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Autore: ZKaoru69    27/03/2014    3 recensioni
{Ambientazione Mockinjay!}
Una notte di fuoco per Finnick nel Distretto 13!
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Genere: Comico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Finnick Odair, Katniss Everdeen, Presidente Coin
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Distretto 13




Se c'era una cosa che Finnick odiava con tutto se stesso, erano i farmaci che era costretto a ingoiare. Certi giorni nemmeno riusciva a stare in piedi a causa dell'intontimento che gli davano. Sentiva sempre la testa ovattata e non riusciva mai a concentrarsi, senza contare che qualche volta gli giocavano brutti scherzi. Era sicuro di non avere bisogno di quelle droghe, tutto ciò che gli serviva per stare bene era il mare e Annie. E in quel maledetto Distretto 13 non c'era nulla di tutto questo.

Si stese meglio sul letto dell'ospedale, aspettando che le luci si spegnessero. L'orologio davanti a lui segnava che mancava poco alle 22:30, l'ora in cui tutti dovevano andare a dormire. E Finnick non era sicuro che sarebbe riuscito a dormire. Non quella notte, dopo aver rifiutato i sonniferi. Una pillola in meno era sempre meglio che niente.

Tutto divenne buio e Finnick chiuse gli occhi.



Un rumore. Finnick spalancò gli occhi nel buio dell'ospedale. Un rumore, di nuovo. Era flebile, ma chiaramente percepibile se vi si prestava ascolto. I numeri fluorescenti dell'orologio davanti a lui segnavano le 02:53. Una persona stava camminando nel corridoio con un passo veloce e marziale. Chi diamine poteva essere a quell'ora? Capitol City?

No, Finnick, frena la fantasia. Non possono essere qui.

Sul comodino aveva solo una corda troppo corta per farci alcunché e un bicchiere d'acqua. Doveva trovare un'arma, nel caso lo sconosciuto fosse malintenzionato. Tentò di mettersi seduto, ma la testa gli girava troppo. Si afflosciò sul cuscino, sentendosi pateticamente inutile e indifeso. Non gli rimaneva che sperare di non essere l'obiettivo del misterioso visitatore notturno dell'ospedale.

Va' avanti, ti prego, va' avanti...

Ma ovviamente era da un po' che la Dea bendata non sorrideva a Finnick.

Una figura entrò proprio nella sua stanza. Gli occhi di Finnick si sforzarono di distinguere alla fioca luce delle uscite di emergenza chi fosse.

«A-Annie...»

No, non era lei. La sua Annie non aveva quel passo deciso e costante, né dei capelli grigi così piatti.

«Pres... Presidente Coin?»

«Taccia, soldato Odair».

Tutti i peggiori scenari possibili attraversarono la mente di Finnick. Annie era morta? Avevano perso la guerra? Annie in fin di vita? Il Distretto 4 distrutto come il 12? Annie...? Per l'amor del cielo, Annie sta bene?

La Coin lesse senza tanti sforzi quello che gli passava per la mente dal suo volto terrorizzato.

«Non è successo nulla, soldato Odair. Si rilassi».

Il sollievo di Finnick fu solo temporaneo.

«Se non è successo nulla, perché lei è...?»

«Una semplice visita di controllo». La donna si sedette sul bordo del letto e gli accarezzò una gamba da sopra le lenzuola. «Se così la vogliamo chiamare...»

Ogni singolo pelo del corpo di Finnick si rizzò.

«Presidente, lei è sicura che...» Cercò di ritrovare la compostezza che usava di solito quando doveva rifiutare attenzioni non desiderate a una festa a Capitol City. «È sicura che sia una cosa saggia?»

«Sicurissima». Il tono della Coin non lasciava dubbi. E nemmeno la sua mano, che si era infilata sotto il lenzuolo.

Finnick non riusciva a muoversi. Era completamente paralizzato dallo stupore e dal disgusto.

«Senza parole, soldato Odair?» La sua mano libera sbottonò la camicia grigia che portava ogni abitante del Distretto 13. «Aspetta di vedere questo».

Il ragazzo voleva distogliere lo sguardo, ma semplicemente non ci riuscì. Impallidì al pensiero di cosa sarebbe venuto dopo. Lei si portò a cavalcioni sopra di lui, la mano ancora attorno a lui.

«O le cose che ho sentito sono false, o devo dedurre che le medicine hanno controindicazioni indesiderate».

Finnick fece una smorfia sentendo il suo solito tono secco.

O forse devi dedurre che l'idea di farmi una megera più vecchia di mia madre non mi attizza per niente.

Doveva riuscire ad uscire da quella situazione. Non poteva restare lì, sarebbe impazzito.

La sua mano si mosse automaticamente verso il comodino. Sentì la ruvidezza della corda – ma no, a cosa sarebbe potuta servire? – e poi il freddo vetro del bicchiere. Lo afferrò e rovesciò l'acqua addosso alla Coin.

«Come si permette, soldato Odair?»

La donna era furiosa. Finnick tentò di scalciarla via con tutte le sue forze, ma quella strega lo teneva per le braccia con lemani in una morsa.

«Lasciami andare!»

«Finnick? Finnick!»

«Vattene via!»

«Finnick, tutto bene? Sono io!»

Finnick allontanò in uno spasmo le mani che lo afferravano, per poi riconoscere Katniss.

«Grazie al cielo...»

Era solo un sogno.

Che sollievo.

Era bello vedere un volto amico dopo un incubo così terribile. Fece un sorriso tirato alla ragazza, che gli passò una mano sulla fronte madida di sudore.

«Lasciami indovinare». Finnick attese per un secondo, impaurito. Aveva detto qualcosa di strano mentre si agitava? «Degli ibridi, non è vero?»

«Un mostro, sì. Una specie di creatura orribile». Per una volta il DPTS non c'entrava niente, ma non aveva intenzione di rivelare il suo sogno ad anima viva. «Senti, Katniss... Mi chiameresti tua madre? Dobbiamo parlare seriamente di queste dannate pillole». 

   
 
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