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Autore: Marra Superwholocked    27/03/2014    1 recensioni
[Ispirato ad una storia vera]
Valery è una dolce ragazza dai capelli biondi che deve proteggere a tutti i costi il suo segreto. Solo il suo migliore amico sa tutto su di lei: Jack Harkness. Insieme, partono per Lione, ritrovandosi al centro di una grande avventura stile Dottore che prevede pericolo, corse e.. bachi da seta.
-Purtroppo, per leggere questa storia, dovreste leggere per lo meno Diario di un Dottore, nel quale viene introdotto il personaggio stesso di Valery-
Buona lettura!
Genere: Avventura, Azione, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jack Harkness, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The White Panther'
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Minacce a fin di bene.. o quasi


« Non capisco perché proprio Lione » disse Valery tirando le tende della camera da letto per far entrare la luce del mattino marzolino. Lei e Jack erano arrivati quella notte e, avendo una sola carta psichica, fecero ricorso alla buon vecchia prenotazione classica: arrivare, prenotare, dormire.
« Ah, quanto brontoli. Mi pare che hai passato una buona notte, o no? » la provocò lui accarezzandosi il petto scolpito.
« Oh, be'.. Ah, smettila.. » Valery arrossì violentemente. « Spiegami perché Lione, ti prego! Lo sai che non mi piace aspettare.. » Si girò e si lasciò cadere sul letto poggiando la testa sui suoi caldi addominali. Ne aspirò il profumo di lavanda e menta e quando rialzò lo sguardo lui le sorrideva quasi maligno.
« Io so qualcosa che tu non sai » le cantilenò con una voce da bambino. Ed era vero: per una volta, in quasi cent'anni di vita, Valery non aveva nessuna idea del perché fosse lì. « E va bene, te lo dirò » acconsentì nel vederla turbata e con la faccia immersa nel suo petto liscio. Poteva sentire il soffio caldo del suo respiro su di sé.
Valery si tirò su a sedere con lo scatto di un grillo facendo svolazzare i suoi capelli color grano e tese l'orecchio per recepire il più possibile, nonostante la vista annebbiata ed attratta da quell'uomo simile a un dio.
« Ero in una specie di vacanza ma ho ricevuto una chiamata e ho accettato l'incarico. Il Torchwood ha registrato una forte attività aliena in questa città e noi siamo qui per indagare. »
« Ma perché io? Potevi portare la tua squadra e invece ti sei messo in pericolo solo per attirare l'attenzione del mio Tardis. Potevi morire, buttandoti da quel burrone! » Lo disse quasi senza pensarci, poi, rivestendosi, si rese conto della sciocchezza ed entrambi risero fragorosamente per quasi dieci minuti.
Quando uscirono dall'ascensore dell'Appart'City di via Garibaldi, un gruppetto di ragazze squadrò Jack, il quale non smetteva di ricambiare i loro sguardi che escludeva quello di Giulia: lei se ne stava ferma a fissare il pavimento.
A Valery, scaltra come un felino, non scappò quel particolare; diede uno strattone a Jack e gli indicò la ragazza persa nel vuoto.
« Allora, ragazze, siamo pronte? Oggi si va in bicicletta! » Patricia arrivò col suo entusiasmo francese e passò fluida tra le sue alunne ancora un po' assonnate.
« Jack, quella ragazza.. » sussurrò Valery in direzione di Giulia. Prese dunque il suo cacciavite sonico e, senza dar nell'occhio, lo puntò sulla ragazza che nel frattempo si alzò e raggiunse le altre all'uscita dell'albergo.
« Lasciatelo dire, sei peggio del Dottore: vedi alieni ovunque. Quella poveretta ha solo dormito male » la sgridò lui. « Oppure non ha affatto dormito. Come noi due.. »
Valery fece finta di non averlo sentito e, furtiva, si mise a seguire fino alla porta d'uscita Giulia, col suo cacciavite puntato su di essa. Mentre quest'ultimo emetteva il suo consueto trillo, Jack corrugò la fronte nel momento in cui si accorse di una scia gelatinosa che partiva dal cestino della reception per arrivare fino all'ascensore di servizio.
« Val, lascia stare la ragazza e vieni qui. » Trascinò un dito sulla sostanza anomala. « Bleah, è nauseabonda » commentò.
Valery si accostò al suo compagno di viaggio e si mise ad esaminare la gelatina col cacciavite che, grazie alle sue onde soniche, la fece tramutare dal suo colore naturale – azzurro cielo – che si confondeva con la moquette, ad un brillante grigio topo. « Oh.. »
« Oh, cosa? »
« Credimi, non lo vuoi sapere. »
« E dai, avanti. A me lo puoi dire. » Jack le diede una dolce gomitata per incoraggiarla a parlare.
Alla reception, gli impiegati francesi non fecero caso ai due stranieri che, accovacciati per terra, discutevano come due bambini.
« Vai a dare uno sguardo dentro al cestino, per favore. »
Un po' fiero per l'incarico e un po' stanco di aspettare, Jack saettò sul luogo da ispezionare; piegò le ginocchia e, automaticamente, si tappò il naso per il tanfo che proveniva dal “luogo del delitto”. « Ma che diavolo..? »
« Uova rotte? »
« Sembrerebbe di sì. » Allungò una mano ed estrasse dal cestino un bozzolo bianco come la neve e rotto a metà. « No, aspetta: che razza di roba è? »
« È quello per cui siamo qui. »
« E cioè? »
« Jack, davvero, non lo vuoi sapere. »
« Val.. » Le andò vicino e le prese la testa fra le mani tiepide. « Lo sai che non mi piace minacciarti, ma potrei fare una visita al Dottore e mettergli una pulce nell'orecchio, quindi.. »
« Bava di lepidottero in metamorfosi. »
« Bava di.. cosa?! »
« Baco. Bava di baco. In particolare di quelli del bombice del gelso. Sono quelli della seta. »
« Ma il baco da seta non produce bava! »
« Bada bene: » si mise un indice davanti al volto e continuò: « quello terrestre non produce bava.. Ma quello di Surren sì. Sono classificati come parassiti e sono relativamente tranquilli perché penetrano nel cervello della loro vittima e ne guidano i movimenti senza, però, ucciderla. Somigliano anche alle lumache terrestri in quanto si muovono, appunto, con l'aiuto della loro bava. »
Per tutta la durata della spiegazione data da Valery, Jack era rimasto a bocca aperta a fissarla con estremo disgusto. « Avevi ragione tu » cominciò a dire con lo stomaco capovolto. « Non volevo saperlo. »

   
 
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