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Autore: xCyanide    26/03/2014    4 recensioni
La prima volta che l’avevo visto, però, la ricordavo.
Ve l’ho detto, era semplicemente apparso, non lo conoscevo. Non lo avevo mai visto prima di allora.
E quindi come ha fatto uno sconosciuto a sembrarmi così familiare, proprio come se fosse casa mia? [dal primo capitolo]
-Ti stai innamorando di me, Frank? – chiese, con così tanta tranquillità e naturalezza che mi sembrò quasi strano sentir uscire quelle parole dalla sua bocca. [dal sesto capitolo]
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way | Coppie: Frank/Gerard
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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CAPITOLO 18 - Di genitori supersonici, pace e piccole richieste. 

La prima cosa che sentii uscire dalle sue labbra fu un leggerissimo “protege moi” che mi fece cedere qualsiasi intenzione di allontanamento che fino a quel momento avevo pensato possibile.
A volte mi sentivo pazzo, completamente pazzo, ma mi bastava affondare dentro quelle iridi chiare che mi rendevo conto che tutto andava come doveva andare e come era giusto andasse.
Le persone potevano pure prendersi gioco di me, in quel momento non me ne importava. Non potevano vedere quello che stavo provando nel guardare quelle iridi che tanto mi erano mancate, straziate dalle lacrime che aveva versato e dalle botte che aveva preso.
Non avrei dovuto permettere a nessuno di fargli una cosa del genere, ma in un lampo mi accorsi che avevo fatto la maggior parte del lavoro lasciandolo. L’avevo lanciato in pasto ai leoni.
Ero un mostro. E lui avrebbe dovuto odiarmi.
Brian ancora mi sorrideva malizioso e vedevo Mikey che cercava di attirare la mai attenzione. Non mi voltai verso di lui ma in qualche modo seppe che stavo ascoltando perché si schiarì la voce.
-Io… Frank, i miei genitori sono qui perché vorrebbero parlare con i tuoi, loro… l-loro vogliono farli ragionare – mormorò imbarazzato e io annuii distrattamente come a chiudere il discorso.
Sentivo tutto ovattato intorno a me da quando avevo visto di nuovo il viso della persona che amavo, che in quel momento mi fissava senza proferire più parola, con la pelle arrossata dalla vergogna che provava per i suoi lividi. Istintivamente chiusi le mani a pugno perché volevo davvero fare male a chi aveva osato ridurlo in quel modo, in primis me stesso.
Deglutii appena sentii dei passi dietro di me e subito vidi Brian che si sporgeva oltre il mio corpicino come a farci da scudo da quella che avrebbe potuto essere la reazione violenta di mio padre.
Chiusi gli occhi lentamente come pronto a una qualche botta che però non arrivò.
-Signor Iero, siamo tutti qui perché vorremmo parlare con lei e la signora. Vorremmo farle capire che… - cominciò spedito il mio migliore amico mostrando quell’atteggiamento da uomo fatto e finito che gli aveva fatto guadagnare così tanto rispetto a scuola. Ma ovviamente venne interrotto da Anthony.
-Ragazzo, io capisco che sei afflitto dai tuoi problemi esistenziali ma ti consiglio di andare via e fartelo mettere al culo dal tuo ragazzo prima di prenderti più botte di quelle che meriteresti – disse serio mio padre fissandolo direttamente negli occhi, i suoi pieni di rabbia e risentimento nei confronti di Bri.
-Sa, vedo che ne parla molto spesso in questo periodo. Di prenderlo al culo, intendo. Perché non prova? Posso assicurarle che è molto meglio di quello che in molti dicono – gli tenne testa, con la sua solita espressione sghemba e quel sorrisino sbilenco, alzando il mento così da essere alla sua altezza, anche se comunque di qualche centimetro lo superava senza grandi sforzi.
Sganciai gli occhi da quelli di Geràrd giusto in tempo per voltarmi e vedere mio padre che tirava su un pugno serrato che probabilmente sarebbe andato direttamente sulla mascella del mio migliore amico.
Ero già pronto a vedere molto sangue per terra, infatti avevo serrato gli occhi simultaneamente, quando una voce dolce e davvero squillante fece morire sul nascere l’azione violenta del mio carnefice preferito.
-Signor Iero, con tutto il dovuto rispetto, ma lei tocca un altro ragazzo come ha fatto col caro Frank ed io e mio marito la denunciamo – disse con tutta la calma del mondo Donna Lee Way mentre con passi delicati sui suoi tacchetti entrava in casa oltrepassando il fisico cadaverico dei due figli. Direttamente dietro di lei, Donald la proteggeva con la sola presenza e la seguiva con passi silenziosi come fosse la sua ombra. Lui mi sorrise dolcemente prima di tornare a dedicare lo sguardo a mio padre.
-Ora, se vuole scortarmi verso la cucina, caro, sarò felice di fare una chiacchierata con lei e la signora – affermò risoluta porgendogli la mano che Anthony guardò. Non accennò nemmeno a stringerla ma lei parve non farci caso. –Mi chiamo Donna e sono, beh, sua suocera. Ragazzi, fatemi una cortesia e andate a giocare in cameretta okay? Qui abbiamo un bel po’ da fare.
Vidi mio padre diventare bianco, le sue labbra di quel verdognolo tipico del post-rigetto, ma nessuno seppe contraddirla. Non volò nemmeno una mosca.
Amavo quella donna.
 
Una volta entrato in camera ringraziai il cielo che Mikey e Brian fossero rimasti nel corridoio, così avrei potuto parlare tranquillamente con Geezie.
Lo vidi sedersi sul letto e accoccolarsi su se stesso, poggiando il mento sulle ginocchia ossute, e quella dolce visione mi riportò ai primi giorni in cui ci conoscevamo. La cosa mi fece sorridere appena. Avevo creato un casino e volevo assolutamente rimediare a tutto quello.
-Comincio col dire che sono un testa di cazzo – mormorai, sedendomi accanto a lui e voltandomi verso il suo viso magrissimo e incavato.
-Mi sei mancato – sussurrò portando gli occhi di nuovo fissi nei miei e avvertii una stretta al cuore quando sentii quelle parole. –Mikey e Brian sono giorni che organizzano questa improvvisata. All’inizio non volevo ma tu… t-tu non rispondevi al telefono e mi evitavi a scuola – continuò, con la voce delicata che vacillava alla fine di ogni parola, era in procinto di piangere e stava solo cercando di nasconderlo, anche se non era molo bravo a farlo. –Ho pensato che avrei giocato il tutto per tutto. Per un attimo ho anche sperato che accettassi di farmi entrare, p-perché avevo davvero il terrore che mi lasciassi lì fuori con le false speranze a farmi compagnia. Dopo tutto quello che mi hai detto, posso… p-posso affermare che, si, sei un testa di cazzo.
Annuii pianissimo non ribattendo assolutamente perché sapevo che aveva ragione. Sapevo che non stava cercando di ferirmi, stava solo provando a spiegarsi per la prima volta da quando la nostra relazione era cominciata.
-Ma, nonostante questo, ho pensato a te ogni giorno che passava, chiedendomi cosa stessi facendo o con chi fossi, sperando che tuo padre non facesse altri casini e che a scuola ti lasciassero in pace – disse lasciando finalmente scappare limpide lacrime lungo le sue guance livide e scure, le sue labbra incurvate appena verso il basso. –Non sono così forte come ho voluto far credere, Frankie, ma volevo semplicemente essere indispensabile per qualcuno per la prima volta in vita mia. E io ti amo così tanto che avrei tranquillamente fatto a meno della mia felicità pur di vederti sorridere.
Un colpo al cuore mi fermò per un attimo il respiro quando sussurrò quella frase. Allora mi amava ancora! Nonostante tutto, era una persona talmente tanto buona da amarmi. Avvertii anche i miei occhi lucidi, perché diamine, era la notizia migliore del mondo quella e le mie orecchie l’avevano bramata per così tanto tempo.
-Si ma… - cominciai cercando di placare il groppo in gola che mi faceva parlare come se stessi per svenire. –Ma una relazione non deve essere questo, Geràrd. Io voglio farti esattamente quello che tu riesci a dare a me e non di meno. Voglio essere indispensabile per te quanto tu lo sei per me – fissai le iridi nelle sue lucide e mi sforzai di sorridere debolmente come a dargli l’esempio per quella leggerissima smorfia. Sospirai appena davvero afflitto. –Io credo che… io e te siamo fatti per stare insieme. Lo dice tutto, amore! Ci ho pensato spesso da quando ho fatto quella cazzata e… il modo in cui mi tieni la mano, in cui mi stringi, le nostre espressioni quando ci guardiamo, i nostri bacini timidi, tutto… tutto mi fa capire che sarai mio per sempre. Questa non è la semplice cotta adolescenziale che sfocia in una storia triste.
Vidi i suoi occhi farsi anche più lucidi di quello che già erano e voltò appena lo sguardo come a non farsi vedere così fragile. In un moto automatico, mi sporsi verso di lui e poggiai due dita sotto il suo mento così da farmi guardare negli occhi, più deciso che mai.
-Comincia col farti vedere anche in questa condizione, Geez, sei una persona fragile e adesso che lo so voglio fare qualcosa. Lascia che questo testa di cazzo rimedi a quello che ha fatto e…
-Tu non sei un testa di cazzo – mormorò interrompendomi con voce dolce, tirando appena su col naso. –Tu… tu sei bellissimo, ecco cosa. Sei bellissimo, Frank, e non voglio perderti mai più.
La mia pelle diventò completamente rossa dopo le sue parole e pianissimo portai le mani sulle sue guance incavate per portare lentamente via le lacrime che stava versando. Spostai appena il peso del mio corpo così che gli fossi più vicino e titubante mi accoccolai a lui come avrebbe fatto un bambino in cerca di protezione.
Lui bloccò il mio movimento solo con lo sguardo che mi lanciò, e in una frazione di secondo ritrovai le sue labbra sulle mie, finalmente, dopo tanto tempo.
Mi chiesi come avevo fatto a non baciarlo per tutto quel tempo mentre scoccavo con estrema dolcezza la mia pelle sulla sua, leggermente umida. Intrecciai con tenerezza le dita della mia mano sinistra alle sue e cominciai lentamente a carezzare il dorso della sua mano così liscio e fragile.
Sentii che una piccola risata gli scappava di bocca dopo quei tre mesi infiniti e mi abbeverai della sua felicità, promettendomi che da quel giorno in poi avrei fatto di tutto per farlo ridere in quel modo dolcissimo.
 
Quella sera ci amammo come probabilmente non avevamo mai fatto, sul mio letto nella mia piccola camera, incuranti di tutto il resto del mondo.
Al piano di sotto impazzavano le urla di mio padre contro Donna e Donald ma qualcosa comunque si stava risvegliando nella sua testa bacata.
Fuori dalla mia stanza, Mikey e Brian stavano stringendo un’amicizia che sarebbe durata poi per anni, così complici e quasi fratelli.
In quel momento, però, l’unica cosa a cui riuscivo a pensare erano gli occhi di Geràrd che mi stavano trasmettendo tutto quello che provava mentre con estrema delicatezza violava il mio corpo per la seconda volta nel corso della nostra piccola relazione.
Sembrava che finalmente tutto stesse andando come doveva davvero andare.


xCyanide's Corner
*porge a tutti bandierine con su scritto "GO MAMMA WAY, GO GO!"* Sono arrivai i nostri supereroi aaaaaaaaah! Che bello, non vedevo l'ora di arrivare a quesa parte della storia. Amo gli Way e amo il personaggio di Brian e dovevano essere loro a sistemare tutto, assolutamente. Spero che anche a voi sia piaciua la loro partecipazione!
Ovviamente, fatemi sapere se vi piace e se volete sapere come andrà a finire - per la mia gioia ho deciso che durerà 21 capitoli e non 20 come avevo pensato!
Alla prossima cari,
xCyanide

 
  
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