Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: Skye Jonson    26/03/2014    1 recensioni
Jade: una Sutcliffe che non passa l'ultimo esame? Una VERGOGNA!
Jenny: una Michaelis che non ha ancora fatto un contratto? Una VERGOGNA!
Alex: una cameriera maleducata? Una VERGOGNA!
Ma tutti hanno i loro difetti...e i loro segreti. La vendetta è un piatto che va servito freddo, giusto? Ma quando per raggiungerla hai bisogno di un demone, la vendetta non è mai stata così calda.
Indagini con un conte dall'anima scura, un maggiordomo misterioso e una cameriera altrettanto strana. Un demone infastidito da tutto che infondo non è poi così cattivo e, dopo dieci anni, finalmente la verità. Che collegamento c'è tra tutto questo? Semplice! Il contratto della Shinigami!
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: Spoiler!
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“Che devo fare?” chiese Jenny insistentemente. La shinigami la guardò, confusa “Facciamola finita, così andiamo a casa tutt'e due.”

Jade rise ancora e il demone si sentì morire: si era fatta prendere in giro! Era talmente arrabbiata con Sebastian che voleva anche lei fare un contratto con qualcuno. Che stupida! Come ha fatto a non ricordare che gli shinigami non hanno un anima?

“Eh no, Jenny!” disse ad alta voce Jade, spostandosi i capelli dietro le orecchie “Sai quanto è stato umiliante per me? Una Sutcliffe rimandata! Tu hai fatto vergognare me e io ora farò lo stesso con te.”

Jenny strinse i pugni con rabbia: aveva vinto, ormai era vincolata da un contratto eterno. L'aveva in pugno, e non poteva farci nulla. D'altra parte, Jade si stava divertendo un mondo. Ora che aveva un demone a sua completa disposizione, sarebbe stato facile per lei portare a termine il suo piano di vendetta! E la cosa migliore, era che il demone non poteva far nulla per scappare da lei!

Una voce disturbò i loro pensieri:

“Jenny! Sei ancora qui?” un sospiro “Lascia perdere, ho mandato Mey-Rin. Torna dentro, che è buio.” Jade vide Jenny farsi improvvisamente pallida, per poi sospirare a sua volta.

Mi ucciderà pensò intimorita.

La shinigami sorrise:

“Chi era?” e vedendo che il demone non aveva intenzione di rispondere aggiunse “Te lo ordino.”

“Solo mio fratello...”

Il fratello? Interessante...vedrò di sistemare anche lui. E, perchè no? Anche quel ragazzino.

“Vediamo subito di metterci d'accordo, eh?” incominciò Jenny in fretta “Proviamoci almeno a...non litigare. Dovremmo stare insieme per molto tempo.”

Jade non diede peso alle sue parole:

“Ti chiamerò quando lo riterrò opportuno.” e, detto questo, si allontanò cercando di non voltarsi a guardare il demone.

“Va all'inferno.” le gridò Jenny.

“Vacci tu.”

“Con piacere.” e, coprendosi il contratto che ancora pulsava, si avviò verso casa.

 

***

Sebastian non dovrà mai saperlo. Fu questo il primo pensiero di Jenny, appena la porta alle sue spalle venne chiusa da Finny, il giardiniere. La salutò cortesemente, chiedendole come stava. Ma Jenny non lo sentì nemmeno. Ordinò che venisse portato del tè in camera sua e nient'altro. Sebastian Michaelis... perchè tutti lo adoravano? Fuori poteva anche essere affascinante e tutto quanto, ma solo la sorella lo conosceva per quello che era. Fare le cose come lui vuole, punto. Se non vuoi prenderti una dose di schiaffi. Jenny lo ha sempre descritto come un tipo violento e impulsivo nei suoi confronti...e un po' distaccato. I genitori? Negli inferi, da qualche parte a fare affari e...chissà altro. Appena nata, fu subito istruita a dovere e, dopo qualche anno, l'attenzione di tutti era incentrata su Sebastian. L'umore di Jenny peggiorò nel formulare questi pensieri e, senza curarsi delle cose che avrebbe detto il fratello, sbatté la porta della sua camera. Si sciolse i capelli e si buttò a letto. “Vai con lui, dicevano. Imparerai molto, dicevano.” mormorò al cuscino, buttandoci sopra il capo corvino.

Bussarono alla porta:

“Arrivata? Dovresti imparare a comportarti. Sei rumorosa.”

Alzando gli occhi, Jenny si mise a sedere ed assunse la posizione più pudica possibile.

“Puoi entrare.”

Sebastian fece capolino dalla porta e le sorrise. Non si avvicinò, rispettò i suoi spazi, e mise le mani dietro la schiena. Era di buon umore in quell'ultimo periodo.

“Io e il padroncino partiamo per la stagione..”

“Ma davvero?” interrogò Jenny, inarcando le sopracciglia. Sebastian annuì:

“Verrai con noi. Prepara le valige. Partiremmo domani mattina.”

Jenny sentì il cuore spezzarsi poco a poco. Perchè prendeva decisioni senza il suo consenso? Perchè non si occupava mai di lei? Sono così poco importante?

“Non ho accettato.”

Il maggiordomo uscì dalla camera, e, girato di spalle disse, in tono severo:

“Non serve.” e chiuse la porta, lasciando Jenny alla sua tristezza.

 

***

 

“Mio Dio...è quasi magico.” sussurrò studiandosi il contratto. Abbassò la testa, i capelli rossi le coprirono il volto. Si sdraiò sul letto, levandosi il fastidioso vestito.

Rise ancora, emozionata ed eccitata allo stesso tempo, e si mosse nel letto. Un altra risata si sovrappose alla sua, gelida:

“Allora? Com'è aver stipulato un contratto?”

Jade si mise a sedere e la osservò: sempre così carina, furba, possibile che non le sfuggisse nulla?

“Questa è la cosa più bella che abbia mai fatto.” la shinigami notò che sul volto di Alex vi fu un ombra, che scomparve però in un attimo.

“Cambiando argomento. Ho fatto le valige. Non so se quel che ho messo ti andrà bene, ma lo spero per te, visto che non ho intenzione di rifartele.”
“Valige?” chiese Jade confusa “Per dove?”

Grell, come un uragano, entrò in stanza e, appena vide la sorella, corse per abbracciarla. A pochi centimetri da lei, però, si fermò ad osservarla. Disgustato, le buttò una coperta addosso:

“Ma Jade! Quelli sono i miei vestiti?” chiese indicando i pantaloncini e la maglietta “Come ti permetti di andare in giro per casa così? Sei un maschiaccio!”

“Tanto la donna di casa già c'è!” ribatté lei sulla difensiva.

Non capendo l'ironia, Grell rispose tranquillo:
“Sì, Alex è davvero femminile...”

Non stavo parlando di Alex.

“Si parte. Io, Madame, Alex e te. Le valige sono pronte, giusto?”

“Fai dei progetti che mi includono senza prima chiedere il mio parere?” la shinigami era scioccata. Anche se, partire per un po', le avrebbe fatto dimenticare il contratto e avrebbe così avuto tempo per pensare ad una strategia di vendetta.

Nello stesso istante, due ragazze completamente diverse ma simili da alcuni punti di vista pensarono: Una vacanza, eh? Senza intoppi, possibilmente.

 

***

 

La villa non era un granché, ma era carina. La tinta unica non piaceva a Jenny, però non importava. L'unico obbiettivo che aveva era rilassarsi:

“Più lontano sto da lei, meglio è.” mormorò.

“Come?” chiese Ciel. Jenny non rispose. Era intenta a guardare la villa, ma in realtà osservava il vuoto. Non aveva niente per la testa, a parte quel contratto, che ancora gli bruciava. Sia sulla mano e sia sull'orgoglio.

“Ci sono troppe persone a Londra” disse Ciel, scendendo dalla carrozza ed entrando nella villa, seguito da Jenny e Sebastian. Una annoiata, l'altro...beh.. . Chi poteva capire che provava Sebastian?

“La causa è la stagione, le classi nobili migrano dalle tenute in campagna alle loro residenza a Londra” rispose il maggiordomo calmo.

Com'è piccola, rispetto a Villa Phantomhive...e io dove dormo? intanto pensava Jenny, che non vedeva l'ora di posare le valige e chiudersi in camera con i suoi pensieri.

“Stagione, eh?” disse il polemico Ciel “Sono solo degli scansafatiche.”

“Talvolta” rispose con calma controllata Seb “Allontanarsi dal proprio maniero può essere un modo per rilassarsi.”

Incomincio a pentirmi di essere qui.

Intanto salivano una rampa di scale, che portava ad un lungo corridoio. Jenny si stava già scegliendo la sua camera quando Seb disse all'improvviso:

“Quei quattro non sono qui, dovremmo avere un po' di pace”

“Pace, eh?” dissero annoiati Ciel e la ragazza.

La porta venne aperta, e l'idea della pace svanì del tutto. Lau, Madame e Grell cercavano del tè, freneticamente.

“Ma dove lo tengono il tè in questa casa?” si lamentava Madame.

Ma non erano soli. Vi erano altre due figure che Ciel non conosceva. Una ragazzina di circa la sua età, biondissima e con occhi color acqua. Era una cameriera, probabilmente, e cercava il tè insieme a tutti gli altri, ma, a differenza di loro, con calma e leggerezza.

Grazia fu l'aggettivo che il conte le assegnò.

Poi volse lo sguardo verso il centro della stanza. Un'altra ragazza, alta e rossa, occhi verdi puntanti verso la finestra, con braccia incrociate, si limitava ad osservare il paesaggio e a sospirare. Poi si voltò verso di loro e guardò Ciel negli occhi. Cosa accadde in seguito lo capirono in pochi, ma, appena lo sguardo della ragazza incrociò il suo, Ciel vide nel suo volto una smorfia di dolore che la portò a poggiarsi di peso alla finestra, distogliendo lo sguardo.

Fragile fu l'aggettivo che il conte le assegnò.

Ciel provò a non osservare più quell'estranea, e urlò:

“Madame! Lau! Perchè siete qui?” il conte, lo giuro, urlò davvero molto forte, ma una voce ancor più alza contrastò la sua:

Tu cosa ci fai qui?” Jenny spostò Ciel di lato ed entrò nella stanza. Jade era lì, nel suo abito color crema, morbido, nei suoi guanti che coprivano il contratto da poco stipulato. Era lì. Era reale.

D'altra parte, Jade sgranò gli occhi, poi sospirò, sconfitta: non avrebbe mai trovato un po' di pace.

“Quindi è quello il tuo demone? Deboluccio, non credi?” valutò Alex, ma subito dopo spostò il suo sguardo altrove. Sebastian l'aveva già notata, nonostante il travestimento fosse ben riuscito. I demoni sanno sempre tutto...pensò la cameriera, mentre abbozzava un sorriso malizioso al maggiordomo, che ricambiò il sorriso.

“Visto che il conte è qui significa che...” incominciò Lau.

“...il cane da guardia della regina ha un nuovo caso, vero?” finì Madame.

 

***

 

In cucina, Grell, Alex e Sebastian mettevano su il tè, creando dolci e composizioni. In realtà il tutto consisteva in Sebastian che provava ad insegnare a Grell come preparare un tè. Alex guardava il tutto, annoiata. Di sicuro, nessuna delle tre ragazze si divertiva molto.

“Alex...” chiamò il demone “...potrebbe portare dei dolci di là intanto?”

Alex annuì, con grazia, e si avvicinò con il vassoio. Quando furono a poca distanza l'uno dall'altra, lo sguardo si Sebastian si rabbuiò. Senza guardarla, e continuando con le sue mansioni, sospirò:

“Lo scopriranno.”

Ma Alex, a differenza di alcuni, non provò timore nell'udire quelle parole dette nel modo più duro possibile.

“Non sono qui per te. Continua pure a tenere d'occhio Ciel. Io terrò d'occhio ciò che devo tener d'occhio.” Sebastian le sorrise, non certo per cortesia:

“Cos'ha quella ragazza di così speciale da farti venir fin qui a servirla? Una nullità, confrontata a te.”

Lo sguardo di Alex si fece gelido, come l'atmosfera nella cucina.

 

***

 

Jade, inventandosi sul momento qualcosa, riuscì a portare in un altra stanza Jenny, per parlarle in privato:

“Che bella sorpresa!”

“Stammi lontana. E stai lontana da mio fratello.” incominciò Jeny, guardandola preoccupata.

“Perchè dovrei stare lontana da lui?” chiese Jade, tranquilla. La shinigami prendeva la situazione con troppa leggerezza. Per lei, tutto ciò era un semplice gioco, un passatempo. Ma Jenny non era calma. Non lo era per niente. Fare un contratto con un demone è una cosa seria...e, visto che lei era una shinigami, la cosa si faceva ancora più complicata.

“Tu fallo e basta. Non vuoi che io ti serva? È per la tua incolumità.”

Lo sguardo di Jade si fece scettico:

“Ah! E da quando ti importa della mia vita?”

In risposta, Jenny si levò il guanto e le mostrò il contratto.

“Oh...capisco.” la shinigami sorrise, ed uscì dalla stanza.

Jenny, ancora dentro, sospirò: proprio non capisce a cosa va incontro?

 

***

 

“Alex. Dove siamo?”

Erano usciti tutti, compresi i domestici. Grell era vicino a Madame, Sebastian vicino a Ciel ed Alex, ovviamente, vicino a Jade.

“Non sai?” la informò fieramente Alex, guardando avanti “Ci sono stati degli omicidi. Le vittime sono sempre delle puttane. Si sospetta che il colpevole sia Jack the Ripper.” la rudezza nel tono di voce di Alex la sorprese.

Jenny si voltò nella loro direzione, con sguardo truce: non parlare, dicevano i suoi occhi.

Alex la stava forse prendendo in giro? La cosa si stava facendo seria?

“Interessante.” commentò Jade “Ma noi che centriamo?” Alex alzò lo sguardo su di lei, e con gli occhi più azzurri che mai espresse la sua confusione. A quanto pare, non lo sapeva neanche lei. La cameriera alzò le spalle:

“Che importanza ha? Non ci danneggerà e non ci porterà alcun vantaggio, non credi?”

Jade annuì, poco convinta.

 

***

Tornata a casa, credo che comincerò anch'io a commettere degli omicidi. Ecco, per i curiosi, cosa pensava in quel momento Jenny. Il suo pregio era quello di mantenere la calma in pubblico.

“Ehi!” chiamò Madame, avvicinandosi a lei “Chi sono?” Jenny sapeva che a Madame piaceva parlare e spettegolare, per questo, sia per curiosità e sia per ammazzare il tempo, decise di parlarle.

La donna in rosso si svegliò:

“Aaah, allora anche tu sei una ragazza a cui piace parlare!” poi abbassò la voce, come una spia “Sono gli uomini di Scotland Yard. Non molto intelligenti, non sono mai riusciti a risolvere un caso senza l'aiuto di mio nipote. Non è un caso che sia sempre chiamato dalla regina.”

Lo so io perchè riesce sempre a risolvere ogni caso...si disse la ragazza scettica, allontanandosi. Si sentì osservata e voltò lo sguardo verso suo fratello: a lui non sfuggiva mai nulla.

 

***

 

Jade non amava la compagnia. Dopo esser stati in giro con il conte (il giro includeva anche la visita ad Undertaker, un simpatico becchino) si ritirò nella sua camera insieme ad Alex. Quest'ultima metteva a posto le cose della ragazza, che intanto si era sdraiata e guardava il soffitto, pensando. Aveva la mente fissa ad una cosa sola. Alzò la mano sopra di lei, levò lentamente il contratto e lo osservò.

“Non ti ci abituare.” la mise in guardia Alex, appendendo i vestiti “Ancora non hai pensato ad una vendetta, e questa suppongo che avverrà in fretta. Non ti divertirai poi così tanto e il contratto sarà annullato. Tu non avrai avuto nulla, e così anche il tuo demone.”

Jade nascose il contratto dietro il guanto e immerse il viso nel cuscino:

“Sta zitta.” e poi una vendetta in mente ce l'avrei. Dovrei dirgli tutto? Alex era una cameriera fidata, era già a conoscenza di un suo gran segreto...perchè non dirle anche questo? Era la sua consigliera...e poi era ai suoi ordini. Come lo è Jenny. Sorrise e iniziò a parlare:

“Lo sai che i miei genitori sono morti?”
“Sì...lo avevo immaginato.” rispose semplicemente lei, continuando a darle le spalle.

“Sai...ancora non riesco a smetterla. Non riesco proprio a non pensarci. Infondo, sono passati dieci anni e ancora li rivedo.” si fermò “Legati ad una sedia, avvolti dalle fiamme. E la casa che bruciava.”

Un rumore di cocci rotti la fece sobbalzare. Alex guardava avanti a se, e ai suoi piedi vi era un vaso...ormai in frantumi. Jade notò che il piede le sanguinava abbondantemente, ma la ragazzina non sembrava farci caso.

 

***

 

Perchè non me l'ha detto? Le piccole mani tremavano mentre le parole di Jade riecheggiavano e si ripetevano nelle orecchie. Voglio andarmene.

Si voltò. La shinigami, quell'ingenua, la guardava con i grandi occhi verdi/viola sgranati. Immobile. Alex aveva gli occhi lucidi ed un improvviso malore la investì.

“Ehi...chiama qualcuno, eh?”

Jade scattò in piedi, evitando i cocci del vaso, e corse fuori dalla camera, senza chiudere la porta. Alex, zoppicando, si sedette sul letto. Non ci voleva. Doveva essere in forma smagliante, doveva seguire la shinigami ovunque. Non poteva permettersi di star male. Ma la cosa che più le dava fastidio era il silenzio. La zia era sempre stava avvolta da segreti...ma perchè non dirle proprio la cosa più importante? Alcune lacrime uscirono dagli occhi azzurri di Alex, lacrime di rabbia. Si buttò sul cuscino e pianse.

 

***

 

“Alex sanguina!” fu questo quel che gridò appena uscita dalla sua stanza. Ma nessuno si precipitò a soccorrerla, e Jade dovette correre in tutta la villa a cercare aiuto. La reazione di Alex era stava avventata. Far cadere un vaso perchè parlava di morte! Non erano appena stati su una scena del crimine?

Aprì la porta della sala dove spesso di riunivano e si bloccò. La stavano tutti fissando, soddisfatti.

“Ah Jade!” esclamò Madame andandole incontro, ma lei la sorpassò in un lampo. Guardò Sebastian in volto, provando a sembrare determinata e decisa:
“Alex sanguina. Si è ferita ad un piede con dei cocci. Vai nella mia stanza e curala.”

Sebastian, senza fare domande, si alzò e fece un rigoroso inchinò a Jade:

“Capito.” detto ciò, si allontanò.

Restò ferma e si sentì gelare quando il maggiordomo le passò accanto.

Madame aveva un espressione preoccupata in volto, Ciel invece continuava a fissare il tavolo con espressione piegata in una smorfia: possibile che pensasse sempre a qualcosa di complicato? Lau...Lau non faceva assolutamente nulla. Jenny non le staccava gli occhi di dosso, occhi pieni di rimprovero. La donna in rosso si avvicinò a Jade e la guardò per molto, molto tempo. Poi le diede le spalle e si sedette, e continuò a fissarla da basso. Finché, con una risata, batté le mani per la contentezza:

“Oh, Ciel! Non trovi che sia perfetta?”

“Perfetta per cosa?” domandò Jade. In sua risposta, Ciel le sorrise, enigmatico.

 

***

 

Sentì qualcuno salire le scale e Alex pose fine al suo pianto. Lo sentiva. Sapeva chi fosse. Sebastian entrò, e, furtivo, si chiuse la porta alle spalle. Piano, prese un fazzoletto e vi spruzzò il medicinale che aveva portato. Si inginocchiò, silenzioso, e chiese ad Alex di porgergli il piede. Con riluttanza, lo fece. Si sentiva male...il tocco del demone le dava un dolore allucinante. Mentre Sebastian le tamponava il piede non resistette, e si lasciò sfuggire un gemito di dolore, al quale il maggiordomo si fermò.

Alzò lo sguardo sulla cameriera, pura e bionda, occhi azzurri come il cielo e disse:

“Ti sto provocando dolore?”

“Come se ti importasse” grugnì Alex.

Sebastian sorrise enigmatico e tornò a curarle il piede. Poi lo avvolse con della garza e si alzò, e sospirò soddisfatto. La cameriera guardava ancora a terra, gli occhi fissi sui cocci. Sebastian li fece sparire in un baleno. Lanciandogli un occhiata truce, si alzò e, al tocco col pavimento, gridò un poco. Perse l'equilibro e lo ritrovò nelle braccia del maggiordomo. Urlando più forte, lo spinse lontano da lei e si resse al letto.

“Non ho bisogno del tuo aiuto.”

“Perchè fare tutta questa scena?” chiese tranquillo il maggiordomo, sorridendole un poco.

“Non sono affari che ti riguardano.”

Voleva avere l'ultima parola, doveva averla. Uscì zoppicando dalla stanza, ma, prima di chiudersi la porta alle spalle udì il maggiordomo dire:

“Lo sapranno tutti.”

 

***

 

“Aleister Chamber, della famiglia del Visconte Druitt. Si è laureato in medicina, ma non ha mia esercitato. Sembra che abbia organizzato diversi party nella sua residenza. Però invita solo i suoi amici più stressi in un altra stanza.” informò Sebastian, mentre la carrozza correva, immersa nel buio. Doveva essere tutto perfetto, quella sera.

“C'è una voce in giro che dice che sia coinvolto nella magia nera...” spettegolò Madame.

“Pare che si svolgano dei rituali strani, in questi party segreti, e che ci siano sacrifici di prostitute.” continuò Lau.

Alex chiuse gli occhi,disgustata. Jade se ne accorse e la guardò, triste. Doveva restare a riposo...si ripete. Alex aveva nascosto la ferita al piede sotto calze e scarpe, ma la shinigami sapeva che ancora le faceva male.

“Stasera si terrà l'ultimo party della stagione. È la nostra unica possibilità.” disse convinto Ciel, e, guardando Jade finì “Capito?”

Jade annuì, sospirando.

La carrozza si fermò. Sebastian scese e tenne la portiera aperta. Appena la shinigami mise piede fuori dalla carrozza, si sentì orribilmente osservata. Scattante, Madame la prese per un braccio e la portò avanti alla porta della villa.

“Madame, ti prego!” supplicò Jade.

“Silenzio! E recita bene la tua parte, eh? Avanti, che sei bellissima!” provò a consolarla, ma proprio non ci riusciva. Jade odiava tutto ciò.

I capelli erano sciolti, cadevano sulle spalle e un fermaglio dorato le ornava il capo. Il vestito era largo e lungo, strettissimo in vita. Il colore che avevano scelto fu l'indaco, ornato di dettagli in oro.

“Allora!” esclamò Madame “Ciel sarà il mio nipotino e Sebastian il suo tutore...”

“Non c'è problema.” sorrise tranquillo Seb.

“Lau sarà mio marito, Grell il mio maggiordomo e Alex la cameriera in prova!” poi il tuo tono di voce cambiò radicalmente, si addolcì “Alex, sicura di star bene col piede?”

Alex sapeva che Sebastian la stava guardando:

“Si, non si preoccupi Madame.”

“Perfetto!” gridò entusiasta lei “Jade, tu sarai mia nipote e tu, Jenny, la sua tutrice...”

Jade ballò tutta la sera, ma non riuscì mai a ballare con il Visconte. Dopo tre balli, fu Sebastian ad invitarla. Sapeva che era per darle degli ordini.

“Cerca di avvicinare il Visconte...” mormorò.

A Jade tremarono le spalle e chiuse gli occhi. Un dolore prese possesso del suo stomaco, e ciò la costrinse a strizzare gli occhi.

“Ehi.” incominciò Sebastian “Non puoi mollare, okay? Non devi.”

“Io...” tremò “...credo di star poco bene.”

“Altri due balli.” disse con freddezza lui. E ricominciarono.

 

***

 

Alex era agitata. No, non andava per niente bene. Come poteva proteggere Jade, se si cacciava in situazioni del genere? Anche se l'ordine della zia non era stato proteggerla, ma seguirla ovunque e riferirle tutto. Però, si era quasi affezionata a quella strana ragazza. Lei non doveva farlo, ma voleva.

Aggirò la pista da ballo. Dov'era? Lui è qui... pensò Alex ...e devo trovarlo, altrimenti Jade non resisterà per altri cinque minuti.

 

***

 

“Avanti, Jade! Non si può rimandare.” le bisbigliava con rabbia Sebastian, durante il secondo ballo, ma lei non lo sentiva. Era stremata. Il maggiordomo lo vide, diventava sempre più pallida, e osò toccarle la fronte. Inutile dire che il demone si bruciò, anche se è alquanto improbabile. Non avrebbe certo mandato Jenny al suo posto, lui sapeva che tipo era il Visconte. Doveva pensare ad una soluzione, ed in fretta.

La pista da ballo, agli occhi di Jade, prese a girare improvvisamente e veloce. Tutti gli ospiti che vi erano divennero piccole e lontane sagome sfumate. Alla fine il maggiordomo non decise nulla, pechè Jade era collassata.

 

***

 

Alex imprecò. Incominciò a correre con il vassoio pieno di stuzzichini per gli ospiti per tutta la sala. Eccoti. In un angolo scuro, come se fosse isolato dal resto degli altri, vi era un uomo. Alex vi si avvicinò, cauta.

“Perchè ti interesso tanto?” sussurrò la figura, restando nell'ombra.

“Non ti sto facendo nulla.”

“Lo stai facendo a lei.” ruggì la cameriera, avvicinandosi un po'. L'uomo ridacchiò:

“E a te che importa? Non è compito tuo proteggerla, almeno così ti ha detto il capo.”

“Via.”

L'uomo le rivolse un breve e scintillante sorriso, che spiccava nell'ombra. Fece una riverenza e si ritirò nel suo angolo. Alex gli andò in contro, ma l'unica cosa che incontrò fu il muro. Se n'era andato. La cameriera sospirò. Dovrei riferire tutto alla zia? Si chiese...ma già sapeva quello che doveva fare. Da quando Jade le aveva detto quella cosa, non si fidava più della zia. E se qualcuno lo avesse scoperto, bhé...ci sarebbe stato del sangue.

Il suo. Alex aveva paura.

 

***

 

Grell venne trattenuto da Madame, furiosa:

“Ricorda che ora non è tua sorella!” Grell le lanciò uno sguardo di fuoco, che normalmente non riservava a Madame, ma restò dov'era. Accanto a lui, la cameriera era seria in volto.

“Dove sei stata?” chiese lui sussurrando.

“Servivo, è questo il mio compito.”

Grell annuì, sentendosi sciocco. Il compito di Alex era quello, ma si sentiva minacciato da tutti ormai. Soprattutto perchè sua sorella stava per correre dei pericoli, e la cosa non gli andava a genio.

Da lì, Grell riuscì a vedere una folla di persone radunate intorno a lei.

 

***

 

Sebastian la teneva tra le braccia, fingendosi preoccupato e invocando aiuto. Il Visconte Druitt si avvicinò e, vedendola, esclamò:

“Mia piccola rosa! Che è accaduto? Riferitemi.” ordinò a Sebastian.

“Ha avuto un malore.”
“Ma ora che ho udito la vostra voce sto molto meglio, Visconte...” sussurrò debolmente Jade, aprendo gli occhi. Sebastian corrugò le sopracciglia.

Il Visconte, senza troppi complimenti, le prese il bracciò e la issò su, la musica ripartì e gli ospiti, confusi, rincominciarono a ballare.

“Vieni, mia piccola rosa, ti porterò a riposare...” le sussurrò in un orecchio il Visconte. Jade tremò, ma si ricompose e fece la sua parte:

“Sarebbe fantastico.” la ragazza venne scortata in un altra ala della sala. Prima di varcare la soglia di una porta, si voltò. Alex la guardava, preoccupata. Avevo ragione. Non doveva proprio venire, è troppo impressionabile.

Con un gesto, le fece segno di andare dagli altri e dirle che era fatta.

Druitt la fece entrare in una camera da letto. Appena entrata, sentì uno strano odore e si accasciò contro la porta:

“Credo di sentirmi ancora male, Visconte...” la vista le si appannò e, in tempo per vedere il Visconte sorridere, chiuse gli occhi, sentendosi improvvisamente stanca.

 

***

 

Aveva la mani dietro la schiena e poteva sentire il peso della benda sugli occhi.

“E ora...” annunciava la voce del Visconte “...la sorpresa dell'asta! Provate soltanto ad immaginare una rosa dagli occhi verdi come gemme. Come la pietra che porta il suo nome, Jade!” (nota dell'autrice: Jade, Giada in italiano, è una pietra dal colore verde chiaro, per chi non lo sapesse :D)

Sentii che il conte le toglieva la benda dagli occhi, ma li tenne chiusi. Un mormorio di dissenso si alzò nella stanza e Jade si tirò indietro. Aprì piano un occhio, e vide l'ombra del Visconte coprirle la vista. Lui, tranquillissimo e minaccioso, allungò una mano e le accarezzò la gamba nuda. La ragazza chiuse gli occhi, e involontariamente una lacrima scese da essi. Ma il Visconte, arrivato al pugnale che teneva nascosto, lo estrasse e lo avvicinò rapidamente al volto di Jade, proprio sotto gli occhi. Poggiò la punta fredda sulla calda guancia e premette: una goccia di sangue le percorse il viso:

“Apri gli occhi.” sussurrò, gelido. La shinigami rabbrividì e, disperata, fece l'unica cosa che poteva fare allora.

Ci fu un gemito, poi delle urla, e la stanza si fece più scura del solito. Jade aprì finalmente gli occhi, e vide Jenny, coperta di sangue, osservarla con orrore: non lo aveva mai fatto prima.

 

***

 

“Che cosa?!” fu l'urlo di Ciel alla vista del giornale “Jack colpisce ancora?!”

“Quindi non era il Visconte?” concluse Madame.

Jade e Jenny erano in un angolo della stanza, vicine e serie in volto. Alex, mentre le osservava, non riuscì a capire ciò che passava per la testa alle due. Ma una cosa era certa. Più Jade starà con lei, più sarà in pericolo. Questa storia deve finire. E, se dovrò rimetterci, ci rimetterò.

 

  
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