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Autore: behind    27/03/2014    1 recensioni

Aveva perso il controllo dei suoi piedi, che continuavano a marciare sopra metri e metri di prato. Le dolevano, era esausta, le sembrava di stare camminando da ore, ma non riusciva a fermarsi.
Genere: Dark, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Welcome to the nightmare in my head

Ash si stese sul letto e si coprì con la pesante coperta di lana. Cercò di dimenticare la sua triste giornata, confinata in un seminterrato a pulire. Obbligata dalla sua padrona. Appena si addormentò cominciò a sognare…
Si trovava sotto ad un grosso salice piangente, che la sovrastava e le incuteva timore. Il cielo era plumbeo, grandi nuvole nere minacciavano una tempesta. Il vento soffiava forte, fischiano nelle orecchie di Ash. Lei indossava un lungo abito bianco castigato, che le copriva anche i piedi scalzi. Il colletto la soffocava, le maniche in pizzo le pungevano le braccia e il corpetto le impediva di respirare senza fare fatica. Ash iniziò a camminare sull’erba, cercando di capire in quale luogo si trovasse. I piedi si stavano sporcando di terra, le unghie si stavano insudiciando. L’erba era fresca e umida, come dopo una temporale. L’orlo del vestito trascinava con sé granelli di terra. Ash camminava, camminava, camminava e continuava a camminare ma non sapeva da quanto e non riusciva a fermarsi. Aveva perso il controllo dei suoi piedi, che continuavano a marciare sopra metri e metri di prato. I piedi le dolevano, era esausta, le sembrava di stare camminando da ore, ma non riusciva a fermarsi.
Ash era frustrata. Era disperata. Calde lacrime salate iniziarono a scendere sulle sue guance. Man mano che scendevano si tingevano di rosso fino a tramutarsi in sangue. Ash non riusciva più a vedere bene, con le pupille oscurate dal sangue. Le lacrime continuavano a scendere imperterrite, calde, dense e ferrose. Le finivano in bocca, nel naso e scendevano fino al collo, poi giù per il corpetto del vestito. Alcune riuscivano a scendere fin sulla gonna dell’abito. Ash stava soffocando, ma intanto continuava a camminare. Incespicava. Inciampava nei suoi stessi piedi. Cadeva ma i suoi piedi le ordinavano di rialzarsi. Un fulmine scaturì dal cielo. I piedi di Ash si fermarono. Era ritornata sotto al salice. Iniziò a piovere furiosamente. Si alzò un forte vento, che le scompigliava i capelli e che le faceva muovere la gonna, dando vita nella stoffa  a onde simili a quelle del mare. Ash si accasciò ai piedi del salice, con i piedi doloranti, con il sangue sul suo viso che stava iniziando a seccarsi. Il vestito era sudicio, sporco di sangue e di terra. Un altro fulmine scese dal cielo, poco lontano da Ash. Un altro ancora. E ancora. Sempre nello stesso punto a intervalli identici. Ash urlò. Frustrata, dolorante supplicava pietà a qualsiasi dio avesse stabilito per lei quella punizione. Iniziò a strapparsi ciocche di capelli dalla disperazione. Le sue urla venivano sovrastate dal vento impetuoso e dal rumore della pioggia. Era in preda ad una disperazione demoniaca. Desiderava morire piuttosto che continuare a vivere in quelle condizioni. Iniziò a gattonare e a strisciare nel fango cercando un’inesistente via di fuga. A causa della pioggia non vedeva bene, il vento le fischiava nelle orecchie e aveva freddo. Tremava dal freddo. L’abito che indossava, seppur lungo e coprente, era troppo leggero. Il freddo le entrava sotto la pelle, raggiungeva le ossa e le mandava feroci stilettate. Il vento che le arrivava in faccia diventò talmente forte da scorticarla. Le palpebre erano chiuse a forza, dalla terribile ferocia del vento, che implacabile continuava a soffiare e a ruggire.
La pioggia si tramutò in gelida neve. La temperatura si abbassò ancora di più. Intanto Ash, ignara del fatto che non avrebbe mai trovato una via di fuga da quell’inferno poiché inesistente, continuava a strisciare, affaticata dal vento, dal fango e dalla neve. Il vento e la neve diedero vita ad una bufera. Ash aveva sempre più freddo, il naso era arrossato, le dita delle mani e dei piedi cominciarono ad intorpidirsi e a perdere colore.
Le neve le entrava in bocca, non riusciva a tenere gli occhi aperti. Ma nonostante tutto continuava a strisciare, a tratti a gattonare, senza perdere l’ultima speranza, vana.
Urlava, urlava e urlava sperando che qualcuno riuscisse a sentirla. Ma era da sola. E le sue urla si persero nel fragore della bufera, che imperversava come una battaglia. Una battaglia tra vento e neve.
Ash dopo pochi minuti, forse molte ore, si arrese. Si fermò in mezzo al prato, con la faccia rivolta verso la terra. Lasciò che la bufera imperversasse intorno a lei. Silenziosamente iniziò a piangere e a singhiozzare. Si rese conto che non sarebbe uscita da quell’incubo e che non ci sarebbe morta dentro. Nonostante tutto non riusciva a morire. Una forza superiore continuava a mantenerla in vita. Sarebbe stato troppo facile morire. Mai prima d’allora aveva desiderato con tanto ardore tornare a casa, dalla sua padrona, per servirla e per soddisfare ogni suo minimo capriccio. Mai. Prima di quel giorno.
Una mano la scosse. Qualcuno le gridò di svegliarsi. Aprì lentamente gli occhi. Era nel suo letto, a casa. La sua capricciosa padrona la stava scuotendo, gridandole di svegliarsi e di alzarsi. Dopo alcuni tentativi se ne andò.
Rimase da sola nella stanza. Stesa sul letto. Fissava le lenzuola. Tremava dalla paura. Erano sporche di erba e di fango.



 
Eccomi qui! Allora, questa è la mia prima storia in assoluto e spero vivamente che vi piaccia. So che non è perfetta, però sono molto soddisfatta del mio lavoro. Ditemi cosa ne pensate, e mi raccomando recensite che ci tengo, la mia autostima ne ha bisogno. Ogni suggerimento è sempre ben accetto.
-behind

   
 
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