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Autore: Angy_Sunny    22/03/2014    4 recensioni
A quattro anni di distanza, la Grojband e i Newmans non sono più nulla.
Ognuno dei loro membri ha preso una strada diversa e ora vive la propria vita da adolescente, anche se con qualche voragine nel cuore da rattoppare.
Ma se si ritrovassero a condividere per un mese intero una casa delle vacanze in riva al lago?
Fra amori da rispolverare, liti furiose e falò notturni, non sarà di certo la più classica delle estati.
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Dal testo:
Ognuno degli otto adolescenti credeva che sarebbe stata un estate memorabile, invece per loro sarebbe stato il peggior incubo con il migliore dei lieto fine.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Carrie Beff, Corey Riffin, Laney Penn, Larry Nepp, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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1.

Alcuni flebili raggi di sole filtrarono dalle tende della finestra andando a colpirlo proprio sul viso.
“Un altro giorno…” pensò il rosso senza troppo entusiasmo.
Si mise a sedere stiracchiandosi, poi il suo sguardo assonnato cadde sull’angolo di una fotografia che sbucava da sotto il suo letto.
Larry corrugò la fronte e, incuriosito, si alzò e raccattò da terra l’oggetto.
Un sorriso amaro gli si dipinse in volto.
Era lei.
Era passato tanto, troppo tempo dall’ultima volta che l’aveva vista.
Quattro anni, quattro anni esatti.
Il ragazzo ripensò al suo sorriso, al suo modo di fare, alla sua voglia di prevalere sempre e comunque sul nemico…
Però fra tutti questi pensieri per lui piacevoli campeggiava un ricordo estremamente negativo, il ricordo di quella lite, di quando i Newmans si divisero per sempre.
Fu quello a bruciare via un po’ della spensieratezza che dovrebbe esserci nella vita di un adolescente.
Fissò intensamente gli occhi della ragazzina acida e scontrosa- ma per lui semplicemente perfetta- della foto, che sembrava volerlo sfidare, mettere alla prova.
I pensieri di Larry vennero bruscamente interrotti dallo squillo di un cellulare.
Chi diavolo poteva essere a quell’ora del mattino?
Il rosso prese il telefono e diede un’occhiata veloce allo schermo per vedere chi lo stava chiamando.
Per un momento sperò vivamente di leggere “Carrie” e per ciò rimase deluso nel vedere solo una sequenza di numeri sconosciuti.
-Pronto?- disse con voce impastata dal sonno.
-Pronto, Larry Nepp?- rispose dall’altro lato una donna.
-Sì, sono io, con chi parlo?-
-Sono Miss Roosevelt, la proprietaria della casa al lago- tutto d’un tratto il ragazzo si ricordò che aspettava una risposta per poter affittare quella casa durante le vacanze.
-Ah, sì! Mi dica pure-
-Volevo solo informarla che la casa sarebbe disponibile ma date le numerose richieste d’affitto nel periodo da lei scelto, le volevo chiedere se sarebbe disposto a condividerla con altri sette coinquilini-
Addirittura sette coinquilini?
Voleva davvero rischiare di rovinarsi l’estate?
Se non altro un lato positivo c’era: avrebbe speso molto di meno.

-Beh…non saprei…- iniziò indeciso Larry per poi essere subito interrotto dalla signora.
-Non si preoccupi! Io non affitto casa a degli squilibrati, quindi non rischierà di trovarsi con persone scomode…- cercò di convincerlo con voce squillante.
Il rosso pensò a ciò che avrebbe perso se avesse rifiutato.
Niente vacanze, niente divertimento, ma solo i suoi genitori fra le scatole.
Di sicuro non voleva passare tre mesi chiuso in casa sui libri.
-Accetto- sentenziò alla fine.
-Benissimo, allora la aspetto il 16 giugno alla casa per la consegna delle chiavi. A breve le invierò i dati del conto su cui versare i soldi- concluse la donna, entusiasta per l’affare.
-Ok, al 16 giugno- detto questo, il ragazzo riattaccò.
Era fatta!
Solo qualche altro giorno e poi dritto a godersi il sole sulla riva del lago.
La storia dei coinquilini un po’ lo spaventava, insomma, essendo figlio unico non era abituato a condividere nulla con altri.
Eppure qualcosa gli diceva che c’erano delle piacevoli sorprese ad aspettarlo.
Larry rivolse l’ultimo sguardo alla foto di Carrie, per poi riporla nel cassetto.

 
Addio dolorosi ricordi, benvenuta estate!

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I beg to dream and differ from the hollow lies
This is the dawning of the rest of our lives
On Holiday! 
(*)
 
La musica echeggiava nella stanza facendo tremare I vetri e spaccando I timpani a tutto il vicinato.
Ma a Corey non importava più di tanto, quando ascoltava le sue canzoni preferite tutto il resto scompariva.
Se ne stava spaparanzato sul letto e seguiva il ritmo muovendo su e giù la testa mentre i capelli blu fluttuavano nell’aria.
Ad un certo punto la canzone si spense e venne rimpiazzata da un’altra che il ragazzo non riconobbe subito.
Riuscì ad identificarla- con suo dispiacere- solo quando arrivò il ritornello.
 
Now we’re gonna rock
And we’re gonna roll
We are Grojband Ooooh (**)

 
Corey si alzò di scatto e stoppò la canzone.
Un senso di rabbia mista a dolore crebbe in lui.
Perché aveva ancora quella stupida roba salvata sul computer?
In fondo la Grojband non esisteva più…
Già, era stata sciolta in quel lontano giorno di quattro anni prima, quando Laney aveva mollato tutto.
Anche senza lei avrebbero potuto farcela perché, insomma, non è poi così difficile trovare un bassista. Lui però aveva deciso di farla finita, basta testi rubati e show improvvisati, basta band.
Per fortuna aveva ancora buoni rapporti con Kin e Kon, anche se non era più come un tempo.
L’unica che non aveva più risentito da quel giorno era proprio Laney, quella ragazzina dai capelli rossi con i modi poco femminili a cui aveva dato il primo bacio.
Un sorriso nacque spontaneo sul volto di Corey.

No aspetta, cosa stai facendo?!

La vocina dentro la sua testa lo riportò alla realtà, lontano da quei ricordi felici.
Il blu si mise a sedere alla scrivania dove si trovava il pc e, preso possesso del mouse, eliminò dalla playlist la canzone ascoltata poco prima.
Subito dopo aprì la casella postale e notò che gli era stata inviata una nuova e-mail.
Con un paio di clic la aprì e ne lesse velocemente il contenuto.
 
Mittente: rooseveltmary@hotmail.it
Destinatario:coreyrock@hotmail.it
Oggetto: Casa vacanze

Salve Corey,
invio questa e-mail per confermare la disponibilità della casa nel periodo da lei scelto.
L’unico intoppo è, per eccedenza di richieste, dovrà condividere l’abitazione con altri sette coinquilini.
Nel caso le vada bene comunque, ci vedremo il 16 giugno alla casa per la consegna delle chiavi. I dati del conto bancario su cui dovrà versare l’importo prestabilito le verranno in seguito inviati.
Attento una sua risposta
-Miss Roosevelt

 
Doveva condividere la casa con sette coinquilini?
Questa era di sicuro una scelta su cui rifletterci su, ma dato il suo animo impulsivo e avventuriero, Corey non ci pensò due volte prima di accettare.
Scrisse una veloce e-mail di risposta e la inviò.
Subito dopo prese il cellulare e mandò un messaggio a Kin e a Kon.


Ehi ragazzi :)
La tipa della casa ha contattato anche voi?

 
I gemelli risposero nell’arco di pochi secondi.
 
Sì, dice che dovremo condividerla con altri sette coinquilini.
 
Corey esultò di gioia: ciò significava che avrebbe passato una vacanza con i suoi migliori amici!
 
Allora preparatevi, mi avrete in casa per un mese intero ;)

Inviato il messaggio, il blu, pieno di adrenalina, corse a preparare le valigie.


Peccato che mancasse ancora una settimana alla partenza…
 
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Una ragazza dai capelli rossi se ne stava seduta sul letto a braccia incrociate e con un espressione corrugata in volto. Fissava intensamente il disordinatissimo armadio aperto di fronte a sé.
Peggio ancora era tutto il resto della camera: vestiti, fogli, libri (e chi più ne ha più ne metta) erano sparpagliati per tutto il pavimento, che assomigliava più ad un campo di battaglia.               
Sospirò e borbottò qualcosa contro sua madre, la quale l’aveva costretta al duro e massacrante lavoro di pulizia della camera.
Cominciò raccattando gli abiti sparsi sul pavimento e cercando di infilarli al loro posto.
Adesso capiva perché non metteva mai i vestiti nell’armadio:non ci stavano.
Sbuffò per l’ennesima volta e decise che era il momento di sbarazzarsi di qualcosa di vecchio e inutile.
Cominciò a tirar fuori dal guardaroba laccato di nero maglie, pantaloncini, cappelli, calze buttando ogni tanto qualcosa in un angolo.
Ad un certo punto, sepolta sotto un’altra miriade di cose, trovò una maglia a maniche corte bianca e nera particolarmente familiare.
Guardando meglio lo stemma stampato al centro, si ricordò:era una sua vecchia T-shirt della Grojband.
Gliel’ avevano regalata Kin, Kon e Corey per il suo quattordicesimo compleanno, poco prima della fine di tutto.

(Flashback)
-Buon compleanno Laney!- tre ragazzini sbucarono fuori dal nulla mentre lei entrava nel garage.
Tenevano in mano un pacco decorato alla bella e meglio da un nastro rosso e i loro occhi erano lucidi di entusiasmo.
La rossa sorrise e li abbracciò ringraziandoli. Subito dopo prese il proprio regalo e lo scartò rivelandone il contenuto. Era una maglietta con su stampato il logo della loro band.
-Ragazzi è bellissima, grazie!- disse sinceramente felice.
-Dai, mettila!- insistettero i due gemelli.
Laney la infilò direttamente sopra i propri vestiti e notò che era “leggermente” grande.
I suoi amici soffocarono una risatina, probabilmente doveva sembrare una barbona.
-Beh, almeno ti durerà un po’ di anni- Corey le cinse la vita con il braccio, facendola arrossire.
Subito dopo iniziarono i veri e propri festeggiamenti.
Fu il compleanno più bello in assoluto.

(Fine flashback)
 
Laney la indosso d’impulso e andò a specchiarsi.
Adesso che aveva diciotto anni le calzava a pennello, ma ormai aveva perso il suo significato dato che la Grojband non era più nulla.
Ripensando a ciò si sfilò l’indumento e lo gettò con rabbia nell’angolo delle cose da mettere nell’immondizia.
Erano passati quattro anni, eppure non era riuscita ancora a dimenticare del tutto.
Un sonoro bip proveniente dal cellulare della rossa ruppe il silenzio.
Lei vi si avvicinò lentamente e lesse il messaggio proveniente da un numero che non aveva salvato in rubrica.


Salve Laney Penn,
le volevo comunicare che la casa da lei prenotata è disponibile, ma per le troppo richieste le chiedo se potrebbe condividerla con altri sette coinquilini.
In caso di risposta affermativa, ci vedremo lì il 16 giugno per la consegna delle chiavi.
I dati del conto su cui inviare i soldi le verranno comunicato a breve.
-Miss Roosevelt


La ragazza rimase un po’ perplessa.
Insomma, avrebbe potuto rischiare di ritrovarsi con dei pazzi psicopatici o, peggio ancora, con delle insopportabili ochette senza cervello.
D’altro canto, non voleva perdere l’opportunità di passare un mese lontana dalla monotona vita di Peaceville.
Improvvisamente ripensò a quando aveva tredici anni e al fatto che il suo ex -migliore amico la rimproverasse sempre per il suo troppo buon senso.
Un sentimento di rabbia la pervase spingendola ad accettare la proposta.
Lei non era più la ragazzina ingenua di quattro anni prima, lei era cambiata adesso.
E voleva dimostrarlo, soprattutto a se stessa.
Ancora una volta i suoi pensieri vennero interrotti da qualcosa.
Era sua madre che la fissava a braccia incrociate, ferma sotto lo stipite della porta aperta.
-Possibile che tu non abbia ancora rimesso in ordine?- la riprese.
Il seguito fu la solita ramanzina tipica dei genitori e in quella situazione Laney fu perfettamente fedele alla regola del “sorridi e annuisci”.
Quando sua madre se ne andò, si mise seduta nuovamente sul letto e osservò tutto quel caos.
 
Nonostante il coraggio di accettare l’offerta di Miss Roosevelt, non sarebbe andata molto lontano se non avesse trasformato la sua in una camera ordinata e pulita.

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Una diciottenne se ne stava ferma davanti al cancelletto di casa, i mossi capelli blu le coprivano parte del viso e gli occhi pesantemente truccati e contornati da lunghe ciglia erano fissi sulle due coetanee di fronte a lei.
-Sette coinquilini?-chiese con espressione interrogativa.
-Sì, a telefono ci hanno detto così- rispose una ragazza con i capelli neri e gli occhiali.                    
-A te non ti ha fatto sapere niente, Carrie?- domandò una biondina sistemandosi i capelli.
-Non lo so Konnie, devo controllare- la blu prese il proprio cellulare e andò sulla casella postale.
Subito le arrivò la notifica di una nuova e-mail ricevuta, che lesse ad alta voce.
 
Mittente:rooseveltmary@hotmail.it
Destinatario:carriebeff@hotmail.it
Oggetto: Casa vacanze

La informo che la casa da lei prenotata è disponibile nel periodo scelto.
Putroppo però, per eccesso di richieste, dovrebbe condividerla con altri sette coinquilini.
In caso le vada bene, ci vedremo il 16 giugno per la consegna delle chiavi. I dati del conto su cui versare i soldi le verranno comunicati a breve.
Attendo una risposta
Miss Roosevelt

 
-E’ esattamente ciò che a scritto a noi- disse infine Kim.
-Ciò significa che se accetti, passeremo le vacanze insieme- un sorriso si dipinse sul volto di Konnie.
-Beh, perché no- Carrie sorrise a sua volta per poi scrivere in fretta la risposta all’e-mail.
Poco dopo le tre si dovettero separare, dato il coprifuoco imposto loro dai rispettivi genitori.
La blu però non aveva alcuna voglia di tornare a casa, quindi decise di fare un giro, tanto per passare il tempo.
Si accese l’ultima sigaretta che le era rimasta e ispirò a fondo.
Kim continuava a ripeterle in modo ossessivo che fumare le faceva solo del male, ma lei, menefreghista com’era, non l’ascoltava mai.
Intanto stava scendendo la sera e l’aria diventava sempre più fresca facendo rabbrividire Carrie.
La ragazza decise di tornare a casa, nonostante fosse consapevole che si sarebbe dovuta sorbire i rimproveri di sua madre per il ritardo.
Gettò a terra il mozzicone della sigaretta e imboccò la via del ritorno.
Sulla strada, mentre teneva le mani nelle tasche dei pantaloncini per stare più al caldo, si accorse di avere con sé un pezzo di carta.
Lo tirò fuori e lo esaminò con attenzione, non capendo di cosa si trattasse.
La calligrafia era infantile e le lettere tremolanti, non c’era firma.
La blu lesse le poche parole scritte in matita.

Scusa Carrie, sappi che ti ricorderò per sempre.

La ragazza sentì le lacrime pizzicarle gli angoli degli occhi.
Sapeva fin troppo bene di chi si trattasse.
Nonostante fosse passato tutto quel tempo, non riusciva ancora a darsi pace per ciò che era successo.
Da quanto tempo aveva quel biglietto?
Forse lo aveva nascosto lì Larry in attesa che lei lo trovasse?
O forse glielo aveva consegnato di persona e lei non se lo ricordava?
Carrie sospirò e la sua espressione divenne un misto di rimpianto e collera.
Prese l’accendino dalla tasca e, con la mano incerta, diede fuoco al pezzo di carta.
Quando vide che anche l’ultima lettera era stata divorata dalle fiamme, lo gettò a terra e lo calpestò al fine di evitare un incendio.
Non voleva che dei ricordi della sua vita da tredicenne uccidessero il suo presente.
Voleva cancellarli per sempre, bruciarli.
Per questo coglieva sempre ogni occasione per star lontana dai propri pensieri, dalla vocina fastidiosa che la tormentava.
Quella vacanza sarebbe stata un’opportunità perfetta.
Niente routine, niente scuola, niente che potesse dar voce alla parte più nascosta di se stessa.
 
Avrebbe pensato solo a divertirsi, invece di tormentarsi con il passato.
 
 
Ognuno degli otto adolescenti credeva che sarebbe stata un estate memorabile, invece per loro sarebbe stato il peggior incubo con il migliore dei  lieto fine.


 
(*) Si tratta del ritornello della canzone “Holiday” dei Green Day
(**) Si tratta della sigla originale di Grojband
 
 
 
Angolo Angy
Evviva! Finalmente ho pubblicato il primo capitolo di questa long ^^
Meditavo da tempo di fare qualcosa del genere e quando è arrivata l’ispirazione, l’ho subito tradotta in testo c:
Non posso stabilire già da ora la data del prossimo aggiornamento (che spero sia al più breve), ma vi chiedo di tener conto del fatto che la scuola mi sta uccidendo e che i capitoli si preannunciano impegnativi da scrivere…
Comunque io cercherò di fare del mio meglio ^^
Dedico la storia a tutti quelli che recensiscono le mie fic in questo fandom e anche a tutti quelli che le leggono semplicemente c:
Beh, spero che questo capitolo vi sia piaciuto e vi abbia incuriosito!
Se vi va, lasciate una recensione, non importa se negativa c:
Ciao a tutti ^^
Angy


 
  
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