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Autore: DezoPenguin    27/03/2014    1 recensioni
Protagonisti i cuccioli della famiglia Kuga-Fujino! Una collezione di drabble e gag con le versioni in miniatura dei Child, che vivacizzano la vita delle loro padrone. Un po' di ShizNat in sottofondo.
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Natsuki Kuga, Shizuru Fujino, Un po' tutti
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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NDA: questo è un po' più lungo del normale. Avrebbe dovuto essere un pezzo carino in cui Shizuru trascina fuori Natsuki per celebrare la fine del suo lavoro con...bè, lo vedrete. Ma Natsuki non poteva lasciare le cose come stavano...

NDT: finalmente ce l'abbiamo fatta.

10. Promise-Promessa

Natsuki fece click sull'icona di salvataggio con un gesto drammatico, schiacciando il pulsante del mouse con un'energia che ricordava quella delle esecuzioni mediante impalamento.

"Ecco!" esultò. "È finito!"

Senza sprecare tempo, spedì immediatamente il documento via mail al professor Sakomizu. Le vacanze di Natsuki erano state praticamente distrutte da tutte le lezioni di recupero che era stata costretta a frequentare in modo da non ripetere il primo anno, ma concludere finalmente quella ricerca era come vedere la luce alla fine del tunnel. Le mancavano solo gli esami, e quelli sarebbero stati abbastanza facili; sapeva tutto a memoria, ormai. Sollevò il braccio in un gesto di trionfo mentre si alzava, emettendo perfino un grido.

"Ara, Natsuki sembra davvero entusiasta."

"Meep!"

Natsuki arrossì intensamente quando si accorse che Shizuru l'aveva vista esultare.

"Devo dedurre che hai finito la tua ricerca?"

"Uh-huh. Finita, controllata, corretta e spedita."

"Eccellente!" Shizuru la prese per un braccio. "Andiamo."

"Huh? Cosa? Andiamo dove?"

Visto che Shizuru era Shizuru, la risposta non arrivò. Natsuki si ritrovò addosso scarpe e giubbotto, fu trascinata fuori dalla porta e condotta attraverso il campus fino alla spiaggia. Era, ironicamente, la stessa spiaggia su cui Mai era arrivata a Fuuka quasi un anno prima. Anche se allora non potevano saperlo, quello era stato l'inizio degli eventi che erano culminati nel Festival delle HiME. Erano cambiate così tante cose per tutte le persone coinvolte, e Natsuki era tra coloro che avevano sofferto di più. La passione che l'aveva guidata per tutta la sua vita, il suo desiderio di trovare vendetta per coloro che avevano ucciso sua madre, ormai era spenta. Alla fine aveva scoperto la verità dietro quegli eventi e ormai quasi tutti i responsabili erano morti, anche se non per sua mano.

E un aspetto più trascurabile, ma forse più importante a lungo termine, era che aveva cominciato ad aprirsi agli altri, ad un punto tale che aveva cominciato a far entrare nella sua vita persone che poteva davvero chiamare amiche, come Mikoto e Mai. Il guscio in cui si era tenuta sigillata si era frantumato, e chi sapeva cosa sarebbe successo adesso?

E poi c'era Shizuru. La prima—accidenti, l'unica—persona che era riuscita ad entrare nel guscio di Natsuki prima del Festival. La migliore amica di Natsuki. I cui sentimenti verso Natsuki, si era scoperto, non erano esattamente amichevoli. Il suo era il genere di affetto che implicava baci e rose rosse e corpi avvinghiati sotto la luna e passeggiate in abito bianco lungo la navata di una chiesa.

Shizuru, il cui affetto Natsuki stava diventando sempre più certa di ricambiare.

Non era facile pensare in quei termini e non era facile accettarlo—e quando mai aveva accettato facilmente tutto quello che riguardava i suoi sentimenti?—ma non si trattava solo del fatto che perdere Shizuru le avrebbe aperto una voragine nel cuore. Quello era scontato. Era il fatto che pensare di diventare un'amante…l'idea di ricambiare quei sentimenti stava cominciando ad attraversare il confine del possibile e ad inoltrarsi nel pericoloso, nuovo territorio dell'attraente.

"Allora, che ci facciamo qui, Shizuru?"

Era una notte senza nuvole e la luna, quasi piena, trasformava la sabbia in argento. Le ricordò quello che aveva appena pensato riguardo i sentimenti di Shizuru, loro due sotto la luna—Che cos'è, contagiosa?

"Ara, come sei carina quando arrossisci. Mi chiedo cosa stia pensando Natsuki."

"I-idiota!"

La presa in giro era ancor peggiore perché era stata vera!

"Ma non è questo che stavo pensando."

Era una notte fredda, e la brezza sull'acqua rendeva l'aria ancora più fredda. Shizuru la guidò fino a due sedie a sdraio, che avevano un cestino da picnic posato fra loro.

"Cos'è tutto questo?"

Shizuru sembrava avere intenzione, però, di evitare le risposte il più a lungo possibile. Aspettò finchè non si furono sistemate sotto le coperte leggere che erano state preparate sulle sdraio, e aprì il cestino per rivelare un thermos e delle tazze di plastica. Le riempì di cioccolata fumante e ci aggiunse dei marshmallows, poi ne diede una a Natsuki. La ragazza beve, quasi scottandosi la lingua, facendo ridere Shizuru. Prese il secondo sorso con più cautela.

"Mmm, è davvero buona, Shizuru."

"Grazie. Ho comprato il cacao per farla da un negozio specializzato in dolci d'importazione."

"Aspetta—hai 'comprato il cacao'? Cioè, questa è cioccolata fatta in casa? Non mi meraviglia che sia così buona!"

Quel complimento improvviso prese Shizuru completamente alla sprovvista, e Natsuki si accorse che non era necessariamente l'unica che doveva affrontare un cambio di prospettiva. Si affrettò ad aggiungere, "Sono sorpresa che non ci sia un thermos per te con dentro il tè."

"Ikezu."

Shizuru rivolse a Natsuki il suo falso broncio.

"Anche tu sei cattiva. Dopotutto siamo qui, sulla spiaggia, a bere cioccolata di prima qualità per scaldarci e ancora non mi hai detto cosa ci facciamo qui!"

Shizuru le sorrise.

"Bè, Natsuki dopotutto si è impegnata molto con lo studio, perdendosi tutte le cose divertenti che succedono durante le vacanze. Non sei nemmeno riuscita a partecipare ad una delle feste stagionali perché eri troppo occupata con i libri."

"Sì, è vero."

Combattere gli Orphan e investigare su cospirazioni segrete governative era stato deleterio per la sua frequenza scolastica durante quell'anno (non che il suo atteggiamento avesse aiutato).

"Così o pensato che avremmo potuto avere una festa tutta nostra."

"Una…festa?"

"Mm-hm," disse Shizuru, annuendo, poi alzò la voce.

"Kiyohime! Duran!"

Un rumoroso latrato da parte del Child di Natsuki rispose al richiamo di Shizuru, e poi ci fu l'esplosione ovattata di due proiettili che venivano sparati. Un paio di secondi dopo, le Pallottole Abbaglianti esplosero, facendo cadere dal cielo una pioggia di scintille blu e verdi sull'acqua. Un attimo più tardi, si sentì il rumore di un fiammifero che veniva acceso e Kiyohime, che era stata quasi invisibile tra le ombre, cominciò a fare il giocoliere con una dozzina di fontane che sparavano scintille, mantenendo di fuochi sospesi a mezz'aria (anche se si tanto in tanto la testa numero tre ne faceva cadere uno) creando giochi di luce. Duran continuava a sparare più o meno ogni minuto.

"Non sarebbe un vero festival senza fuochi, vero?"

"Sh—Shizuru..."

La voce di Natsuki si spezzò, mentre la ragazza guardava lo spettacolo.

"Io…io non so che cosa dire."

Gah! Certo che lo sai! Si disse, all'improvviso furiosa con sé stessa. Shizuru sapeva sempre come fare, come scivolare oltre le sue difese e toccare il suo cuore con grandi gesti e, ancor di più, con le piccole gentilezze, usando la stessa conoscenza che aveva di Natsuki e che la rendeva tanto brava a prenderla in giro.

Mentre io —

A volte le dava fastidio che, tra loro due, fosse sempre Shizuru a fare le cose. Shizuru le dava affetto, gentilezza, fiducia, sostegno, e Natsuki ricambiava con—cosa? Intrattenimento, quando il suo imbarazzo e i suoi balbettii facevano ridere Shizuru? Okay, forse le azioni di Shizuru durante il Festival delle HiME avevano in qualche modo bilanciato la situazione—sempre che alcuni giorni di follia potessero bilanciare anni di egoistica, inconsapevole crudeltà. Ma stavano scivolando di nuovo nelle stesse abitudini, ricomiciando la danza dall'inizio.

Natsuki non voleva che accadesse più. Le vennero le lacrime agli occhi quando si accorse di quanto rifiutasse quella possibilità.

"Natsuki, qualcosa non va?" chiese Shizuru, preoccupata, perché naturamente l'aveva osservata e naturalmente aveva visto le sue lacrime e la sua espressione turbata.

"Sì, qualcosa non va," ammise Natsuki.

"Mi dispiace," disse subito Shizuru, peggiorando le cose. "Volevo fare qualcosa di speciale per Natsuki ma mi sono di nuovo spinta troppo oltre e—"

"Non è questo!" la interruppe Natsuki. Shizuru sembrò sorpresa, e non era un'espressione che esibiva spesso.

"Non è questo," ripetè, con maggiore dolcezza. Poi prese un profondo respiro.

"Non sono brava con le parole come te, Shizuru. Non riesco a formare una frase elegante che riesca ad avere esattamente le sfumature di significato e le implicazioni che voglio, quindi lo dirò e basta."

Le si strinse lo stomaco; aveva partecipato a battaglie in cui avrebbe potuto morire, e non aveva provato nemmeno la metà della paura che stava provando in quel momento.

"Senti, so che hai avuto una brutta ossessione che mi ha causato dei problemi, e che stai cercando di farti perdonare. Ma anch'io ho avuto la mia ossessione, e anche se non ti ha colpita direttamente come la tua ha fatto con la mia, mi ha resa comunque una cattiva amica."

"Non ho mai pensato una cosa del genere, Natsuki."

"Sì, beh, tu eri follemente innamorata di me." Prese un profondo respiro. "I punto è che voglio cambiare. Il mio passato è…passato, credo…ora, e i tuoi sentimenti sono stati dichiarati invece di essere imbottigliati come in una pentola a pressione. Quindi…voglio che anche il nostro rapporto sia diverso. Voglio fare delle cose per te invece di accettare egoisticamente quello che mi dai."

Voglio amarti a mia volta.

"Gah! Sapevo che non sarei riuscita a dirlo bene!" esclamò, colpendo il bracciolo della sdraio in un impeto di frustrazione, anche se l'espressione stupefatta di Shizuru era lì perché in effetti Natsuki lo stava dicendo bene. Era la stessa espressione che aveva avuto nella cappella distrutta durante il Festival, dove erano morte assieme, e Natsuki aveva confessato i propri sentimenti più di quanto avesse mai fatto.

Era strano come fosse più facile dire cose come quelle quando non si ci aspettava di avere a che fare con le conseguenze, con il futuro.

Ma le diede un'idea.

Tese una mano, posandola su una guancia di Shizuru, la pelle rinfrescata dal vento era fredda contro il palmo di Natsuki.

Questo…è questo quello che voglio per noi? Se aveva dei dubbi avrebbe dovuto fermarsi in quel momento, quando era ancora al sicuro, quando poteva ancora tirarsi indietro. Una persona non poteva rompere promesse che non aveva fatto. Ma—

Sì. è questo che voglio.

E comunque era sempre stata più a suo agio ad esprimersi con le azioni che con le parole. Era giusto, e sembrava naturale, accarezzare con il pollice le labbra di Shizuru, sentire la loro morbidezza, guardarle schiudersi leggemente mentre le toccava. Avvicinarsi, inclinare lievemente la testa da un lato e posare le proprie labbra su quelle di Shizuru, con gentilezza. Con amore. Perché amore era ciò che provava per Shizuru. Forse non sarebbe mai stata brava come lei nel prevedere di cosa lei aveva bisogno, nel regalare quelle piccole gentilezze che venivano dalla comprensione delle necessità dell'altra. E non c'era possibilità che fosse altrettanto brava a dirlo.

Ma una cosa era certa: non importava quanto tempo ci sarebbe voluto, si sarebbe assicurata che Shizuru sapesse esattamente quanto fosse importante per lei.

A volte non era necessario che le promesse fossero messe in parole.

  
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