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Autore: misci jackson    25/03/2014    2 recensioni
'Non pensavo che l' avrei mai detto ma io... Io non posso scrivere una poesia su di te'.
'Ma sei una scrittrice... È quello che sai fare meglio.. Perchè non puoi?'
'Perchè trovo che dei tratti di inchiostro su un pezzo di carta non possano racchiudere qualcosa di talmente meraviglioso e lucente come te'.
E per la prima volta nella mia vita le dolci ispirazioni e poesie che si rincorrevano nella mia testa si mescolarono con la
realtà. Un bacio, uno vero. Ed era frustrante sapere che non avrei mai saputo descriverlo per quello che veramente era stato, nemmeno con tutte le mie doti di poetessa schizzata.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Seungri, T.O.P., Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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PAST, ANNO 2011# "Claci, Claci, guardami!!", gridò la ragazzina appesa con un braccio solo al ramo di un grosso albero. La sua amica staccò gli occhi dal cellulare e si aggiustò gli occhiali prima di voltare lo sguardo: "Misciii, ma sei pazza?! Ora caschi e ti ammazzi!". "Brutta mostra, non me la gufare". Si lasciò cadere e atterrò in ginocchio. Si passò le mani sui jeans polverosi e poi rise: "andiamo a mensa, che poi le vecchie si mettono a urlare e ci sbattono fuori perchè è tardi!". Le ragazzine corsero attraverso il cortile ed entrarono nella sala da pranzo della scuola. Il sole alto nel cielo accarezzava ogni cosa, riscaldandola. Sereno. Era un bel giorno. "Eh, monelle, e voi dove stavate?! Qui siamo già al secondo, DISGRAZIATE!". La ragazzina castana cercò di scamparla: "beh, stavamo controllando i compiti per... "Zitta e siediti, che c'è la pasta al sugo!". La bambina si guardò intorno: non c' erano posti liberi accanto ai suoi amici, a suo cugino. Sospirò, scocciata. Riuscì a scorgere una sedia libera al tavolo dei ragazzi di terza, e con un sorriso sghembo si avvicinò: "Hey, ciao". Due maschi e una ragazza. La guardarono, divertiti. "Posso sedermi qui con voi?". Uno dei due ragazzi, ridendo, le rispose: "dipende, se vuoi divertirti sei al tavolo giusto, ma se devi fare la timida..". L' altro gli tirò una gomitata: "Elia, fai il bravo con le bambine". La ragazzina si sedette, allegra: "qui non ce ne sono timide! Eccomi quà. Mi chiamo Misci". "Misci?", alzò gli occhi uno dei ragazzi, "nome un pò strano". "Non ti consiglio di chiamarmi Michelle. E tu? Come ti chiami?". "Davide". "Coooosa?! Ti sta malissimo!". "Ma dai, no!". "Si invece! Dovrò inventarti un nome diverso, che ne so... Edoardo!". "Oh no, Edoardo proprio non me lo sento, hahahah!". La luce filtrava invadente dalla finestra, luccicante. Già, era davvero un bel giorno. ***PRESENTE, CLACI POV. Dov' era la Misci? Avevo da chiederle se voleva prendersi un lavoretto part time insieme ai Big Bang, heheh... Camminavo senza meta in giro per il lido, non sapevo dove cercarla, negli ultimi tempi era sempre così schiva... chissà perchè. Il cielo era chiaro e pulito, leggero. Uno di quei giorni in cui nulla può andare storto... già, quello che pensai prima di andare a sbattere contro qualcosa, o qualcuno. Battei una culata sul bordo piscina. "Aaah", mi lamentai. Alzai lo sguardo, soffiando per scostare una ciocca di capelli dagli occhi. "Seungri..". Mi tese una mano, la presi e mi tirai su. Avrei voluto sorridergli e saltargli addosso per strangolarlo in uno dei soliti abbracci, ma qualcosa nella sua espressione mi intimò di non farlo. C'era un' ombra nei suoi occhi, qualcosa non andava. "Ti stavo cercando", disse, sicuro. Cavolo, che avevo fatto? Aaaah, avevo sicuramente combinato qualcosa senza accorgermene, come sempre! "Dimmi..", pigolai, esitante. Probabilmente avevo le labbra rivolte in giù, ma lui non sembrava intenerito. O forse non me lo dava a vedere. "È successa una cosa..", iniziò, ravviandosi i capelli con fare evasivo. "Cosa?". Un nodo iniziò ad attorcigliarsi nel mio stomaco. Cavolo. "Sono stato in un club, un paio di sere fa...". Oddio. Un club. Sapevo bene cosa succedeva nei club, ma non poteva essere... insomma, no. Però.. che altro problema poteva esserci? Il nodo si strinse un pò. "E quindi?". "E quindi ho bevuto troppo". Cos' era quella? Finta indifferenza o indifferenza vera? Perchè mi parlava così? Io che c' entravo? "Allora...?". Sbuffò. "Mi dispiace, non dovevo. Non avrei voluto. Davvero, era l' ultima cosa al mondo che avrei fatto da sobrio. Mi dispiace". Iniziai a spazientare: "vuoi spiegarmi che diavolo è successo in quel fottuto club?!". Distolse lo sguardo, mi parve di vedere le sue guance arrossire violentemente. "C' erano delle ragazze...". Ecco. Il nodo scoppiò in tanti piccoli coriandoli mentre le dita della mia mano destra si richiudevano su sè stesse. Gli lanciai un' occhiata, tanto per capire se mi prendeva in giro o se stava davvero ammettendo di non aver controllato le sue smanie da sbronzo e di essersi fatto delle ragazze a caso. E poi passò forse mezzo secondo prima che il mio pugno colpisse con violenza il suo setto nasale. SBUM. "Aah, che male...", barcollò, una mano stretta sul viso. "SPERO DI AVERTI UCCISO!!!!", urlai, il cuore che sembrava volesse scassare la mia gabbia toracica e sfuggire. Girai i tacchi e scappai, in preda alla furia. Dove cavolo era la Misci?! Dovevo sfogarmi. Alzai il telefono, composi il suo numero: "Misci?". "Si?". "Dove sei?! Ti cerco da tre ore". "...Che è successo?". Avevo moderato la voce, ma la mia sensibilissima amica si accorgeva subito di ogni sfumatura. "Niente", trattenni le lacrime, ma la voce tremava da far paura, "dove sei?". "Sono al Blu Ice a prendere un frappè...". Fantastico, trecento metri da percorrere sul lungomare per arrivare a quel bar. "Sto arrivando". Riattaccai e affrettai il passo. Solo lei poteva calmarmi adesso. "Brutto figlio di puttana..", sussurravo piano, stringendo i denti.
  
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