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Autore: Angy_Sunny    26/03/2014    2 recensioni
A quattro anni di distanza, la Grojband e i Newmans non sono più nulla.
Ognuno dei loro membri ha preso una strada diversa e ora vive la propria vita da adolescente, anche se con qualche voragine nel cuore da rattoppare.
Ma se si ritrovassero a condividere per un mese intero una casa delle vacanze in riva al lago?
Fra amori da rispolverare, liti furiose e falò notturni, non sarà di certo la più classica delle estati.
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Dal testo:
Ognuno degli otto adolescenti credeva che sarebbe stata un estate memorabile, invece per loro sarebbe stato il peggior incubo con il migliore dei lieto fine.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Carrie Beff, Corey Riffin, Laney Penn, Larry Nepp, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2.
 

16 giugno
 
Erano appena le sei e mezza de mattino, ma Laney, più o meno sveglia, era già in viaggio.
Di solito svegliarsi prima delle undici è un reato d’estate, ma quel giorno si poteva fare una piccola eccezione dato che quel lungo tragitto che stava percorrendo in macchina era il mezzo per far sì che iniziassero le sue vacanze.
Già, finalmente il giorno tanto atteso era arrivato!
Un meraviglioso mese di libertà era iniziato e la rossa non poteva essere che felicissima.
Peccato però che la voglia di dormire stesse continuamente mettendo in pericolo la sua vita.
Dopo aver faticato per prendere la patente, Laney aveva insistito con i suoi genitori affinché la lasciassero intraprendere il viaggio da sola permettendole così di fare anche un po’ di esperienza di guida.
Se ne pentì amaramente.
Non solo ogni due minuti rischiava di collassare sul volante, ma doveva anche fare i conti con animali che per puro caso le tagliavano all’improvviso la strada, con camionisti rozzi e famigliole con figli isterici che le urlavano contro sporgendosi dal finestrino.
Probabilmente in quel momento doveva assomigliare ad una specie di zombie: i capelli spettinati, il trucco sbavato, le occhiaie sotto gli occhi e la carnagione cadaverica.
Ciliegina sulla torta, mancavano ancora due ore per arrivare a destinazione e il traffico si stava intensificando.
 
Sarebbe stata una lunga, lunghissima mattinata…

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Corey, Kin e Kon, quella mattina, avevano perso il loro mezzo di trasporto (l’autobus) e per questo ora stavano tentando- sotto suggerimento dei soliti infallibili piani del blu- di convincere qualche automobilista a dar loro un passaggio.
Per il momento erano lì da mezz’ora e nessuno li aveva degnati nemmeno di uno sguardo di compassione.
-Corey mi sa che facciamo prima a chiamare qualcuno- disse rassegnato Kin.
-Andiamo amico, non essere così pessimista!- proprio in quel momento un auto sfrecciò a tutta velocità su una pozza d’acqua infradiciando il trio.
I gemelli misero su uno sguardo accigliato rivolto al ragazzo, che mostrò loro un sorriso nervoso.
Ad un certo punto, quasi per miracolo, una jeep affiancò il gruppetto e un uomo sulla quarantina si affacciò al finestrino e chiese dove dovevano arrivare.
-Vicino Sunset City (*)- risposero in coro, con una nota di speranza nella voce.
L’automobilista sembrò pensarci su un attimo, poi sorrise invitandoli a salire a bordo.
I tre non se lo fecero ripetere due volte e, pieni di entusiasmo, presero posto sul veicolo.
Notarono che, sedute sui sedili posteriori mentre parlottavano fra loro, c’erano due ragazzine piuttosto familiari…
-Corey, Kin, Kon!- quando li videro smisero di chiacchierare e saltarono letteralmente addosso ai ragazzi.
-Non vi ricordate di noi? Siamo Allie e Kate!- urlarono continuando ad abbracciarli.
Allie e Kate? Le loro fan numero uno?
Incredibile, erano davvero cambiate nel corso di quei quattro anni!
Allie era più alta, aveva i capelli sciolti e mossi, con le punte tinte di rosa, e gli occhi erano contornati di mascara e matita blu.
Kate invece aveva i capelli rasati da un lato, non portava più gli occhiali e aveva le palpebre truccate con un velo di ombretto arancione.
L’unica cosa che non era cambiata in loro- a parte l’entusiasmo- era il fatto che indossassero la maglia della Grojband.
-Su ragazze, lasciateli respirare quei poveretti- le ammonì in tono giocoso l’uomo.
Loro obbedirono e ritornarono ai loro posti, continuando a fissare Corey, Kin e Kon e lasciandosi scappare dei risolini di emozione.
Dopo quella riconciliazione, il viaggio riprese.
Sul volto del ragazzo dai capelli blu calò un velo di tristezza mentre ricordava i bei momenti della propria ex-band, revocati da Allie e Kate.
Quelle due ragazzine, a quanto pareva, erano ancora loro fan, anche se Corey non capiva il perché.
Mentre lui s’immergeva nei propri pensieri, un sussurro da parte delle due tredicenni gli arrivò alle orecchie facendolo sorridere.
 
-Noi nella Grojband ci crediamo ancora-
 
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Carrie e le due gemelle Kagami erano sedute ai loro posti sul treno che le avrebbe portate a Sunset City e, anche se un po’ assonnate, erano emozionate del fatto che la loro estate insieme stesse per cominciare.
Kim e Konnie parlavano e ridevano fra loro, mentre la blu se ne stava con la fronte poggiata sul finestrino e sbirciava la moltitudine di persone che salivano e scendevano dai treni.
Il suo sguardo si fermò però su un ragazzo e una ragazza, fermi davanti al vagone, in lacrime.
Lui teneva la testa bassa, lei la prese fra le mani, si sforzò di sorridere e lo baciò.
Poi fece per salire sul treno, ma lui la afferrò e la tirò a sé, per abbracciarla forte.
La ragazza, dopo interminabili attimi, gli sussurrò qualcosa all’orecchio, gli sorride ancora e poi si avviò verso le porte del mezzo.
Il ragazzo le rivolse un ultimo sguardo e poi se ne andò, continuando a piangere.
Quella scena riportò alla mente di Carrie un istante preciso.
Quel pomeriggio di fine agosto, tutti erano lì per salutare per l’ultima volta Larry.
Lei disse che non sarebbe venuta,che non voleva mai più rivederlo, ma in realtà anche lei gli diede un addio con lo sguardo, nascosta dietro un cespuglio.
Quattro anni.
Quattro anni a rimpiangere di non averlo abbracciato quando partì, quattro anni a chiedersi come sarebbe andata se non avesse reagito in quel modo, quattro anni per capire che, in fondo, lo amava.
-Ehi Carrie, ci sei?- la voce di Konnie interruppero le riflessioni della ragazza.
-Sì, tutto ok- mentì strofinandosi gli occhi.
-Ragazze, come credete saranno i coinquilini?- chiese Kim mentre masticava un chewing-gum.
-Speriamo non siano degli idioti e che amino il rock come sveglia al mattino- rispose Carrie sorridendo.
Tutte e tre scoppiarono in una fragorosa risata.
-Non so perché, ma ho la sensazione che sarà una vacanza estremamente interessante- Konnie ghignò lanciando uno sguardo d’intesa alle amiche.
 La blu non ebbe il tempo di riflettere sull’affermazione della bionda che il suono di un pianto attirò la sua attenzione.
Era la ragazza di prima.
 
Forse quel giorno anche Carrie sarebbe dovuta scoppiare in lacrime.

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Larry era in viaggio da molto, fin troppo tempo.
Beh, in fondo c’erano molti kilometri che lo separavano da Sunset City (senza contare che stava viaggiando in autobus).
Quella tanto desiderata vacanza finalmente era arrivata per salvarlo dalla trappola della vita quotidiana!
Sole, spiaggia, sveglia a mezzogiorno (o, meglio ancora, niente sveglia) e libertà per ben un mese.
Ah, quanto adorava l’estate!
L’ennesima sbandata del bus lo fece sobbalzare, risvegliandolo dai propri sogni.
All’improvviso il rosso si ricordò dei coinquilini.
La sua visione di trenta giorni perfetti si disintegrò in meno di un secondo.
Con chi avrebbe condiviso il suo Paradiso?
Questo quesito lo spaventava a morte.
Intanto, una bambina dai lunghi capelli castani gli si avvicinò scrutandolo con i suoi curiosi occhi verdi.
-Secondo me tu quest’estate ti innamori!- sentenziò annuendo la testa convinta.
Sul volto di Larry si dipinse un espressione stranita.
Da dove diavolo spuntava fuori quella?
La piccola lo fissò più intensamente per poi sorridere soddisfatta.
-Sì, tu ti innamori- ripeté per poi tornare al suo posto.
Nella mente del ragazzo si materializzò l’immagine di Carrie.
 
“Il fatto è che io sono già innamorato”

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Gli otto adolescenti arrivarono al luogo dell’incontro per l’ora di pranzo.
Si trattava di una casa molto rustica a due piani, costruita in legno.
Era circondata da un boschetto, ma si poteva facilmente arrivare in città attraverso un sentiero lì vicino. A pochi passi dall’abitazione,invece, c’erano le sponde del Sunset Lake(**).
In piedi sotto la soglia dell’ingresso principale, c’era Miss Roosevelt.
Indossava un tailleur rosa corallo, i capelli cotonatissimi erano ben ordinati e un sorriso contornato di rossetto compariva sul suo volto.
Intanto i ragazzi e le ragazze si erano raggruppati in un punto del cortile e, talmente sconvolti da non riuscire a muoversi, si fissavano increduli fra di loro.


-Benvenuti!- disse la donna rompendo il silenzio.
La sua voce risvegliò dalla trance il gruppo, il quale- con una sincronizzazione incredibile- si girò di scatto verso la proprietaria per poi urlare in coro: -Loro cosa ci fanno qui?!-
  
 
(*) Sunset City è una città da me inventata ed è il luogo in cui si trova la casa delle vacanze.
(**) Sunset Lake è il lago- sempre da me inventato- che si trova a Sunset City (sì, ho una fantasia incredibile)
 
 
Angolo Angy
Ed ecco il secondo capitolo!
*schiva un libro di antologia*
Questa volta il finale è incompleto, ho voluto tenervi sulle spine ;)
Come affronteranno lo shock i nostri beniamini?
Lo scoprirete solo se seguirete la storia!
*schiva una cattedra compresa di prof*
Scherzi a parte, se questo capitolo vi è piaciuto, ditelo con una recensione c:
(Anche le critiche a scopo costruttivo sono ben accette)
Ora meglio che mi dilegui
Ciao ^^
Angy

 
  
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