Fanfic su artisti musicali > Mika
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Autore: disintegretion    26/03/2014    3 recensioni
{SOSPESA}
«Papà tienimi, non farmi cadere, papà non lasciarmi andare, e dimmi che mi vuoi bene. Lo so che mi senti, quindi dimmi, ti prego papà, dimmi che non sei arrabbiato con me, che mi capisci, e che non dirai a nessuno che mi vedi piangere»
Rey è una ragazza logorata dalle disattenzioni. Se solo... se solo la madre si fosse accorta che la stava perdendo, che stava scappando da kei, accecata dal dolore che provava per la perdita del padre. Se solo.
«Sai, volte vorrei che il tempo scorresse così velocemente come sfreccia un'auto sulla strada, per sentire il vento che mi accarezza il collo o come scorre una penna sul foglio. Quelle volte mi accorgo che in realtà il tempo è passato così piano che le lancette dell'orologio ad ogni minuto passato, siano tornate indietro di ore.» [...]
Mika si alzò senza preavviso, l'abbracciò e le sussurrò all'orecchio: "Ci sono io con te. Non devi preoccuparti di nulla finché sarai al mio fianco.»
Rey scappa. Via. Lontano! Ma in quel “lontano„ trova qualcuno che le sta molto vicino. Qualcuno che conosciamo benissimo. Michael sarà il suo unico, migliore amico.
Genere: Avventura, Fluff, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Sorpresa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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"Michael, sul serio... non so che dire" disse con tono incredulo, ma felice la piccola Rey.

"Semplice, non dire nulla"

Mika stava guidando mentre teneva stretta Rey a sè.

"Mi dica, Signor Penniman, quanto dovremmo ancora viaggiare per arrivare alla nostra destinazione?" esclamò con tono ironicamente filosofico.

"Signorina Jonson, la informo che stiamo attraversando l'autostrada numero 90 accanto al distretto 41, quindi se ha la pazienza di aspettare ancora poco tempo, tra venti minuti arriveremo alla nostra destinazione" telecronò il quadro generale della situazione in modo altrettanto ironico Mika.

Nessuna risposta. Solo un grande sorriso da parte di Rey, un grande grande sorriso.

A dieci minuti dall'arrivo Rey cominciò a tremare. Forse per paura, per agitazione, per preoccupazione, fatto sta che divenne incontrollabile.

"Mika, torniamo indietro."

"Cosa? Dopo tutta questa strada?"

"Si, ti prego. Non sono ancora pronta. Non ce la faccio. Sento che potrei scoppiare in lacrime da un momento all'altro"

"Rey, tu non lo vedi, ma sei una ragazza forte, molto forte. Devi solo prenderne la consapevolezza! Ieri mattina sembravi così intenta a tornare"

"No Mika. Quella era la paura, il disorientamento, la stranezza della situazione. Tutti fattori che, mescolati insieme mi hanno fatto esplodere"

"Non credo ad una parola di quello che stai dicendo. Tu, tu eri preoccupata; ma non per te. Per la tua famiglia! Devi solo prenderne atto."

"Ho bisogno di rinfrescarmi le idee"

"Che ne dici se andiamo a mangiare qualcosa? Magari a stomaco pieno riuscirai a ragionare meglio"

"Guarda che mi sa che sei più tu ad aver bisogno di mandare giù un boccone, sei uno stecchino!" ridacchiò Rey mentre dava un pugnetto a sulla spalla del suo amico.

Lui ribadì il pugno e incominciò così una guerra di pugni colma di risate.

Dopo cinque minuti che "lottavano" Mika si asciugò le lacrime e accostò al primo autogrill. Rey prese un cheeseburger mentre Mika ordinò un kebab in piccola versione.

"Buono?" chiese lui e Rey col boccone in bocca annuì rumorosamente.

Finito il pranzo Mika cominciò a parlare.

"Sei pronta?"

Sapeva a cosa alludeva. Un'espressione cupa si espanse sul volto di lei e brivido le pervase tutto il corpo.

"Si."

"Ne sei certa?"  

"Si."

"Ehi, tutto bene?"

"Si."

Monosillabi. Solo risposte monosillabi. Quanto le odiava, lui; ma poteva capirla.

***

Erano davanti alle porte della sua vecchia casa. Un fremito le corse dalla punta dei piedi fino alla nuca. Piegò la schiena all'indietro per attenuare il sussulto. Strinse il braccio di Mika che quasi glielo stritolò e si morse il labbro inferiore. I suoi occhi pieni di speranza cominciarono a luccicare, battè gli occhi lentamente, come nei film western, durante lo scontro di di due cowboy.

"Su, fatti forza" e le diede una leggera spintarella incoraggiatrice.

"Ok, ok. Ce la posso fare!" 

Strinse i pugni e si avviò con molta determinazione verso la porta, con gli occhi chiusi in modo molto stretto. Mika la aspettava fuori, forse sarebbe entrato, ma solo al momento opportuno. Non poteva subito piombare nella casa di uno sconosciuto dicendo "Salve sono un cantante internazionale, ho trovato sua figlia stesa sulla strada tre notti fa, abbiamo litigato due volte, ma abbiamo fatto pace e ora siamo migliori amici. Le ho portato sua figlia a chiarire le cose" cosa decisamente improbabile e ambigua.

Rey entrò in casa. La porta era semiaperta. Abby stava seduta con la testa china sul tavolo. Rey udì qualche singhiozzio e alcuni gemiti. Stava piangendo. Nick la abbracciava e teneva gli occhi chiusi, mentre dall'altre parte della casa si sentiva Anne che cantava canzoni abbastanza deprimenti, nella doccia. Si nascose dietro alla libreria senza produrre il benchè minimo rumore. Il cuore le andava a mille. Sentiva che da un momento all'altro sarebbe impazzito e sarebbe uscito dal petto. TU-TUM TU-TUM! Aveva il fiatone e si rigirò di nuovo per vedere sua madre e suo fratello. Uscì lentamente dal suo nascondiglio lentamente provocando lo scricchiolio del parqué il quale procurò un sussulto alla madre che alzò di scatto la testa dal tavolo, intriso di lacrime.

"M-mamma..." un filo di voce uscì dalla gola di Rey.

Abby sgranò gli occhi, aveva forse le allucinazioni? Si alzò lentamente senza mai staccare gli occhi dalla figlia per assicurarsi che, se forse fosse stato un miraggio non voleva perdersi il momento in cui sarebbe sparita. Ma era tutto vero! Tutto vero! Le si avvicinò e l'abbracciò fortissimo. Per la prima volta dopo tanto tempo, quell'abbraccio fu ricambiato.

"Scusa mamma, io..."

"Shh, ora sei qui, spiegherai tutto dopo"

Nick le si agganciò alle gambe. Anne usciva adesso dalla doccia con un asciugamano addosso e un altro tra le mani con cui si stava strofinando i capelli mossi, biondi, umidi. Appena la vide la mascella le si scollò dal resto della bocca e la guardò incredula.

"Chiudi la bocca che ti entrano le mosche, sorellona!" disse ridendo e l'andò ad abbracciare.

Ecco la scena finale: Mika canticchiava e sbirciava dalla finestra, con un sorriso premuroso sulla bocca e la famiglia Jonson era riunita in un caloroso abbraccio di gruppo.
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