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Autore: AleGritti92    21/03/2014    1 recensioni
Migliaia di anni prima della nascita del Sangue di Drago, una fiorente civiltà sta vivendo i suoi ultimi momenti di vita. Una minaccia sconosciuta avanza per le terre di Skyrim, portando morte e distruzione. Solo un'alleanza tra Dwemer ed elfi della neve può fermarla. Ma l'uomo potrebbe essere un nemico troppo grande anche per loro.
Genere: Drammatico, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Osservava le doppie porte che, minacciose, si stagliavano davanti a lui. In realtà comunissime porte in metallo dwemer, ma rappresentavano per Bold il segno che tutto il suo mondo stava per andare in frantumi come una bottiglia di skooma.

Si, perché oltre quei pochi pollici di metallo si trovava un'ospite particolare. Qualcuno che solo per evento come quelli che stavano accadendo, avrebbe messo piede nei freddi e machiavellici meandri dell'Animocultorio.

Trasse un lungo sospiro ad occhi chiusi prima di spalancare il portone. Davanti a lui, seduti al tavolo di pietra sedevano i sei consiglieri, immersi in un religioso silenzio.

Erano tutti troppo concentrati a fissare la bizzarra creatura in piedi a capotavola, per accorgersi dell'arrivo dell'ambasciatore da M'Zulf.

E così gli elfi della neve sono fatti così, pensò Bold, squadrando l'ospite, mentre questi lo osservava con uno sguardo di beneducata attesa.

-Ora che ci siamo tutti, possiamo cominciare.- disse l'elfo con tono grave.

Rapidamente il nano raggiunse il suo posto al tavolo, ignorando lo sguardo sospettoso del centurione che stava di guardia, di fianco alla porta.

Da bambino, Bold, adorava i centurioni e le sfere. Guardandoli si sentiva protetto e al sicuro. Quando gli passava una sfera di fianco gli si illuminavano gli occhi e cominciava a saltellare dall'eccitazione, tanto che ogni volta si buscava un ceffone da sua madre.

Raggiunta la maggiore età si arruolò nella guardia cittadina sperando di riuscire a lavorare a stretto contatto con quei costrutti che tanto amava. In fondo fu persino contento quando una banda di briganti argoniani decise di infiltrarsi nel Black Reach. Finalmente poté vederli all'opera. E ne rimase traumatizzato. Un centurione da solo sbudellò le lucertole, con freddezza e senza pietà. A volte Bold si svegliava la notte, sognando quella scena raccapricciante.

Non è che ora non si fidasse degli automi, semplicemente non gli piacevano.

-Secondo alcune fonti gli umani arrivano da nord. Sbarcano sulla spiaggia e si addentrano nel continente a piedi o cavalcando grossi cani.- continuò l'elfo.

-Cani?- chiese colpito un consigliere.

-Non li abbiamo mai visti prima d'ora.- rispose l'elfo.

-Cosa proponete di fare?- chiese Bold.

-Noi elfi della neve vogliamo combattere. Ma purtroppo le nostre forze sono esigue, la nostra magia si è rivelata insufficiente.-

-Quindi siete qui per proporre un'alleanza.- riprese Bold.

-Precisamente.- rispose l'elfo speranzoso.

-E per quale motivo dovremmo aiutarvi? Voglio dire, a noi basta sigillare le porte e rintanarci in profondità. Nessuno tranne un dwemer sarebbe così pazzo da affrontare i centurioni.- rispose un consigliere come se tutto ciò fosse ridicolo.

-Voi non capite. La minaccia è seria. Voi non li avete visti in azione, in battaglia. Sono feroci, sono possenti, quasi animaleschi. Le loro urla insinuano la paura persino nei cuori più coraggiosi. Non si sono fermati davanti a niente fin'ora.-

-Tutto ciò è ridicolo. Non è possibile che questi umani siano così temibili. Scommetto che basterebbe un paio dei nostri centurioni da battaglia perché scappino come kajiit.-

-Consigliere Val, lei è molto offensivo.- rispose l'elfo stizzendosi.

-Ascoltami bene, elfetto da quattro soldi, a noi dwemer non piace essere presi in giro a questo modo. Noi dwemer...-

Ma il resto della frase fu interrotta dal violento aprirsi della porta.

-Perché questo chiasso? Per gli dei, cosa sta succedendo?- esclamò infuriato un nano.

A passo rapido entrò un giovane soldato con indosso la corazza. Portava i segni di una lunga marcia e sulla lama della spada, appesa al suo fianco, luccicava del sangue ormai rappreso.

-Mi spiace interrompere questa riunione, spero di non avervi offeso.- disse rivolto all'elfo, il quale lo invitò a proseguire con un cenno del capo.

-Arrivo dal Reach e porto notizie di sciagura.- riprese. -Gli umani hanno scovato Bthardamz e l'hanno assaltata. L'abbiamo difesa più che abbiamo potuto ma non c'è stato nulla da fare. La città è caduta. Ora l'esercito nemico sta marciando verso Markart. Dovrebbe arrivarci tra pochi giorni.-

Il gelo cala sulla sala. Le paure dell'elfo erano fondate.

-Dobbiamo mandare immediatamente tutte le nostre truppe a proteggere Markart.- esclamò Val alzandosi in piedi.

-Sarebbe tempo sprecato. Ci vorrebbero giorni solo per radunarle e prepararle alla battaglia, figurarsi marciare fino a Markart, anche passando per il Black Reach.- disse con calma Bold, senza sollevare lo sguardo dalla lama insanguinata del soldato.

-Il consigliere ha ragione.- riprese l'elfo. -Possiamo solo sperare che riescano a respingere il nemico. O almeno che fuggano in tempo.-

-E poi cosa facciamo? Stiamo qui ad aspettare che ci vengano a stanare uno per uno? Arciprete Vyrthur, dobbiamo fare qualcosa!- chiese qualcuno spaventato.

-Come ho già detto, dobbiamo combattere.- rispose lui sereno. -Disponiamo di cinquemila arcieri e diecimila fanti, ma l'esercito nemico è composto da decine di migliaia di unità. Ci serve aiuto.-

-In questo caso raduneremo l'esercito e tenteremo una sortita per scacciare la minaccia dalle nostre terre.- affermò pomposo il consigliere Val.

-Useremo anche i costrutti?- chiese Bold.

-Consiglio di utilizzare ogni possibile risorsa.- propose umilmente Vyrthur.

-Perdonate quanto sto per dire, arciprete, ma questa è una decisione del consiglio, vorremmo poterne deliberare in privato.- disse un dwemer che fino ad allora era rimasto in silenzio.

-Nessuna offesa, Primo Consigliere. Attenderò con ansia il vostro verdetto.- disse l'elfo alzandosi.

-Vuole accompagnarmi alla porta?- chiese poi rivolto al soldato, rimasto li in piedi ad attendere di essere congedato.

-Ma certo, vostra eccellenza, seguitemi.- disse il nano inchinandosi per quanto l'armatura glielo permettese.

Quando le porte si furono chiuse, all'interno della sala scoppiò un pandemonio.

-Come si permette di venire qui a suggerirci come combattere?-

-Ma chi si crede di essere.-

-Dobbiamo combattere!-

-No, dobbiamo fuggire e salvarci.-

-Chiudiamoci nel Black Reach e aspettiamo che se ne vadano.-

-Silenzio!- urlò il Primo Consigliere. Si era alzato in piedi e il suo grido aveva fatto tremare tutta la sala.

-Vi prego, non facciamoci prendere dal panico. Per quanto mi costi ammetterlo, l'arciprete Vyrthur ha ragione. Nasconderci sottoterra non servirebbe ad altro che farci prendere come topi. La soluzione migliore è affrontare il nemico e respingerlo a nord, verso il mare. Su questo speriamo che siamo tutti d'accordo.-

Per tutta risposta si levò un brusio di frasi che andavano dall'assenso al disfattismo.

-Propongo una votazione. Quanti a favore dell'intervento in guerra?- chiese qualcuno. Per tutta risposta le mani del Primo Consigliere più altre due si levarono.

-Quanti per la fuga nel Black Reach?- riprese. Oltre la sua si levarono altre due mani.

-Tre favorevoli, tre contrari. Consigliere Bold, l'ultimo voto è il tuo. Ti prego di prendere una decisione.- disse il Primo Consigliere autoritario.

-Non è certo una decisione da prendere tanto alla leggera. Potrebbe fare la differenza tra la sopravvivenza e la distruzione della nostra razza.-

-Capisco, ma non possiamo comunque starcene qui con le mani in mano. Attaccare o scappare, la scelta deve essere presa.-

-Non è così semplice. Poche parole possono fare tanta differenza. Ma poi saremmo in grado di vivere con il peso delle nostre azioni?-

-Non siamo qui per filosofeggiare, ma per decidere del nostro futuro.-

-Ma è vero. Non possiamo buttarci a capofitto in una guerra senza conoscere le probabilità di successo. Signori miei, se dovesse essere una disfatta, sareste in grado di convivere con il rimorso? D'altra parte, le nostre mura, i nostri guardiani e i nostri sigilli, sarebbero in grado di fermare il nemico se fuggissimo?-

-Consigliere Bold, stai solo dando voce ai pensieri di tutti, in questa sala. Sappiamo molto bene cosa rischiamo, per questo esiste il consiglio. Ma questa è una di quelle situazioni in cui non esistono decisioni giuste o sbagliate, esiste solo il fatto che se non ne prendiamo una saremo perduti. Ora dai il tuo voto o vattene. Tornatene a M'Zulf e manda qualcuno al tuo posto. Ma nel frattempo il nemico avrà preso Markart e altre città.-

-Perdonatemi, tutti quanti. Voto per l'intervento militare.- rispose infine, come se ciò gli costasse uno sforzo tremendo.

-Molto bene. Fate dunque ritorno alle vostre città e preparatevi alla guerra. Informerò personalmente l'arciprete della decisione.-

  
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