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Autore: horjzons    25/03/2014    3 recensioni
Katniss Everdeen ha fallito.
Gli Hunger Games sono tornati.
E ora qualcun altro dovrà combattere contro di essi.
DAL TESTO:
CAPITOLO 2
-Oh no, signore, Katniss Everdeen giocava col fuoco, io preferisco di gran lunga l’acqua. Se Katniss Everdeen non è riuscita a bruciare gli Hunger Games, io li affogherò!!!-
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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POV PATRICK
“Magnifico” pensai. Non ero ancora riuscito a ferire la ragazza del Distretto 11, che erano già arrivate Cat e Sue a peggiorare la situazione. “Bene, ora come faccio a salvarmi la pelle?!?!”. Semplice: non potevo. In ogni caso non dovetti  subito preoccuparmi delle due Favorite perché si scagliarono contro Ginger. Purtroppo, però, Chris, appena aveva notato che la sua ragazza era in pericolo, era corso in suo soccorso lasciandomi da solo a combattere con quel gigante, alias la ragazza del Distretto 11. L’unico vantaggio che avevo era che era ferita. Ma di svantaggi ne avevo molti di più, primo fra tutti: avevo la metà dei suoi muscoli. Mentre io ero ancora lì a riflettere sugli svantaggi e i vantaggi che avevo, quella si alzò faticosamente e mi diede un grosso pugno sulla pancia. Caddi a terra, ma, da vero eroe, contraccambiai con ben due pugni. Peccato che non erano molto efficienti su di lei.
Intanto, da terra, scorgevo con la coda dell’occhio, Ginger e Chris che combattevano. Erano decisamente coordinati, schiena contro schiena, sembrava che sapessero quale mossa stesse per fare l’altro e, così, riuscivano a tenere corda a Sue e a Cat. Anzi, stavano decisamente per batterle, quando io, accorto dell’ennesimo pugno ricevuto, non gridai.
-AHHHHHH!!! AIUTO!!!!!-
Ginger si distrasse quella frazione di secondo che bastò per essere buttata miseramente a terra da Sue. Ora mi sentivo duplicemente da schifo. Uno, perché stavo per morire, due, perché stavo per far uccidere anche la ragazza che amavo. Tuttavia la Ragazza d’acqua era decisamente più atletica di me e riuscì in breve tempo a rialzarsi da terra come se nulla fosse. Ora, però, per colpa mia, si era allontanata da Chris (che intanto continuava a combattere contro Cat) e non sapevo se sarebbe riuscita a sconfiggere Sue senza di lui. Anzi, ero sicuro, non poteva farcela. Infatti, la ragazza del Distretto 1, la colpì con un coltello su una spalla e Ginger cadde per terra urlando per il dolore. “Chris, Chris!!! SALVALA!!” pensai. Ma poi vidi che il biondo era appiccicato a un albero, schiacciato tra il tronco e Cat. Era letteralmente in trappola. Che Chris non ce la facesse, non mi importava, ma della salvezza di Ginger sì. Fu allora che, vedendola a terra che gemeva, mentre Sue si divertiva allegramente a torturarla con dei pugni, che decisi di vivere. Fu una scelta veloce, affrettata, impulsiva, forse sbagliata, ma dal cuore. Una scelta che mi fece sentire il Superman della situazione, il Chris Anderson della situazione. Una scelta che mi fece uccidere brutalmente la ragazza del Distretto 11. Così, come se nulla fosse, le tolsi il coltello di mano e glielo ficcai nel cuore.
TUM.
Non avevo tempo per riflettere su questo suono. Ginger era in pericolo. E il suo Superman doveva salvarla.
Sollevai Sue dalle spalle con una forza innata, una forza che credevo di non avere.
-Scappa!!!!- gridai a Ginger.
Lei non sembrò pensarci su due volte. Si alzò gemendo silenziosamente per la ferita e iniziò a correre lontano, lontano, lontano, così lontano che la persi di vista. Fu allora che una paura prese possesso del mio corpo. E se non l’avessi mai più rivista?? E se l’ultima parola che avessi detto  alla ragazza che amavo fosse stata: “scappa”??? Tutta questa confusione, tutti questi pensieri, mi fecero andare fuori di testa. Non riflettevo più lucidamente e feci la cosa più stupida del mondo, ma anche la migliore della mia vita, lasciai Sue e corsi nella direzione di Ginger.
Correvo, correvo, correvo. Alberi, alberi, alberi. Foglie, foglie, foglie. Passi, passi, passi. Sue, Sue, Sue che mi rincorreva. E Ginger, Ginger, Ginger, una macchia lontana, il mio obiettivo, la mia salvezza. “Avanti, Patrick … non mollare … le sei sempre più vicino”. Intanto il fiato iniziava a mancarmi, le gambe a cedermi. Ma poi la vedevo. Lei, i suoi capelli, la sua bellezza sempre più vicina a qualche passo. Tre passi da lei, due passi da lei, un passo da lei. Zero passi da Ginger. La fermai per il braccio. La ragazza si voltò di scatto quasi spaventata, ma poi mi vide e le si aprì un dolce sorriso sul volto. Ecco, questa immagine valse la pena. Di tutto. Della corsa, della fatica, della freccia. Già, la freccia. TAM. Veloce. Ecco fu semplicemente veloce. Una freccia nella schiena e
TUM. Il mio cannone sparò.
I miei occhi si chiusero per l’ultima volta, l’ultima volta della mia vita. E lo fecero con l’immagine di Ginger, l’immagine della mia migliore amica, l’immagine della Ragazza d’acqua. Lei, Ginger Cadlecott, la ragazza che amavo.
 
POV GINGER
-NOOOOOOO!!!!!- urlai io vedendo Sue che scoccava la freccia. Una sola freccia. Una sola punta, era bastata per ucciderlo.
-STRONZA!!!!! IO TI AMMAZZO!!!-
Le salii addosso facendola cadere all’indietro e la colpii, la colpii, la colpii, finché la mia rabbia non si placò leggermente. Non ragionavo, colpivo e basta.
TUM.
Morta. Uccisa da me, brutalmente. A pugni. Una morte che non auguro nemmeno al mio peggior nemico, neanche a Sue. Ecco, fu allora che lo realizzai, vedendo il suo corpo senza vita, insanguinato per colpa mia, fu allora che capii di essermi comportata esattamente come Snow voleva: come un animale. Lei aveva ucciso Patrick, meritava la morte, ma ora che io avevo ucciso lei, chi mi avrebbe ucciso??? Non si risponde alla violenza con altra violenza. Questo era sempre stato un principio fondamentale nella mia vita, ma adesso, mi ero comportata esattamente all’opposto. “Gli Hunger Games ti cambiano”. Questo lo dicevano tutti, ma io mi ero sempre detta che niente mi avrebbe mai potuta cambiare. Adesso, però guardavo le mie mani piene di sangue umano, e capivo che mi sbagliavo. Gli Hunger Games non mi avevano solo cambiata, ma trasformata. In che cosa poi?? In un mostro?? In un animale?? No, niente di tutto questo. Solo in uno dei tanti burattini di Snow. Io, che da stupida avevo pensato di essere diversa dagli altri, di poter essere un esempio, sì, proprio io, la Ragazza d’acqua, non ero diversa dagli altri tributi. Il mio orgoglio non mi aveva mai fatto notare quanto fossi simile a Sue o a Cat. Ma allora cosa vedevano gli altri in me??? Cosa aveva spinto Chris a cambiare le proprie idee sugli Hunger Games e a tradire i Favoriti??? Cosa aveva convinto la popolazione che io ero quella “diversa”?? Cosa aveva spinto Patrick a morire per me?? Queste domande mi martellavano nel cervello, mentre dovevo ancora collegare tutto. Due cannoni avevano sparato. Uno era quello di Sue e, l’altro, l’altro era di … Patrick Roum. Mi sollevai lentamente da terra e mi avvicinai al suo corpo senza vita. Lo guardavo e lo riguardavo come se non accettassi che il suo cuore non battesse più. 
-Patrick … - sussurrai io –Patrick-
Le lacrime divamparono sul mio volto mentre respiravo a malapena. Gli avrei voluto dire tante cose, ma non potevo. Gli avrei voluto dire che sì, amavo Chris, ma lui rimaneva sempre una delle persone più importanti della mia vita. Gli avrei voluto far capire che sarei morta per lui, che anche se facevo l’offesa perché si era comportato male, gli volevo bene.
-Stupida, stupida, stupida … - mi ripetei io insultandomi. Sì, ero stata stupida perché non mi ero accorta di quanto gli volessi bene, fino a quando non avevo visto il suo corpo pallido, immobile, senza vita. Del resto sua madre lo diceva sempre: “Non ti accorgi di quanto tiene a qualcuno, finché non l’hai perso”. E io l’avevo perso.
 
INIZIO FLASHBACK
-Ginger … -
-Sì, Patrick??-
-Facciamo un patto??-
-Sì, quale??-
-Che nulla ci separerà, neanche la maestra che ci ha cambiato di banco a scuola!!!-
-Sì, Patrick lo giuro … niente e nessuno ci separerà, lo giuro … -
FINE FLASHBACK
 
“Lo giuro” “Lo giuro” “Lo giuro”. Queste due parole, dette sette anni prima, mi rimbombavano facendomi impazzire. Sì, l’avevo giurato, ma non l’avevo mantenuto. Cosa ci aveva separato?? Chris?? Sue che lo aveva ucciso?? No, erano stati gli Hunger Games. Questi giochi osceni, questi giochi crudeli, questi giochi che io avrei distrutto. Sì Patrick, gli avrei distrutti per te, per tua mamma che adesso era lì che piangeva. Non sapevo cosa avrei fatto, ma una cosa la sapevo: nessun altro sarebbe dovuto morire per questi giochi.
Mi alzai in piedi e con le lacrime agli occhi, guardando il corpo di Patrick che giaceva inerte ai mie piedi dissi:
-Snow, Capitol City, Hunger Games, brucerete all’inferno!!-
Feci appena in tempo a fare il gesto delle tre dita che delle fiamme iniziarono a vorticarmi intorno. Probabilmente gli strateghi non erano riusciti a censurare questa battuta e, per interrompere la scena, mi avevano circondata di fuoco. Poi, se per caso, nell’incendio fossi morta, tanto meglio per Snow che non vedeva l’ora di gustarsi il suono del mio cannone.
-NOOO- urlai vedendo il corpo di Patrick bruciare. No, gli Hunger Games mi avevano tolto il mio migliore amico, non avrebbero anche eliminato il suo corpo. Lo sollevai da terra e, facendomi coraggio, attraversai le fiamme. Inizia a correre lontano dal fuoco, ma, l’incendio sembrava seguirmi. Il calore si faceva sempre più forte e, mentre il mio corpo si spargeva di sudore, la mia mente viaggiava a mille nel vano tentativo di trovare una via d’uscita. Purtroppo, però, col corpo di Patrick in braccio non potevo scappare granché e, allora, lo posizionai nell’acqua, in uno stagnetto. Lì, l’incendio, non avrebbe potuto bruciarlo e l’hovercraft sarebbe arrivato lo stesso a prelevarlo. Mi fermai giusto qualche secondo a osservare il suo corpo senza vita che ondeggiava nell’acqua. Delle lacrime rigarono il mio volto.
-Addio mio eroe- mi uscirono solo queste parole.
Poi iniziai a correre perché delle fiamme fluttuanti mi stavano rincorrendo.
Passo, dopo passo, correvo sempre più faticosamente, mentre le fiamme sembravano non stancarsi mai di rincorrermi. Non sarei resistita più di qualche minuto, finché non la vidi. Una semplice grotta, scavata nel terreno. Un ottimo nascondiglio. Ci entrai dentro. Lo spazio era piccolissimo, ci stavo giusto, giusto rannicchiata. Eppure, in questo luogo minuscolo e senza luce, avevano trovato spazio per una piccola telecamera, proprio di fronte a me che, sicuramente, in quel momento stava dando a tutti i distretti e a Capitol City il mio primo piano distrutto dal dolore e stanco, stanco di tutto, perfino di vivere. Già,in quel momento Snow stava aprendo una bottiglia di champagne perché io, la Ragazza d’acqua,il simbolo di tutti, per la prima volta, ero apparsa debole. Presa dalla rabbia ruppi la telecamera con un bel pugno. “Finalmente” mi dissi, “Un po’ di pace”. Ora gli strateghi non potevano vedermi perché nessuna telecamera era attiva in quella grotta. Mi sentivo in pace da sola con me stessa, come se potessi vivere in quel buco per tutta la vita. Finché non mi ricordai che gli strateghi mi stavano ancora controllando. Sapevano dove ero, sapevano che ero ancora viva, perché lì, nel mio braccio, c’era una piccola lucina bianca: il localizzatore. “Al diavolo”. Sfilai un coltello dalla cintura e mi feci un piccolo taglio sul braccio.  Trattenni il respiro mentre cercavo in tutti i modi di farmi uscire quel dannato coso dal corpo. Alla fine ci riuscii, ma, per fermare il sangue, dovetti strapparmi un pezzo di maglietta e arrotolarlo attorno. Nonostante il male immenso che mi ero provocata da sola, ero decisamente fiera del tentativo raggiunto. All’inizio non ne compresi il significato. Ero felice e basta. Ma poi un’idea precipitò nella mia mente. Alzai appena appena la testa verso l’alto vedendo che, intorno al mio nascondiglio, continuavano a divampare quelle dannate fiamme. Fu allora che mi venne un colpo di genio. Le fiamme coprivano ogni visuale e le telecamere non potevano vedere se ero io a finirci dentro o solo il localizzatore. Perciò buttai quel coso in mezzo al fuoco. Aspettai qualche secondo sperando che il mio piano avesse successo.
1 …
2 …
Contai
3
TUM.
 
POV CHRIS
Avevo sentito tre colpi di cannone sparare da quando ero rimasto  da solo a combattere con Cat. All’inizio non ci avevo dato conto … Insomma, ero troppo occupato a salvarmi la pelle, ma poi, una paura prese possesso di me. Una paura che poi divenne certezza. Sue, Patrick e Ginger erano morti. I tre cannoni dovevano essere per forza i loro, ma, finché, non mi trovai per terra, con un coltello puntato su di me, con Cat che mi guardava soddisfatta pronta per darmi il colpo finale, ecco fino ad allora, non mi resi conto di aver perso l’unica persona davvero importante. E questa volta, era morta per davvero. Lei, la Ragazza d’acqua, lei, il simbolo, lei Ginger Cadlecott.
-AHHHHHH!!!!- urlai io arrabbiato, anzi furioso con tutto e tutti, col mondo intero.
Strappai il coltello dalle mani di Cat e glielo conficcai brutalmente nel cuore. Le uscì un rivolo di sangue dalla bocca e poi …
TUM.
L’ultimo cannone degli Hunger Games suonò.
-Complimenti!!!! Chris Anderson, hai vinto i 124esimi Hunger Games!!!!-
-No, no, no, no!!!- gridai io.
Poi venni sollevato da terra quasi da una forza invisibile. Era un hovercraft che mi portava a Capitol City. Ora ci dovevano essere tutte quelle cerimonie che, prima degli Hunger Games, prima di conoscere Ginger, amavo tanto, ma che adesso odiavo con  tutto il mio cuore. Sull’hovercraft, mi tolsero il localizzatore e, una volta arrivati a Capitol City, mi avrebbero rimesso in sesto in qualche giorno. Però, avevo paura di una cosa: e se, una volta arrivato a Capitol City, mi avessero fatto dei trattamenti strani?? E se mi avessero fatto dimenticare di Ginger?? E se mi avessero fatto diventare uno di loro???
 
SPAZIO AUTRICE
Hey!!! È da tanto che non aggiorno … lo so, lo so, vi ho fatto aspettare troppo, ma ero in gita e, solo oggi, sono riuscita a scrivere … che ne pensate??? Siete sconvolti?? Felici?? Tristi??? Sinceramente, personalmente, io sono molto confusa. Era da secoli che cercavo un qualche stratagemma per far uscire dall’arena Ginger sana e salva insieme a Chris … Insomma non volevo copiare le bacche di Katniss e Peeta, ma non trovavo nulla di adatto … E poi qualche giorno fa mi è venuta questa pazza idea … è stato come un sogno, o forse un incubo …
In ogni caso voi cosa ne pensate di questo SOGNO-INCUBO??? Chiedo scusa per la scrittura e gli eventuali errori, ma sono davvero STRAVOLTA!! Vi chiedo di sorvolare e di recensire sul contenuto del capitolo e non sulla forma … VI PREGO …
*si mette in ginocchio come supplica*
Beh, ringrazio quelli che hanno recensito gli altri capitoli e poi ringrazio naturalmente il mio angelo personale: Directioner_2001. Andate a leggere le sue storie: SONO FIGHISSIME!!!
Baci a tutti
1D_we_love_4ever
  
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