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Autore: Laly_94    27/03/2014    1 recensioni
Bonnie, Bonnie Sheeran è il mio nome…
Sì, mio papà è Ed Sheeran… il famoso cantante inglese dai capelli rossi che, a suo periodo, ha fatto impazzire un sacco di ragazze, peccato che solo una ragazza abbia fatto impazzire lui, la mia mamma, la mia bellissima mamma.
[...]… George, mio cugino, l’unico ragazzo che io abbia mai amato, per quello mi ritrovavo a vent’anni con una vita amorosa praticamente inesistente.
[questo è il continuo di un'altra FF sempre scritta da me, sempre su Ed, chiamata "The Story Of Us"]
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Ed Sheeran, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest
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IV – Secret


 
Got  a Secret, Can you keep it?
Swear this one You’ll Save…
Better Lock it in your pocket,
Taking this one to the grave…
If I show you, than I know you won’t tell what I said…
‘Cause two can keep a secret
If one of them is dead…
Secret – The Pierces
 
CIRCA 21 ANNI PRIMA
Era sera, Ed e Hilary sarebbero tornati a casa pochi minuti dopo lasciando soli i due novelli sposini, una cosa tormentava Lise da un mese ormai, e forse era arrivato il momento di aprire bocca.
-Ed… ti posso parlare per favore?- chiese lei ad un certo punto.
Lui annuì e si ritrovarono poco dopo nella sua stanza, seduti su quel letto morbidissimo.
-Ed… io… c’è una cosa che devo dirti…-
-dimmi… lo sai che mi puoi dire tutto, malgrado il  nostro passato.- rispose Ed cortese come sempre.
-io… c’è una cosa… che neanche Hilary sa, una cosa che ho saputo solo un mese fa…-
-sei incinta?- chiese lui sorridendo, lei ricambiò il sorriso amaramente e abbassò lo sguardo, catturando una piccola lacrima ribelle uscita dall’occhio destro.
-no, e… non portò mai esserlo… Ed io non posso avere bambini.-
Nella stanza calò il silenzio, Ed si alzò e la abbracciò, la strinse forte al suo petto tentando di arrecarle conforto, ma in fondo, Ed sapeva che non ci poteva mai essere conforto.
“per una donna la gioia più grande è avere un figlio” gli aveva sempre detto sua madre, e sapere che non potevi averne era distruttivo no?
Come diavolo aveva fatto a convivere da sola con questo dolore per un mese?
-non so se dirlo a Harry.-
-senti Lise, io e Hilary andiamo via adesso, anche perché Hil è stanca, forse è ora che riposa, tu prendi Harry e con tranquillità gli spieghi la faccenda.-
-sei sicuro? E se Harry non mi vorrà più?-
-Harry Ti Ama, ha iniziato ad amarti per quell’odioso profumo nella sua macchina, non smetterà di farlo per questo fatto.- rispose Ed più sicuro che mai, con voce ferma e decisa.
-okay… grazie Harry… so che non te l’ho mai detto ma… ti voglio bene!-
-tranquilla! Ti voglio bene anche io!- rispose Ed.
Pochi istanti dopo al “dobbiamo parlare” Harry era seduto nervoso sul divano del salotto, per paura che un anno dopo il matrimonio tutto potesse finire.
-ho parlato con Ed prima e sono giunta a una conclusione… io ho un problema Harry, non si sa bene a cos’è dovuto ma ho un problema.- per la paura Harry iniziò a mordicchiarsi l’unghia del mignolo sinistro.
-io… non posso avere figli Harry.-
Lei abbassò lo sguardo pronto a qualsiasi tipo di insulto come “buona a nulla” ma non arrivò, in compenso arrivò un bell’abbraccio caldo.
-Harry.-
-ssh… un figlio non è importante, io Ti Amo, questo è importante, e poi… se un giorno ne vorremo uno ce ne sono tanti che potremo adottare.-
-Ti Amo anche io Harry.- rispose lei non sapendo bene che altro dire.
 
La mattina dopo mi svegliai con un gran mal di testa, ma felice perché George era con me.
-Georgie?- chiesi tentando di svegliarlo.
Non mi ci volle molto, bastò un’altra chiamata per farlo mugolare un “che vuoi?”
-è mattina Georgie…-
-che palle! Buon giorno…- mi rispose.
Mi voltai verso di lui fino a guardarlo negli occhi, dio quegli occhi, quanto li adoravo, la porta si spalancò in quel momento.
-Bons…- iniziò mia mamma, poi si bloccò.
-che fate voi due?- chiese dopo indicandoci.
-niente… ieri siamo tornati all’una, non aveva voglia di andare a letto, così ci siamo spogliati e siamo venuti qui a parlare, probabilmente ci siamo addormentati.- inventai io.
-oh… okay… dai è mezzogiorno, scendete a mangiare.- disse lei sorridendo e uscendo dalla camera.
-non ti è sembrata strana?- chiesi a Harry quando lei fu ormai lontana.
-nah! Magari sarà stanca, o preoccupata per zio…-
-buon giorno comunque.- dissi io sorridendo.
-buon giorno anche a te!- rispose lui ricambiando il sorriso, successivamente ci scambiammo un bacio veloce, e, per scendere a pranzare indossammo qualcosa di comodo.
Ci sedemmo a tavola, ma era apparecchiata solo per due, mamma e zia avevano già mangiato forse.
-ehi non c’è il sale?- mi chiese George quando iniziammo a mangiare.-
-mmh… aspetta che lo vado a prendere.-
-okay ma sbrigati che ho fame!-
Arrivai davanti alla porta della cucina che era chiusa, strano, non era mai chiusa, non la aprii, rimasi fuori sentendo delle voci.
 
CIRCA 20 ANNI PRIMA
Harry quella mattina si era svegliato presto con una strana sensazione in corpo, si era alzato dal letto lasciando sua moglie sdraiata a dormire e aveva iniziato a camminare nervosamente avanti e indietro per la stanza preso da chissà quale pensiero.
Sentì un fruscio e si voltò verso il letto, Lisette si era seduta, e ora lo stava fissando con gli occhi assonnati.
-amore ma che hai? Sono solo le sei del mattino! Non ti svegli mai così presto!- gli disse lei stropicciandosi un occhio.
-scusa amore è che… ho una strana sensazione… non riesco a dormire.- rispose lui fermandosi e portando la mano sinistra sul petto.
-Harry che hai stai bene?- chiese lei preoccupandosi, si alzò velocemente dal letto e andò da lui, lo aiutò a risedersi e lo osservò con sguardo materno malgrado avessero la stessa età, malgrado quell’uomo, o meglio, quel ragazzino ricciolino fosse suo marito.
-è che… ho una brutta sensazione, e mi fa male… è successo qualcosa di brutto Lise.-
-Harry forse sei solo preoccupato perché ieri tua sorella ti ha detto che avrebbe partorito a giorni…-
-forse…- rispose Harry.
I pensieri di entrambi furono interrotti dal telefono del ricciolo che squillava.
-amore me lo passi per favore?- lei fece come gli aveva chiesto, Harry si preoccupò di più leggendo un numero privato.
-pronto?- deglutì.
-salve, lei è il signor Styles?- chiese la voce dall’altro lato.
-sì… sono io, chi parla?-
-sono il dottor Snow, dall’ospedale Londinese “Heart”, mi scusi se la disturbo a quest’ora del mattino ma devo parlarle, in qualità di Fratello della signora Gemma Styles e di Padrino del figlio ho bisogno che lei sia qui al più presto possibile.- Harry annuì, quando sì ricordò che era al telefono rispose a voce e dopo varie informazioni inutili riattaccò e, così com’era, in pantaloni del pigiama e canottiera, si diresse verso la porta di casa, Lise lo raggiunse.
-amore dove vai?-
-io l’ho detto… era l’ospedale… è sicuramente successo qualcosa a Gem, oppure al bimbo, o al suo fidanzato… Lise, amore, io ho paura…- lei vedendo le lacrime e lo sguardo di preoccupazione si lasciò intenerire.
-facciamo una cosa, guido io… andiamo…- rispose lei poi calma, anche se poi tanto calma non era.
Arrivarono all’ospedale in quindici minuti, entrarono e si diressero al reparto maternità molto velocemente, alla reception del piano Harry si fermò a chiedere informazioni.
-mi serve il dottor Snow, sono Harry Styles…-
-sono qui signor Styles, mi segua prego.- Harry prese la mano di sua moglie e la trascinò con lui inseguendo quel dottore con l’aria da pazzo, si fermarono davanti a una vetrata, dentro c’erano tanti bimbi.
-signor Styles, sono spiacente di averle chiesto di venire qui senza darle nessuna spiegazione, ma i miei trent’anni di esperienza in questo campo mi dicono di non dare certe notizie al telefono.-
-mi dica quello che mi deve dire dottore…-
-signor Styles, sua sorella è partita stamattina presto da casa sua con le contrazioni, Joey, il suo ragazzo, ha guidato fino a qui, ma l’eccitazione l’ha portato a… un incidente. Joey è morto sul colpo, sua sorella siamo riusciti a tenerla in vita, abbiamo tentato di tenerla in vita per tutto il parto e… signor Styles, sua sorella non ce l’ha fatta, ma suo nipote è vivo… è questo.- disse il dottore indicando un bimbo tutto rannicchiato.
-Gem… Gem è… morta?- chiese Harry in preda al panico.
-sì signor Styles.-
A Harry gli ci volle un po’ a realizzare il tutto, passarono tre giorni, Lise, insieme a sua sorella Hilary e alle infermiere si prendeva cura del piccolo, Ed era impegnato a comportarsi da amico, fratello, per quel povero ragazzo che aveva perso una delle persone più importanti della sua vita, la loro bimba, Bonnie, l’avevano lasciata dalla nonna, quella pesticciola ormai aveva un anno compiuto un paio di mesi prima.
-signor Styles mi spiace ma devo disturbarla.- disse tre giorni dopo il dottore in sala d’attesa.
-mi dica pure dottore.-
-il bambino non ha ancora un nome e… vogliamo sapere se farvi firmare le carte dell’adozione o se vuole far partire i moduli per farlo adottare da altre famiglie.-
Ed lo guardò con paura che potesse esplodere.
-posso vederlo?-
-certamente in questo momento è in braccio a sua moglie, venga pure.-
Si alzarono insieme dai divanetti e andarono tutti e tre nella stanza dove c’era il bimbo, in effetti era in braccio a Lise che se lo stava spupazzando, Harry alla visione dello sguardo felice di sua moglie sorrise, ecco il sorriso che lui non era mai riuscito a regalargli.
-Lisette me lo dai un secondo?- chiese Harry interrompendo il delizioso momento.
Pochi secondi dopo il bimbo era in braccio a Harry.
Si guardavano e alla vista di quegli occhi a Harry scese una lacrima.
-c’è mia sorella in questi occhi, non posso darlo a qualcun altro, Lise, finalmente abbiamo i nostro bambino, dottore, lo adottiamo.- disse Harry convinto.
-davvero?- chiese lei sorridente.
Harry annuì e alzò i suoi occhi umidi sull’altro amore della sua vita, quello che lo amava ogni giorno e lo sopportava, in effetti, malgrado tutto, non era stato poi un natale così brutto, anche se… sua sorella…
-avvieremo le pratiche dell’adozione, però signor Styles, c’è bisogno del nome per poterlo fare.-
Harry sembrò ragionarci un po’.
-George… mia sorella voleva chiamarlo George, George Styles.-
-non lasciamo il cognome originario del padre, Shelley?-
Harry scosse la testa come se quell’uomo  avesse detto la stronzata più grossa della sua vita.
-no… si chiamerà George Styles.-
Harry incrociò nuovamente gli occhi dolci e assonnati del piccolo, iniziò a cullarlo.
-benvenuto in famiglia George.-
Il bimbo sembrò sorridere, come se avesse davvero trovato la pace interiore, e, in pochi secondi, il piccoletto che aveva tra le braccia si addormentò.
 
-erano a letto insieme mezzi nudi stamattina Harry li ho visti con i miei occhi.- questa era la voce inconfondibile di mia mamma.
-e quindi? Il fatto che erano a letto insieme può anche significare un bel niente!- una voce roca, metallica, quello era zio Harry; stavano parlando di noi?
-io sono d’accordo con Harry ragazze…- papà.
-e se lui viene a scoprirlo? Se ci odierà? Harry…-zia Lise.
-stai tranquilla Lise non succederà okay?- mamma.
-ma prima o poi dovrà succedere Harry, l’hai promesso.-
-quando sarà grande abbastanza.- zio Harry.
-ha vent’anni! Quanto deve aspettare ancora?- papà.
-Ed Non ti…- entrai aprendo la porta di sorpresa.
-Dov’è il sale?- chiesi facendo la finta ingenua.
-oh, è lì tesoro. Prendilo.- disse mia mamma, io presi il sale e me ne tornai in sala da pranzo.
Se fossi stata lì un po’ di più forse avrei scoperto…. Forse…
Ma che diavolo stava succedendo alla mia famiglia?

Spazio Autrice

Scusate per il clamoroso ritardo! spero che mi perdoniate con questo capitolo... anche dopo aver fatto quello che ho fatto  non mi sono perdonata neanche io! :'( povera Gem! 
Cooomunque... presto scopriremo molte cose e molte cose ci saranno più chiare e non mancheranno gli imprevisti ovviamente, sperando che tutto si conclusa rose e fiori vi saluto...
commentate mi raccomando! alla prossima! 
Laly :3

  
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