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Autore: Angela09    27/03/2014    3 recensioni
Io sono Clara Rosmeri Alek, ho 16 anni e questa è la mia VITA.
TRATTO DA UNO DEI CAPITOLI.
Mentre suonavo quella canzone, mi ricordavo del mio passato con lui. Di tutto quello che avevo provato con lui, tutto quello che facevo e dicevo. Ma sopratutto cercavo di ricreare la stessa felicità.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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‘Clara, Clara svegliati. Farai tardi a scuola. Dai su, pigrona svegliati!’ Mi sussurra dolcemente mia sorella Francesca.
‘Altri cinque minuti, per favore…’ Le dico con un fil di voce, pacato dal sonno.
‘No, mi dispiace! Se tra due minuti non sei in sala a fare colazione, ti verso un secchio d’acqua gelida!’  Mi urla andando in cucina.
Non voglio alzarmi, come sempre non ho dormito tanto per via dei miei incubi.
Da un po’ di tempo sogno lo stesso incubo: un angelo con una veste nera che  porta in cielo un angelo  con la veste bianca sporca di sangue.

‘ALZATI! ALZATI! DEVI ACCOMPAGNARCI A SCUOLA! SVEGLIATI!’ Urlano  quelle due piccole pesti dei gemelli . Hanno 7 anni e sono insopportabili. Come ogni mattina  stanno saltando sul mio letto.
‘SCENDETE ORA DAL MIO LETTO! IMMEDIATAMENTE!’ Urlo come un esorcista.
I due gemelli cominciano a correre verso la cucina ed io li seguo cercando di prenderli, ma invano.

‘Buon giorno! Hai fatto un buon risveglio?’ Mi domanda mia sorella, con la piccola Anna in braccio.
Come sempre Francesca è già vestita, indossa una maglia grigia con una scollatura provocante, dei jeans  attillati, delle scarpe a tela bianche e i capelli castani raccolti in un mezzo codino.
‘Come sei spiritosa’ le dico sedendomi al mio posto e cominciando a sorseggiare la mia tazza di latte e cacao.
‘Rosaria, Giorgio seduti ! Bevete il vostro latte e dopo andatevi a lavare i denti e il viso!’Dice mia sorella ansiosa, mentre appoggia Anna sulla sedia la quale comincia a bere la sua piccola tazza rosa piena di latte.
Francesca si siede sulla sedia ,  in un solo sorso finisce la sua tazza di latte e in due secondi finisce la sua brioche.
‘Su dai ! Clara hai  finito? Veloce!’ Mi urla, alzandosi e andando nella sua camera a preparare la sua borsa per il lavoro .

Mi alzo mentre mangio l’ultimo biscotto al cioccolato e mi dirigo nel bagno. Mentre vado in bagno Rosaria scoppia a piangere.
‘COSA HAI FATTO?’ Mi urla mia sorella dalla sua camera.
E’ matematico. Quando Rosaria scoppia a piangere mia sorella mi  da sempre la colpa! Non la sopporto!
‘CHE VUOI?’ Urlo dal bagno.
‘PERCHE’ ROSARIA PIANGE?! ’ Mi urla.
‘NON LO SO! E POI VAI IN CUCINA E VEDI!’ Le urlo mentre comincio a farmi una doccia.
‘SEI SEMPRE LA SOLITA!’ Mi urla.
Quanto la odio! In cinque minuti finisco di fami la doccia, indosso una maglia bianca, una giacca di jeans, dei jeans  strappati e delle blazer blu.
Vado in cucina per prepararmi il panino per la merenda e vedo che sono le 07:20.

‘ROSARIA, GIORGIO ANDATEVI A LAVARE! E FATE VELOCE!’ Urlo, e loro come due soldatini vanno in bagno a lavarsi.
Dopo aver preparato il panino lo pongo nella mia cartella e per qualche minuto mi soffermo ad osservare Anna, mentre beatamente beve il suo latte guardando la televisione.
Più la guardo e più noto la somiglianza tra lei e Francesca, quella somiglianza che tra me e lei non c’è mai stata.
I capelli scuri, gli occhi scuri con ai lati piccole rughette che si notano solo quando ride, la pelle ambrata, le fossette e il sorriso.
In poche parole è Francesca quando aveva 3 anni.

Molte volte mi soffermo a pensare cosa sarebbe successo se fossimo rimasti a casa, in Iraq, se Anna sarebbe sopravvissuta. Non penso tanto agli altri, può sembrare egoista, ma mi preoccupo più di Anna. Non so perché, forse perché è la più piccola e sento il dovere di proteggerla. Verso gli altri, sono anche protettiva, ma verso Anna lo sono di più.
Ad un tratto si accorge che del mio sguardo e si gira verso di me. Mi sorride, con quel sorriso che solo i bambini sanno fare, quel sorriso pieno di innocenza, felicità e curiosità.

Io le sorrido, ma il mio sorriso non è come il suo: il mio sorriso è pieno di preoccupazioni, paure, odio e rancore.
‘Cosa c’è?’ Mi domanda Anna facendo sparire il suo magnifico sorriso.
‘Perché?’ Domando.
‘Hai gli occhi lucidi’ mi risponde.
‘Non ho gli occhi lucidi! Sono solamente stanca!’ Le mento.
‘Capito… Clara quando torna Luca?’ Mi domanda, questa volta lei ha gli occhi lucidi.
Ormai ogni tre giorni, da più di sei mesi mi fa questa domanda: ‘Quando torna Luca?’
‘Vieni’ le dico dolcemente.
Lei viene e  si siede sulle mie ginocchia. Le sorrido e le accarezzo il viso.
‘Torna presto, vedrai. E sono sicura che ti porterà un bellissimo regalo!’ Le dico ormai con le lacrime agli occhi.
‘E’ perché piangi?’ Mi domanda ormai piangendo anche lei.
‘Perché mi manca. E non voglio che tu pianga. Ok?’ le dico ormai in lacrime.
Lei annuisce e io l’abbraccio forte. Ormai lei e i miei fratelli sono la mai ancora di salvezza. Se penso a loro rimango lucida, loro ormai sono tutto quello che mi resta.
‘CLARA PUOI AIUTARE TU AD ANNA A VESTIRSI?’ Mi domanda Francesca.
‘Si!’ Le rispondo.
Per l’ultima volta guardo Anna, le asciugo le lacrime con i pollici, le sorrido e le dico: ‘Questo è il nostro piccolo segreto. Ok?’
‘Ok!’ Dice lei sorridendomi.

Prima di accompagnarla nel bagno vedo l’orario sul display del cellulare di Francesca: sono le 07:35.
Mentre andiamo in bagno, da quest’ultimo, escono Rosaria e Giorgio.
‘Vestitevi veloci, sennò facciamo tardi!’ Li dico.
Intanto aiuto ad Anna a lavarsi e a vestirsi e in ben cinque minuti, è pulita è profumata.
Vado in cucina per preparare i panini a Giorgio e Rosaria, intanto Francesca sta indossando la giacca, Rosaria e Giorgio si stanno ad infilare le scarpe e Anna cerca il suo orsacchiotto.
‘Rosaria hai visto Cicci?’ Domanda Anna preoccupata a Rosaria.
‘No’ risponde schietta Rosaria.
‘E tu Giorgio?’ Domanda Anna con occhi lucidi.
‘NO!’ Gli risponde Giorgio con una linguaccia.
‘Dai su amore, dobbiamo andare, sennò tardo al lavoro.’ Le dice Francesca cercando le chiavi dell’auto.
‘Ma io voglio Cicci!’ Dice Anna incrociando le braccia.
‘Dai, su all’asilo ci sono molti più giocattoli’ Dice Francesca cercando di convincerla.
‘Non m’importa. Voglio Cicci!’ Dice Anna ancora più sicura di sé.
‘Dove l’hai messo?’ Le domanda Francesca ormai impaziente.
‘Non lo so!’ Le risponde Anna, ormai in preda alla paura di ricevere un urlo in faccia da Francesca.

D’altronde tutti quanti noi abbiamo paura che Francesca da un momento all’altro possa urlarci in faccia. Ha paura anche mio fratello maggiore Luca, che ha 23 anni.
Però prima non era così, prima era la ragazza spensierata, senza pensieri che viveva alla giornata. Non le importava del futuro, non le importava degli altri, ma dopo siamo venuti qui in Italia e tutto è cambiato.
‘Uffa! Perché non li mettete al posto giusto i vostri giocattoli?’ Domanda Francesca cercando dietro al divano.
Ormai è al limite della pazienza. Certe volte amo queste scene, altre volte invece mi dispiace vederla in queste situazioni. Lei e Luca sono gli unici che portano i soldi a casa, ci vogliono bene e non ci hanno lasciati in orfanotrofio (anche se ne avevano la possibilità)-
Dopo un paio di minuti esco dalla cucina e dico: ‘Fermati- rivolta a Francesca – poi mi piego per guardare negli occhi Anna – Hai dormito insieme sta notte?’
Lei per qualche secondo ci pensa, poi i suoi occhi s’illuminano: sa la risposta.
Corre nella stanza e come un fulmine torna nella sala con Cicci. Francesca è con la bocca aperta.

‘Dov’era?’ Domanda sbalordita.
‘Sotto il letto! L’avrò fatto scivolare questa notte!’ Dice Anna con naturalezza.
‘Come facevi a saperlo?’ Mi domanda sorpresa.
‘Vedi sorellona, io a differenza tua ho due doni: il primo è che sono paziente, il secondo è che capisco con uno sguardo le persone. Capisco i loro pensieri, quello che pensano di me, come si sentono..’ Le dico con franchezza.
Poi rivolta a Rosaria e Giorgio dico: ‘Dai indossate gli zaini! Io indosso la mia giacca e possiamo andare!’
‘Dai Clara, fai veloce così usciamo tutti insieme!’ Dice Francesca.
E in due secondi tutti e cinque siamo pronti per uscire.

Questa è la mia famiglia, però non è tutta. Mancano mio fratello Luca e mio padre,che sono in guerra nel mio paese; ed infine mia mamma. Lei ora è in cielo e ci protegge, e ci proteggerà sempre.
Comunque questa è una tipica mattina che affronto da quando sono in Italia, più precisamente a Braletta.
Questo è il tipico inizio della mia lunga giornata.

Io sono Clara Rosmeri Alek , ho 13 e questa è la mia VITA.

CIAO A TUTTI, MI CHIAMO ANGELA, SPERO CHE QUESTA STORIA VI PIACCIA E CHE MI SEGUIATE :) BACIONI.
  
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