva anche Luke, pazzesco, trovava una cosa che le faceva pensare che la storia fosse seria e altre due che la portavano a pensare l'esatto contrario.
"E adesso?"
"Adesso basterà che tu non lo dici a nessuno" quello era ovvio.
"Adesso tra di voi..."
Heily Evitò di dirle di Kaitlin, le era chiaro che nessuno sapesse nulla ed anche perchè Ryan ultimamente era così nervoso. Ripensò a quella sua sparata davanti casa, pensare che avessero chiuso così non la faceva stare bene, ma era certa fosse l'unico modo.
Summer le diceva di quanto Ryan non meritasse di stare male perchè aveva già sofferto abbastanza e non la smetteva di parlare di Ryan, così decise di tagliare corto lei, non aveva intenzione di dire più di quello che aveva detto e di pensarci per altri minuti.
"L'ho lasciato prima che le cose potessero sfuggirmi di mano, vado a prendere del gelato" chiuse così l'argomento.

Quella notte Summer si ritrovò a mangiare gelato e dormire poco, ma almeno Seth non centrava niente.




  
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