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Autore: Kotoko_chan    27/03/2014    7 recensioni
Ciao a tutti! Junjou revolution ripercorrerà un pò la storia originale ma con un importante cambiamento. Ci sarà un Misaki ribelle con altri sogni e obiettivi. Sarà in grado Usagi-san di gestire questa personalità così forte? E Misaki riuscirà a raggiungere la felicità?
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Akihiko Usami, Keiichi Sumi, Misaki Takahashi, Shinnosuke Tōdō, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Bondage
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“Sensei, secondo me a questo punto della storia ci vuole un appuntamento”.
“Si… forse hai ragione…”.
Aikawa-san e Usagi erano alle prese con un nuovo capitolo della boys love del sensei, che stava avendo un successo inaspettato. I primi passi nell’amore dei due protagonisti aveva fatto breccia nei cuori di tutti, tranne in Misaki che protestava puntualmente a causa dell’uso del suo nome nella storia. Infatti i protagonisti si chiamavano Akihiko e Misaki.
“Aikawa-san però c’è un problema… sono due adolescenti…”
“E quindi?”
“Quindi non so cosa fanno i ragazzi di oggi quando vanno ad un appuntamento” disse dubbioso.
Si guardarono alla ricerca di una soluzione finché lo sguardo di Aikawa si posò su Misaki, intento a leggere un manga sul pavimento vicino alla finestra. Il suo viso di solito irritato era rilassato e non indossava i suoi soliti abiti da duro, ma un semplice pantalone della tuta e una maglia a maniche lunghe. Però aveva il suo corredo di orecchini e anelli.
“Ehi Misaki. Cosa stai leggendo?” chiese.
Lui alzò lo sguardo verso di lei infastidito.
“Code: Breaker”.
“Davvero? Lo sai che Ijuuin-sensei lo seguiamo noi?”
Misaki abbassò il manga guardandola più interessato.
“Se ti va un giorno vieni alla Marukawa così te lo presento. E’ sempre molto disponibile con i fan”.
“Wow! Grazie Aikawa-san!” esclamò lui felice. Stava cominciando a rivalutare quella donna.
“Ah, Misaki… forse ci puoi dare una mano… tu sei un ragazzo” disse Aikawa. Dopo averlo ammorbidito poteva finalmente chiedergli quello che le interessava.
“Perspicace” rispose lui riaprendo il manga.
“Sei uscito con delle ragazze?” chiese in tono cauto.
Il sensei le lanciò uno sguardo interessato.
“Certo” rispose indifferente.
“Quindi, un ragazzo della tua età, per un appuntamento dove porterebbe la propria ragazza?”
“Ovunque”.
“Ossia?” incalzò lei non soddisfatta da quella risposta.
“Qualsiasi posto va bene. L’importante è farci sesso” rispose tranquillamente.
“Come???” Aikawa si alzò sbalordita mentre il sensei iniziò a ridacchiare.
“Devo essere più chiaro? In un bagno, in un locale, in vicoli appartati… insomma ovunque. E se ci sono più ragazze è meglio” rispose con un ghigno che fece rabbrividire Aikawa.
“Ma non hai mai avuto un appuntamento… romantico? Il desiderio di voler stare con lei senza questi… impulsi?” chiese ragionevolmente.
“L’amore non esiste, è solo per gli illusi. Il sesso è qualcosa di concreto”.
Usagi gli lanciò uno sguardo penetrante mentre Aikawa confusa salutò il sensei e andò via. Misaki si riposizionò comodamente a terra riprendendo a leggere.
“Hai confuso Aikawa, non me lo sarei mai aspettato” disse avvicinandosi a lui.
“Non è la prima volta che colpisco così una donna” commentò distratto.
Si accomodò accanto a lui lanciando uno sguardo interessato al manga.
“Non leggi libri? Solo manga?” chiese curioso. Infatti non l’aveva mai visto leggere altro.
“Entrambi. E se ti stai chiedendo se ho letto i tuoi libri, puoi stare tranquillo perché l’ho fatto” disse anticipandolo.
“Davvero? Quando?” chiese stupito. Non se lo aspettava proprio.
“Quando mi va. Mi piace come scrivi Usagi-san, però i romanzi seri, non quelle stupide boys love”.
Akihiko si imbarazzò. Non gli capitava di arrossire così da quando Isaka-san aveva scoperto i suoi racconti.
“Grazie…” disse voltando la testa da un’altra parte.
Misaki continuò a leggere il suo manga non rendendosi conto dell’effetto che aveva avuto quella frase sul sensei.
“Misaki” chiamò ricomponendosi.
“Che c’è? Oggi siete tutti in vena di chiacchiere?” chiese esasperato guardandolo.
“Quante ragazze hai avuto?”
Lui lo guardò seccato ma notando il suo sguardo serio capì che voleva una risposta.
“Non le ho mai contate… forse 30, 40… forse di più… ho iniziato a 14 anni quindi non so cosa dirti… non ho mai tenuto il conto”.
Usagi strabuzzò gli occhi assumendo un’espressione contrariata. Misaki sospirò e rassegnato gli diede un bacio sulle labbra.
“Posso anche aver avuto tante ragazze, ma l’unico uomo che ho avuto sei tu Usagi-san” disse scostandosi imbarazzato. Si immerse di nuovo nella lettura coprendosi il viso con il manga per non far vedere la sua faccia rossa. Usagi gli saltò letteralmente addosso iniziandolo a baciare con foga.
“Ngnng… Usag…. Lascia….”
Lottarono a lungo finché il suono del campanello li fece tornare con i piedi per terra.
“Vado io!” esclamò scappando dalle grinfie di Usagi e sistemandosi il pantalone. Akihiko grugnì qualcosa maledicendo il nuovo arrivato anche se rimase sorpreso quando vide Takahiro entrare.
“Usagi!!”
“Takahiro!”
Si strinsero in un forte abbraccio guardati da un infastidito Misaki che tornò a leggere il suo manga.
“Che ci fai da queste parti?” chiese facendolo accomodare.
“Mi hanno trasferito nuovamente a Tokyo, quindi tra una settimana, quando tutto sarà pronto, Misaki potrà tornare a vivere con me” disse allegramente.
Usagi per la notizia si bloccò a mezz’aria nell’atto di sedersi mentre Misaki guardò stupito suo fratello.
“Come scusa?” chiese sperando di aver capito male.
“Torni a casa fratellino! Non sei contento? Ti ringrazio per tutto quello che hai fatto Akihiko ma è giunto il momento per Misaki di tornare a stare in famiglia” disse tutto contento.
Usagi si lasciò cadere sul divano incapace di parlare ma si riscosse quando vide lo sguardo sconvolto di Misaki.
“Maledizione Takahiro! Proprio ora che stava avendo dei miglioramenti!” pensò agitato. “Takahiro ragiona… tu sei sposato da poco… non desideri stare solo con tua moglie?” chiese cercando un appiglio.
“Lei vuole… non ha detto nulla. E’ felicissima di averti a casa” disse sorridendo.
Misaki si alzò buttando a terra con forza il suo manga.
“Mi hai chiesto se voglio o meno una cosa del genere??”
“Perché non vorresti? Siamo fratelli. E poi potrei controllarti meglio visto la tua condotta all’università” aggiunse con tono duro.
“Non voglio!! Te lo scordi!!”
“MISAKI!”
“Takahiro non mi rompere il cazzo! Prima mi scarichi qui come un pacco e ora pensi di riprendermi?”
“Non è così! E poi non puoi vivere qui per sempre!”
Tutti e due erano in piedi fronteggiandosi con foga.
“Se il problema è questo posso anche vivere per strada! Ma con te non ci torno!!”
“Smettila di fare il bambino e cresci! Cosa vuoi fare nella tua vita?? Non studi, fai risse, bevi, fumi… devo continuare??”
“Ho anch’io i miei sogni!” disse ferito da quelle parole.
“Davvero? E sentiamo allora!”
“Voglio essere un cantante, ok?” mormorò chinando il capo. In quel momento si sentiva umiliato.
Takahiro si zittì e il suo viso si oscurò tremando di rabbia.
“MISAKI SEI NEL MONDO DEGLI ADULTI! BASTA CON QUESTE STRONZATE!!”
“VAFFANCULO TAKAHIRO!”
Corse verso l’ingresso indossando un paio di scarpe e una giacca scappando via.
“MALEDIZIONE!” urlò Takahiro sedendosi nuovamente sul divano.
“Takahiro…” chiamò Usagi.
“Tu lo sapevi? Perché non mi hai detto nulla?” chiese in tono accusatorio.
“Chi sono io per distruggere il suo sogno?” domandò lui serio.
“Ma quale sogno! Vuole solo perdere tempo! Non sta facendo nulla nella sua vita!”
“Non è vero! Può essere irrequieto ma si sta impegnando tantissimo! Nello studio, al club di musica, al lavoro… ha formato una band addirittura! E’ un ragazzo di 19 anni che sta vivendo la sua vita come vuole non facendo nulla di male” disse prendendo le sue difese. Era arrabbiato perché Usagi nella sua vita non aveva mai visto nessuno impegnarsi tanto come Misaki.
“D’accordo, ma non si vive di soli sogni. Misaki non fa altro che creare problemi a tutti. E’ giunto il momento di crescere” commentò Takahiro alzandosi.
“Senti, tra tre giorni ci sarà il festival universitario. Si esibirà con la sua band e andrò ad ascoltarlo, vieni anche tu“
Takahiro si fermò a metà strada tra il soggiorno e l’ingresso.
“Sono felice che hai stretto amicizia con Misaki e vuoi sostenerlo ma io sono la sua famiglia. Tra una settimana i suoi bagagli devono essere pronti” detto questo uscì di casa lasciando Usagi pensieroso.
 
***
 
Stava seduto sotto al solito albero al parco osservando i pochi passanti che si coprivano il più possibile per non far penetrare il freddo pungente dell’inverno. Era passato un bel po’ di tempo da quando Usagi l’aveva recuperato sotto a quello stesso albero per riportarlo a casa e nonostante il giorno dopo si era reso conto di essersi comportato in modo umiliante, non si era pentito di quella telefonata. Da quel momento in poi non aveva pensato più a niente immergendosi nella sua routine: Usagi, università, studio, prove, battaglia con Kamijo, pulizie a casa, Usagi, scrivere musica, Usagi, lavoro al locale, Usagi.
Usagi, Usagi, Usagi… sempre Usagi. Provava una sorta di dipendenza da lui. Alcune volte, quando lo assaliva lo mandava via malamente perché era troppo appiccicoso. Però puntualmente cedeva alle sue moine, ai suoi occhi, al suo sorriso… e non riusciva a capire perché gli batteva forte il cuore. Era normale nei momenti in cui facevano sesso ma non quando ci parlava o lo pensava… Scosse la testa e automaticamente cercò con le mani il suo unico punto di sfogo, la chitarra. La mano si chiuse nel vuoto e borbottò qualcosa contro le fughe da casa senza la sua fedele compagna.
Chiuse gli occhi concentrandosi sulla nuova canzone per il festival ma un pensiero fugace lo fece raggelare. A lui piaceva vivere a casa di Usagi però non sapeva se per lui era lo stesso. Non gliel’aveva mai detto.
Si alzò in piedi e si incamminò verso casa con questo pensiero che lo tormentava. Iniziò a piovere facendolo bestemmiare, e dovette affrettare il passo. La luce dell’androne del palazzo lo avvolse piacevolmente però ormai il danno era stato fatto visto che era bagnato come un pulcino. Salì sopra e quando rientrò in casa Usagi lo accolse con un abbraccio stritola costole. Lui rimase immobile e sciolse malamente quella presa per togliersi la giacca.
“Misaki non scappare più così. L’ultima volta che l’hai fatto sei sparito per tre giorni” disse il sensei esprimendo il pensiero che lo aveva tormentato nelle ultime due ore.
“Si, si…” lo guardò negli occhi dove lesse la sua preoccupazione. Come poteva chiedergli se voleva che vivessero ancora insieme o no?
“Misaki?” disse Usagi notando la sua espressione tormentata.
Lui gli voltò le spalle e si avviò verso il piano superiore togliendo la sua maglia bagnata. La lasciò cadere lentamente a terra osservato attentamente dal sensei. Poi fece risalire lentamente la mano passandola sul torace umido fino ad arrivare ai capelli bagnati portandoseli indietro senza staccare gli occhi da Usagi. Si voltò e salì le scale raggiungendo il bagno e aprì immediatamente la doccia lasciando la porta aperta. Il sensei lo seguì non potendo resistere a quell’invito così esplicito e lo fece entrare dentro la doccia senza dargli il tempo di togliersi i pantaloni. Bloccandolo al muro iniziò a baciarlo sulle labbra invadendo la sua calda bocca con la lingua. Misaki rispose con ardore e una certa urgenza.
“Misaki, cosa succede?” chiese agitato.
Lui non rispose ma si mise in ginocchio liberando il sensei da ogni costrizione nella parte inferiore succhiando poi con forza l’erezione.
“Misaki!” ansimò affondando le mani nei capelli del più piccolo.
Lui continuò a tormentare la sua erezione finché il sensei non resistendo più lo staccò bruscamente per poterlo penetrare. E questo era quello che più desiderava Misaki, sentirlo dentro di sé, assecondare i suoi movimenti, eccitarsi al suo tocco, percepire la sensazione della sua lingua sul collo e sentire quelle dolci parole che lo accompagnano ogni notte nel mondo del piacere. In quel momento aveva bisogno di lui, colmando la sensazione di solitudine e tristezza che l’aveva avvolto nel momento in cui si era insediato il dubbio nella sua mente. Usagi voleva ancora vivere ancora con lui o no? Dopotutto di fronte a Takahiro non aveva fatto nulla per fermarlo.
“Usagi-san!” ansimò lui stringendolo tra le sue braccia nel momento in cui vennero.
“Usagi-san, Usagi-san, Usagi-san…”
Il sensei non uscì immediatamente da lui ma rimase lì immobile, tenendo stretto a sé quella figura così piccola che non riusciva a smettere di tremare.
 
***
 
Camminava freneticamente nell’aula del club di musica aspettando l’ora dell’esibizione. In quel momento si stavano esibendo gli altri membri però la loro band, “The Shake”, sarebbero stati gli ultimi. Avevano scelto quel nome perché avevano portato una vera scossa all’interno del club ed era inoltre il simbolo del rinnovamento.
Si sedette nervoso sul davanzale della finestra fumandosi l’ennesima sigaretta. Quello sarebbe stato il grande giorno che avrebbe decretato quale club fosse il migliore, come gli aveva ricordato quella mattina in modo “gentile” il presidente del club sportivo, Katsuo Matsuda.
La porta si aprì ed entrarono alcuni membri del club in fibrillazione. Sumi-senpai si stava congratulando con loro perché avevano dato una bella impressione al pubblico lasciando stupiti gli scimmioni del club sportivo. Shinno invece lo seguì pallido in viso e per una volta stava zitto.
“Misaki, Shinno. Vado a cambiarmi, tra poco tocca a noi” disse Sumi sorridente. Lui era il più tranquillo perché aveva appena finito di esibirsi con il resto dei ragazzi al pianoforte.
Passò un quarto d’ora e il senpai li venne a prendere vestito più come un ribelle. Misaki prese la sua chitarre imitato dal senpai. Infatti negli ultimi mesi anche lui si era appassionato a quello strumento sorprendendo tutto il club. Uscirono fuori e furono accolti da urla isteriche di alcune ragazze fan di Misaki. Altri ragazzi invece li guardavano con interesse, infine il club sportivo era in prima fila capeggiato da Matsuda, che urlò: “Siamo alla resa dei conti, sfigati!” seguito da un coro di risate di scherno.
Nelle ultime file c’erano molti docenti tra cui Kamijo il diavolo che stava parlando con Usagi. Aveva deciso di assistere all’esibizione nonostante il suo rifiuto.
Si posizionarono. Shinno si sedette dietro alla batteria mentre il senpai collegò la sua chitarra elettrica imitato da Misaki che inoltre posizionò meglio il suo microfono. Chiuse gli occhi facendo un respiro profondo e poi gli aprì ma non fu contento di quello che vide. Takahiro era appena arrivato e lo stava osservando con aria annoiata, si era messo vicino ad Usagi generando l’agitazione di Kamijo.
Strinse gli occhi con aria di sfida e fece cenno a Shinno. Per dare la carica iniziarono con un pezzo veloce, movimentato che lasciò stupiti tutti. Era un loro inedito che parlava di scavalcare il sistema, una sorta di critica all’università che fece impallidire il preside e gli insegnanti.
Le ragazze isteriche superarono quelli del club dello sport per occupare i posti sotto al palco. La band suonava con precisione ed enfasi e Misaki cantò come non aveva fatto mai prima guardando tutti.
Alla fine della canzone si elevò un boato di approvazione.
“Grazie, grazie… ma abbiamo un’altra sorpresa per voi. Ora canteremo non un nostro pezzo ma uno dei Green Day, “Minority”.
Si zittì e guardò fisso Takahiro che intanto era rimasto sconvolto.
Iniziarono a suonare e guardando suo fratello a gran voce cantò:
« I wanna be the minority,
I don't need your authority.
Down with the moral majority!

'Cause I wanna be the minority »
Takahiro rimase colpito da quelle parole e sorrise. Aveva capito. Sotto quella faccia da bastardo nullafacente si nascondeva una persona matura con obiettivi tutti suoi. Sorrise mentre il suo sguardo si voltava verso il pubblico in fibrillazione. Anche i professori stavano ballando e alcuni del club sportivo si erano uniti all’ovazione.
Però non erano gli unici ad osservarli. Poco lontano un uomo si voltò verso il suo interlocutore dicendo: “Li abbiamo trovati”.
 
 
Ciaooooo sono tornata con l’esordio degli Shake!!! =D spero che il nome vi piaccia, avevo qualche dubbio. Comunque… Takahiro non vedetelo così cattivo, è solo preoccupato per suo fratello e Misaki prova una forte emozione nei confronti di Usagi ma non sa cos’è. ù.ù
Domanda: Misaki legge Code : Breaker??? Si, non potevo far leggere a un tipo così ribelle The Kan, insomma… le avventure di un cuoco! Però il sensei è sempre lo stesso… muahahahhahahah =D
Domanda: perché Minority dei Green Day? Ecco la traduzione della strofa inserita nella storia:
« Voglio far parte della minoranza,
non ho bisogno della tua autorità.
Abbasso la maggioranza della morale!
Poiché voglio far parte della minoranza. »
 Calza a pennello no? C’è un Takahiro che vuole imporre la sua autorità e Misaki risponde a suon di musica =D
Spero che il capitolo vi sia piaciuto… alla prossima ;) e commentateeeee =D
   
 
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