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Autore: xanniex    27/03/2014    0 recensioni
''L’unico motivo è che ho paura Harry, e tu lo hai sempre saputo che sono un codardo. Lo sapevi quando abbiamo iniziato ad uscire, quando ti sei innamorato di me, e lo sai anche ora, qui e adesso.''
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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STUPID LOVERS.



                                                                                                                                                  
 
Di solito Harry ride. Lui ama farlo. Ride di tutto. Ride del bene e anche del male, a volte. A lui piace tanto ridere fino a sentire male la pancia, ad avere gli occhi lucidi, a piegarsi in due. E quando lo fa, quando lascia uscire una risata dalla sua bocca c’è da dire che ci sa proprio fare; pare quasi che il mondo si fermi, e non puoi far altro che pensare a quanto bello e particolare sia quel suono roco. È quasi come un dono, c’è chi ha il ballo nel sangue, chi sa scrivere e poi c’è Harry, con la sua risata e il suo sorriso meraviglioso.
A sentirlo ti vengono quasi i brividi, è per questo che il suo ragazzo non vuole smetta mai di ridere. Perché se Harry ride, Louis è felice, sorride di rimando e si sente vivo dentro.
Ed è per questo, che ora, mentre Louis guarda Harry piangere tra le sue braccia in un appartamento che chiamano ‘’casa’’ ma di casa proprio non sa, si sente morire. Gli manca il respiro a vederlo così, e forse la cosa peggiore è sapere di non poter fare niente per farlo stare meglio. Si sente inutile, perché in fondo sa  che è anche colpa sua se ora il piccolo sta male; se ora il minore gli sta singhiozzando sulla maglia firmata che Zayn gli ha regalato per il suo ventunesimo compleanno.
È colpa sua, sua e delle sue paure. Perché Louis, lo sanno tutti, ha sempre avuto paura. Da piccolo, quando i genitori i sono separati; da ragazzo, quando ha capito che preferiva i ragazzi alle ragazze; ed anche ora, sul quel divano con le braccia intorpidite che gli tremano e il cuore rotto in mille pezzi, ha ancora paura. Che Harry possa capire di meritare qualcuno di meglio, che si alzi, prenda le chiavi della macchina che ha imparato a guidare da appena tre mesi e se ne vada, lasciandolo lì da solo. E invece il riccio non lo fa, rimane lì, piange fino a non avere più lacrime da buttare, ma non va via. Stringe la maglia del suo ragazzo come a volerla strappare, ma non accenna ad alzarsi. Resta fino a quando, con le guance ancora rigate dalle lacrime salate, è talmente stanco che si addormenta tra le braccia, la maglia umida ed il senso di colpa del suo ragazzo.
Il maggiore si accorge che l’altro dorme dal suo modo lento di respirare, ormai conosce Harry a memoria, l’aveva guardato così tante volte dormire, e l’avrebbe fatto ancora perché mai si sarebbe scocciato di farlo, è una delle cose che amava di più al mondo. Anche ora, che ha lasciato quel divano quasi nuovo, per sistemare meglio il riccio non ha il coraggio di andare in camera a dormire. Preferirebbe di gran lunga restare a guardare Harry con le labbra dischiuse respirare piano per tutta la notte. Ed è proprio quello che fa,si siede sul pavimento –alquanto scomodo- e  allunga una mano per accarezzare il capo del minore fin quando Morfeo non lo tira a sé.
 
Il mattino, quando Harry si sveglia trova Louis seduto lì a terra, il busto appoggiato al divano e una mano tra i suo capelli. E gli viene da sorridere, pensando che ancora non capisce, come sia possibile che Louis tra 7 miliardi di persone – perché ne è sicuro, potrebbe averle tutte – si sia innamorato proprio di lui. Anche dopo averlo conosciuto per com’è davvero, con le sue insicurezze infondate, le crisi e i tanti sbalzi d’umore. E non può evitare di essere felice. Harry si alza, si china e prende Louis in braccio, che anche se più grande è molto minuto rispetto a lui, per sistemarlo meglio sul divano. È abituato a farlo ormai, Harry prende spesso il maggiore in braccio. Anche se vorrebbe tanto restare a guardarlo respirare piano, mentre il suo torace si alza e si abbassa, va in cucina a preparare qualcosa da mangiare. Lui, tra i due, è l’unico che ne sa qualcosa di cucina, e tocca sempre ad Harry, quando non sono in tour o in qualche costoso albergo, cucinare. E lo fa con piacere, ricordandosi l’espressione felice del suo ragazzo - o dei suoi amici, quando capita -  quando cucina qualcosa che gli sa di casa e famiglia.  Mentre immerge una bustina di tè nell’acqua calda, sente dei passi, e poi due braccia avvolgerlo di quel senso di protezione che solo loro sanno dargli. Così sorride e si gira ‘Buongiorno’ dice piano, e ’scusa’ sussurra guardando in basso, riferendosi alle lacrime della sera prima. Louis mette una mano sotto il viso del piccolo e fa si che egli lo guardi negli occhi ‘non pensarci neppure, scusa tu’ dice veloce. Ma il piccolo continua ‘Lou, tu non hai fatt…’ e Louis ne ha abbastanza di vederlo così dispiaciuto quindi ‘Harry’ inizia ‘sappiamo entrambi che la colpa di tutto questo non è tua. Se ti chiedessi di dire tutto – dire di noi–  a tutti, lo faresti senza esitazioni. Sono io che non voglio, ed è inutile cercare una giustificazione se la vera motivazione già l’abbiamo.  L’unico motivo è che ho paura Harry, e tu lo hai sempre saputo che sono un codardo. Lo sapevi quando abbiamo iniziato ad uscire, quando ti sei innamorato di me, e lo sai anche ora, qui e adesso. Non sono pronto, e un giorno lo sarò, ma non ora. E mi dispiace, davvero, che tu ci stia male, sono un codardo e lo so, ma tu Harry, tu ti prego, non andartene via. Sono un disastro, io e tutte le stronzate e le paranoie che mi porto dentro, ma tu, non lasciarmi, perché non posso fare a meno di te.’ E Louis, per paura – ancora una volta – ha parlato con gli occhi bassi ed ora che li rialza e li inchioda in quelli del riccio, sa che questo ha le lacrime agli occhi. ‘Oh Lou..’ sussurra piano e poi lo bacia, un bacio bisognoso e casto, un bacio riparatore ricco di amore. ‘Ti amo tanto Boo, e sai già bene, che anche volendo, non potrei mai andarmene, sarebbe impossibile, ci morirei. Perché tu sei l’unica cosa bella di questo mondo, e se la sola cosa da fare è aspettare, allora io aspetterò, per te, tutto il tempo che vorrai, perché per te, Lou, io farei di tutto.
E mentre il minore pronuncia quelle parole, con gli occhi persi in quelli dell’altro – verde e azzurro, prato e cielo, speranza e pace interiore – pensa a quanto vere siano le sue parole, perché lui, così coraggioso, farebbe di tutto per l’amato, e se c’è d’aspettare, aspetterà anche altri mille anni. E continuerà ad amarlo piano, di nascosto da mondo che forse ancora non è pronto per loro. E forse, è proprio una cosa da stupidi, ma andiamo, si sa, gli innamorati sono stupidi.
 
 
 
  
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