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Autore: AleGritti92    27/03/2014    2 recensioni
Migliaia di anni prima della nascita del Sangue di Drago, una fiorente civiltà sta vivendo i suoi ultimi momenti di vita. Una minaccia sconosciuta avanza per le terre di Skyrim, portando morte e distruzione. Solo un'alleanza tra Dwemer ed elfi della neve può fermarla. Ma l'uomo potrebbe essere un nemico troppo grande anche per loro.
Genere: Drammatico, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il viaggio di ritorno fino a M'Zulf fu rapido. La delegazione diplomatica temeva un attacco improvviso, da parte di briganti, bestie feroci o peggio ancora, quindi le guardie stavano costantemente all'erta, senza riposo.

Per questo motivo Bold trasse un sospiro di sollievo quando, all'alba, vide gli alti cancelli d'ingresso della sua città natale.

Ad attenderli il Primo Consigliere di M'Zulf, impaziente di avere notizie.

-Abbiamo da discutere, ma non qui.- tagliò corto Bold, prima che il reggente gli ponesse qualsiasi domanda. Si limitò ad annuire con aria grave.

Entrarono insieme, percorrendo i corridoi illuminati dalle torce, camminando in silenzio fino agli alloggi del Primo Consigliere.

-La situazione è grave.- disse Bold chiudendo la porta alle sue spalle.

-Quanto grave?-

-Bthardamz è caduta, e Markart sarà la prossima.-

-È inevitabile?-

-No, se le difese della città reggono, ma non è tutto.-

-Cos'altro?-

-Il consiglio ha votato per l'intervento militare. Entriamo in guerra.-

Il Primo Consigliere si lasciò cadere su una sedia. Nell'ultima guerra aveva perso suo figlio, per questo aveva dedicato la sua vita alla pace e alla diplomazia.

-Darò ordine di preparare l'esercito. Va a riposarti ora, il viaggio deve essere stato stancante.-

-Con permesso.- disse Bold facendo un debole inchino, prima di congedarsi.

***

Nei mesi successivi, nonostante gli sforzi, le sconfitte si susseguirono una dopo l'altra. Le città cadevano una ad una, costringendo gli occupanti a rintanarsi in profondità.

Persino gli elfi della neve, ormai alleati dei dwemer, trovavano rifugio nel sottosuolo.

-Tutto questo è inammissibile! Intollerabile! Non possiamo starcene qui a guardare mentre le nostre città cadono! Mentre il nostro popolo muore!- la voce del consigliere Val era furiosa e spaventata allo stesso tempo. Non aveva mai dimostrato grande propensione alla calma e all'autocontrollo.

-Dunque?- chiese Bold impassibile, mentre lo guardava di sottecchi, attraverso le mani giunte, mentre sedeva comodo davanti al braciere.

-Dunque cosa?- chiese confuso Val.

-Dice che non possiamo star qui a perdere la guerra, ma non mi sembra che fin'ora abbia fatto qualcosa di concreto per aiutare la causa.-

-Fatto niente? Fatto niente? Io ho votato per nasconderci nel sottosuolo! Se avessi ascoltato me, al posto del Primo Consigliere Vacuum adesso il nostro popolo sarebbe al sicuro! Ce ne staremmo belli belli rintanati coi costrutti ai proteggerci, fintanto che gli uomini del nord non se ne sarebbero andati! Ecco cosa ho fatto.-

-Consigliere Val, vorrei ricordarti che nonostante le porte sigillate, i centurioni e i migliori reparti della guardia cittadina, il nemico ha sopraffatto Markart, la nostra città più grande, ha sopraffatto Alftand, sede della nostra conoscenza, e ora sta marciando qui! A M'Zulf!-

-Oh, cielo.- disse il consigliere Val appoggiandosi a un tavolino, in preda a un leggero mancamento.

-Credevo fossero solo voci.-

-Confermate dai nostri amici elfi.-

-Pff.- gli schernì Val.

-Qualche problema? A quanto pare abbiamo fatto bene a non sterminarli tutti.- si adirò Bold. Era sempre stato contrario alla guerra contro gli elfi, iniziata per una questione territoriale, conclusa con lo sterminio selettivo degli elfi stessi.

-Si, forse. Ma ora cosa facciamo? Restiamo qui ad attendere la morte?-

-Potremmo. Oppure possiamo accoglierla, ma con un'armatura addosso e una spada in mano.-

-Stai dicendo di unirci allo scontro? Andare in faccia alla morte?- il tono questa volta era disperato.

-Meglio morire in combattimento, piuttosto che farlo fuggendo come codardi.-

-Beh, sai che ti dico? “Meglio coniglio che cadavere”. Così diceva sempre mio padre.-

-E come è morto? Tuo padre, intendo.-

-Scappando da una tigre.- rispose Val imbarazzato. -Ma non è questo il punto!-

-È questo il punto, invece! Scappare è inutile, ci troverebbero e ci ucciderebbero. Combattendo, invece, abbiamo una speranza di farcela. Persino io l'ho capito.-

-Si, ma a quale prezzo! Centinaia, no, che dico? Migliaia di vite spezzate per una folle e ottusa idea!-

Bold stava per ribattere, ma la conversazione fu interrotta dall'aprirsi della porta. Entrò un giovane in armatura, sul petto, lo stemma della guardia cittadina, con lui, un ragno guerriero.

-Sono spiacente di interrompervi, signori, ma porto notizie.- disse pomposo.

-Avanti, dunque. Aggiornaci.- disse Val sprezzante.

-Le nostre pattuglie in avanscoperta riferiscono che l'avanguardia nemica sta avanzando. Raggiungeranno la nostra prima linea di difesa tra un'ora. Consiglio a vostre eccellenze di rifugiarvi nel Black Reach.-

Val si alzò immediatamente e raggiunse la porta, smanioso di correre al riparo.

-Vai e nasconditi per bene sotto una pietra, amico mio. Le nostre strade si dividono qui.- disse Bold melodrammatico.

-Che intendi dire? Non avrai realmente intenzione di portare avanti la tua sciocca crociata e scendere sul campo di battaglia?-

-Si, è esattamente quello che intendo fare.-

-Allora ti auguro buona fortuna, e, nel caso, una morte rapida.- disse Val, poi sparì oltre la porta.

-Eccellenza, non è saggio scendere in battaglia.- disse il soldato ragionevole.

-Già, non lo è. E tu allora che ci stai a fare?- guardò per un attimo il soldato, confuso dalle sue parole.

-Andiamo dai, mi servirà un'armatura.-

***

-I dwemer guideranno la prima ondata, gli elfi la seconda. Paladino Sures, rimani all'interno delle mura. Un mio ordine e qualcuno vi aprirà la porta.-

L'elfo annuì, guardando con fiducia il generale nanico davanti a lui.

-I centurioni li portate con voi?- chiese Sures.

-No, rimarranno qui a difendere la città, nel caso...-

-Capisco...-

-Rimanete ed attendete l'ordine, niente è più importante di questo per la riuscita del piano.- disse il generale severo.

-Piano di cui sarei curioso di esserne messo a conoscenza.- disse Sures speranzoso.

-A suo tempo, amico mio. A suo tempo.- disse con un sorriso.

***

-Generale, le porte sono state sigillate.-

-Eccellente.-

-Ma non ne capisco il motivo. Insomma, perché bloccarli dentro e impedire loro di combattere?-

-Se venissimo sopraffatti ci sarebbero solo gli elfi a proteggere la città. Se uscissero nel mezzo dello scontro, invece, non ci sarebbe proprio nessuno.-

-Adesso capisco perché lei è un generale.- disse il soldato con ammirazione.

-Odio i leccapiedi.-

  
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