Il Diamante Azzurro
Epilogo
Luccichio
Un’altra notte era sfumata
nell’aurora, e Kagome si trovava ancora sotto al Goshinboku, dove si era
addormentata; in preda ad incubi mescolati a sogni, il sonno non le aveva
giovato e il viso, la mattina seguente, testimoniava la dura nottata.
Disturbata da un insistente raggio di sole, la ragazza era stata costretta ad
alzarsi e dirigersi verso il più vicino corso d’acqua, dove potersi rinfrescare.
Qui, tormentata ancora dagli spettri della notte passata, rifletteva sul motivo
della scomparsa di Inuyasha, sulle sue parole, su quello che lui, in realtà, non
le aveva mai detto. Aveva ammesso di amarla proprio di fronte alla sua rivale,
ma glielo aveva mai detto in volto? Aveva mai avuto tanta forza e tanto rispetto
nei confronti della povera fanciulla? O, semplicemente, non era mai riuscito a
dirle quella bugia guardandola negli occhi?
Si sentiva una stupida, e probabilmente lo era. Inuyasha le aveva provato con
azioni e parole, anche più di una volta, quanto lui tenesse a lei, in che modo e
fino a che punto poteva spingersi per proteggerla. Perché avrebbe dovuto
mentirle? No, lui non né era capace, e non l’avrebbe mai fatto… Eppure la sua
mente, così abituata alla rassegnazione e alla paura, si rifiutava di credere in
una felicità così a portata di mano.
La perdita di suo padre prima, e la visione di Inuyasha ancora così innamorato
di Kikyou in seguito, l’avevano convinta che nessun uomo in grado di darle la
gioia che cercava, avesse la facoltà o la volontà di starle accanto.
Intanto, il riflesso che la osservava dalle profonde acque del rivo, le
rivolgeva un sorriso mesto e addolorato, poiché comprendeva quella tristezza;
cercava invano parole per consolarla e darle nuova speranza, ma come avrebbe
potuto lei, che la speranza aveva abbandonato ormai da tempo?
Si scostò le bionde ciocche dal volto e tentò di pronunciare parole che
potessero risollevare Kagome, ma queste non le uscirono come avrebbe voluto: -
La vita ti ha dato tutto: sei bella, sei giovane, sei in grado di amare come
nessun demone potrebbe mai. Ed hai qualcuno che ti ama più di qualsiasi cosa
egli conosca. Come puoi gettare tutto questo al vento per la tua stoltezza? La
fortuna ama variare, rimane per poco tempo e raramente torna due volte nella
stessa casa. Non lasciarla fuggire dinnanzi ai tuoi occhi.
“Non fare come me…”
Quelle non erano state certo parole di conforto, erano spietati rimproveri che
la yasha, grazie alla sua saggezza, in un altro momento avrebbe certamente
evitato. Eppure la sua bocca aveva dato fiato a queste fredde e amare note. E se
Kagome non avesse capito? Se avesse frainteso tutto?
- Non voglio soffrire ancora… Non ci riesco, non posso permettermelo…
- Perché, codarda? Come otterrai mai qualcosa senza combattere o rischiare? Se
chiuderai il tuo cuore al gelo della solitudine, avrai perso la tua battaglia,
non l’avrai certo vinta. Vale almeno tentare…
La Higurashi fissò ancora un po’ l’immagine che la guardava attraverso l’acqua,
poi la vide allontanarsi e confondersi con l’ombra che si estendeva ai suoi
piedi.
“Se solo Inuyasha mi dimostrasse…”
- Non devi avere bisogno di una dimostrazione d’amore – la incalzò Shinju, come
se le avesse letto nel pensiero – perché l’amore si vede negli occhi di chi
guarda, e solo chi non corrisponde quell’amore non può scorgere il luccichio che
essi emettono…
Kagome bevve un piccolo sorso d’acqua, attendendo l’ultima parola di qualcuno
che sembrava parlare a se stesso. – Comunque non devi più temere Kikyou… Tanto
meno… – Terminò con una risata di scherno – Tanto meno me.
きんぱつ - ちゃん
La loro avventura era conclusa. Si era aperta con l’arrivo di qualcuno che,
ormai, non c’era più, e si era conclusa con la partenza di qualcun altro a cui
avevano salvato la vita. La piccola demone-cerbiatto, quella Perla che, tanto a
lungo e strenuamente, il loro amico aveva protetto e finalmente salvato, aveva
scelto la sua via: una nuova vita in un luogo diverso, che non le riportasse di
continuo alla mente tristi ricordi, ma dove avrebbe potuto conservare e
coltivare il ricordo di quello che era stato, senza rimpiangere quello che
sarebbe potuto accadere. Il futuro.
La mora aveva acconsentito a portarla con sé nella propria epoca, poiché avevano
casualmente notato che anche lei, probabilmente grazie al suo grandissimo potere
spirituale, era in grado di attraversare il pozzo. Kagome si sarebbe occupata di
lei fintanto che non fosse stata in grado di badare a se stessa in un ambiente
tanto differente da quello in cui aveva vissuto per secoli.
Shinju non disse addio a nessuno, ma pronunciò queste semplici parole, che
tuttavia gli altri non compresero:
- Un giorno, amici miei, il mare vi riporterà a me, statene certi. Vi ringrazio
e vi auguro tanta fortuna… A presto, ragazzi, a quel giorno…
きんぱつ - ちゃん
- Kagome…
- Dimmi.
- Non mi hai più raccontato cosa è successo quella sera…
La ragazza divenne tutta rossa di fronte alla nuova sacerdotessa del tempio che
era andata a visitare. Sapeva che, prima o poi, Shinju glielo avrebbe chiesto.
In fondo, era anche merito suo…
きんぱつ - ちゃん
Kagome era seduta presso il
fiume, guardando i pesci che, ignorando la notte che regnava nel cielo,
continuavano a danzare nel flusso dell’acqua; le gambe strette al petto, lo
sguardo sognante. Un fruscio, dietro di lei, la riscosse dai suoi pensieri, ma
non si girò, sapendo già di chi si trattava.
Un braccio le cinse le spalle, una voce cominciò a sussurrare: - Che splendido
cielo che abbiamo stanotte!
- Già, - rispose lei - è stupendo.
- Riuscire a vederlo è una grande fortuna di cui, di solito, non ci si rende
conto. - Inuyasha si voltò verso la ragazza, cominciando a carezzarle i capelli,
facendola girare a sua volta. I suoi pensieri avevano raggiunto quell’ormai
lontano incubo di cecità. - Non mi sono mai reso conto della fortuna che avevo,
di vedere i tuoi splendidi occhi, le tue labbra carnose, i tuoi neri capelli, il
collo, gli zigomi, le mani che hai…
Un leggero rossore aveva colorato le guance di Kagome, che aveva abbassato gli
occhi, sorridendo. - Ora so quello che vedi, - disse lei; alzati di nuovo gli
occhi, continuò - ma non so cosa provi.
Inuyasha sorrise: - Cosa provo… provo ammirazione, vedendo il tuo coraggio;
provo commozione, vedendo il tuo altruismo; provo paura… sì, di quella ne provo
tanta! Paura vedendoti in pericolo, paura quando parli con Kouga, paura quando
torni a casa tua… paura di perderti, insomma.
Il lieve rossore era ormai divenuto intenso, interessando tutto il viso. - Provo
affetto, nello scherzare e nel giocare con te; provo amicizia, nel confidarmi,
quel poco, con te…
Amicizia… Kagome era rimasta interdetta a quelle ultime parole, ma sapeva che il
discorso non era terminato; Inuyasha, intanto si era completamente girato verso
la ragazza, stringendo una mano di lei nella propria sinistra e continuando a
carezzarle il viso con la destra; i suoi occhi brillavano sotto il cielo
stellato, esprimendo quello che ancora non era stato dichiarato a parole. Lei
aveva finalmente colto quel luccichio.
- …e poi… e poi provo amore. Amore quando mi consoli, amore quando ti sfioro
appena o ti stringo forte, amore quando ti guardo, ti sento parlare, ti avverto,
solamente, al mio fianco… Kagome, io… io…
- Ti amo, Inuyasha…
- Sì, esatto, io… - La frase non venne mai terminata: lei aveva coperto le
labbra del mezzo-demone con le proprie; l’ hanyou, dapprima sorpreso, cinse poi
la schiena della ragazza con le proprie braccia, rispondendo, finalmente, al
bacio.
- Ti amo anch’io, Kagome… - Le sussurrò, prima di riprendere a baciarla.
きんぱつ - ちゃん ㆍ きんぱつ - ちゃん ㆍ きんぱつ - ちゃん ㆍ きんぱつ - ちゃん ㆍ きんぱつ - ちゃん ㆍ きんぱつ - ちゃん
ç_______ç Oh Dio, non ci
posso credere!!! Sono commossa, la mia prima storia è conclusa!!! [Kinpa allaga
la stanza per le lacrime] Sapevo che questo momento sarebbe giunto (-.-' eh
beh…), e lo attendevo anche con impazienza, ma chiudere questa lunga maratona (O.O
sono passati 21 mesi…) è comunque emozionante… quasi due anni n compagnia di
Kongouseki e Shinju… È triste lasciarli andare così… u_u
Va beh, bando ai sentimentalismi! Spero la storia vi sia piaciuta (nonostante,
magari, la delusione per la fine dei poveri protagonisti) e spero di avervi
emozionato almeno un po’. Ringrazio tutti coloro che hanno letto questa storia,
soprattutto quei 52 lettori che mi hanno seguita fino al penultimo capitolo! O.O
E naturalmente, se ci sono persone che devo ringraziare con tutto il cuore,
quelle sono coloro che mi hanno sostenuto e spinto a proseguire questo racconto,
coi loro consigli e i loro complimenti. Grazie infinte a Nanà e Lala, le mie
grandi sensei, coloro che mi hanno convinta a non chiudere con la scrittura. E
grazie alle mie carissime Pallina e Konekuccia, che con grande pazienza mi hanno
seguito e commentato fino ad ora…
Un bacione immenso a queste quattro grandissime ragazze!
Ancora tantissime grazie e speriamo di rileggerci presto!
Alla proxima!!! Sayou!
Kinpatsu-chan