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Autore: Rory_chan    05/07/2008    10 recensioni
{Buon compleanno ad Arwen5786!}
• Winter: I consigli sono come il sole d’inverno; possono illuminare, ma non riscaldano. [«adesso sì, sento caldo anche io, Hinata-san…»]
• Spring: Si può spezzare un fiore, ma non può morire la primavera. [“la ho rifiutata, insultata, allontanata ed umiliata. Ma lei è ancora qui. Sei impossibile, Sakura”]
• Summer: Le loro labbra erano quattro rose su uno stelo, e nell'estate della loro bellezza, si baciarono. [«notizia del giorno: Shikamaru Nara è un erbivoro. Non pensavo che quando te ne andavi cercavi un posto in cui brucare»]
• Autumn: L’amore è come la pioggerella d'autunno, che cade piano piano, ma fa straripare i fiumi. [«ecco. Pensate che se adesso non la piantate vi ritrovate quel grumo di terra in bocca, se non da un’altra parte»]
Genere: Romantico, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Four Season for…

Four Season for…

 

 

Winter

I consigli sono come il sole d’inverno; possono illuminare, ma non riscaldano.

{Anonimo}

 

 

{Neji e Hinata}

Neji passò con la sua classica andatura lenta ed elegante per il piccolo portico all’esterno dell’enorme villa Hyuga. Gli occhi, brillanti come i diamanti e preziosi come le perle dalle quali prendevano il colore, si soffermarono per brevi istanti sulla piccola Hanabi, intenta nel suo allenamento quotidiano con il padre ed infine, si posarono sulla primogenita della casata principale.

Hinata sedeva composta sul secondo gradino del portico, le gambe strette l’una all’altra ed il pesante kimono trattenuto dalle esili dita delle mani. Gli occhi bruciavano mentre, con l’espressione di chi non ha ancora capito come funziona il mondo, guardava ciò che restava della sua famiglia allenarsi.

«Hinata-san, se continuate a stare qui fuori vi prenderete un raffreddore» sibilò poco convinto Neji, passando accanto alla cugina. In quel momento Hinata tremò, ma non per il freddo o per lo stupore di quei flebili fiocchi di neve che, lenti, cadevano dal cielo.

«non importa, Neji-kun. Io sento comunque caldo» affermò, stranamente decisa e senza alcun balbettio la Hyuga, abbassando subitamente il capo e tentando di eliminare l’ineluttabile sensazione di calore.

«caldo, Hinata-san? State tremando» sottolineò Neji, guardandola dall’alto con espressione austera. Hinata scrollò le spalle, annuendo fiocamente.

«caldo, Neji. Non c’è inverno quando accanto a me ci sei tu» confessò timidamente la ragazza, alzandosi di scatto e correndo velocemente verso l’interno del cortile dove la sorella giaceva a terra.

Neji la scrutò per qualche secondo, fino a quando non scomparve alla sua vista. Diede le spalle al cortile e, placidamente, riprese a camminare verso la sua stanza. Si premurò di alzare un’ultima volta lo sguardo al cielo, prima di entrare nella villa, e socchiuse gli occhi guardando il pallido sole invernale sbucare da dietro le nubi portatrici di pioggia e neve. Entrò in casa e non si stupì; a riscaldarlo, non era il sole, ma erano parole.   

«adesso sì, sento caldo anche io, Hinata-san…»

 

 

Spring

Si può spezzare un fiore, ma non può morire la primavera.

{Antonio Flammini}

 

 

{Sasuke e Sakura}

Si contorse nervosamente nel letto, girandosi e rigirandosi, annaspando nel sonno e scotendo le lenzuola, cacciandole a suon di calci nella parte inferiore del letto. Strinse le palpebre, tentando di catturare nuovamente il sonno che, infimo, gli sfuggiva dagli occhi. Infine, stremato dallo sforzo e sudato, si svegliò.

La stanza era la stessa nella quale si era chiuso qualche ora prima; sempre ordinata e buia. Con innaturale calma, si alzò a sedere sul materasso paragonabile alla pietra e fece per guardarsi intorno.

Negli occhi d’ebano erano ancora impresse le immagini che poco prima albergavano nel suo subconscio, proiettandosi come incubi. Occhi verdi, capelli rosa, luna e notte, parole (con troppo o prive) di significato buttate al vento, in quell’inquieta sera primaverile.

Sasuke represse un singulto, passandosi stancamente la mano dietro la nuca, costatando quanto fosse sudata.

Poggiò i piedi nudi a terra, alzandosi controvoglia dal letto e portandosi con camminata lenta e strascicata alla finestra semi aperta. Scrutò fuori con cipiglio seccato, ancora vagamente assonnato, adocchiando il brillare flebile della luna piena. Batté ciglio, assorto, per poi socchiudere gli occhi e cedere nell’oblio dei suoi pensieri.

«non te ne andare! E se proprio devi… portami con te! Io ti amo, Sasuke, ti amo!»

Sbuffò, portandosi la stessa mano che poco prima sostava sul suo collo, sul viso e tirandosi uno schiaffo pressoché privo di potenza, ma che riuscì a scuoterlo almeno un po’.

«cazzate» sibilò, nel tono vocale una nota arrabbiata.

“Ho eliminato tutti i legami con Konoha. E se n’è rimasto qualcuno, lo devo spezzare. Non m’importa nulla di loro, né del pazzo idiota con le fisse sui fratelli, né dell’oca con la fissa dei sentimenti. Nulla”.

«pssst! Sasuke-kun!» un sospiro fievole lo fece sussultare, costringendolo a voltarsi nuovamente verso la finestra. Intravide nel buio colei che infestava ogni suo incubo (e sogno) fissarlo maliziosa, intenta ad entrare silenziosamente nella stanza.

«scusa, per il ritardo» borbottò Sakura, sorridendo all’espressione scocciata del ragazzo.

«sei ancora qui, eh? Ti illudi un po’ troppo, per i miei gusti» sbottò Sasuke, accettando – senza ricambiare, ovviamente – un lieve bacio a fior di labbra. Udì la risatina trattenuta dell’Haruno, e sbuffò, ancora.

“la ho rifiutata, insultata, allontanata ed umiliata. Ma lei è ancora qui. Sei impossibile, Sakura”.

Sasuke si lasciò andare alle solite carezze che Sakura gli dedicava ogni notte, pensando stranamente, che alla fin fine, era proprio lui ad illudersi (di non avere bisogno di lei).        

 

 

Summer

Le loro labbra erano quattro rose su uno stelo, e nell'estate della loro bellezza, si baciarono.

{William Shakespeare}

 

 

{Shikamaru e Temari}

Shikamaru si lasciò cadere con ben poca grazia sul fazzoletto d’erba che era riuscito a scovare qualche tempo prima. Ovviamente, non poteva più recarsi nel suo classico rifugio solitario ora che era divenuto un centro di incontro romantici per coppiette sbaciucchianti.

«ah, che seccatura» borbottò affranto, socchiudendo gli occhi per gl’insistenti raggi solari che battevano sulle sue palpebre nivee. Lasciò cadere pesantemente un braccio fra i fili verdi del prato, raccogliendo di mala voglia uno stelo d’erba e portandoselo alle labbra sottili, prendendolo fra di queste.

Chiuse definitivamente gli occhi, abbandonandosi ai suoi pensieri (quasi inesistenti, a dire il vero) che escludevano missioni, ninja, tecniche, chakra e…

«toh, chi si rivede, eh, piagnucolone?»

…e Sabaku No Temari.

«possibile che tu mi debba seguire sempre e comunque, eh?» domandò piuttosto acido Shikamaru, infischiandosi di aprire gli occhi e continuando a mangiucchiare placidamente il suo stelo d’erba.

«ti sbagli, non sono io che ti seguo. A dire il vero cercavo un posto in cui starmene da sola in tranquillità – insomma, senza vedere scene disgustose di persone che si baciano, ecco – ed eccomi qui. Ed inoltre ho un gossip talmente succulento che non so cosa mi trattiene ad andare a dirlo in giro!» concluse concitata Temari, i capelli biondo cenere e vagamente crespi sempre racchiusi nelle quattro code ai lati della testa, gli occhi di smeraldo scuro puntati insistentemente sul ragazzo.

«che gossip sarebbe, scusa?» chiese aspro il Nara, crucciando le sopracciglia sottili e scure.

«notizia del giorno: Shikamaru Nara è un erbivoro. Non pensavo che quando te ne andavi cercavi un posto in cui brucare» ammise quasi dispiaciuta la kunoichi di Suna, scotendo il capo sconsolata.

Shikamaru azzardò un’occhiata verso di lei, alzandosi pigramente a sedere. La scrutò, senza evidente curiosità.

«notizia del giorno: a Sabaku No Temari piaccio, altrimenti non sarebbe così rossa alla mia vicinanza» commentò tranquillo Nara, rigirandosi sagacemente il filo fra le labbra. Temari si tirò indietro, sconvolta.

«ma che cazzo dici, idiota! Sono rossa perché fa troppo caldo, è per l’estate! Come potrebbe piacermi un piagnucolone come te?!» squittì velocemente, forse troppo per sembrare indifferente.

Vide chiaramente le labbra di Shikamaru incurvarsi all’insù, in un ghigno divertito e preannunciante nulla di buono.

«che vuoi?!» si stizzì Temari, imbronciando la bocca e crucciando le sopracciglia dorate. Shikamaru le si avvicinò sempre di più, fino a rubarle il respiro. Alzò pacatamente una mano, passandola dietro la nuca della giovane e tirandola a sé, premendo fortemente le sue contro le labbra di lei.

«ma che… che fai, deficiente!» strillò la Kunoichi, senza però allontanarsi da quella piacevole morsa. Shikamaru si allontanò e, una volta alzatosi, s’incamminò placidamente verso la strada.

«un’altra notizia del giorno? Anche a Sabaku No Temari piace brucare!»

Temari batté ciglio, perplessa, accorgendosi infine di trattenere fra le labbra lo stesso stelo d’erba che precedentemente aveva preso Shikamaru.

 

 

Autumn

L’amore è come la pioggerella d'autunno, che cade piano piano, ma fa straripare i fiumi.

{Proverbio africano}

 

 

{Sasuke, Neji e Gaara}

Il sole batteva insistentemente sulla testa di tre ragazzi sulla ventina, mentre camminavano con passo cadenzato e lento lungo una stradicciola di campagna.

Sasuke Uchiha, capelli ed occhi d’ossidiana, sbuffò rumorosamente, come ormai avveniva da un’ora buona.

Neji Hyuga, occhi portatori dell’infallibile abilità innata del byakugan che li rendeva nivei e capelli nocciola, arricciò il naso come accadeva conseguentemente ad ogni sbuffo del moro.

Sabaku No Gaara, occhi color del ghiaccio e capelli rossi quanto il sangue, rimase muto, con lo sguardo puntato a terra ed un’espressione infastidita sul volto.

«piantala di sbuffare Uchiha, m’infastidisci» commentò infine Neji, volgendo lo sguardo al compagno di missione. Sasuke si voltò a fissarlo, sul viso un ghigno divertito.

«piantala di parlare invece Hyuga, sei tu che infastidisci me» ribatté a tono, facendo indignare l’altro.

«piantatela entrambi o vi ammazzo» fu il commento di Gaara, reso nervoso dai continui battibecchi dei due, costretto infine ad un ultimatum. Neji e Sasuke scrollarono le spalle, continuando a camminare sulle foglie rese secche dall’autunno ormai inoltrato.

«scusate se parlo ancora, amici, ma possiamo darci una mossa? Ho promesso ad Hinata che sarei rientrato entro l’ora di cena e, se non ve ne siete accorti, è ora di cena» sbottò dopo qualche secondo il ninja “predestinato” (così, come lo chiamava Naruto). Gaara si astenne nel dare una risposta, e si limitò ad un’occhiata indecifrabile. Sasuke invece mostrò nuovamente il suo sorriso sghembo.

«ah certo. Non ti vergogni a molestare tua cugina, Hyuga?» domandò con tono appositamente soave e vellutato, per ottenere il risultato sperato; l’indignazione di Neji. Che avvenne puntuale.

«taci Uchiha. Se hai un minimo di orgoglio staresti zitto dato che ormai tutto il villaggio è a conoscenza della tua relazione segreta con l’Haruno. Tsè, non è una la volta in cui vi ho beccati in atti osceni in luogo pubblico» rispose alla provocazione, colpendo e centrando in pieno il bersaglio.

«lo vedete quel piccolo grumo di sabbia per terra?» chiese improvvisamente interessato Gaara, indicando tranquillamente una zolla di terreno sabbioso. I compagni annuirono distrattamente.

«ecco. Pensate che se adesso non la piantate vi ritrovate quello in bocca, se non da un’altra parte» concluse pacato il Sabaku, ritornando nel suo mutismo. Sia Neji che Sasuke sbuffarono, frustrati.

Continuarono a camminare verso Konoha, lievemente feriti a causa della missione, lievemente affranti per non poter continuare i propri litigi carichi di malizia ed orgoglio.

«a proposito Sabaku, tu vuoi fare il finto cieco con tua sorella e Shikamaru?» se ne uscì improvvisamente Neji, inarcando scettico le sopracciglia e aspettando una risposta dal rosso.

«non sono affari tuoi. miei. Mia sorella è libera di innamorarsi di chiunque. Anche se si tratta di un povero idiota» concluse senza peli sulla lingua, tenendo ostinatamente lo sguardo azzurro ghiaccio sulla strada.

«idiota, ma non complessato, per lo meno. Al contrario di qualcun altro…» lasciò in sospeso la frase Sasuke.  

«stupido emo effeminato»

«effeminato lo sei tu, idiota predestinato»

Gaara si morse il labbro e strinse prepotentemente le dita sulle cinghie dello zaino, facendo sbiancare le nocche. Se gli ultimatum non funzionavano, ci voleva qualcosa di peggio… magari…

«qualche giorno fa ho visto Sakura e Hinata. Strano come continuino a vomitare ed avere giramenti di testa, vero? Ma vi proteggete, voi?» s’interessò il Sabaku, falsamente curioso, facendo tacere immediatamente gli altri. Neji e Sasuke crucciarono le sopracciglia, iniziando a sudare notevolmente.

«forse ha ragione Hyuga: aumentiamo il passo» dichiarò Sasuke seguito a ruota da un pallido Neji.

Gaara rimase indietro, osservando i due compagni darsi da fare per arrivare il prima possibile a casa.

«…idioti»

 

 

 

 

Auguri Cami!

So che è una cosa un po’ strana (te lo avevo accennato) ma ho mescolato tutto ciò che ti piace maggiormente ed è uscita fuori questa pazzia.

Ovviamente dedicata a te, per il tuo compleanno *-*

Mi dispiace di non poter essere lì di persona a farti gli auguri come vorrei, ma spero che questa storia ti piaccia perché ci ho messo il cuore, perché è per te.

Ti voglio bene e mi auguro che tu possa passare questo giorno in completa armonia (con i tuoi spiriti Hyugacestuosi e SasuSakurosi è.é).

Buon compleanno, senpai.

 

Spero che comunque, questa fic possa piacere a tutti.

Torno a scrivere quella per il concorso ç.ç!

Ja ne! Rory.

*fugge*   

 

 

 

 

 

 

  
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